ALICE l.h

By Lollasmiao

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Alice ha diciassette anni, ha tutto sotto controllo e un destino già scritto. E' lei l'artefice del proprio d... More

0 Prologo
I 'Camera duecentosei'
II 'L.H.'
III 'La lista'
IV 'Scala Sud'
V 'Cadute ridicole'
VI ' Stesso carattere '
VII 'Fango'
VIII 'Bagni notturni'
IX 'Festa'
X 'Inaspettato'
XI ' Qualcosa non mi torna'
XII 'Whitby'
XIII 'Paure'
XIV 'La tela del ragno'
XV 'E' un gioco'
XVI 'Stiamo ancora giocando?'
XVII 'Jenna'
XVIII 'Attento alla mira'
XIX 'Correre veloci'
XX 'Perdere il controllo'
XXI 'Sei come pensavo'
XXII 'Hai la verità sotto al naso'
XXIII 'Non ci capisco più niente'
XXIV 'Casa Lucas'
XXV 'Non ho mai..'
XXVI 'Teorie'
XXVII 'Dobbiamo parlare'
XXVIII 'Discussioni e confessioni'
XXIX 'Non scappare'
XXX 'Un tranquillo giovedì'
XXXI 'Lo dicono tutti'
XXXII 'Indossi dei bruttissimi pantaloni'
XXXIII 'Dove diavolo siamo finite'
XXXV 'Fermami'
XXXVI 'E' solo l'inizio'
XXXVII 'La verità'
XXXVIII 'La vendetta ha il suo tempo'
XXXIX 'Scommesse'
XL 'Senza titolo'
Epilogo

XXXIV 'Enigmi'

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By Lollasmiao

Capitolo corretto il 03/04/2017

-Cassandra smettila di stritolarmi la mano!- sbotto innervosita. 

Non è che sono arrabbiata, sono lievemente terrorizzata.

Divertente no?

-Non è colpa mia!- piagnucola.

Sono almeno dieci minuti abbondanti che siamo ferme immobili a fissare il corridoio. La riccia al mio fianco trema, ma non posso fargliene una colpa. Questo posto mette decisamente i brividi. E' più inquietante dei vestiti della direttrice, e ce ne vuole eh.

-Mi spieghi per quale assurdo motivo, c'è un corridoio in cucina?!- quasi grido.

-Non lo so ma che ne dici di tornare indietro?- sussurra.

-Nemmeno per sogno! Se siamo qui ci sarà un motivo.- rispondo seriamente.

-Non essere così tenace.. Insomma potremmo ritornarci un altro giorno..- 

-Non ci penso nemmeno!- mi impunto. 

Quando mi ricapita di trovarmi qui?! E di certo da sola non ci torno, ma questo lo tengo per me.

-Ragioniamo.. La mensa è al piano terra, insieme alla hall, alla biblioteca, all'ufficio della direttrice..- borbotto.

-E quindi?- bisbiglia.

-Siamo in una posizione strategica. C'è una cosa che però non mi torna..- sussurro.

-Cosa?- chiede ancora spaventata.

-Guarda bene.. Insomma non ci sono stanze su questo piano.. Però lì infondo..- sussurro.

-Ci sono due porte..- 

Ho la pelle d'oca, i brividi, insomma sto provando veramente paura. Il che è assurdo insomma, che diavolo ci può succedere? Ovviamente se qualcuno ci dovesse scoprire, dovremmo rispondere a molte domande.. 

-C'è un punto della lista che non ti ho fatto vedere..- sussurro. 

-Che vorresti dire?- si gira a guardarmi. 

-Parlava di passaggi segreti.. Di stanze ambigue..- cerco di fare mente locale. 

Perchè ho una memoria a breve termine!? Insomma, le persone si ricordano persino cosa  è successo dodici anni fa, mentre io mi ricordo a mala pena cosa ho mangiato a colazione.

Basta, sto divagando. 

-Senti tutto questo sta diventando veramente strano! Insomma, doveva trattarsi di un gioco e no di un finisci in posti strani che fanno accapponare la pelle!- sbotta.

