ALICE l.h

By Lollasmiao

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Alice ha diciassette anni, ha tutto sotto controllo e un destino già scritto. E' lei l'artefice del proprio d... More

0 Prologo
I 'Camera duecentosei'
II 'L.H.'
III 'La lista'
IV 'Scala Sud'
V 'Cadute ridicole'
VI ' Stesso carattere '
VIII 'Bagni notturni'
IX 'Festa'
X 'Inaspettato'
XI ' Qualcosa non mi torna'
XII 'Whitby'
XIII 'Paure'
XIV 'La tela del ragno'
XV 'E' un gioco'
XVI 'Stiamo ancora giocando?'
XVII 'Jenna'
XVIII 'Attento alla mira'
XIX 'Correre veloci'
XX 'Perdere il controllo'
XXI 'Sei come pensavo'
XXII 'Hai la verità sotto al naso'
XXIII 'Non ci capisco più niente'
XXIV 'Casa Lucas'
XXV 'Non ho mai..'
XXVI 'Teorie'
XXVII 'Dobbiamo parlare'
XXVIII 'Discussioni e confessioni'
XXIX 'Non scappare'
XXX 'Un tranquillo giovedì'
XXXI 'Lo dicono tutti'
XXXII 'Indossi dei bruttissimi pantaloni'
XXXIII 'Dove diavolo siamo finite'
XXXIV 'Enigmi'
XXXV 'Fermami'
XXXVI 'E' solo l'inizio'
XXXVII 'La verità'
XXXVIII 'La vendetta ha il suo tempo'
XXXIX 'Scommesse'
XL 'Senza titolo'
Epilogo

VII 'Fango'

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By Lollasmiao

Radice cubica di.. Se divido questo numero per questo sicuramente il risultato è giusto.. No. Ho sbagliato tutto di nuovo. Lancio istericamente il quaderno di matematica e sbatto la penna sulla superficie liscia del tavolo. In biblioteca regna un silenzio tombale, dopo il mio piccolo sfogo isterico tutti mi guardano male. 

-E' colpa della matematica! E' solo colpa sua!- grido giustificandomi. Alcuni ridacchiano mentre altri scuotono la testa e ritornano a studiare.

-Devi fare silenzio.- sussurra Cassandra.

-Siamo qui da due ore ed ho sbagliato tutti gli esercizi, direi che posso anche andarmene.- borbotto rimettendo nello zaino i vari fogli strappati.

-E dove vai? Non c'è nessuno in giro.-

-Proprio per questo me ne vado.- sorrido e mi alzo.

Cassandra ride e continua ad evidenziare pagine su pagine di appunti.

Con lo zaino in spalla girovago per i corridoi, il sole che filtra dalla finestra ha una tonalità rossastra, chiaro segno che è il tramonto. Approfittando del fatto che non ci sia nessuno cammino verso il retro.

L'aria è umida e fresca, sta arrivando la primavera. Il che è bello per tutti tranne per chi è allergico al mondo. Cioè, allergico ad ogni cosa vegetale che si risveglia in primavera. Essere allergici al mondo e alle persone è una conseguenza. Ed io rientro nella categoria dei figli di satana che sono allergici sia al mondo che al polline. Che bello vero?!

Il sentiero sterrato prosegue per almeno una decina di metri. Ma quanto è grosso questo posto?! Cammino sporcandomi le scarpe, è più fanghiglia che terreno. Il colore del cielo si scurisce ed ho l'ansia. Non che abbia paura del buio insomma, figuriamoci. Ho paura di rimanere sola in un bosco semi abbandonato senza alcuna luce. E' normale!

Svolto in una piazzola , apro e chiudo gli occhi velocemente. Che sia un sogno?! Davanti a me si estende un grosso tappeto d'acqua scuro. E' immenso, contornato da alberi e da cespugli. E' un piccolo angolo di paradiso.

Cioè, in questo collegio c'è un lago e la direttrice non vuole che qualcuno lo trovi? Cammino sentendo le piante scricchiolare sotto i miei piedi. Non credo che L.H. intendesse un lago come un qualcosa che nessuno dovesse trovare, insomma se fosse veramente questo direi che è proprio un idiota. E vorrei strozzarlo per avermi fatto addentrare in un bosco al tramonto.

Noto un vecchio capanno in legno, forse per tenere gli attrezzi. Mi avvicino furtiva, sobbalzo quando le luci si accendono automaticamente. Adesso capisco cosa voleva dirmi L.H.

Il cancello finisce proprio al confine con il lago. Cioè c'è un'uscita sul retro che non è sorvegliata?! Potrei andare ovunque! Insomma potrei fuggire! O forse potrei usarla per altri scopi.. Si, già vedo un'uscita sicura da questo posto. Vari pensieri si insinuano nella mia mente.

Cammino ancor più velocemente verso il capanno noncurante di fare silenzio. Mi volto e vedo appena il tetto spiovente del collegio. C'è un piccolo spiazzale in pietra, come se fosse un portico.

Quando mi avvicino meglio sbianco. Ci sono i professori seduti su piccole panchine in vimini, stanno ridendo. Persino la direttrice è seduta lì e ride. Alle spalle del piccolo portico si estende una strada pavimentata che arriva fino al collegio. E' parallela al sentiero sterrato, solo che una è illuminata mentre l'altra passa per il bosco.

Oh mio Dio. Ho scoperto il loro luogo sicuro. Il professore di matematica sembra divertito dalle chiacchiere perché continua a ridere sguaiatamente. La professoressa Hing fuma una sigaretta e beve qualcosa.

