Rebel - Il Giorno dei Doni

Aryia90 tarafından

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Sono trascorsi centocinquant'anni dall'ultima volta che il Governo ha dovuto affrontare una rivolta, ma a Gro... Daha Fazla

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
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Capitolo 26

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Aryia90 tarafından

Settembre trascorse in un lampo. Tra allenamenti, addestramento e pianificazioni, le giornate passavano sempre troppo in fretta.

Alexi era felice che i gemelli si fossero uniti a loro. Li trovava simpatici, oltre che incredibilmente talentuosi. Con lei si comportavano come fratelli maggiori, il che la faceva sentire protetta come quando aveva vicino a sè Josh, ma durante gli allenamenti rendeva difficile farsi prendere sul serio. Non combattevano mai al massimo delle proprie possibilità per paura di farle male, così finivano quasi sempre per farsi male loro. Per Alexi era davvero importante che la trattassero alla pari. Se non lo avessero fatto, non avrebbero nemmeno potuto fidarsi al cento per cento di lei durante la missione e questo non era accettabile, per nessun motivo.

Con Kyle invece le cose andavano alla grande. Non aveva più provato ad allontanarla, anzi trascorreva con lei tutto il tempo possibile. Avevano ripreso i ritmi di allenamento cui erano abituati prima della simulazione, continuando l'addestramento da dove era stato interrotto. Kyle stava anche cercando di conoscere meglio il padre di Alexi. Ci teneva a fare bella figura per avere la sua approvazione. Eric, dal canto suo, non era entusiasta della situazione. Vedeva ancora Alexi come la sua piccola principessa e pensarla accanto ad un ragazzo, soprattutto uno con il carattere duro di Kyle, lo metteva a disagio. Non poteva però ignorare che il ragazzo la trattasse con grande dolcezza e rispetto e, in fin dei conti, quello che contava era che lei fosse felice. E riuscire ad essere felici di quei tempi non era cosa da poco.

Fara soffriva ancora un po' il fatto di non potersi più allenare con Harry, Jan e Kyle. Come raccontò lei stessa ad Alexi, erano grandi amici fin dall'infanzia ed erano cresciuti insieme. Avevano sempre fatto tutto insieme e quella ferita, per la prima volta, la stava rendendo un'esclusa. Per fortuna il lavoro come hacker occupava gran parte del suo tempo, impedendole di pensarci troppo.

Ileene e Toby passavano tutto il loro tempo libero insieme. Entrambi sapevano di avere ancora pochi giorni e preferirono non pensare a quello che sarebbe potuto succedere alla ragazza. Ileene era perfettamente consapevole di essere agile e veloce, ma di sicuro non la miglior combattente che si fosse mai vista. Avrebbe potuto sopravvivere, ma se le avessero chiesto di scommettere su chi non sarebbe tornato, avrebbe scommesso su se stessa. Spesso aveva desiderato di avere la forza dei ragazzi, o l'incredibile talento di Alexi, ma sapeva di dover affrontare la situazione con freddo realismo. Aveva domandato a Kyle di allenarla come aveva fatto con Alexi. Aveva bisogno di aiuto per dare il meglio di sè, e lui non si era certo tirato in dietro.

Chatarina aveva passato le settimane a pianificare anche i più piccoli dettagli della missione. Voleva che tutto fosse perfetto. Erano anni che aspettava un'occasione come quella e sapeva che non ne sarebbe arrivata un'altra. Era o tutto o nulla.

Il giorno prima della loro partenza ci fu una riunione straordinaria. Alexi, Kyle, i gemelli, Ileene, Toby, Fara e alcuni hacker che conoscevano solo di vista si ritrovarono alle nove in punto nella stessa stanza ovale in cui erano stati alcune settimane prima. Come allora, Chatarina ed Eric si trovavano sul piccolo palco, ma questa volta erano seduti dietro una grande scrivania piena di fogli e libri.

