ALICE l.h

By Lollasmiao

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Alice ha diciassette anni, ha tutto sotto controllo e un destino già scritto. E' lei l'artefice del proprio d... More

0 Prologo
I 'Camera duecentosei'
II 'L.H.'
III 'La lista'
IV 'Scala Sud'
V 'Cadute ridicole'
VI ' Stesso carattere '
VII 'Fango'
VIII 'Bagni notturni'
IX 'Festa'
X 'Inaspettato'
XI ' Qualcosa non mi torna'
XII 'Whitby'
XIII 'Paure'
XIV 'La tela del ragno'
XV 'E' un gioco'
XVI 'Stiamo ancora giocando?'
XVII 'Jenna'
XVIII 'Attento alla mira'
XIX 'Correre veloci'
XX 'Perdere il controllo'
XXI 'Sei come pensavo'
XXII 'Hai la verità sotto al naso'
XXIII 'Non ci capisco più niente'
XXIV 'Casa Lucas'
XXVI 'Teorie'
XXVII 'Dobbiamo parlare'
XXVIII 'Discussioni e confessioni'
XXIX 'Non scappare'
XXX 'Un tranquillo giovedì'
XXXI 'Lo dicono tutti'
XXXII 'Indossi dei bruttissimi pantaloni'
XXXIII 'Dove diavolo siamo finite'
XXXIV 'Enigmi'
XXXV 'Fermami'
XXXVI 'E' solo l'inizio'
XXXVII 'La verità'
XXXVIII 'La vendetta ha il suo tempo'
XXXIX 'Scommesse'
XL 'Senza titolo'
Epilogo

XXV 'Non ho mai..'

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By Lollasmiao

Capitolo corretto il 01/01/2017

No, è uno scherzo. Sono chiusa nel suo armadio, non vedo niente se non la scatola sotto ai miei piedi. Non riesco bene a leggere cosa ci sia scritto, eppure è una cosa così familiare. Mi accuccio compiendo l'errore più grande di tutta la mia vita. Una maledetta stampella si stacca dall'asta colpendomi sulla testa.

-Cosa è stato?!- gracchia la ragazza di Lucas.

In questo istante vorrei aprire il fottuto armadio e gridare 'Io brutta cretina!' Ma mi contengo. Anche perchè sorgerebbero strani dubbi del tipo 'cosa ci fai nell'armadio di Lucas?'

-Non ne ho idea, non ho sentito niente.-

-Sei sicuro proveniva dall'armadio.- continua a lagnarsi Charlotte.

Perchè oggi la odio di più del solito?! Forse è perchè, a causa sua, sono chiusa in un fottuto armadio. Non sento più nessun altro rumore e sospiro.

-Ehi! A cosa devo questo bacio..- sussurra lasciva Charlotte.

Sento la bile salirmi in gola. Ingoio con forza la rabbia che sembra voler uscire prepotente dalla mia bocca e aspetto. Aspetto che Dio mi dia la pazienza perchè se mi da la forza esco da questo fottuto armadio e li strozzo entrambi.

-Niente, dai andiamo giù, ti accompagno fuori. Tra poco devo tornare dagli altri.- 

Silenzio. 

Sono sola. Apro lentamente un'anta dell'armadio e osservo la stanza. Ha chiuso la porta. Mi volto di scatto e osservo la scatola. 

-Ricordi del Collegio.- leggo ad alta voce. La stessa sensazione di quando ho trovato la scatola del tempo mi pervade. Mentre sto per aprire la scatola la porta si apre.

-Che cosa stai facendo?!- ha la voce tirata. Sobbalzo dando una capocciata all'anta aperta. 

-Niente.- rispondo velocemente massaggiandomi il punto indolenzito.

Si avvicina a grandi falcate, uno strano senso d'ansia si annida tra le mie membra.

Chiude di scatto l'armadio e mi fissa.

-Questi non sono affari tuoi.- sussurra.

Non faccio in tempo a rispondere che mi passa lo zaino. E' arrabbiato, non ne capisco il motivo. 