-Cass sono due le cose.. O in quelle stanze vi è la soluzione a tutto o il nostro L.H. è uno psicopatico senza remore.- sussurro tesa.

-Penso più la seconda..- borbotta. Sorrido alle sue parole e scuoto la testa. 

Il muro è alto e bianco, il pavimento di marmo è uguale a quello del resto del collegio.

-Cass, non trovi che sia tutto troppo pulito?- bisbiglio. -Insomma, se fosse un corridoio abbandonato dovrebbe almeno avere un po' di ragnatele.. - fisso dritto di fronte ai miei occhi.

-Hai ragione.- annuisce alla mia osservazione.

-Dobbiamo capire dove porta. Se siamo al primo piano, siamo al sicuro.- 

Avanzo e Cass mi segue, camminiamo lentamente. E' rassicurante il fatto che non solo sola. I nostri passi e i nostri respiri pesanti fanno da sfondo ad una scena agghiacciante. Credo di aver visto un corridoio del genere solo nei film. E ovviamente non nei cartoni. 

Arriviamo di fronte alle porte, sembra di essere ad un bivio. O  è tutto o è niente, mi ricorda lievemente la mia situazione con Lucas. O scappi o affronti tutto. 

Ma perchè mi sembra così difficile affrontare tutto quanto?

-Secondo te la tua chiave le aprirà?- chiede Cass. 

Sospiro pesantemente.

-Credo di si..- 

Pesco dalle mie tasche la chiave e fisso le porte di legno. Istintivamente porto l'orecchio sulla superficie dura. Non capisco se ci sia silenzio o no. Mi sento come se fossi ovattata, chiusa in una bolla fatta di ansie e preoccupazioni.

E' la paura a farmi provare queste cose?

-Cass, le apriremo entrambe. Ora, qualsiasi cosa ci sia dietro, scappa. Insomma, se troviamo qualcuno iniziamo a correre verso la mensa.  Okay?- domando seriamente alla riccia che è impallidita.

Annuisce e sospira. Apro la porta a sinistra, la chiave entra con facilità. La serratura scatta ma lascio la porta socchiusa. Faccio lo stesso con l'altra porta e sospiro. 

-Non credi sia tutto troppo...- la interrompo bruscamente.

-Non dirlo!- quasi grido. 

Okay, siamo alla resa dei conti. Lievemente apro una porta e invito Cass a fare lo stesso. E' buio e il cuore  mi batte all'impazzata. Un brivido mi fa sussultare. 

-Che facciamo?- bisbiglia la riccia al mio fianco.

-Non  uccidermi ma dobbiamo separarci. Tu entra in quella stanza e io in questa. Grida per qualsiasi cosa, okay?- cerco di sembrare serena. 

-Separarci?- bisbiglia alternando lo sguardo tra me e la porta.

-Ehi! Non può succederci nulla. Ricorda che è il panico ad uccidere le persone, non altro.- 

Ma tutto questo coraggio da dove mi esce?!

Annuisce sconfitta, sospiriamo e proseguiamo dritte. Cerco l'interruttore della luce e cerco di fare mente locale. In genere è al lato della porta. A tastoni sfioro la superficie ruvida del muro, quando trovo quello che cerco sospiro rumorosamente. 

Okay, ora accendo la luce e chiudo gli occhi. Almeno mi preparo psicologicamente a qualsiasi cosa si nascondi nel buio. Credo di stare per avere un infarto. 

No, guardo troppi film horror. Accendo la luce e mi attacco con le spalle al muro, questa traballa un po' prima di illuminare del tutto la stanza. Fisso quello che si presenta ai miei occhi. E' una stanza, piccola, delle dimensioni normali. C'è un letto, un armadio ed una porta. E' tutto bianco e dannatamente uguale. Perchè diavolo c'è una camera da letto qui? Ma la domanda più importante è, chi diavolo usa questa stanza?

