Rebel - Il Giorno dei Doni

De Aryia90

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Sono trascorsi centocinquant'anni dall'ultima volta che il Governo ha dovuto affrontare una rivolta, ma a Gro... Mais

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
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Capitolo 8

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De Aryia90

Quando entrò in mensa, Ileene le corse in contro.

- Alexi, sei viva!

Si presentò a Daphne e Rose, che subito raccontò anche a lei del suo nuovo percorso studi.

- Anche la mia sorellina segue quel percorso! Avete solo un anno di differenza, le dirò di cercarti a lezione!

Trascinò Alexi al tavolo dove sedeva sempre il loro gruppo.

- Dove sono Greet e Kat?

Alexi era incuriosita dalla loro assenza.

- Chi, i fantastici? No, loro non sederebbero mai al nostro tavolo. Kat vorrebbe stare al tavolo degli addestratori con Kyle mentre Greet la segue come un cagnolino sperando che un giorno possa essere abbastanza ferita da potersi accorgere che lui esiste.

- Che cosa triste. - disse storcendo il naso.

- Sì, abbastanza patetico. Piacere, io sono Lucas. Ieri non ho avuto occasione di presentarmi.

- Alexi.

- Feg. - il ragazzo, biondo e con gli occhi azzurri, la osservò curioso - posso chiamarti Alex?

- Sì, certo. Mio padre mi avrebbe chiamata così se fossi stata un maschio.

- Non che sembri un maschio, eh! Anche se in effetti picchi come un uomo.

- Lo prendo come un complimento.

- Lo è! Hai rotto il naso a mister acciaio.

Lucas rise. Alexi si sedette accanto ad Ileene e continuarono a chiaccherare.

Il pranzo fu divertente. Rimase affascinata dai modi ammiccanti di Lucas e divertita da quelli buffi di Feg, che la faceva ridere in continuazione, il che era un problema considerando le costole incrinate.



I funerali erano fissati per le due.

Alexi rimase accanto alla sua famiglia. Era venuta anche Tina, ma si tenne a distanza per tutta la cerimonia.

Pianse a lungo, in silenzio, guardando la foto di suo fratello circondata da bellissimi fiori bianchi. Per l'occasione tutti i presenti vestivano di bianco.

Alexi e Rose avevano dei delicati abiti che arrivavano sopra al ginocchio. Ormai si stavano abituando a quello strano modo di vestire. Sua madre invece indossava un lungo abito bianco che la faceva sembrare una sposa triste.

La cerimonia fu breve ma molto commovente. Sebbene nessuno li conoscesse, furono tutti molto gentili. Verso la fine, Alexi notò una figura sfuggente in mezzo alla folla che la osservava. Kyle, vestito di bianco, come tutti gli altri, il viso contrito. Si guardarono per qualche secondo, poi lui scomparve.

Alla fine i suoi compagni andarono ad abbracciarla. Non si era immaginata tanta partecipazione, ma davanti a lei centinaia di persone facevano la fila per dedicar loro una parola gentile, uno sguardo di comprensione. Qualcuno lasciava biglietti sotto la foto, altri portavano mazzolini di fiori. Appena le fu possibile scappò nella sua stanza, dove le fu possibile dar sfogo a tutta la rabbia e al dolore.


Un trillo assordante la fece svegliare di soprassalto. Le 5:30. Alexi era sicura che non si sarebbe mai abituata a quella sveglia.

Essendo completamente incapace a farsi una treccia, Ileene si era offerta di aiutarla.

Quando entrarono in palestra fianco a fianco, Lucas la salutò facendole l'occhiolino.

- Buongiorno Alex!

Alexi gli sorrise, poi incontrò lo sguardo glaciale di Kyle che stava preparando le postazioni di allenamento. Improvvisamente le passò il buon umore.

Pensò comunque che fosse il caso di provare a sotterrare l'ascia di guerra.

- È stato gentile. - cercò di parlare in tono calmo, ignorando lo sguardo assassino che le lanciava.

- Non capisco a cosa ti riferisca.