- Benvenuti - iniziò Chatarina -, come ben saprete, mancano meno di ventiquattr'ore all'inizio di quella che promette d'essere la più incredibile, la più importante missione che sia mai stata messa in atto. Come sapete, domani mattina il nostro contatto si troverà al ciglio della strada, prima dell'inizio del bosco. I nostri agenti sotto copertura dovranno essere lì subito dopo pranzo, il che vuol dire che dovrete muovervi alle prime luci dell'alba. Andrete in abiti da civili, il nostro contatto vi procurerà abiti da reclute. Qui - disse tirando fuori una grossa busta - ci sono i vostri tesserini di riconoscimento. Sono assolutamente regolari, non correrete alcun rischio di essere scoperti. Al Castello vivono quattro tipi di persone: i prigionieri, le guardie di sicurezza, le mogli delle guardie e la servitù. Alexi e Ileene si infiltreranno come dame da compagnia delle mogli di soldati. Ricordate, quelle donne si annoiano continuamente e amano spettegolare di qualunque cosa. Ogni informazione che riuscirete ad estrapolare loro potrebbe essere preziosa. In ugual maniera, non ignorate le chiacchiere delle domestiche. Sanno sempre più di quel che dovrebbero. Kyle, Harry e Jan invece saranno infiltrati come reclute del servizio di sicurezza. Dovrete fare molta attenzione, verranno fatti molti controlli su di voi. Avete imparato a memoria le vostre biografie di copertura? - i tre risposero di sì all'unisono - Molto bene. Un passo falso sarà sufficiente per farvi rinchiudere all'istante.

- Appena arrivati, ad ognuno di voi verrà consegnato un auricolare con microfono per ogni comunicazione. Il compito dei nostri hacker sarà quello di intercettarli e utilizzarli per comunicare con voi. Abbiamo già l'accesso a buona parte delle telecamere e in questo modo sarà possibile guidarvi all'interno del Castello. Avete tre mesi da domani per riuscire ad accedere alla porta rossa. Quando avremo il codice, ci vorranno circa tre minuti per prendere il controllo della struttura. Dopodichè, verremo a tirarvi fuori da lì, ma dovrete riuscire a sopravvivere al caos che si genererà.

A fine riunione, la gente cominciò a disperdersi. Alexi e gli altri passarono a ritirare i propri documenti.

Dorotha Lumilla. Alexi non riusciva a pensare ad un nome più stupido di quello. Se i suoi genitori l'avessero davvero chiamata così, molto probabilmente avrebbe fatto una rivoluzione a cinque anni, per protesta. Non riuscì nemmeno a togliersi il dubbio che ci fosse una vena di sadismo da parte di Chatarina nella scelta di quel nome, ma in fondo le sembrò anche adatto alla sciocca e ingenua dama di compagnia che aveva scelto di interpretare.

Eric e Chatarina si fermarono a parlare alcuni minuti con loro. Eric provò a dare consigli costruttivi, essendosi già trovato a vivere in quel posto infernale, e cercò di incoraggiarli. In particolare, Alexi apprezzò lo sforzo che fece nel rivolgersi a Kyle. Chatarina invece li assillò per un po' per accertarsi che ricordassero ogni dettaglio, fino a quando il padre di Alexi la allontanò con una scusa. Gliene furono tutti molto grati.

- Chi si crede di essere quella?! Siamo noi che stiamo andando a rischiare la pelle, mentre lei se ne sta bella tranquilla dietro una scrivania! - disse Harry.

Jan gli diede corda facendo una buffa imitazione della donna, muovendo freneticamente l'indice in aria e sistemandosi i capelli, prima da una parte e poi dall'altra, scuotendo la testa.

Per tutti fu impossibile non ridere.

Quel giorno non ci furono allenamenti, né pianificazioni. Passarono un semplice pomeriggio tra amici, cercando di scherzare su quello che sarebbe successo il giorno dopo, giocando per un attimo ad avere una vita normale.




Prima di cena Alexi passò a salutare suo padre. Doverlo lasciare di nuovo, subito dopo averlo ritrovato, era straziante. Portò con sè le vecchie foto che era riuscita a portar via durante la fuga.

- Voglio che le tenga tu - disse semplicemente -. So che con te saranno al sicuro.

Eric si commosse nel prenderle in mano. I suoi ricordi presero forma concreta per la prima volta dopo anni. Pianse rivedendo il volto della sua bellissima moglie, quello della piccola Rose e, soprattutto, il suo amato Josh.

Josh che non aveva saputo proteggere.

Josh che gli era scivolato via dalle mani.

Si sentiva un padre fallito e per un attimo fu sul punto di prendere Alexi e fuggire in un luogo lontano in cui nessuno li avrebbe mai più trovati. Fu solo un secondo però, poi tornò alla realtà. Aveva delle responsabilità ormai, e anche la sua bambina ne aveva. Le loro vite non appartenevano più a loro, erano proprietà della rivoluzione adesso. Lo sarebbero state fino alla fine.

