ALICE l.h

By Lollasmiao

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Alice ha diciassette anni, ha tutto sotto controllo e un destino già scritto. E' lei l'artefice del proprio d... More

0 Prologo
I 'Camera duecentosei'
II 'L.H.'
III 'La lista'
IV 'Scala Sud'
V 'Cadute ridicole'
VI ' Stesso carattere '
VII 'Fango'
VIII 'Bagni notturni'
IX 'Festa'
X 'Inaspettato'
XI ' Qualcosa non mi torna'
XII 'Whitby'
XIII 'Paure'
XIV 'La tela del ragno'
XV 'E' un gioco'
XVI 'Stiamo ancora giocando?'
XVII 'Jenna'
XVIII 'Attento alla mira'
XIX 'Correre veloci'
XX 'Perdere il controllo'
XXI 'Sei come pensavo'
XXII 'Hai la verità sotto al naso'
XXIII 'Non ci capisco più niente'
XXIV 'Casa Lucas'
XXV 'Non ho mai..'
XXVI 'Teorie'
XXVIII 'Discussioni e confessioni'
XXIX 'Non scappare'
XXX 'Un tranquillo giovedì'
XXXI 'Lo dicono tutti'
XXXII 'Indossi dei bruttissimi pantaloni'
XXXIII 'Dove diavolo siamo finite'
XXXIV 'Enigmi'
XXXV 'Fermami'
XXXVI 'E' solo l'inizio'
XXXVII 'La verità'
XXXVIII 'La vendetta ha il suo tempo'
XXXIX 'Scommesse'
XL 'Senza titolo'
Epilogo

XXVII 'Dobbiamo parlare'

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By Lollasmiao

Capitolo corretto il 01/04/2017

-Alice?!- tuona qualcuno.

Sto dormendo beatamente sul banco, ho passato la nottata a crogiolarmi tra le coperte, stringendo uno stupido diario e lamentandomi. Sembrerebbe una bella storia no? Invece no. Ho sonno e qualcuno parla. Anzi, qualcuno mi sta toccando la spalla. Perchè nessuno condivide la mia idea del 'no contatto fisico grazie?'

Però perchè con Lucas non la metti in pratica questa regola?!

Oddio.

-Signorina Lancaster!!- urla più forte. 

Apro gli occhi e mi guardo intorno. Sbadiglio e mi stiracchio.

-Si?- chiedo sonnecchiando.

-Alla lavagna, subito!- metto a fuoco chi sia il proprietario di questa voce orribile. E' il professore di matematica.. Cosa?! Già è l'ora di matematica?! Ma quanto ho dormito?!

-Devo ripetertelo?!- grida.

-No, stia calmo. Non c'è bisogno di gridare.- borbotto alzandomi. Sono tutti in silenzio, tranne Cass che sta ridendo. Quando vado alla lavagna mi rendo conto che questa è piena di numeri, simboli e lettere.

Ma insomma no?! La matematica sono numeri, chi diavolo ha deciso di doverli unire alle lettere?! Già è complicata di suo, ci mettete pure le lettere finiamo per creare una poltiglia confusa di numeri nella nostra testa!

-Risolva questa operazione, altrimenti le metto un impreparato.- sibila.

Prendo il gesso e fisso la lavagna. Perdo tempo fissando la superficie scura. Che faccio? All'ultima lezione ho dormito.. Che diavolo faccio?! Mentre sto per scrivere qualcosa, la campanella suona. 

Grazie, grazie davvero. Sorrido rimettendo il gessetto al suo posto.

-Lei è molto fortunata signorina. Vedremo al prossimo compito in classe.- ghigna.

-Mi sta minacciando?!- chiedo indignata.

-No, assolutamente no. Ma l'avverto...- si alza prendendo la sua ventiquattro ore e sparisce dall'aula. 

Sono da sola in classe e mi siedo sul banco. Ho bisogno di cancelleria per attuare il mio piano da battaglia. Mi alzo e chiudo la porta, apro lo zaino e prendo, sempre in prestito, scotch e puntine. Sorrido soddisfatta ed esco dall'aula. E' tutto un grande prestito, poi prometto solennemente di restituire tutto quello che nascondo in camera. Lo giuro. 