- Venire al funerale di mio fratello. - riuscì ad infastidirla anche questa volta - Tranquillo, non andrò in giro a raccontare che hai un cuore. Volevo solo fartelo sapere.

Si sentì una stupida per aver fatto il primo passo. Si allontanò senza nemmeno guardarlo.

Lucas le mise un braccio sulle spalle e lei si ritrasse sorridendo. Non si sentiva a suo agio vicino a persone che conosceva a malapena. Inoltra una tale vicinanza con un ragazzo era per lei qualcosa di assolutamente nuovo. E il contatto con Lucas le dava le farfalle alla stomaco.


A fine giornata era talmente stanca da far fatica a stare in piedi.

- Domani voglio più impegno, Neverly. Qui non siamo al parco giochi.

Kat gli cinguettò intorno, fresca come una rosa, invitandolo a cenare con lei. I due si allontanarono insieme mentre Alexi cercava di asciugarsi il sudore. Il viso paonazzo le pulsava e le costole dolevano continuamente. Feg le si avvicinò per aiutarla.

- Devi proprio stargli antipatica.

- E' reciproco.

- Coraggio, ti accompagno alla tua stanza. Nelle tue condizioni non dovresti affaticarti tanto.

Quando furono in camera sua lui la accompagnò fino al bagno. Solo tre giorni prima si sarebbe indignata per una tale mancanza di privacy, ma in quel momento non poteva che essergli grata per il suo aiuto.

- Ci vediamo a cena.

- Grazie Feg, sei un amico.


Bussarono alla porta e Alexi andò ad aprire. Ileene le sorrideva tenendo in mano un enorme vassoio.

- Sorpresa!! Ho pensato che dopo questa giornatina avresti gradito la cena in camera. Wow, hai proprio un aspetto orrendo...

- Grazie.

- Scusa, sono solo sincera. Hai delle occhiaie spaventose. E un livido bruttino sulla spalla.

Si sedettero al tavolo vicino alla finestra. L'intimità di quel momento la riportò ai pomeriggi passati con Tina. Alexi le era grata per quella tacita dichiarazione di amicizia.

- Allora, raccontami qualcosa degli altri. Vorrei conoscerli meglio.

- Come avrai già capito, io, Lucas e Feg siamo amici da sempre. Siamo in classe insieme da sempre, che io ricordi. Feg è un ragazzo adorabile, anche se in realtà non si apre facilmente. Conosco poco della sua famiglia. È arrivato qui con suo padre quando aveva sei anni. Lucas invece è nato qui, proprio come me. Noi abbiamo le nostre famiglie al completo. O quasi. Mia sorella maggiore è morta durante una missione, tre anni fa. - il suo viso si oscurò - Mi manca molto.

- Mi dispiace, non ne avevo idea. - Alexi intravide due cuori infranti nella stanza.

- Molti di noi hanno perso amici o parenti durante le missioni. Quella in cui morì mia sorella fu la più sanguinosa di sempre. Morirono più di venti ribelli.

- Venti? Non se ne è mai saputo nulla... com'è possibile che nessuno ne abbia parlato?!

- Hanno tentato di liberare gli Scelti ma è stato un suicidio. Il palazzo dei Magnifici è una specie di labirinto pieno di trappole. Una fortezza. Tornarono solo in sei, ma sono sopravvissuti in quattro.

- Oh. Salvare gli Scelti. Sembra davvero impossibile.

- Quello infatti è stato il primo e ultimo tentativo. Mia madre dice che quel giorno sono morti i migliori uomini che avevamo. Se non ce l'hanno fatta loro...

I suoi occhi verdi si fecero tristi. Scrollò le spalle come per allontanare il pensiero.

- Kat è la nipote di uno dei fondatori, come te. Questo l'ha sempre fatta sentire superiore, anche se penso che inizi a temere la tua presenza.

- Perchè mai dovrebbe temermi? - chiese Alexi stupita.

- Mi pare ovvio! Sei più brava di lei a combattere e questo ha attirato l'attenzione di Kyle. Inoltre sei bella. Una temibile rivale.