-Uscirai dalla porta sul retro, mia madre è in bagno.- borbotta. Scendiamo le scale in silenzio. Ho la testa occupata, dove diavolo ho visto quella scrittura? Era così familiare.. Giusto il mio L.H. poteva racchiudere in una scatola dei ricordi.. Perchè anche Lucas l'ha fatto? E se si conoscessero?! Potrei chiedere a Lucas qualche cosa..

No. Assolutamente no. Era nei sotterranei e cercava il fascicolo. Anche lui vorrà saperne di più.

Entriamo in cucina e va verso una porta a vetri. Ha una bella casa, questo glielo concedo. E' pensieroso e si mordicchia il labbro. Si pizzica il ponte del naso e sospira.

-E' stato un errore portarti qui, mi dispiace.- 

Sta mentendo.

-Mmh. Lo penso anche io.- sorrido. 

Un rumore ci fa sobbalzare. 

-Cazzo è mia madre.- sussurra ansioso. Apre la porta sul retro e mi spinge fuori. E' inutile dire che cado come una fessa sul prato morbido e bagnato. 

Io giuro che l'ammazzo. Osservo le mie gambe, sono totalmente sporche di fango. 

Odio l'Inghilterra. Anche quando c'è il fottuto sole,  ogni cosa è bagnata. 

Mi alzo cercando di ritrovare la mia dignità. Mi sento come se fossi un'avventura di una notte che fugge il mattino seguente. Ci stiamo rendendo conto?! Mi ha spinta fuori di casa! E' scandaloso. Infuriata vado verso l'uscita del giardino che ovviamente non c'è. Il recinto bianco è alto. 

Vi prego ditemi che non devo scavalcare. Giuro che questa me la lego al dito. Giuro che gliela farò pagare cara. Cercando di non farmi vedere, mi arrampico lungo il recinto. Aldilà vi è la strada. Scavalco e cado, di nuovo, in un fottuto cespuglio. 

Lucas sbuca dal nulla e ride.

-Ma io dico sei impazzito?!- grido togliendomi le foglie dai capelli.

-E' stata..- balbetta. -Una scena epica!- continua a ridere. 

Scuoto la testa e vado verso di lui, lo spingo all'indietro. Non si muove di un centimetro. 

-Lucas io ti ammazzo! Ti rendi conto! Guardami! Sono coperta di fango!- piagnucolo gridando.

-Poteva andare peggio dai.- cerca di rimanere serio. Cammina e mi tengo a distanza.

-Che è, ora mantieni le distanze?- alza un sopracciglio.

-Prova solamente ad avvicinarti a me e giuro che ti rimando in ospedale. In terapia intensiva. Con almeno cinque costole rotte.- sibilo tra i denti. 

Lo sento ridere di cuore. Cerco di rimanere seria ma il suo sorriso è contagioso.

Ma quale contagioso! Sicuramente ho sbattuto la testa. Sì. Non ci sono altre spiegazioni.

* * * 

Mi siedo su una panchina. Le gambe mi fanno male, ho fottutamente fame e sono annoiata. L'unica nota positiva è che quando siamo tornati in hotel mi sono potuta cambiare. Sono quaranta minuti che Cassandra non fa altro che raccontarmi le sue esperienze amorose con Calum. Dice che sono stati tutto il giorno insieme e che hanno fatto pace. Sbadiglio e mi fisso le punte dei capelli.

-Quindi si, ci è servito. Certo non abbiamo discusso su cosa fare dopo il collegio.- conclude il suo monologo. 

-Cass, ti rendi conto che sono quaranta minuti che stai ripetendo la stessa identica cosa?-

-Che bello che è vederti sempre così felice.- 

-Non usare il sarcasmo con me.- la fulmino con lo sguardo. 

-Devo chiederti un favore.- sorride angelicamente.

-Cosa?- alzo un sopracciglio.

-Stanotte... Io e Calum vorremmo dormire insieme....- 

-E quindi?- mi metto comoda sulla panchina.

-Dovresti trovarti qualcosa da fare..- sorride ancora.

-Non ci penso proprio!- grido.

-Dai. Daii! Ho preso quello che mi hai chiesto, ho trovato Jenna, ti ho accompagnata nell'ufficio della direttrice.. - mette il muso.