-Ali!- grida Cassandra. Sussulto perdendo dieci anni di vita. Mi volto e la vedo. E' presa dal panico e fissa la camera.

-Cosa?!- 

-So cos'è questo posto.- ha il fiatone.

-Come fai a saperlo?- mi avvicino.

Mi prende per il braccio e mi trascina verso l'altra stanza. Anche qui c'è una porta. Mi indica la serratura e la guardo confusa.

-Guarda.- bisbiglia. 

Mi abbasso e chiudo un occhio per poter mettere a fuoco ciò che c'è dietro la porta. Quando realizzo cosa sia, resto a bocca aperta.

Mi alzo di scatto e mi passo una mano tra i capelli.

-E' l'ufficio della direttrice.- 

-Esattamente!- sorride.

-E come fai a sapere cosa sia questo posto?- 

-Il primo anno che sono venuta qui, ho visto che stavano ristrutturando questo piano, così ho domandato ad una mia amica cosa stessero cambiando e mi ha detto che prima l'ufficio della direttrice non era qui, ma da un'altra parte.- parla velocemente.

-Okay si è fatta spostare l'ufficio qui.. Ma perchè non ha tolto questo corridoio o questa stanza?- indico con il capo la camera di fianco.

-E' un passaggio veloce fino alla mensa..Se passi per la mensa arrivi prima alla scala Sud.- 

-Sei un genio Cassandra!- 

-Perchè?- chiede confusa.

-Qui, dovevano esserci delle aule o delle stanze. Vieni.- la trascino di nuovo verso l'altra stanza. -Si vede che non viene mai utilizzata, sicuramente è dove dorme la direttrice quando  non torna a casa e sicuramente il nostro L.H. la conosceva.- mi spiego.

Annuisce e continua a guardarsi intorno.

-La vera domanda è..- fisso di nuovo l'arredamento sterile. -Cosa c'era prima?-

-E come possiamo..- lascia la frase in sospeso quando vede che la fisso sorridendo.

-No, non posso farlo!- piagnucola.

-Non si tratta di ingannarlo.. Si tratta di fare qualche domanda innocente.- 

-No, Calum riconosce sempre le mie bugie.- 

-Non è vero, è troppo innamorato per capire.- alzo le spalle. 

-Ti odio.- bisbiglia e scoppio a ridere.

Per un attimo mi assale un dubbio atroce, corro verso l'altra stanza e osservo di nuovo la serratura. Si intravede la cassettiera e quel suo piccolo vaso che abbiamo quasi fatto cadere. 

Un lampo di genio mi pervade la testa. Cass mi fissa confusa.

-Ti ricordi quando siamo entrate nel suo ufficio?- domando dal nulla.

-Si?- 

-Bene, il punto della lista che diceva di stare attenti al vaso.. Se guardi meglio si trova proprio dietro la porta! La direttrice non voleva che si venisse a sapere del corridoio perchè solo alcuni vecchi studenti sapevano dell'esistenza di questo passaggio!- sorrido.

-Si, ma ora come diavolo torniamo indietro?- bisbiglia. 

-Dalla mensa, l'ora di cena è passata da un pezzo.- 

Spegniamo le luci e chiudiamo le porte, a passo veloce ripercorriamo il corridoio sino ad arrivare alla porta che da sulla mensa. Controllo l'orologio, sono quasi due ore che siamo qui dentro. Ho bisogno di respirare aria pulita e di schiarirmi le idee, è l'unica soluzione a tutto il casino che ho in testa. Cassandra resta dietro di me mentre apro di poco la porta, è di nuovo tutto buio. Sgusciamo fuori ed a carponi ci dirigiamo verso la porta della cucina. 

-Perchè stiamo strisciando?- bisbiglia Cassandra alle mie spalle.

-Non lo so, fa molto film horror.- sogghigno e la sento ridacchiare.

Quando usciamo dalla cucina ci ricomponiamo, camminiamo verso il corridoio principale. E' sera e nessuno sembra essere nei paraggi. Saliamo le scale e mi guardo intorno, per un attimo ho la strana sensazione che qualcuno ci stia fissando. E' come se, il suo sguardo mi stesse trafiggendo la schiena.

