ALICE l.h

By Lollasmiao

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Alice ha diciassette anni, ha tutto sotto controllo e un destino già scritto. E' lei l'artefice del proprio d... More

0 Prologo
I 'Camera duecentosei'
II 'L.H.'
IV 'Scala Sud'
V 'Cadute ridicole'
VI ' Stesso carattere '
VII 'Fango'
VIII 'Bagni notturni'
IX 'Festa'
X 'Inaspettato'
XI ' Qualcosa non mi torna'
XII 'Whitby'
XIII 'Paure'
XIV 'La tela del ragno'
XV 'E' un gioco'
XVI 'Stiamo ancora giocando?'
XVII 'Jenna'
XVIII 'Attento alla mira'
XIX 'Correre veloci'
XX 'Perdere il controllo'
XXI 'Sei come pensavo'
XXII 'Hai la verità sotto al naso'
XXIII 'Non ci capisco più niente'
XXIV 'Casa Lucas'
XXV 'Non ho mai..'
XXVI 'Teorie'
XXVII 'Dobbiamo parlare'
XXVIII 'Discussioni e confessioni'
XXIX 'Non scappare'
XXX 'Un tranquillo giovedì'
XXXI 'Lo dicono tutti'
XXXII 'Indossi dei bruttissimi pantaloni'
XXXIII 'Dove diavolo siamo finite'
XXXIV 'Enigmi'
XXXV 'Fermami'
XXXVI 'E' solo l'inizio'
XXXVII 'La verità'
XXXVIII 'La vendetta ha il suo tempo'
XXXIX 'Scommesse'
XL 'Senza titolo'
Epilogo

III 'La lista'

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By Lollasmiao

Corretto il 23/03/2017

Lunedì! Chi non ama il lunedì? Chi non ama il lunedì in un collegio con la sveglia alle sei?! Ma poi da dove diavolo viene questo rumore infernale? E' satana che mi reclama? E' già arrivata l'ora di andare all'inferno?!

Mi guardo intorno e mi rendo conto che c'è una sveglia sul comodino di fianco al letto. Non l'avevo minimamente notata. No non è vero, me l'hanno assegnata ieri. Che tristezza. Mi alzo e mi infilo una felpa, scendere per fare colazione in pigiama forse non è il massimo perché quando incontro Cassandra in corridoio mi ordina di andare a cambiarmi. Indosso i miei jeans preferiti ed una felpa larga senza cappuccio, le mie converse e spazzolo velocemente i capelli.

-Meglio?- chiedo sarcastica mentre la mia nuova amica mi osserva sulla porta.

-Decisamente.- ride.

La mensa è piena, le persone gridano ed ho voglia di strozzarmi con quelli che presumo essere fiocchi d'avena. Mi verso una tazza di caffè latte e mi siedo in disparte.

Cassandra sta aprire bocca quando la fermo con la mano guardandola male. Cinque minuti dopo sono ancora con la mano alzata e sto finendo tutto il liquido nella tazza.

-Bene, ora puoi parlare.- le sorrido soddisfatta.

-Hai letto l'orario delle lezioni?- chiede estraendo dal suo zaino un foglio evidenziato ordinatamente.

-No? Quando l'hanno distribuito?- aggrotto le sopracciglia prendendo il suo.

-Ieri. Ah giusto non c'eri, ti sei rifiutata di partecipare alla presentazione dei corsi.- mi riprende.

-Non è colpa mia, avevo sonno.- borbotto.

Dopo aver letto brevemente l'orario, sono sconvolta.

-Matematica in prima ora?! Per due ore?!- quasi grido.

-Vedi, dovevi leggerlo ieri almeno ti preparavi.- ride e si alza.

-Dove vai?- chiedo spaesata. E' mattina perchè ha tutta questa intraprendenza?!

-A lezione non ricordi?-

-Sto iniziando ad odiarti Cassandra.-

Con lo zaino in spalla ci dirigiamo verso la classe. Credo che non imparerò mai i luoghi di questo posto. Quando entriamo trascino Cassandra verso un banco in seconda fila, proprio sotto la finestra.