Non so come mi ritrovo ad acconsentire. Che andasse pure a dormire da Calum. Subdola di un'amica. Il ritorno in albergo è lento. La direttrice sta ancora parlando della Cattedrale di York, dice che ogni volta che la vede ne rimane sempre più folgorata. Sbuffo sentendo l'allegra combriccola chiacchierare dietro di me. Sto ancora elaborando qualcosa per far pentire Lucas del suo modo di buttarmi fuori di casa. Dopo la cena, che ho passato in rigoroso silenzio, mi butto di peso sul letto. Finalmente, sono stremata. 

-Quindi vado a dormire da Calum.- sorride Cass mentre si prepara per la nottata.

-Mi raccomando.- la prendo in giro.

-Ehi! Non pensare male.- mi guarda male.

-Si, certo.- rispondo ironica. -Bene, io mi vado a lavare. Buonanotte.- alzo le sopracciglia mentre mi alzo. 

L'acqua calda bagna il mio corpo, sono dell'idea che nulla può battere la doccia. Quando esco avvolgo il mio corpo dentro l'accappatoio. Passerò la notte da sola, senza nessuno che disturberà la mia quiete. Ho tutto il tempo per studiare bene il diario. Sorrido vittoriosa. Apro la porta del bagno e caccio un grido. Secondo me, l'hanno sentito pure al collegio.

-Cosa diavolo ci fai qui!- grido ancor più forte.

-Sono stato cacciato dalla mia stanza, dormo qui.- sorride mentre si sistema meglio sul mio letto.

-No, stai scherzando. Fuori!- grido coprendomi di più con l'accappatoio.

-Non posso, Ash e Michael si sono rifiutati di dormire qui! Non ho una stanza.- sorride ancora.

-Lucas. Hai tempo due minuti per sparire dalla mia visuale!- 

-Biondina non posso.- si alza. -Ti dispiace se vado a farmi la doccia?- mi supera entrando in bagno. 

Sono pietrificata.

-Ah e sbrigati, mi serve l'accappatoio.- sorride.

Resto ferma, non ho alcuna cosa da dire. 

Cosa diavolo faccio ora?! 

-Non puoi dormire qui!- apro la porta del bagno e grido.

Si sta togliendo la maglietta. Divento rossa come un peperone.

-Perchè? E poi te l'ho già detto.- 

-Dormirai in balcone. O in bagno. Non in camera mia!- 

-Come vuoi.- alza gli occhi al cielo.

Dannazione. Sarà la nottata più lunga della mia vita. Mi vesto velocemente, è inutile fare tanti convenevoli. Se passa la notte qui, posso rovinargli l'esistenza. Potrei soffocarlo con il cuscino mentre dorme. Mi pettino i capelli e mi siedo sul letto. Sono le nove e trenta di sera e sono in camera con Lucas. Cioè, si è imbucato nella mia stanza. Esce dal bagno in accappatoio e mi domando se gli piaccia farsi vedere sempre così.

-E dovresti sembrare attraente?- alzo un sopracciglio.

-Io sono sempre attraente.- sorride mentre si passa un asciugamano tra i capelli.

-La convinzione frega le persone Lucas.- osservo il muro.

-E quindi?- 

-Chi si loda si sbroda.- lo fisso.

-Quindi ti stai auto insultando da sola?- si avvicina. Osservo i piedi del letto e sussulto. Prima di ricevere la sua visita inaspettata ho tirato fuori il diario dallo zaino. Sembra averlo notato pure lui perchè lo fissa aggrottando le sopracciglia.

-Cos'è quello?- sussurra.

-Il mio letto.- 

-No, quello sotto al tuo maglione.- è serio e lo indica con lo sguardo.

-Un libro.- parlo velocemente prendendolo.

-Fammelo vedere.- si avvicina ancor di più.

-No.- lo infilo sotto la maglietta del pigiama.

-Ti ho detto di darmelo.- quasi ringhia.

-Prendilo.- assottiglio lo sguardo.

Sorride raccogliendo la mia sfida. Con un guizzo si scaglia contro di me ma mi sposto velocemente, facendolo cadere sul letto. Corro chiudendomi in bagno. Bussa prepotentemente alla porta. 

-Apri e fammi vedere quel coso!- 

-Non impicciarti!-

-Perchè devi fare sempre il contrario di ciò che ti dico!- urla frustrato. Il bussare alla porta ci riporta con i piedi per terra. 