Abbracciò la figlia, a malincuore, con un sorriso. Voleva credere che ce l'avrebbe fatta, che sarebbe tornata da lui.




La cena fu stranamente silenziosa. Nessuno mangiò molto, la tensione si sarebbe potuta tagliare con un coltello. Quando arrivarono alle patate lesse, Fara scoppiò a piangere, lanciando la forchetta sul pavimento.

- Non posso credere che non sarò con voi domani! - singhiozzò.

Jan cercò di calmarla.

- Certo che sarai con noi. Sarai i nostri occhi e le nostre orecchie! Sarai praticamente all'interno delle nostre teste!

- Non voglio che andiate - insistette lei -. Non voglio perdere anche voi!

- Che fiducia! - la prese in giro Kyle - Ragazzi questa già ci dà per morti.

- Non scherzare, ho perso troppi amici quest'anno. - lo sgridò Fara.

- Ma noi ce la faremo. Non siamo più soli, adesso. C'è un intero esercito di ribelli alle nostre spalle. Diventeremo ricchi e famosi! Ci intervisteranno e finiremo sui giornali di tutto il Paese e le ragazze faranno la fila per...

- Ok Harry, meglio che tu ti dia una calmata - scherzò Alexi -! Accontentati di diventare eroe nazionale e... che ne so, di avere una strada intitolata a tuo nome da qualche parte!

Jan tirò uno scappellotto al fratello e tutti scoppiarono a ridere.

Quella sarebbe stata l'ultima cena che avrebbero fatto insieme per molto, molto tempo.




Alexi non riusciva a dormire. I crampi allo stomaco non passavano nemmeno con le pastiglie rilassanti che le aveva dato il medico la sera prima. Provò a stare a letto, poi a camminare avanti e indietro, fece anche un tentativo con le pecore, che aveva sempre trovato una cosa incredibilmente stupida - come fa uno ad addormentarsi mentre si concentra per immaginare di vedere delle pecore che saltano un recinto? Esiste modo più semplice per allontanare definitivamente il sonno? - ma alla fine capì che non avrebbe avuto modo di scamparla. Rimase seduta a fissare il muro della sua stanza, fino a che una realtà troppo difficile da affrontare le sbattè in faccia come un pugno. Stava per andare in missione, davvero. Stava per entrare in casa del nemico e rubare informazioni così preziose per cui, se l'avessero scoperta, l'avrebbero sicuramente fatta ammazzare.

Corse fuori dal letto e vomitò due volte nel cestino. Tirò dietro le orecchie i capelli sudati e si lasciò cadere sul pavimento ghiacciato. Il respiro era pesante, il petto si alzava e abbassava velocemente.

Devo calmarmi, si disse.

Andò a farsi una doccia calda, sperando l'aiutasse a sentirsi meglio e a rilassarsi. Lasciò che l'acqua bollente le scivolasse sul viso, rimanendo immobile sotto a quel getto piacevole per diversi minuti, fino a quando capì cosa doveva fare. 

Uscì dalla doccia e si asciugò velocemente. Una volta vestita, si precipitò fuori dalla sua stanza.




Toc-toc.

Nessuna risposta.

Toc-toc.

Dei passi leggeri si avvicinarono alla porta.

- Alexi! Che ci fai qui?

- Ti ho svegliato?

Kyle fece cenno di no con la testa.

- Dai entra.

La ragazza si intrufolò nella sua stanza. Il letto era disfatto, in giro c'era un gran caos.

- Nemmeno tu riesci a dormire? - gli domandò.

Kyle disse di no.

- Pensavo che ormai fossi pronto. Ti hanno addestrato tutta la vita per farti affrontare questo momento.

Il viso di Kyle era estremamente serio.

- E' una cosa più grande di qualsiasi uomo. Non si può essere pronti a questo. Mai.

Alexi si sentì un po' meglio. Provò anche a sbirciare nel cestino di Kyle, sperando di non essere l'unica ad essersi fatta prendere dal panico, ma ovviamente non ci trovò nulla. Era tipico di Kyle saper sempre mantenere il controllo. Anche in quel momento era calmo e perfettamente padrone di sè. Alexi lo ammirava profondamente.

- Sono sicuro che con te al mio fianco sarà più facile affrontare questa notte. - le disse teneramente.

Alexi sapeva che lo stava dicendo solo per lei, ma non se lo fece ripetere due volte. Corse ad accoccolarsi tra le sue forti braccia e, contro ogni previsione, finì per addormentarsi.



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