Quando arriviamo sul nostro piano, sento l'imminente bisogno di svuotarmi la testa. Non si può creare un pulsante che elimina automaticamente tutti i pensieri assurdi nel nostro cervello? Tipo un cestino?! Che magari selezioni quello che vuoi eliminare e lo disinstalli. Del tipo che eliminerei Lucas immediatamente.

Non lo faresti nemmeno per tutto l'oro del mondo.

Maledetta coscienza.

Mi fermo per allacciarmi le scarpe e con la coda dell'occhio vedo Cass bloccarsi.

-Dove eravate? Vi abbiamo cercato ovunque.- ringhia una voce fin troppo familiare. 

Quando mi alzo realizzo che la sensazione che avevo prima, era fottutamente vera. Riconoscerei i suoi occhi tra milioni. Non è solamente una questione di sguardi, è il modo in cui mi guarda che mi fa sussultare. Quando mi guarda non si sofferma sul visibile, va sempre oltre. I suoi occhi potrebbero capire tutto quello che nascondo, è per questo che molto spesso mi fanno paura.

-Che te ne frega.- lo fisso duramente.

-Avete saltato la cena e la riunione.- sibila.

-Quale riunione?- chiede Cass alternando lo sguardo tra me e il biondo. Calum ci fissa stranamente. 

-Quella per l'organizzazione della festa.- sussurra il moro.

-Non era importante.- fisso ancora il biondo. Quando siamo nella stessa stanza, tutto il resto scompare. E non ne capisco il motivo. O forse lo capisco ma non voglio ammetterlo. O forse.. No, niente forse perchè non c'è niente. 

-Si che era importante! Se prendi un impegno devi portarlo a termine!- quasi grida.

-Non vedo il motivo per cui ti debba importare quello che faccio!- rispondo a tono.

Cass e Calum si guardano prima di dileguarsi nella camera della riccia. 

Maledetti.

-Cosa vuoi Lucas?- chiedo sbuffando.

-Sapere perchè ti comporti così.- 

-Io non mi comporto in alcun modo.- porto le braccia al petto.

-Allora perchè mi eviti?- chiede aggrottando le sopracciglia.

Lo sto evitando? Inconsciamente forse.

-Non ti sto evitando.- borbotto.

-Allora sta notte, dormirai con me.- sorride come un bambino.

-Cosa?!- grido.

-Abbassa la voce.- mi riprende duramente.

-Perchè dovrei dormire con te?!- chiedo velocemente.

-Per provarmi che non mi stai evitando.- 

-Non ha senso.- lo fisso.

-Invece si, andiamo?- sorride ancora.

Mi fissa attentamente, il suo sorriso ancora persiste sulle sue labbra. Alzo gli occhi al cielo e sbuffo.

-Va bene.- sbotto frustrata. 

Lo seguo verso le scale, mi sembra stranamente tranquillo. 

Mi perdo nei miei pensieri. In questi ultimi giorni ho iniziato a scoprire molte cose. Mi domando se sia tutto collegato o se sia solamente frutto della mia testa. Ormai ogni cosa non comune che vedo, la mia mente la collega automaticamente alla lista. Forse sta diventando un'ossessione o forse semplicemente un mezzo per distrarmi. Scopro l'esistenza di un corridoio e cosa penso? Che ci sia lo zampino di L.H. Insomma, ho scoperto così tante cose che non capisco quale sia superflua o importante. Sta diventando tutto un grande problema.

-Ti muovi o resti ferma?- mi richiama.

-Si scusa.- sussurro. 

Entriamo nella sua stanza e mi siedo sul letto. 

-Qualcosa non va?- chiede osservando la mia espressione.

-Non capisco, davvero io non capisco.- borbotto.

Mi sento così strana ma allo stesso tempo così bene.

Io sono diventata matta.

-Posso fare qualcosa per schiarirti le idee?- si avvicina.