Apro la porta del bagno e Lucas è fermo vicino allo stipite.

-Alice? Cassandra?!- è la voce della direttrice. 

Lucas sbianca.

Pappamolle. 

-Fila in bagno e apri la doccia.- sussurro. Annuisce e fa ciò che gli dico. Apro la porta della stanza e sorrido.

-E' il giro serale, dobbiamo verificare che siate tutti nelle vostre stanze.- risponde la direttrice alla mia domanda non posta.

-Siamo in camera.- rispondo in tono ovvio.

-Cassandra?- alza un sopracciglio.

-E' sotto la doccia.- 

-Ne sei sicura?- 

-Vuole entrare e controllare? Credo che sia una violazione della privacy ma se proprio insiste..- mi sposto dalla porta. Osserva la stanza e sbuffa.

-Mi fido.- assottiglia lo sguardo. -E un'altra cosa Alice, ti tengo sotto controllo.- mi fulmina con lo sguardo e chiude la porta.

Bene, un pericolo è stato scampato. Ora occupiamoci dell'altro pericolo ovvero il fottuto Lucas. Prendo il diario da sotto alla maglietta e lo nascondo dentro al mio zaino. Apro la porta del bagno e lo fisso. Si sta lavando i denti.

Cioè, si sta lavando i denti con il mio spazzolino?!

-Ma non hai un tuo spazzolino?!-

-Sto ricambiando il favore, l'altra sera ti sei lavata con il mio.- alza le spalle.

-Vestiti e fa qualcosa che non urti il mio sistema nervoso.- sibilo.

-Allora portami i miei vestiti e ti prometto che non dirò o farò niente di strano.- sorride sciacquandosi la bocca.

-Sono la tua serva?- alzo un sopracciglio.

Ride e scuote la testa.

Per la prima volta da quando lo conosco faccio ciò che mi chiede. Prendo i suoi vestiti che consistono in un paio di pantaloni della tuta e una maglietta nera. Con la mano tocco un capo d'abbigliamento assai diverso.

Sono i suoi fottuti boxer.

Infuriata apro la porta e glieli lancio addosso, lo sento borbottare un 'ehi' ma faccio finta di niente. Mi siedo sul mio letto e tiro le coperte fino al mento. Cosa diavolo faccio? Mentre lo sento armeggiare con i vestiti ripenso alla scatola. Perchè tutti hanno questa fissa degli armadi e delle scatole?! E' assurdo. Speravo che una volta uscita dal collegio non avrei trovato altre cose strane, ma come ogni volta da quando ho messo piede in quel posto, mi sono sbagliata. Come si può creare una scatola e una lista così personale e lasciarla in balia degli eventi?!

Lucas apre la porta del bagno e fissa i nostri letti.

-Stiamo per dormire insieme, una nottata da ricordare.- è sarcastico.

-Non ti senti in colpa?- chiedo di punto in bianco.

-Per che cosa?- si avvicina sedendosi sul suo letto.

-La tua ragazza. Io non vorrei mai come fidanzato uno che bacia e dorme con altre persone.- il mio tono esce particolarmente duro. Suona più come un richiamo che come una domanda.

-In realtà è la prima volta che succede..- borbotta passandosi una mano tra i capelli. -Non ho mai baciato nessun'altra oltre che lei.. Poi sei arrivata tu dal nulla e hai scombussolato tutta la mia vita.- ammette.

-Stai dando la colpa a me? Non mi sembra che io ti abbia obbligato nel fare le cose anzi.. Direi più il contrario.-

-Dannazione Alice non prendere tutto sul personale. Sto semplicemente dicendo che non so nemmeno io il perchè di queste cose!- è frustrato.

-Me la prendo perché ogni volta non fai altro che sottolineare involontariamente che la colpa sia mia!-

-Sei tu che stai dando importanza ai nostri baci.- mi fissa.

-E cosa dovrei fare?!-

-Non dargli importanza!-

-Non posso!- grido.

Cosa. Diavolo. Ho. Appena. Detto.

Cioè, sono una stupida. Posso lanciarmi dal balcone?! Fuggire? Oppure prendere a bastonate il biondo cosicché perda la memoria?!