-Ehi! Volevo mettermi al primo banco!- piagnucola.

-Lo sapevo già. Non mi ci metto al primo banco, sei fortunata che ho scelto il secondo.-

-Sei una pessima amica.-

Entra in aula un signore sulla cinquantina. Indossa un maglione a quadri ed ha gli occhiali con la montatura spessa. Troppo spessa. E' stempiato, con i baffi ed ha una ventiquattro ore dal colore orripilante. Sì, è proprio il tipico insegnate di matematica. Vari ricordi di me che mando a quel paese il mio vecchio professore mi fanno ridere.

-Silenzio.- tuona mentre si siede. -Non abbiamo tempo da perdere!-

-Oh già iniziamo male qui.- borbotto sicura che non mi abbia sentito ma quando il suo sguardo grave si poggia su di me, capisco che forse sordo non è.

-Ha qualcosa da dire a tutta la classe signorina..?- lascia in sospeso la frase.

-No professore, la ringrazio per la sua offerta.-

E' esterrefatto. Okay forse ho esagerato ma sono una persona educata, rispondo sempre alle domande. In classe cala un silenzio glaciale, tutti mi guardano. Persino Cassandra è sconvolta. Assumo un'espressione confusa ed alzo le spalle.

-Sei fortunata che è il primo giorno e che non ti conosco.- sussurra in tono inquietante.

Due ore dopo sono morta sulla sedia. Ho la mano dolorante. Mi ha spostata al primo banco dopo che mi ha sorpresa a costruire barchette con la carta. Ho dovuto scrivere quattro pagine di appunti. Mi alzo trascinando il mio corpo esausto.

-Suvvia! E' solo il primo giorno e abbiamo fatto solo due ore!- ride la mia amica.

-Ora Cassandra, credo proprio di odiarti seriamente. Non ti spegni mai?!- ho gli occhi di fuori.

-Sei proprio antipatica, vieni abbiamo letteratura.- mi trascina per i corridoi.

Alle dodici in punto, sbatto la testa sul banco. Già ci hanno assegnato compiti ed incarichi. Sono pazzi?! Insomma cos'è questo posto? Studia ed impreca? Odio la mia vita.

In mensa tutti sono felici, chiacchierano e giocherellano con il cibo. Sono tutti elettrizzati perchè oggi iniziano i corsi. In corridoio ho notato già vari poster con i nomi, il corso musicale è pieno. Meglio, mi butterò in biblioteca e dormirò per tutto il giorno. Pranziamo, cioè io pranzo le altre ragazze parlano e chiacchierano. Alzo gli occhi al cielo e sistemo il mio vassoio, sto per uscire quando Cassandra mi richiama.

-Alle tre ci vediamo fuori dalla tua stanza!- grida sbracciandosi.

-Perché?- alzo un sopracciglio contrariata.

-E' una sorpresa, è il mio regalo di benvenuto!- ride ancora.

-Un cappio per impiccarmi?-

-Sei inquietante, ciao!- mi saluta e continua a parlare con le sue psico amiche.

Entro in camera e mi butto di peso sul letto, con la faccia sul cuscino e mugugno qualcosa di incomprensibile. Alzo lo sguardo sulla testiera bianca di legno e sussulto.

'L.H.'

Di nuovo quelle due lettere. Le sfioro con la mano, come se fossero l'unica consolazione che mi rimane.

Ma se 'sto tizio fosse uno psicopatico che voleva intagliare le sue iniziali ovunque solo per il gusto di perdere tempo? Potrebbe essere.

Mi alzo e sollevo il materasso cercando di non far rumore, ci manca solo che la direttrice dai capelli incollati venga qui per chiedermi cosa stia facendo. Che poi potrebbe anche essere sensato chiedere cosa sto facendo visto che non lo so nemmeno io. Insomma perché mi è venuto in mente di spostare questo coso?!

-Ma quanto pesa questo coso.- sussurro sforzandomi di spostare il materasso sul pavimento. Quando ci riesco, stupendomi della mia forza, osservo le toghe.