'Potresti rispondere ad ogni mio dubbio in maniera chiara e coincisa, solamente che sei tu uno dei miei problemi più grandi, quindi.. Come la mettiamo?'

-No niente.- 

-Senti.. Vuoi venire al ballo con me?- chiede tranquillamente.

-Ci vai con Lauren.- aggrotto le sopracciglia.

-Ma tanto sappiamo entrambi che passerò tutta la serata con te quindi..- alza le spalle in maniera non curante.

-Prima ti ho chiesto come facevi a dire certe cose.. Ora mi domando come fai ad essere così superficiale.- 

-Non credi che superficiale sia una parola troppo grossa?- 

-Non lo so, ho sonno.- lo fisso e mi butto sul letto.

Ma che diavolo mi prende? Quando siamo soli e troppo vicini si accende come una manovella nella mia testa che mi impone di farmi comportare come un'idiota. Mi impongo di chiudere gli occhi, anche perchè se non evito il discorso, finisco per cedere e pendere dalle sue labbra. 

Luke P.o.v.

-Non starai dormendo davvero?!- chiedo alla ragazza stesa sul letto. Non risponde, sento solamente qualche sospiro provenire dal suo corpo.

-Mi chiedo solamente perchè sia così difficile provare a stare con te! Ogni volta che mi avvicino fai due passi indietro. Voglio sapere cosa diavolo ti passa per quella testa che ti ritrovi!- sbotto sedendomi su letto. -Parlo persino da solo.- sussurro.

-Non sto dormendo.- sibila e sussulto. 

-Allora rispondi alla mia domanda.- mi ricompongo. Non posso mostrarmi debole, se ne approfitterebbe. 

-Quale domanda Lucas?- si tira su e mi guarda. 

I suoi occhi sono troppo grandi, in genere si dice che questi siano lo specchio dell'anima ma come è possibile che i suoi siano così oscuri? Non lascia trapelare mai niente, se non qualche dubbio che l'assale. 

-Voglio sapere..- sospiro. -Se ti piaccio.- 

Tanto se non lo dico non lo capirà mai, è inutile. E' una di quelle ragazze così furbe ed intelligenti solo per quello che le fa comodo. 

-Se mi piaci?!- sussurra sgranando lo sguardo.

-Si.- 

-Perchè dovresti piacermi?- 

Cosa?

-Allora spiegami perchè ogni volta che stiamo insieme ti comporti in una determinata maniera che va aldilà di quello che sei. Sei una manipolatrice e calcoli sempre tutto, ma come mai quando sei con me sei vera?- chiedo perdendo la pazienza.

Mi fissa a bocca aperta, come se non si fosse mai resa conto delle sue azioni.

-Se questo non è piacersi dimmi tu cos'è.- sibilo ancora. 

-Perchè vuoi rovinare tutto?- chiede a bassa voce.

-Che vorresti dire?- sussurro confuso.

-Perchè devi dare un'etichetta a qualsiasi cosa siamo? Insomma..- si blocca. E' nervosa e si passa una mano tra i capelli.

Quando la fisso capisco cosa voglia dire. E' il linguaggio del suo corpo a parlare per lei, come si tocca le mani nervosamente, come muove di poco le labbra insicura se parlare o meno. Mi domando da quanto tempo è che fisso le sue azioni per poterle capire.

-Hai paura.-

-Io non ho paura.- sibila sfidandomi.

-Invece si, perchè questa è una cosa che non puoi controllare.- 

-Non mettermi parole in bocca che non ho mai detto!- grida in maniera infantile.

-Cosa devo fare di più?! Sto facendo diecimila passi avanti e tu non vuoi capire!-

-Forse non voglio farmi prendere.- sussurra seriamente.

-E io cosa dovrei fare?- chiedo stremato.

Resta in silenzio e porta le mani sulle tasche dei suoi pantaloni. Quasi ammaliato seguo i suoi movimenti.

-Lasciarmi stare.- non mi guarda.