- Beh grazie - le sue guance avvamparono leggermente - ma deve essere più stupida di quanto pensassi, se non si accorge di come mi tratta Kyle. È evidente che non ci sopportiamo. Lui pensa che io sia una bambina e io penso che lui sia un odioso arrogante.

- Kyle non è cattivo, solo che ti sprona. Sa che sei più brava di tutti noi, vuole tirare fuori il meglio.

- Questo non è vero! Ti ho vista allenarti e sei decisamente più brava di me.

- Io sono una mediocre combattente. Sono qui perché, al contrario, sono una eccellente stratega. Kate è troppo sicura di sè per essere un'avversaria temibile. I ragazzi sono forti, ma contano troppo sulla loro fisicitá. Noi invece dobbiamo essere scaltre. Studiare i loro punti deboli e sfruttarli a nostro favore. Tu sei stata eccezionale ieri. Hai fatto credere a tutti che ti fossi arresa e poi l'hai colpito con tutta quella forza! E quando hai usato il piede rotto per trascinarlo a terra! Un colpo di genio, che lucidità! Hai individuato e sfruttato il suo punto debole con una naturalezza disarmante!

Alexi capì che Ileene era davvero ammirata e la cosa la lusingò.

- Vorrei dire di essere una stratega incredibile come te, ma in realtà ho solo agito d'istinto.

- Sarà quello che ti salverà quando sarai in missione. Qui si lotta solo fino ad un certo punto. Là fuori sarà una lotta all'ultimo sangue. Ma tu di certo lo sai meglio di me, ci sei cresciuta. - esitò un istante, gli occhi fissi sulle ginocchia - Non è che ti andrebbe di raccontami qualcosa del mondo fuori?

Alexi capì che desiderava ardentemente parlare con qualcuno di tutto ciò che aveva perso.

Raccontò del bosco, della caccia, del lago, della scuola e delle sue letture segrete. Raccontò delle grandi fabbriche che riunivano tutti i cittadini e di sua madre che fingeva di non essere stanca e rimaneva a chiacchierare con loro fino a tardi. Raccontò del suo piccolo solaio e del gallo che ogni mattina la svegliava. Raccontò anche dei Cercatori e del Giorno dei Doni, delle leggi sul matrimonio, della decenza nel vestire e nel parlare in pubblico.

Lasciò che i ricordi la trasportassero in quel mondo che ormai le sembrava tanto lontano e Ileene non potè fare a meno di ascoltare rapita quella storia incredibile di forza e di coraggio.


Gli allenamenti proseguivano estenuanti, dalle sei del mattino alle sei di sera tutti i giorni.

I dolori alle costole erano diminuiti e i lividi in faccia iniziavano ad assumere un colore verdastro che di certo non le donava, ma che indicava che ormai era in via di guarigione.

La mattina del 31 si presentò come sempre agli allenamenti con qualche minuto di anticipo. Aveva preso questa abitudine per stare un po' tranquilla prima che arrivassero tutti, ma quasi subito aveva notato che anche Lucas aveva anticipato il suo arrivo in palestra, cosa che le era suonata subito piuttosto strana, ma a cui alla fine non dava molto peso.

- Buongiorno splendore! - Alexi arrossì vedendolo oltre la soglia.

- Ciao Lucas

Non dava troppo peso alle sue parole. Dopo i primi momenti di imbarazzo si era accorta che spesso teneva lo stesso comportamento con molte ragazza, cosa che un po' la metteva a disagio.

- Allora... vedo che ti stai ambientando piuttosto bene, ma ragazza devo dirtelo, è sulla vita sociale che sei carente! Dovresti uscire di più sai? Non so, con qualcuno che ti aiuti a rilassarti dopo una giornata pesante, nei fine settimana... Non puoi stare sempre in camera a fare... non so... a leggere libri, storie inventate... ora non sei più obbligata a vivere come facevi prima! Sei libera di divertirti, magari con un ragazzo...

- Ma certo! - Alexi aveva urlato senza volerlo

- Davvero?!