Cass mi sta aspettando sulla porta della mensa, ha una strana espressione. Quando mi avvicino sorride fintamente.

-Non sei brava a mentire, per quello ti servono anni di esperienza, che succede?- 

-Niente, che ti fa pensare che io stia mentendo?- parla velocemente.

-Questo! La tua espressione, il modo in cui farfugli.. So riconoscere chi mente.- sorrido soddisfatta.

-Ho sentito..- bisbiglia. -Dalle altre ragazze, che la direttrice vuole ispezionare le camere degli studenti. Credo che voglia farlo durante le ore di lezione.- si mordicchia l'unghia del pollice.

-Serio?- mi pizzico il ponte del naso. -Si tutto torna, la discussione di ieri notte..- ragiono ad alta voce.

-Devi nascondere..- non continua la frase. Mi volto e trovo Michael che ci fissa.

-Cosa deve nascondere?- chiede stizzito.

Ora, vorrei fermare il tempo e prenderlo a bastonate. Veramente eh. Non si può odiare così tanto una persona. E' altamente impossibile. Improbabile, impensabile.

-La tua mammina non ti ha insegnato a non origliare le conversazioni altrui, Michael?- 

-Chi ti dice che stavo origliando?- è sulla difensiva.

-Oh non lo so, il fatto che fossi proprio dietro di noi.. Ma vuoi sapere cosa nascondo?- sorrido.

E' in difficoltà. Quanto mi piace questa sensazione.

Annuisce.

-Non nascondo niente Michael, tutto quello che faccio o che so, è alla luce del sole.- gli faccio l'occhiolino ed entro in mensa. 

Afferro il vassoio e mi metto in fila. Oggi c'è il corso, devo iniziare a stare più attenta. Devo avere pazienza e scaltrezza. Se faccio tutto troppo di fretta finirò per commettere qualche errore, e non me lo posso permettere. I migliori non sbagliano mai.

Torno al tavolo e trovo solamente Lucas. 

-L'allegra combriccola ti ha abbandonato? Ti trovano noioso? Banale?- chiedo mentre addento un pezzo di carne. O quello che è.

-No, stanno preparando le cose per oggi. Hai qualche problema con Michael?- chiede tranquillo.

-Sei il suo avvocato? Non è grande abbastanza per difendersi da solo?- mastico lentamente.

-No, chiedevo. Siete così cocciuti..- riflette.

-Stai dicendo che ho la testa grande come quella di Michael? Insomma mi stai insultando?- 

Ride e beve un goccio di succo di frutta.

-No, sei più carina.- mi fa l'occhiolino. -Preparati, oggi sarà una lezione interessante.- si alza lasciandomi sola.

Lo seguo con lo sguardo. Una ragazza, forse un'amica di Cass mi guarda. Un'altra sua amica la spinge verso la mia direzione. Si avvicina imbarazzata e mi fissa.

-Ti serve qualcosa?- chiedo acidamente.

Due minuti di conversazione con Lucas e divento subito suscettibile. Quel ragazzo non giova alla mia salute mentale. Per niente.

-Posso sedermi qui?- farfuglia non guardandomi in faccia.

-Fa come vuoi.- continuo a mangiare.

-Volevo chiederti una cosa.. Ho visto che tu e Luke state molto tempo insieme e ho anche saputo che non sta passando un bel momento con la sua ragazza..- mi fissa.

-Quindi?- chiedo pulendomi la bocca.

-Insomma.. Potresti presentarmelo?- 

Mi strozzo con la mia stessa saliva. Inizio a tossire e mi batto il pugno sul petto.

-Cosa?- sono sgomentata. Ma chi diavolo è questa qui? Ma che vuole?!

-Ho detto qualcosa di male vero? Oddio non dirmi che ti piace!- è sconvolta ed imbarazzata.

-A me? Piacere Lucas?!- okay questa si droga. -Stai scherzando!- inizio a ridere in maniera ambigua. E' per lo più una risata isterica. 

-Allora.. Se vuoi presentarmelo mi faresti un grande favore.- sorride ancora. -Sono Lauren.- alza la sua mano verso la mia. Fisso immobile quel gesto, quando vede che non ricambio si porta la mano tra i capelli e sorride imbarazzata.

-Evapora dalla mia visuale.- sibilo.