-Perchè fai così? Perchè la ragazzina della tua storia, quella che si annoia e che elabora piani per cambiare il mondo, non si lascia andare?- chiedo.

-Perchè, la ragazzina ora ha altro per la testa. Intorno a lei si è creata una rete di enigmi al quale non riesce a trovare una soluzione.- sussurra.

Di cosa sta parlando? 

-Se magari dicesse qualcosa di più forse.. Forse potrebbe lasciarsi aiutare.- ci riprovo.

-Non voglio il tuo aiuto perchè tu ormai, ci sei troppo dentro. Tu sei uno degli enigmi al quale non do una soluzione!- sbotta.

Mi fermo e la guardo. E' come se avesse appena realizzato il senso delle sue parole. Si alza velocemente e scende dal letto. Va verso la porta ma con uno scatto la fermo. Poggio le mani sulla porta, bloccandole la fuga. Si volta, è incastrata tra le mie braccia. Sono ai lati della sua testa. E' così piccola sotto al mio sguardo che quasi mi fa sentire in colpa.

Sbuffo e appoggio la mia fronte sulla sua. 

-Alice, mi spieghi come siamo arrivati a questo punto?- sussurro dolcemente.

-Me lo chiedi ogni volta che stiamo insieme.- 

-Quando mi darai una risposta?- sospiro.

-Quando tutto questo sarà finito.- 

-Perchè?- chiedo confuso.

-Perchè solo allora saprò dare una soluzione a tutti i miei enigmi.- sorride.

Scuoto la testa e mi avvicino alle sue labbra, incastrandole con le mie. All'inizio non ricambia, ma quando le mie mani finiscono sulle sue guance si lascia andare. Quando mi stacco, si passa la lingua sulle labbra rosee.

-A questo, non si da mai una soluzione.- sussurro prima di staccarmi. Indietreggio e mi siedo sul letto. 

Mi fissa senza espressione. Apre la porta e corre via.

Mi domando perchè voglio a tutti i costi fermarla e farla mia. Lei sarà sempre sfuggente al mio tocco. Quando l'ho vista ho pensato immediatamente di essere tornato nel passato eppure ora mi rendo conto che lei è diversa, totalmente diversa. E' unica nella sua infantilità e nella sua furbizia. Scuoto la testa e mi butto sul letto.

Sono diventato un pappamolle. Mi giro nel letto e vedo un qualcosa scintillare. Quando la prendo mi rendo conto che è una chiave. 

Che sia la chiave della sua stanza?!

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Ciao ragazze, non sono morta (forse). Ho passato una settimana a vegetare e ad essere sincera a pensare. Ho avuto attimi di vuoto totale, attimi di blocco e di panico. Insomma per un attimo mi era piombata nella testa l'idea di non riuscire ad andare avanti. Questo capitolo è rimasto nelle bozze per quasi una settimana. Poi però mi sono detta 'ma che diavolo fai molli tutto? sei pazza?!' e quindi eccomi qui. Il capitolo è strano ma è tutto voluto. Ora, chi di noi vuol picchiare per prima Alice?! Alzi la mano chi vuole farlo per primooo!

Scusate gli eventuali errori dolcezze (quella nell'immagine del profilo sono io che fisso l'orizzonte, fa molto tamblarrrrr lo so). E' l'ultimo dell'anno e vorrei spendere due paroline per tutte voi. Vi ringrazio davvero, per esser state con me dall'inizio fino ad ora. Mi avete accompagnato in questo viaggio, siamo a metà della storia e vi giuro, che senza di voi non sarei mai arrivata a questo punto. Sono stati i vostri commenti e le vostre parole che mi hanno spinto ad andare avanti. Se siamo qui è solo grazie a voi. 

BUON VIAGGIO A VEDERCI RAGAZZE! Passate un ottimo capodanno ed esprimete il giusto desiderio!

Basta parlo troppo. Comunque passate bene le vacanze?! ehehe all the love dolcezze, al prossimo aggiornamento. (Sperando che arrivi presto, magari l'anno prossimo! Si questa era pessima lo so).

<3

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