-Perchè non puoi?- sussurra.

-Perchè.. Quanti perché! Non lo so nemmeno io, lasciami in pace.- borbotto girandomi dall'altra parte.

-Fai sempre così. Non puoi interrompere una discussione quando vuoi tu!-

-Certo che posso! Non ho più voglia di parlarti.-

-Oh la signorina ha deciso di non volermi più rivolgere parola! Che dispiacere.- brontola.

Mi volto dalla sua parte.

-Mi stai prendendo in giro?!-

-Lo faccio da quando ti conosco.-

Questo fa male.

Fa male perchè l'ha detto con una sincerità disarmante e io come una fessa mi sono fatta abbindolare.

-Sei uno stronzo.-

-Non lo pensi davvero e poi perchè darmi dello stronzo se sei la prima che ha voluto creare tutto questo? E' come se stessi insultando te stessa.-

-Sì che lo penso davvero!- mi alzo a mezzo busto.

-Sei solo una ragazzina viziata! Strano vero? Te lo ripeto da quando ti conosco eppure non fai altro che continuare a comportarti così. Si vede proprio..-

-Cosa si vede proprio?- lo interrompo.

-Che non cambi mai.-

-Almeno io non ho tradito la mia ragazza. Sarò anche una bambina viziata Lucas ma tu sei fatto della mia stessa pasta e non puoi negarlo.- lo accuso.

Silenzio. Credo di averlo offeso.

-Non ho tradito Charlotte.- sussurra confuso.

-Ah no? Quindi se lei se ne andasse in giro a baciarsi con altri ragazzi sarebbe tutto normale? Scusa se mi permetto Lucas ma mi sembra tutta una farsa.-

-Non sei nessuno per criticare la mia relazione!-

-Oh qui ti sbagli di grosso! Ci sono dentro quanto te ormai!-

Si alza dal letto e si siede sul mio e mi fissa.

-Nessuno ti ha dato il diritto di sederti sul mio letto.- sibilo.

-Faccio quello che voglio.-

-Non credo proprio.- incrocio le braccia al petto.

Mi fissa. Alterno lo sguardo dalle sue labbra ai suoi occhi. L'aria nella stanza cambia. Cambia come i miei pensieri.

-Perchè ci troviamo sempre nella stessa situazione?- sussurra fissando le mie labbra.

-Non lo so..- sussurro imitando le sue azioni.

-Sei stressante Alice.-

-E tu sei troppo difficile da capire.-

-Tu sei difficile da capire! Non si sa mai cosa ti passa per la testa!-

-Perchè sei venuto proprio qui? Non potevi tornare a casa tua?- chiedo di getto. Ho bisogno di saperlo. Per una volta non voglio scherzi o indovinelli, per una volta voglio la semplice verità.

Wow, sto davvero diventando una persona matura.

-Non lo so. Mi sto domandando la stessa cosa.-

Sbuffo.

-Non è divertente. Facciamo qualcosa di divertente?- cambio argomento.

-Vuoi giocare?- alza un sopracciglio.

-Certo, non abbiamo mai smesso.- sorrido e imita le mie azioni.

-Cosa proponi?- chiede dal nulla.

Sguscio fuori dalle coperte e frugo nel mio zaino. Tiro fuori la fiaschetta di Calum.

-Quella da dove l'hai presa?- chiede sbalordito.

-In prestito.-

-L'hai rubata?- è divertito.

-Sempre questo tono sorpreso..- sorrido. -Non ho mai..-

-Cos'è?- chiede scettico.

-Per essere un giovane ragazzo sei poco esperto!-

-Parli tu! E poi sei astemia, vomiterai entro due turni.- mi fa l'occhiolino.

-Infatti lo scopo è quello di far ubriacare l'avversario.- sorrido vittoriosa.

Sto giocando con il fuoco perché avrò bevuto due volte in tutta la mia vita, ma bisogna pure sempre rischiare.

Ehi, ogni tanto bisogna comportarsi come i proprio coetanei. Gli spiego brevemente le regole e annuisce.