-Scusami..- scappa verso la sua amica. Resto a fissarla e mi domando come facciano tutti a sapere sempre qualcosa in più di me. Come fa a sapere che se la passa male con la sua ragazza? Insomma, sono quasi sempre con lui.. Come ho fatto a non accorgermi di niente? 

Sto iniziando a perdere colpi.

Cammino in silenzio e sovrappensiero verso la mia stanza, per mio grande errore mi imbatto in qualcuno. 

-Alice, cercavo proprio te.- sorride la direttrice. 

-Ma che coincidenza.- alzo gli occhi al cielo.

-Puoi seguirmi nel mio ufficio?- 

Camminiamo in silenzio, i suoi mocassini marroni con il tacco producono un rumore disgustoso. 

Le regalerò qualche paio di scarpe nuove. Insomma è così trash. Ma il buon gusto?! 

Mi fa accomodare nel suo ufficio e apre il primo cassetto della scrivania. Mi porge una lettera e mi fissa.

-Cos'è?- chiedo osservando il plico di fogli.

-La tua richiesta per l'università. Quasi tutti gli studenti l'hanno compilata.- 

Università? College? Mi sono momentaneamente scordata del fatto che sono all'ultimo anno e che dovrei continuare gli studi. Prevedo già una lunga discussione con mia madre. Che noia. Ma non posso non fare nulla per tutta la vita?!

-Però ti avverto. La tua media è molto bassa, credo che giusto l'università serale o qualche college statale potrà accettarti. Insomma, chi è banale con chi è banale, chi è colto con chi è colto. Capisci cosa voglio dire?-

-Mi sta dando della persona banale?- assottiglio lo sguardo.

-No, credo che tu sia una delle studentesse più furbe ed intelligenti che abbiano mai frequentato questo posto. Il problema sta nell'inquadrare cosa è importante.- mi fissa.

Cosa è importante per me?

-E' una questione di priorità.- continua. -Ogni studente che si rispetti e che ha frequentato questo collegio punta ad entrare in ottime università, Alice.- 

-Chi le dice che voglio frequentare l'università?- alzo un sopracciglio.

-Tua madre e tuo padre. Hai anche due fratelli più grandi che sono eccellenti negli studi. Non puoi deludere la tua famiglia, no?- 

-Come fa a sapere queste cose?- chiedo di scatto.

-Una volta a settimana, mi scambio delle email con i tuoi genitori. In genere questo trattamento, se così si può descrivere, è per gli studenti più.. Irrequieti capisci?- 

Un lampo di genio mi fa quasi sussultare. Osservo il computer. 

-Quindi, mi sta dicendo, che il collegio ha sempre mandato email alle famiglie dei studenti più a rischio?- fingo interesse.

-No, è una novità dell'ultimo anno. Prima si mandavano lettere, come nelle scuole normali.- 

Mi alzo e prendo i fogli.

-La ringrazio.- sorrido.

-Comportati bene Alice.- mi fissa. E' come se mi stesse dicendo che anche lei sa chi sia il colpevole dei vari furti. 

Fischiettando esco dall'ufficio, altre cose da fare bene. Sicuramente, la direttrice all'epoca avrà mandato lettere alla famiglia del mio L.H., magari avrà tenuto qualche copia o qualche risposta. Se solo sapessi dove sono i veri documenti del fascicolo del mio L.H.... Magari in quello di Jenna troverò risposte. Il problema fondamentale è che devo scendere di nuovo noi sotterranei. Ma quando? Il giorno è troppo rischioso per non parlare della notte. 

L'ora di cena! A cena ognuno si fa i fatti propri, se manco , sicuramente penseranno che sto dormendo. Non è la prima volta che non scendo a cena. Entro in camera e sono in ritardo, prendo tutte le cose e le infilo nella botola sotto al comodino. Ci metto anche la chiave, non si sa mai. Se la direttrice vuole entrare nella mia stanza, non deve trovare niente. 

Corro per i corridoi diretta al laboratorio musicale, quando arrivo di fronte alla classe la porta è chiusa. Non curante di cosa stia succedendo apro la porta e resto a bocca aperta. Tutti i banchi sono stati spostati e tutti sono in cerchio. 

Mi sembra di essere tornata all'asilo. Vabbè dai è l'età mentale di Lucas suvvia.

