ALICE l.h

By Lollasmiao

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Alice ha diciassette anni, ha tutto sotto controllo e un destino già scritto. E' lei l'artefice del proprio d... More

0 Prologo
I 'Camera duecentosei'
II 'L.H.'
III 'La lista'
IV 'Scala Sud'
V 'Cadute ridicole'
VII 'Fango'
VIII 'Bagni notturni'
IX 'Festa'
X 'Inaspettato'
XI ' Qualcosa non mi torna'
XII 'Whitby'
XIII 'Paure'
XIV 'La tela del ragno'
XV 'E' un gioco'
XVI 'Stiamo ancora giocando?'
XVII 'Jenna'
XVIII 'Attento alla mira'
XIX 'Correre veloci'
XX 'Perdere il controllo'
XXI 'Sei come pensavo'
XXII 'Hai la verità sotto al naso'
XXIII 'Non ci capisco più niente'
XXIV 'Casa Lucas'
XXV 'Non ho mai..'
XXVI 'Teorie'
XXVII 'Dobbiamo parlare'
XXVIII 'Discussioni e confessioni'
XXIX 'Non scappare'
XXX 'Un tranquillo giovedì'
XXXI 'Lo dicono tutti'
XXXII 'Indossi dei bruttissimi pantaloni'
XXXIII 'Dove diavolo siamo finite'
XXXIV 'Enigmi'
XXXV 'Fermami'
XXXVI 'E' solo l'inizio'
XXXVII 'La verità'
XXXVIII 'La vendetta ha il suo tempo'
XXXIX 'Scommesse'
XL 'Senza titolo'
Epilogo

VI ' Stesso carattere '

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By Lollasmiao

-Mi spieghi come fai a sapere che la Scala Nord è sempre sorvegliata? Sei uscita?!- Cassandra mi guarda corrucciata, si sistema i ricci indomabili e continua a fissarmi circospetta.

Mi sono lasciata sfuggire che, forse, ho trovato una via di fuga notturna. Insomma non l'ho fatto apposta. Ero troppo presa a ridere di Lucas che mi sono momentaneamente scordata del fatto che solo io sono a conoscenza della lista e dei suoi suggerimenti.

-Non lo so, credo di aver sentito il guardiano gridare questa notte.- alzo le spalle e assumo un'espressione tranquilla. Mi guarda storto ma annuisce.

Le prime ore di lezione sono andate, storia e letteratura le ho passate dormendo. L'unica lezione che mi appassiona è storia dell'arte, la professoressa Hing è molto brava. Forse un po' troppo hippie ma gentile e poco incline alle mie battute. Le ho fatto notare quanto sia fuori moda il suo scialle pieno di lustrini colorati, mi ha risposto che la moda è solamente temporanea. Dice che è temporanea come il mio modo di fare, ma non credo che abbia ragione su questo.

-Oggi i laboratori non ci sono, possiamo studiare tranquillamente tutti insieme. Hai visto la biblioteca?- sorride raggiante, come se la conversazione avvenuta sulla Scala Nord non l'avesse interessata più di tanto.

-No e non mi interessa. Mi spieghi perchè qui dentro bisogna sempre fare attività di gruppo o stare in luoghi pieni di gente?- chiedo esasperata mentre trascino il mio corpo esausto su per le scale. Ho dormito due ore, mi fa ancora male il sedere per la caduta e non ho avuto modo di sbirciare la lista.

Maledetto Lucas. Sicuramente oltre che un bernoccolo sulla testa avrò un livido enorme sulla chiappa. Vorrei prenderlo a bastonate.

Però potresti rovinare quel faccino che ti piace tanto.

La mia coscienza si diverte a farmi infuriare?!

Scaccio via i pensieri e saluto Cassandra, chiudo la porta della mia stanza e mi getto di peso sul letto.

Resta il fatto che c'è qualcosa che non mi torna. Non capisco come sia possibile che nessuno abbia trovato questa lista prima di me. Insomma nessuno è curioso? Nessuno ispeziona la propria stanza? Sono solo io quella 'strana' ? Forse io e questo L.H. abbiamo fin troppe cose in comune.

Mi ricordo di aver nascosto il telefono nella valigia, quando però la ribalto non curante dei vestiti ancora presenti, sbuffo. Frugo tra le tasche, nelle buste, persino nella borsa delle medicine. Non è possibile, non c'è. Un bigliettino attira la mia attenzione.