-Dai, devi aver nascosto qualcosa. Insomma devi aver nascosto qualcosa.- borbotto curiosa.

Come se questo 'L.H.' fosse nella stanza con me, il mio sguardo cade su un piccolo foglio di carta ripiegato. E' infilato nell'angolo, non si nota nemmeno. Con molta difficoltà, stando attenta a non strapparlo lo sfilo dall'angolo.

Finalmente, un segno divino! Grazie! Gioisco da sola, poggio il pezzetto di carta sul comodino e rimetto il materasso a posto. Mi butto di nuovo sul letto e penso che tra poco mi verrà un infarto. Troppa attività fisica.

Apro il foglio di carta ingiallito, una calligrafia disordinata e quasi confusa riempie tutto lo spazio bianco. Quando realizzo cosa sia sorrido.

-La lista per sopravvivere al St Mary College.- leggo ad alta voce.

Una piccola annotazione mi fa sussultare.

-A te, che sei entrato in possesso di questa lista, ti dico benvenuto! Ora inizia il gioco. Ovviamente spero che tu non sia qualche mio amico altrimenti mi prenderesti in giro e poi vorresti partecipare anche tu. Sicuramente sei nella mia stanza e questo mi disturba, però se sei riuscito a trovare questo foglio allora sei un buon osservatore. Fanne buon uso, io ci sono andato avanti per tre anni con questa! 'L.H.'- leggo ad alta voce.

Oh questo tizio di sicuro molto annoiato e frustrato, ha deciso di scrivere una lista per sopravvivere qui dentro?! E' un fottuto genio. Credo che, in un'altra vita, eravamo anime gemelle.

Non ho il tempo di leggerla perché qualcuno bussa alla porta. Nascondo la lista nella tasca dei jeans e apro.

-Alice giusto? Hai una telefonata per te.- sorride una signora anziana. La seguo verso la reception e attendo che mi passi il telefono.

-Tesoro! Come stai?!- è la voce squillante di mia madre.

-Oh, genitrice. Ti sei ricordata di avere una figlia chiusa in un collegio?!-

-Alice non fare la melodrammatica. Hai stretto amicizia?-

-Certo, sono tutti miei amici. Ci vogliamo bene! La sera facciamo mega pigiama party e ci mettiamo lo smalto.-

-Prenderò la tua affermazione per vera e non come un tuo solito lamento sarcastico.-

-Certo mamma.- alzo gli occhi al cielo e guardo l'entrata. Mentre mia madre borbotta qualcosa di noioso, per distrarmi osservo il sole caldo che illumina il parco. E' una bella giornata, potrei anche fare una passeggiata. Cioè potrei anche uscire e sedermi da qualche parte.. Ora passeggiata è una parola forte no?

-Mamma devo andare, il tempo è scaduto!- la butto così guadagnandomi un'occhiata confusa dalla signora di prima.

-Oh così poco tempo? Bene tesoro ti chiamerò più in là.- attacco e sorrido fintamente alla signora.

-Lo sa, quando inizia a parlare non la smette più.- rispondo con nonchalance.

Esco in giardino o labirinto, a voi la scelta, e mi siedo su una panchina. Osservo il parco e mi beato del silenzio. Chiudo gli occhi e sospiro.

-Come mai seduta qui tutta sola?- una voce non familiare mi fa aprire gli occhi di scatto.

-Hai rovinato il mio mento di solitudine.- lo guardo male assottigliando lo sguardo. Quando metto a fuoco chi sia, sussulto ricomponendomi subito.

-Alice giusto?- le sue labbra rosee si piegano in un sorriso acceso.

-Tu sei..?- chiedo osservandolo. Ovviamente so chi è, ma preferisco metterlo in difficoltà.

-Sono Lucas ci siamo visti sabato.- risponde velocemente come se fosse una cosa ovvia.

-Avrei dovuto saperlo?- chiedo retoricamente.