-Quando la principessina si darà una mossa, potremo anche iniziare.- Michael alza gli occhi al cielo. 

-Non rompere Michael, perfavore.- sbuffo andando vicino a Cass. Vedo Laura, Laury o come si chiama che mi fissa sorridendo. E' un sorriso ambiguo, come i suoi capelli castani. 

-Allora, oggi abbiamo preso in prestito del materiale artistico dalla professoressa. Lo scopo di oggi è realizzare con i colori la musica. Che vuol dire?- Ash sorride mentre ci guarda.

Laury alza la mano in aria felice.

-Dimmi..- Lucas la fissa.

-Lauren.- ridacchia. 

Ah Lauren. L'avevo quasi azzeccato. Nome banale per una ragazza banale. 

-In pratica è un dare vita alle nostre emozioni  trasmesse dalla vostra musica. Esempio magari il colore rosso potrebbe significare che la vostra canzone trasmette passione..-

-Bravissima, Lauren.- le sorride Lucas, lei quasi sviene e si gira a ridere con le sue amiche.

Ma a che gioco stiamo giocando?

-Okay inziamo, vicino a voi avete dei fogli, potete anche realizzare un piccolo quadro, insomma siete liberi di esprimere quello che volete.- sorride Calum.

I ragazzi prendono posto vicino ai rispettivi strumenti. Per un attimo mi dimentico dei colori e fisso il biondo. Quando canta sembra tutt'altra persona. Le note dolci e la sua voce, mi accarezzano. Mi sento quasi cullata dalla sua voce. Che cosa mi suscita la sua musica?! 

Prendo il foglio e mi guardo intorno, tutti disegnano e colorano. Cos'è per me Lucas? Prendo un colore nero e inizio a scarabocchiare il foglio. Cerchi confusi riempiono lo spazio bianco. Prendo il colore giallo e al centro del foglio disegno un piccolo cerchio. Finiscono di suonare e tutti applaudono. Sono in uno stato di alienazione, sono confusa e stranita. Inconsciamente ho attribuito il giallo a Lucas. Secondo la professoressa di Arte, il giallo indica la felicità, la crescita ma anche codardia e disonestà. 

Che cavolo mi succede? Non mi rendo conto che tutti stanno andando via, è passato davvero così tanto tempo? Con il mio foglio stretto in mano mi siedo al mio solito banco e fisso Lucas che rimette in ordine gli strumenti.

-Non vai via?- si volta e mi fissa.

-No, Laury o Laura come si chiama vuole conoscerti.- 

-E allora?- chiede confuso.

-Bhè, si vocifera che non te la passi bene con Charlotte.. Potresti conoscerla.- alzo le spalle.

-Sei divertente.- sorride.

-No, sono la migliore.- scendo e mi stiracchio.

-Cosa hai disegnato?- 

-Niente, trovo noiose queste iniziative.- accartoccio il foglio.

-Ne sei sicura?- alza un sopracciglio.

-Al cento per cento, ho di meglio da fare, ciao Lucas.- vado verso la porta e butto il foglio. Non risponde e continua a sistemare i suoi attrezzi.

Scuoto la testa e salgo in camera. Apro lo zaino con tutto il materiale e mi metto all'opera. Passano almeno due ore, quando ho finito sorrido soddisfatta. Sull'anta dell'armadio ho attaccato un paio di fogli bianchi. Con le puntine e con tanta immaginazione sono riuscita a ricreare tutta la planimetria del collegio. Diversi fili collegano i vari indizi. Dal giardino al lago, dalla mia stanza fino al seminterrato. Al centro è posto un post-it giallo con scritto 'Chi sei veramente?'. 

Lo fisso pizzicandomi il ponte del naso. L'unica cosa certa è che quattro anni fa il mio L.H. ha creato tutto e conosceva i ragazzi. Il problema sussiste nell'individuare chi sia veramente questo L.H. e capire il perchè della sua lista. Non può essere solo perchè voleva essere ricordato, c'è sicuramente dell'altro.  

Busso alla porta di Cass che apre immediatamente.

-Che succede?- 

-Vieni.- la trascino nella mia stanza e apro l'armadio. 

Fissa ammaliata o forse sorpresa tutto quello che ho creato. Si avvicina per osservare tutti i dettagli del mio piano da battaglia.