-Come fai a conoscere questi giochi?-

-Avevo degli amici stravaganti.- alzo le spalle. -Bene inizi tu.-

-Okay..- mentre riflette poggio la fiaschetta chiusa sul letto. Okay ho chiesto a Cass di rubare la fiaschetta a Calum per fargli uno scherzo, non pensavo mi fosse tornata utile. Sono un genio.

-Non ho mai lasciato l'Inghilterra.-

-Cosa?! Che sfigato!- rispondo.

-Devi bere giusto?- sorride. Sbuffo e prendo un goccio dalla fiaschetta. Il sapore amaro mi brucia la gola. Sto realizzando che mi sono scavata la fossa da sola.

-Non ho mai cantato in una band.-

Scuote la testa e beve anche lui.

-Non ho mai fatto la ceretta.-

-Questa è subdola!- quasi ringhio e bevo, mi pulisco la bocca. E' ora di contrattaccare. -Non ho mai tradito il mio fidanzato.- sorrido.

-Non vale!- piagnucola.

-Bevi Lucas! E' il gioco.- sorrido ancora.

Scuote la testa e beve.

-Non ho mai dato il mio primo bacio ad una persona fidanzata.-

Bastardo. Gli strappo la fiaschetta dalle mani e bevo.

Ma che diavolo ci mette Calum qui dentro?! Alcool puro?!

-Non ho mai finito il collegio.- sorrido.

-Dai questa non vale!- borbotta ma beve.

-Non ho mai fatto questo gioco.- assottiglia lo sguardo.

Passiamo una mezz'oretta buona a fare questo gioco. L'alcool è finito e credo di essere ubriaca. E credo che lo sia anche Lucas visto che stiamo ridendo per qualcosa che non ricordo.

-Okay..- farfuglia. -E' stato divertente.-

-Non so per quale motivo stiamo ridendo.- balbetto.

-Sei ubriaca.- ride.

-Anche tu.-

La testa mi gira.

-Dormiamo?- chiede dal nulla.

-Stai girando?- porto la testa di lato.

-Penso che la stanza stia girando.- ride di nuovo.

Mi sdraio non curante di Lucas e appoggio la testa sul cuscino. Chiudo gli occhi e sento un rumore vicino a me. Apro gli occhi e vedo Lucas nella mia stessa posizione. Sul mio letto. La stanza gira e ho la tachicardia.

-E' il mio letto.- sussurro.

-Dopo mi sposto.- mi guarda.

Rimaniamo così in silenzio a guardarci.

-Sono ubriaco, hai avuto una pessima idea.-

-Si è vero..- farfuglio. -Niente più alcool!- ridacchio.

-Alice?- mi richiama.

-Mmh.-

-Te l'ho mai detto che i tuoi occhi sono inquietanti?- domanda dal nulla.

-Perché?-

-Perchè sono dannatamente belli e la cosa mi inquieta..- sussurra.

Resto in silenzio e mi fissa.

Mi avvicino e gli lascio un piccolo bacio sulla guancia.

-E questo a cosa lo devo?- sorride.

-Non lo so. Dormi.- sorrido e chiudo gli occhi. Con un gesto veloce spegne la luce. Mi volto di schiena. Appoggia il suo braccio sul mio fianco, sento il suo respiro sul mio collo.

-Questo è il nostro piccolo segreto.- sussurra.

Annuisco e cerco di calmare i miei pensieri.

Ho decisamente esagerato ma non riesco a capire perché non sento la mia coscienza ricordarmi i motivi per cui lo odio. Che sia ubriaca anche lei?

So solo che sto così bene che mi addormento di sasso.. Domani ci penseremo. Magari nessuno dei due se lo ricorderà. Giusto?!

<('') nuova storia: Fine Line

Sono una persona orrenda. Prometto sempre di aggiornare e poi non aggiorno mai. Però oggi, dopo aver fatto l'albero di natale ho detto 'dannazione, prendi il computer e scrivi'! Dunque lo ammetto, non so da dove mi sia uscito questo capitolo.. E' strano non trovate? E' così calmo! Ah, la famosa quiete prima della tempesta.. Bene, fatemi sapere cosa ne pensate! xX vi adoro e buona giornata :) p.s. è un capitolo così, potrebbe non piacermi ma fa niente. basta, addio. 

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