- Sei un genio! Devo andare, grazie! - gli diede un bacio sulla guancia e corse via.

Lucas si sentì uno stupido. Rimase solo in mezzo alla palestra ripetendosi che era un cretino e come minimo l'aveva appena mandata a chiedere un appuntamento ad un altro.

Alexi aveva capito. Non ne aveva le prove ma ne era sicura. Corse in camera, prese un borsa nera e si richiuse la porta alle spalle. Il labirinto, la storia, la paura negli occhi, le uscite vietate, suo fratello, il padre di Tina... tutto stava acquistando un senso. E lei ci aveva messo tanto a capirlo.

Svoltando un angolo finì dritta contro Kyle. Cadde a terra con un gran tonfo. Lui rimase saldo nella sua posizione, ovviamente senza spostarsi di mezzo centimetro. Le braccia incrociate, il viso severo la osservava senza nessuna pietà.

- Mi sembrava di ricordare che avessimo una lezione, esattamente nella direzione opposta rispetto a quella in cui stai andando tu. Tra due minuti esatti.

- No, no, tu non capisci. Lei ce l'aveva! L'ha portato qui! - iniziò a farfugliare. L'agitazione le cresceva in corpo. Provò ad alzarsi il più in fretta possibile.

- Io devo andare! Devo trovare mia madre, devo...

Kyle l'afferrò per le spalle cercando di calmarla.

- Alexi dimmi cos'è successo.

- Io lo avevo! Non lo sapevo ma lo avevo e mi sembrava strano e poi lei si è arrabbiata e si è chiusa in camera e...

- Alexi! Guardami! Devi calmarti, stai straparlando. Se non ti calmi non capirò una parola. Di che cosa parli?

- Io credo di avere qualcosa di estremamente importante.

Aprì la borsa nera e gli mostrò il contenuto.

Lo sguardo di Kyle cambiò. Sbiancò di colpo, rimase senza fiato alcuni istanti, poi la prese per mano e si mise a correre, trascinandola dietro di sè.






Daphne era già al lavoro con Darius in una delle sale riunioni.

- Alexi ha trovato il libro del Traditore! - urlò Kyle spalancando la porta.

- Lo sappiamo.

Rispose pacato Darius.

- Come fate a saperlo? Aspetta il cosa?! - domandò stupita Alexi.

- Tesoro ricordi quella notte, quando mi hai mostrato il libro che ti aveva portato Tina? Ho passato ore a ricopiare fedelmente il maggior numero di pagine possibile, ma con scarsi risultati. Poi ho rimesso a posto il volume prima che ti svegliassi, assicurandomi che tornasse da dove era venuto. Se qualcuno si fosse accorto della sua assenza noi saremmo morti nell'arco di qualche ora. Sarei voluta fuggire, ma temevo ci stessero già controllando.

-Tua madre ha fatto il possibile per ricopiarlo, ma abbiamo solo le prime pagine e ormai non c'è molto da fare, di certo ora la casa di Tina sarà stata riassegnata, è perduto.

- No, non avete capito. Io ho il libro! - Alexi tirò fuori dalla borsa il volume in pelle.

- Cosa?!

Daphne e Darius erano scattati in piedi in contemporanea. Lei lo prese con mani tremanti.

- Non l'hai riconsegnato?!

- No mamma te lo giuro, l'ho riportato come hai detto tu, ma la mattina della Vigilia Tina me lo aveva portato per regalarmelo perché suo padre lo stava buttando. Lo ha nascosto per farmelo avere. Poi con tutto quello che è successo... Insomma ma cos'è esattamente questo libro?

- Questo spiega la nomina del notaio. - osservò Darius ignorandola. Poi le si avvicinò e la baciò sui capelli - Benedetta ragazza!

- Qualcuno mi spiega questa cosa?! - Alexi alzò la voce - Sono le loro mappe vero? Ho guardato il libro, l'ho letto... dice come sono le segrete del palazzo, c'è la planimetria e tutto il resto... non può essere un caso!