-Hai mai pensato di iscriverti a qualche università giuridica?- continua a fissare il tutto. -E' geniale ed inquietante. Non saresti male come detective.- ride.

-Per ora dobbiamo concentrarci su questo, devi farmi un favore.- 

-Perchè ogni volta che mi dici che devo farti un favore ho sempre una strana sensazione?- piagnucola.

-Perchè sei una persona malfidata. Devi coprirmi per cena. Insomma qualcuno ti chiederà dove sono, digli che sto dormendo o inventati qualcosa.- 

-Che devi fare?- è affranta.

-Scendere in quei maledetti sotterranei, l'ora di cena è perfetta. I professori non ci sono e la direttrice è quasi sempre a cena o sul retro a bere con gli altri. Nessuno girerà nei sotterranei e se mi beccano posso dire che stavo facendo una passeggiata.- spiego.

-Ma potrebbero beccarti!- 

-Non posso rischiare di girare di notte, Cass tutto questo è quasi finito, credo di essere vicina alla soluzione e mi serve il suo fascicolo.- 

-Okay. Dirò che sei indisposta come sempre e che non ti andava di scendere, inizia ad andare io scenderò più tardi.- 

-Grazie.- sorrido.

Esco dalla stanza accompagnata dalla riccia, arrivate al pian terreno ci dividiamo. Proseguo per la scala sud con una strana sensazione addosso. Quando scendo il corridoio è illuminato, supero le svariate porte fino ad arrivare a quella degli archivi. Respiro profondamente e apro la porta. I soliti scaffali sembrano deridermi. I fascicoli sono ordinati, scorro lentamente tra le file alte fino al soffitto fino ad arrivare alla sua iniziale. Sento uno strano senso di euforia mischiato ad eccitazione. Individuo il fascicolo e lo prendo, infilandolo sotto alla felpa. 

Okay, questa è fatta.

Però mi sembra tutto così strano. E' tutto troppo semplice. Apro la porta e osservo il corridoio, prima a sinistra e poi a destra. In lontananza vedo la scala ma dietro vi è una piccola porta che non avevo mai notato. Sembra uno sgabuzzino. Lentamente mi avvicino alla porta del sotto scala. Okay ora sto avendo paura. Apro la porta e cerco di mettere a fuoco dove sono. E' buio pesto e tasto con la mano il muro per trovare un interruttore. Quando lo trovo e accendo la luce, sono sbalordita. 

E' un'altra stanza, sembrerebbe un vecchio sgabuzzino mal messo. Vi sono scatole di cartone, vecchie sedie, libri.. E fascicoli. 

Il bip del mio orologio mi fa sussultare, sono le otto. E' tardi, la cena è finita ma è tardi. Apro la porta di scatto dimenticandomi di spegnere la luce. Non fa niente, devo leggere quel fascicolo. Corro per le scale, prima di arrivare all'ultimo gradino fisso il corridoio. Nessuno in vista. 

Salgo tranquilla, l'adrenalina che ho nel corpo sembra si stia calmando. Mentre sto per arrivare sul mio piano sento delle voci familiari lungo la gradinata. 

-E perchè non è venuta a cena?- credo sia Calum.

-Lo sai come è fatta, sicuramente starà dormendo.- 

Cass, sei una pessima attrice. 

Emergo dal nulla, sono all'inizio del corridoio. Quando mi vedono Cass sbianca mentre Calum assottiglia lo sguardo.

-Ero in biblioteca, ricerca per biologia. Sai Cass, ho scoperto molte cose interessanti.- sorrido.

-Ma se in biblioteca ci stavamo noi prima di cena, come è possibile che non ti ho vista?- 

Oddio Calum ti prego, non ti improvvisare ispettore.

-Ero nei reparti finali. Cass ti aspetto in camera tua.- li supero e la riccia annuisce passandomi le chiavi della sua stanza.

Col cavolo che entro nella mia, non devono sapere in che camera sono. Li sento parlare ma sono troppo occupata a tirare fuori il fascicolo. Il cuore mi batte forte, le mani mi sudano e sono confusa. 

Cass entra e chiude definitivamente la porta.

-Sei pazza?! Hai rischiato di farci beccare.- 

Alzo il fascicolo in aria e la fisso.