Alice, come tuo solito non rispetti le regole di base che ti vengono imposte. Il tuo telefono è a casa, ti aspetterà come ti aspetteranno i tuoi genitori amorevoli ed i tuoi meravigliosi fratelli. Ti voglio bene, mamma. Ah,  ho tolto anche dalla valigia la tua corda, non credo che fuggire dalla finestra sia la soluzione a tutto.

No ma dico sta scherzando? Ha spostato il mio telefono?! Potevo usare quella corda per strozzare Lucas!

Infuriata accartoccio il post-it e lo lancio nella stanza. Vorrei gridare ma mi contengo. Sto per perdere decisamente la pazienza e queste mura così bianche mi stanno mettendo ansia.

Con mani tremanti prendo la lista, ho bisogno di fare qualcosa di costruttivo per me stessa. Leggo i punti in maniera confusa, questo tizio non solo è uno psicopatico annoiato ma è anche dannatamente disordinato. Insomma è scritto tutto talmente tanto male da farmi venir voglia di gridare. Sospiro e mi rifiuto di leggerla. No, non posso fare tutto  subito. Ho ancora tre mesi per fare tutti i punti sulla lista.

Con uno scatto di emotività la nascondo sotto al cuscino e vado in biblioteca. Cioè faccio finta di andare in biblioteca e mi dirigo verso la panchina, o quel che ne resta. Mi annoio particolarmente tanto e respirare un po' d'aria non mi farà di certo male. Questo ammasso di legno mi dona uno strano senso di tranquillità.

Scendo le scale, la luce del sole le illumina. Istintivamente mi tocco i capelli ricordandomi delle sue mani curiose che levano i pezzetti di foglie. Oh diamine, sto diventando una rimbambita.

Mi siedo sulla panchina e porto le mani sul mio grembo, mi guardo intorno. Cosa posso fare? Cosa posso inventarmi? Voglio uscire da questo posto, insomma voglio godermi la fine del mio ultimo anno scolastico fuori di qui! Non voglio dover saltare il ballo dell'ultimo anno! Avevo già in mente qualcosa per dare un po' di vita alla festa. Ma no, ovviamente dovevano spedirmi qui dentro come se fossi un sacco dell'immondizia. Okay sono troppo tragica.

-Come hai fatto a trovare questa panchina?!- una voce bassa e profonda dietro di me mi fa sobbalzare. Mi volto e vedo Lucas con le mani nelle tasche che mi guarda severo.

-Mi piace girovagare.- alzo le spalle guardandolo di striscio.

Si siede al mio fianco e sento le sue spalle sfiorare le mie. Un leggero brivido mi attraversa la schiena.

-Anche a me piaceva farlo. Ci sono un sacco di posti interessanti qui dentro.- pensa nostalgico.

-Ne dubito.- borbotto osservando i cespugli. Sorrido istintivamente.

-Non capisco per quale motivo ti diverte darmi fastidio.- cambia radicalmente tono, come se fosse inorridito dal mio atteggiamento nei suoi confronti.

-Sei così egocentrico da pensare che voglio dare fastidio solo a te?- alzo un sopracciglio. La mia risposta gli fa aggrottare le sopracciglia.

-E tu sei così sicura di te stessa da non temere che qualcuno possa essere migliore di te in questo gioco?-

-Cosa c'entra scusa? Non è un gioco.- rispondo confusa.

-Beh Alice, sei una ragazza testarda e vuoi avere sempre l'ultima parola. Non credi che anche qualcun altro possa essere come te?- il suo sorriso ammortizza il colpo. Forse è per via delle labbra rosee che non capisco l'acidità che ha usato per insultarmi velatamente.

Subdolo biondino!

E' solo un bel faccino Alice, non farti imbambolare, contrattacca, mi invoglia la mia coscienza ferita nell'orgoglio.

-Lucas, ti dimentichi sempre che c'è una linea sottile che divide due cose fondamentali. La banalità e l'originalità.- gli lascio una lunga occhiata. -Sta a te capire da che parte vuoi stare.-

-Sei una ragazza strana.- mi fa notare come se fosse una riflessione personale.

-Non è assolutamente vero.- mi metto sulla difensiva.

-Sei molto permalosa.- mi guarda per un secondo di troppo. E' il suo sguardo che mi frega. I suoi occhi così limpidi mi abbagliano.

-Stai cercando di analizzare la mia personalità?- alzo un sopracciglio.

-No Alice, non sono così tanto ambizioso.- ride.