Ah, quindi mentre noi sgobbiamo e rimaniamo rinchiusi in quattro mura loro si divertono a confabulare alle nostre spalle, bevendo alcolici e fumando sigarette? Chissà quanto sarà divertente raccontarlo in giro, ghigno soddisfatta. Ora ho un buon motivo per ricattare la direttrice.

Un passo in avanti e credo di cadere in qualcosa. Mi metto una mano sulla bocca mentre precipito in una lieve buca. Dannazione! Per vedere quei vecchi maligni non ho visto il minuscolo fossato sotto i miei piedi. E' come se il terreno avesse ceduto, facendomi cadere, di nuovo, come una pera cotta.

-Cosa è stato?! Uno studente?!- grida impaurita la direttrice. Credo che sia lei, riconoscerei quella voce stridula ovunque.

-Ma no Ofelia, sicuramente è stato qualche animale. Nessuno sa di questo posto.- una voce maschile la rassicura.

-Uno studente lo sapeva , Richard.- da questa buca posso sentire ma non vedere le loro facce.

-Quello studente non sapeva proprio niente!- ride qualcun altro.

Rifletto momentaneamente. Quindi lo studente che sapeva l'esistenza di questo posto era.. Ovviamente... Aspetta, il mio L.H. si è fatto beccare? Insomma, se si è fatto beccare, come è possibile che questi idioti tornino qui? Avrebbe potuto dirlo a chiunque!

Bene, adesso devo capire come uscire da qui senza farmi vedere. Il che è impossibile dato il fatto che sono a pochi metri da qui e che continuano a rimanere seduti a parlare.

Mentre maledico la mia innata sbadataggine nel notare le buche il tempo passa lentamente. Premo il pulsante della piccola luce dal mio orologio nero. Sono quasi le sette, non devono andare a cenare? Non devono andare a fare qualcosa di costruttivo?! Come darci un'educazione?!

Sento rumori di sedie e qualche borbottio, poi il silenzio.

Esco dalla piccola buca benedicendo il fatto che nessuno è presente per vedere questa scena così imbarazzante e pietosa, sono caduta davvero in basso. 

I miei jeans chiari sono sporchi di terra. Benissimo. I miei preferiti. I miei jeans preferiti sono sporchi di terra.

Infuriata mi guardo intorno, dal capanno si accende una luce. Quando guardo meglio capisco che è il guardiano.

Oh, sono di nuovo nella merda.

Corro continuando a guardarmi indietro, quando sto per ritornare vicino alla Scala Sud mi imbatto contro qualcosa. O forse è meglio dire qualcuno. Cado di nuovo gemendo dal dolore.

-Ehi tutto bene?!- una voce maschile mi richiama dal mio stato di trance fatto di imprecazioni.

Alzo lo sguardo e cerco di capire chi sia. Quando sorride capisco che è Ashton e sospiro grata.

Annuisco e mi aiuta ad alzarmi.

-Sei stata in giro per il parco?- ride osservando i miei vestiti.

-No guarda! Mi piace rotolarmi nella terra.- rispondo sarcastica. 

-La cena è appena finita.- cambia argomento.

Okay qualcuno dall'alto del cielo si diverte a farmi capitare tutti questi imprevisti. Secondo me questo qualcuno osserva le mie continue sventure ridendo.

-Benissimo.- rispondo stizzita.

-Che ci facevi qui comunque?- chiede senza alcuna malignità nella voce.

-Potrei chiederti la stessa cosa.-

-Io non sono uno studente, posso andare dove voglio e quando voglio.- mi guarda male. Anzi, prova a guardarmi male ma intravedo sul suo viso delicato un lieve sorriso.

-Io ero venuta fuori per..- devo inventarmi qualcosa. -Per prendere spunto per un quadro che devo realizzare.-

-Di sera?- alza un sopracciglio.

-Fai sempre tante domande tu? E poi cosa te ne frega se giro di notte per il giardino?-

Riflette attentamente e poi scuote la testa.

-Sei la copia di Lucas.-

-Già me l'hanno detto.- borbotto sedendomi sulla panchina.

-Comunque ero venuto qui per fare una telefonata.- ride e mi fa vedere il telefono.

Annuisco e mi saluta con la mano mentre sparisce dietro la porta.

Sto per rilasciare un sospiro di sollievo quando la porta si riapre.

-Comunque dovresti stare attenta quando vai in giro di notte, sai il guardiano non è un tipo simpatico.- ride Ashton.

* * * 

 Dopo l'imbarazzante incontro con Ashton mi butto sul letto ancora sporca di fango. Dovrei lavarmi e far sparire velocemente questi vestiti.

La raccolta della biancheria sporca avviene tra una settimana e questi pantaloni necessitano di essere lavati.

Mi lavo velocemente e mi vesto. Busso alla porta di Cassandra non curante dell'orario.

-Ehi.- si stropiccia gli occhi.

-Dov'è la lavanderia?- chiedo angelicamente.

-Nel seminterrato.- sbadiglia.

-Grazie.- sorrido.

-Non ci puoi andare.- mi ammonisce.

-Chi ti ha detto che ci andrò?-

-Allora perché me lo hai domandato?-

-Così. Buonanotte Cass.- la saluto. Scuote la testa e chiude la porta.

Prendo i vestiti sporchi, li chiudo in una busta e scendo verso il seminterrato.

Quando sto per scendere l'ultimo gradino sento una voce che mi fa sobbalzare.

-ALICE?!- tuona una voce familiare.

Ora sono veramente nella merda.



<('') nuova storia: Fine Line

e niente è venerdì. questo capitolo potrebbe far schifo ma vabene lo stesso. Come la trovate la storia? Vi piace? bacioni dolcezze grazie delle visualizzazioni. vi adoro <3

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