- Hai ragione, quel libro è molto prezioso. - le confermò suo nonno - Era una leggenda tra i ribelli fino a quando tua madre non mi ha mostrato i fogli che aveva copiato. Noi lo chiamiamo il libro del Traditore perché fu scritto da uno dei triunviri, un pentito che raccolse tutti i segreti del governo e li nascose affinché un giorno qualcuno potesse usarli per fermarlo. Se ne persero le tracce moltissimi anni fa' e da allora nessuno ne seppe più nulla. Probabilmente i Cercatori hanno scoperto che il libro era in mano del padre di Tina e se ne sono voluti liberare. Quel povero uomo avrà visto che la figlia lo aveva preso. Forse non sapeva nemmeno di possederlo, fino a quel momento. Le case dei funzionari spesso vengono ereditate, chissà da quanto se ne stava in quella biblioteca indisturbato... Qualcuno deve averlo scoperto, lui ha cercato di liberarsene ed è stato condannato come traditore.

- Bene, andiamo a salvare i prigionieri allora! - Alexi sentiva l'entusiasmo crescerle nelle ossa.

- No. Sarebbe un'altra missione suicida. Restano solo poche ore. Dobbiamo ancora studiare le cartine ed escogitare un piano. Ora purtroppo non possiamo aiutare nessuno.

Lacrime amare iniziarono a correrle lungo le guance.

- Anna. - disse sottovoce.

- Ora però abbiamo un vantaggio incredibile rispetto a loro. Abbiamo un anno per prepararci. Tra un anno esatto potremo finalmente fare la mossa decisiva. Tra un anno a partire da oggi potremo davvero dare inizio alla rivolta.



Quando uscirono dalla stanza Alexi si lasciò cadere in ginocchio e scoppiò a piangere. Kyle rimase a guardarla qualche istante.

- Chi è Anna?

- La fidanzata di mio fratello. Si sarebbero sposati tra pochi mesi. Lui è morto per difendere lei. - singhiozzò esasperata - Dovevo salvarla! Dovevo far sì che il suo sacrificio non fosse vano!

Nascose ancor di più il viso tra le mani. Le lacrime scesero senza controllo. Odiava piangere davanti a lui, ma gli eventi delle ultime settimane le ricadevano addosso come una pioggia di macigni. Quanto può sopportare una persona sola?

Kyle si abbassò e, mettendosi in ginocchio, la strinse tra le braccia. Ne fu sorpresa, ma non lo allontanò.

Rimasero così a lungo. Non le disse niente, aspettò solo che i suoi singhiozzi si placassero e le lacrime smettessero di scendere.



Dieci minuti dopo Alexi si ritrovò seduta in camera sua, mentre Kyle le riempiva un bicchiere di acqua fresca. Si sentiva in imbarazzo per il modo in cui si era lasciata andare

- La sofferenza è umana. Hai perso tuo fratello. Hai perso la tua vita. Ora puoi piangere e disperarti, se ne senti il bisogno. Distruggi qualche piatto oppure prendimi a pugni, se vuoi. Poi però ti voglio in forma. Tra un anno andremo in missione e tu hai tantissime cose da imparare.

Alexi alzò lo sguardo e lo fissò attonita.

- Potrò partecipare alla missione?

- Sì, se sarai costante e disciplinata. E se convincerai tuo nonno.

- Sì, lo farò. Sarò la tua allieva migliore. Mi farò ammazzare di botte se necessario. Sarò preparata, te lo prometto.

- Brava, così mi piaci. Io sarò dalla tua parte, ti sosterrò con Darius e tua madre.

- Ok ma ora dobbiamo andare. Gli altri si staranno chiedendo che fine hai fatto. Probabilmente penseranno che tu sia morto. Sei mai arrivato in ritardo da qualche parte?

- No, ovviamente. Manderò loro un messaggio, annullo l'allenamento di oggi. Tu rimani qui e non parlare con nessuno a parte me, tua madre e tuo nonno. Io torno da loro, aspetta nostre notizie. Vado a scoprire la portata della tua scoperta. Ci vediamo questa sera.

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