-Lo apro?-  Annuisce immediatamente e quasi corre. Ci sediamo sul pavimento, l'unica luce proviene dall'abat-jour sul comodino. 

Apro il fascicolo e sospiro.

-Dai Ali, ora o mai più.- è decisa.

Quando lo apro sbianco. Sento tutta l'aria nei miei polmoni collassare. 

-Che succede??- chiede Cass preoccupata, le passo il fascicolo incapace di parlare.

-Oh mio Dio..- sussulta. -E' la cosa più inquietante che abbia mai visto.- si porta le mani sulla bocca.

-Non è possibile. No, ti prego.- quasi piagnucolo.

-Mi mette i brividi.- sussurra.

Osservo la foto e gli altri fogli. In se e per se andrebbe tutto bene, se non fosse per il fatto che nella foto è ritratta una ragazza di schiena, con i capelli lunghi e il mio stesso abbigliamento.

-Sembri tu Ali..- sussurra.

-Non posso essere io.-

-Persino le scarpe.. Insomma guarda!- indica le vans rovinate.

-Sotto c'è scritto qualcosa.- borbotto. -Lo trovi divertente? Io molto. Non è tutto così facile come vorresti e ricorda, il furto non è tollerato qui dentro. P.s. Scorri bene il diario, non tutto è come sembra.- leggo ad alta voce.

-Ma dove sono i veri pezzi dei fascicoli delle persone?!- sussulta Cass.

-Credo di sapere dove sono..- sussurro passandomi disperatamente una mano tra i capelli.

-E dove?- chiede impaurita.

-Dove tutto è iniziato..- sussurro.

-In camera tua?- 

-No. In giardino.- sussurro.

Osservo ancora una volta la foto. Me la rigiro tra le mani convinta che potesse spuntare qualche indizio.

-Cass! Cass corri!- la richiamo gridando. 

-Cosa?- le passo la foto e aggrotta le sopracciglia. -Non capisco.-

-Guarda lo sfondo, è in giardino! Guarda cosa c'è dietro.- 

Fissa la foto. Vedo la sua espressione cambiare.

-E' il giardino sul retro!- grida. -Vedo il lago!- 

-Dobbiamo andarci il prima possibile. Forse so cosa ha fatto L.H.

-Cosa?- chiede curiosa.

-Ha sotterrato i fascicoli originali. Nel diario Jenna dice di averli visti in giardino!- mi alzo.

-Non puoi andarci ora, ci serve il sole.- si alza anche lei.

-Bene, domani ci andremo. Non farne parola con nessuno.- infilo di nuovo il fascicolo sotto alla felpa.

-Ma è la felpa di Lucas?- alza un sopracciglio.

-No.- borbotto.

-Comunque riguardo a Lucas, ti cercava, di nuovo. Ha mandato Calum da me per sapere dove fossi. Non lo trovi carino?- sorride.

-No, lo trovo inquietante.- aggrotto le sopracciglia.

-Ammettere che c'è qualcosa non significa per forza perdere Ali.- sussurra.

-Non c'è nulla Cass.- lo dico duramente.

Sbuffa e scuote la testa.

-Mi arrendo, vai a dormire. Domani abbiamo il test di matematica.- 

-Di già?! Domani?!- grido e ride di cuore.

-No è venerdì.- 

-Mi stavi prendendo in giro?- sono indignata.

-Si perchè appena si nomina Lucas vai fuori di testa, è esilarante.- 

-Senti, tieni tu il fascicolo, io ho troppe cose in camera. Passo a prenderlo dopo.- borbotto.

Annuisce e mi manda un bacio volante, vedo che lo nasconde sotto al materasso. 

Esco dalla stanza. Sarebbe tutto molto bello se non fosse per il fatto che Lucas è appoggiato al muro e mi guarda sospettoso.

-Sei uno stalker?- chiedo portandomi istintivamente le mani sulla pancia.

-Dobbiamo parlare, ora.- sibila.

-E dove?- chiedo ansiosa.

-In camera mia.- mi da le spalle e cammina verso la scala.

-Come facevi a sapere dove fossi?- chiedo velocemente.

-Io so sempre dove sei.- borbotta.

E adesso qual'è il problema? Cazzarola, mai un attimo di pace.

<('') nuova storia: Fine Line


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