-Non saprei.- assottiglia lo sguardo. I suoi occhi chiari fissano i miei.

-Non era una domanda, comunque non hai un qualcosa da fare? Un corso da tenere?-

-Allora ti ricordi chi sono.- sorride contento, alzo gli occhi al cielo e continuo a fissare il parco.

-Sei molto loquace Lucas.- gli faccio notare.

-E tu molto acida.-

-Non sei ne il primo e ne l'ultimo che me lo dice.- alzo le spalle.

-Bene.- si alza, si aspettava sicuramente che sarei caduta ai suoi piedi come tutte le ragazzine del collegio. -Vado a tenere il mio corso di musica. Tu resta pure qui, a crogiolarti nella tua miseria.- sorride di sfida.

-Cosa hai detto?- muovo la testa indignata.

-Ora rispondi? Allora anche tu subisci le critiche.- Mi fa l'occhiolino e si avvia verso l'entrata.

Rimango indignata, vorrei gridargli che può andarsene benissimo a quel paese ma resto ferma. Qualcuno ha cercato di sfidarmi? Questo belloccio con il fascino del principe azzurro versione skinny jeans e converse ha cercato di sfidarmi?! Oh caro giovane e troppo biondo Lucas, hai firmato la tua condanna a morte.

Sbuffo e estraggo la lettera dai pantaloni. Lettera, lista, qualsiasi cosa sia è una grata distrazione.

Leggo il primo punto e sorrido.

1) Far finta di partecipare a quei schifosi corsi. Ti avviso, porta sempre qualcosa con te che possa distrarti, sono degli inetti quelli che tengono i laboratori, oppure dai fastidio a chi tiene il corso. Si sentono sempre superiori. Il momento più bello della giornata? Quando insulto senza pietà Tyler. Non sa nemmeno suonare e vuole tenere un corso? Coglione!

Mi alzo e cammino tra i corridoi, non c'è una diavolo di piantina? Qualcosa che ti indichi la strada? Per mia somma fortuna riesco a trovare la mia stanza. Cassandra è appoggiata al muro con un'espressione sconfitta.

-Ehi! Ti ho cercata ovunque!- quasi piagnucola.

-Stavo parlando al telefono con mia madre.-

-Bene, andiamo! Ti mostro il tuo regalo!- è eccitata e non riesce a contenere la gioia. Mi trascina per il braccio, gradino dopo gradino sento che tutto l'ossigeno nel mio corpo mi sta abbandonando.

Si ferma davanti ad un'aula e sorride.

-E quindi? Mi hai regalato una porta?- chiedo scettica.

-No, sono riuscita ad iscriverci al laboratorio di musica!- saltella come una bambina.

-No, ti prego. Non possiamo scegliere qualcos'altro?!-

-No, ora entriamo.- mi guarda male ed apre la porta.

Sono tutti già dentro e sono seduti mentre i ragazzi che ho conosciuto sabato sono in piedi.

-Oh vedo che Alice e la sua amica ci hanno degnato della loro presenza.- sogghigna il biondo.

-O semplicemente questo era il corso più noioso da seguire così posso dormire indisturbata.- rispondo secca sorridendogli dolcemente.

La sua espressione mi fa ridere e gioire. Non se l'aspettava. Ci sediamo in fondo all'aula dietro teste curiose che ci guardano.

Sai Lucas, a questo gioco possiamo anche giocarci in due. Vuoi la guerra? E che guerra sia. Sorrido gustandomi ancora la sua espressione ferita.

-Perché fai così?- sussurra la riccia al mio fianco.

-Perché ho trovato il mio scopo nella vita.-

-E quale sarebbe?- ha quasi paura di sentire la risposta.

-Rendere un inferno la vita di quel Lucas.- ammicco verso di lei che scuote la testa affranta.

Devo passare il tempo in qualche modo no? Il punto uno della lista lo posso anche attuare senza problemi. Era il mio scopo in fin dei conti! La lista di quel L.H. mi ha dato un motivo in più per prendermela con tutti.

⚡ <('') nuova storia: Fine Line

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