Per un attimo vorrei ridere con lui, ma mi ricordo del suo modo brusco di svegliarmi.

-Perché mi hai portato in camera tua? Perché non hai lasciato che il guardiano mi trovasse?- chiedo di getto.

Mi guarda confuso, come se nemmeno lui sapesse la risposta. Anzi, è come se la sapesse ma non ha il coraggio di dirla. Lo capisco perché anche io ho quell'espressione quando nascondo i miei pensieri.

-Non lo so, è stata una cosa impulsiva.- si gratta la testa e guarda dritto di fronte a se.

-Wow.- rispondo in tono piatto.

Rimaniamo in silenzio, apre la bocca come se volesse dirmi qualcosa ma la richiude.

-Perché ti hanno mandato qui?- chiede di punto in bianco.

-Per lo stesso motivo di tutti gli altri.- alzo le spalle.

-Qualcosa non mi torna.- riflette. -Non mi hai detto in che camera sei.-

-Perché vuoi saperlo?-

-Curiosità.- mi nasconde qualcosa.

-In una camera molto bella e spaziosa, è simile alla tua.- sorrido alzandomi.

-Dove vai?- chiede confuso.

-A studiare! Sono in un collegio cos'altro potrei fare?.- ridacchio e mi avvio verso la porta. -Ah Lucas?- lo richiamo.

-Dimmi.- sorride lievemente. E' come se non venisse toccato minimamente dai miei insulti.

-Non pensare che dopo questa allegra chiacchierata la nostra guerra sia finita.-

-Non l'ho minimamente pensato. Anzi..- continua a sorridere a mezza bocca. -Credo che sia appena iniziata.-

- Ci vediamo al tuo corso di musica e stai attento a dove metti i piedi.- rido lasciandolo solo.

Non capisco il perché delle mie azioni, almeno verso di lui. Mi sembra di conoscerlo meglio di quanto sia possibile. Insomma ha qualcosa di così familiare..

Corro per le scale ed entro nella stanza, riprendo la lista e la guardo prima di scendere in biblioteca. Questa lista è il mio scaccia pensieri. E' l'anti noia e l'anti Lucas.

2) Sei mai stato sul retro del palazzo? Se non ci sei stato sei un folle! C'è una cosa che la direttrice non vuole far trovare. Segui il sentiero un po' sterrato. Ti conviene andarci di notte, almeno non rischierai di farti trovare. P.s. il retro è inteso dal lato della Scala Sud!

Okay, questo L.H. mi sta inquietando parecchio. La mia coscienza cerca di fermare le mie gambe ma è troppo tardi, sto di nuovo scendendo le scale. Mentre sto per arrivare verso la porta una voce mi richiama.

-Ehi bionda!- grida qualcuno. Mi volto con un finto sorriso da psicopatica. Lo riconosco, è Calum. Scende le scale velocemente, indossa una felpa larga e dei jeans stretti. Una moda molto diffusa tra gli studenti di questo inferno.

-Stai andando in biblioteca?- chiede sorridendo mostrando i suoi denti bianchi.

-Certo.- mento velocemente infilando la lista nella tasca. -Ma mi sono persa.- sorrido angelicamente.

-Ti ci accompagno io! E' vicina all'aula dove teniamo il corso, devo preparare delle cose.- il suo tono sprezzante echeggia nell'aria.

-Ma voi dormite qui tutte le notti?- chiedo mentre camminiamo lungo il corridoio. Vorrei strozzarlo, ha interrotto il mio viaggio verso il retro. Ma ha la meglio la mia sete di informazioni nel piano 'sabotiamo Lucas'.

-Credo che faremo così, prendere il treno ogni due giorni è stancante e poco economico. La direttrice ci ridarà le nostre stanze, almeno spero.- alza le spalle riflettendo.

-Oh interessante.- ghigno.

-Sai sei la copia di Lucas al femminile. E' esilarante.- i suoi occhi neri scrutano per un attimo i miei confusi.

-Perchè? Stai dicendo per caso che assomiglio ad un uomo?- chiedo con tono acido.

-No, no! Dicevo che avete lo stesso carattere.- ride nervosamente.

Credo di fargli paura o forse mi trova buffa. Non lo so.

Continuiamo a camminare mentre nella mia testa elaboro vari pensieri. Certo, Lucas potrà essere anche più intelligente di me, ma di certo una cosa gli manca. Gli manca la creatività e la furbizia, ha già perso in partenza.

⚡ <('') nuova storia: Fine Line

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