Rebel - Il Giorno dei Doni

By Aryia90

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Sono trascorsi centocinquant'anni dall'ultima volta che il Governo ha dovuto affrontare una rivolta, ma a Gro... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
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Capitolo 7

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By Aryia90

Alexi passò il pomeriggio in un continuo dormi-veglia ricco di incubi. Rivisse la morte di suo fratello. Il sangue le scorreva sulle mani e poi iniziava a salire sempre di più, fino a raggiungere le caviglie, le cosce... Poi improvvisamente si era ritrovata in camera sua, nella soffitta fredda e spoglia che chiamava ancora casa. Il sangue era scomparso e un grosso corvo nero la fissava dalla finestra accanto al letto. Suo padre. Naturalmente Alexi sapeva che non si trattava davvero di suo padre, ma aveva iniziato a vederlo nei suoi sogni dopo la sua morte. Non faceva altro che fissarla. Ogni tanto le posava qualche oggetto sul letto e aspettava. Aspettava che lei capisse il suo messaggio e poi si svegliava. La prima volta le aveva lasciato un libro su Alessandro Magno. Non dimenticarti di me, Alexi. Quel giorno invece non le aveva portato nessun dono. 

- Che vuoi dirmi, papà? 

Osservò il corvo che si puliva con calma un'ala.

-Non mi risponderai mai, eh?

Poi il corvo scosse appena la testolina nera, lanciò un urlo stridulo e volò via. Alexi rimase immobile. Suo padre non era mai volato via dalla finestra. Il sogno non finì. Alexi non aveva capito il messaggio. Non può avermi abbandonata, si ripeteva. Lui non mi abbandona mai.

Fu un flash. Si alzò e uscì di corsa dalla sua stanza.

Questa non è più casa mia.

Aprì la porta di casa e si ritrovò in un bosco. Era tutto buio e gli alberi sembravano voler nasconderle i loro più torbidi misteri.

Corse il più velocemente possibile. Non sentiva la stanchezza, ma non sapeva dove dovesse andare. Sapeva solo di doverlo ritrovare.

Lo vide su un ramo. Il corvo si alzò in volo e si appoggiò sulla sua spalla.

- Cosa ci facciamo qui? Non ci siamo mai visti fuori da casa...

Allora capì. Non sarebbe più comparso nei suoi sogni sicuri, non l'avrebbe più incontrata in quella camera perchè quella non era più la sua casa. Si trovava in un bosco sconosciuto e immenso. Alexi aveva perso la sua casa. Doveva andare avanti e affrontare quell'oscurità per lasciarsi il passato alle spalle e scoprire cosa il futuro avesse in serbo per lei. E si svegliò.



Dato che si trovava in infermeria, decise di andare di nascosto a cercare Tina. Scivolò fuori dal letto ignorando il dolore al fianco e corse a piedi nudi cercando di non farsi notare dall'infermiera.

La trovò poche stanze più in là. Sembrava stare bene. Indossava un abito azzurro che le arrivava sopra il ginocchio, i capelli raccolti nel solito chignon. Stava bagnando del fiori in un vaso davanti alla finestra.

- Ciao

- Alexi! Come stai? Chi ti ha conciata così?!

- Quel simpaticone che ci ha accolte al nostro arrivo... ma in realtà non era colpa sua, mi stava allenando. - l'aria interrogativa di Tina non la sorprese. Poi il suo sguardo perplesso cambiò. Nei suoi occhi si accese una luce nuova, una scintilla che non aveva mai visto prima. Disprezzo.

- Dunque ora combatti per loro.

- Ti abbiamo spiegato come stanno le cose... 

- No Alexi - la interruppe - non voglio sentire le tue giustificazioni. I miei genitori sono stati uccisi a causa loro. Se non fossero mai esistiti, allora non ci sarebbe nemmeno il Giorno dei Doni, nessun Cercatore, nulla di nulla.

- Ti prego, ascolta...

- Basta - il viso era fermo e serio - esci da qui. Se d'ora in poi vorrai far parte dei ribelli, io e te non abbiamo più nulla da dirci. 

Le voltò le spalle, aspettando che se ne andasse.

Alexi rimase ferita dalla sua reazione, ma poteva capire la sua sofferenza. Le passerà, si disse.

- Un'ultima cosa.

La ragazza sulla soglia si voltò. Tina prese una cosa dalla borsa e gliela porse.

- L'avevo preso per te. Mio padre lo aveva buttato dopo che me lo hai restituito e io pensavo che potessi essere felice di avere un libro tutto tuo. Ora non mi importa più. Tienitelo, facci quello che vuoi.

Alexi prese il libro e si allontanò il più velocemente possibile. Tornò senza farsi notare nella sua stanza e tornò sotto le coperte, incapace di prendere sonno.



Vollero tenerla in infermeria fino al mattino seguente per fare degli accertamenti. Alexi era sicura che ci fosse lo zampino di sua madre, ma non si oppose. Alle sue dimissioni trovò Kyle ad aspettarla.

- Come stai?

- Mai stata meglio, grazie.

- So che nel pomeriggio ci sarà la cerimonia in memoria di tuo fratello e dei genitori di Tina, per cui sei esonerata dell'addestramento. - Alexi lo guardò a bocca aperta

- Grazie per l'esonero ufficiale, ma non sarei venuta comunque.

- Potresti anche vederla come una cortesia, magari.

Alexi scoppiò a ridere.

- Potresti anche pensare prima di parlare, magari. Ti svelo un segreto: darmi il permesso di andare al funerale di mio fratello, non è essere gentili! Chiedermi come sto è stato un primo passo. Venire al funerale, sarebbe gentile. O almeno educato. Chiedere anche solo se ho bisogno di qualcosa, sarebbe gentile. Per quanto riguarda il picchiarsi, per me va bene. Se mi insegnerai a sopravvivere, a combattere, ti sarò riconoscente. Riconoscente, nulla di più. Ora vai, la tua ragazza starà diventando gelosa.

Aprì la porta dell'infermeria, superò senza nemmeno degnare di uno sguardo Kat che stava prevedibilmente correndo in contro a Kyle. Patetica. 


Sua madre la stava aspettando, ma non aveva il volto severo che si era immaginata. La sua attenzione era rivolta ad un'entusiasta Rose. 

- E' stato incredibile, davvero! Posso scegliere tra tante cose e.. Alexi che è successo alla tua faccia? Mamma dice che hai fatto a botte ma io non ci credo.

- La mamma ti ha raccontato cos'è successo?!

- Non vorrai tener segreto a tua sorella che ti sei arruolata!

- No, certo ma io... io pensavo che fossi arrabbiata e che mi avresti messo in castigo per l'eternità.

- Io e tuo padre abbiamo sempre saputo che la tua non era un'indole propriamente.. Pacifica. Ricordi quando avevi otto anni e hai picchiato il figlio dei Lee perché aveva rubato la merenda a Tina? - Alexi arrossì - Allora tuo padre ti fece quel lungo discorso sul non farsi notare, sul restare in disparte. Lo fece per proteggerti, perché se un Cercatore avesse visto il fuoco con cui combattevi già a quell'età ti avrebbero trovata in non più di quattro o cinque anni. Tuo padre insistette però affinché tu potessi affinare la tecnica. Sapeva che ti saresti cacciata nei guai, in un modo o nell'altro, e voleva che sapessi cavartela da sola. D'altronde, sei figlia di tua madre!

Le fece un largo sorriso d'intesa, ma Alexi non riusciva proprio a capire. Si era preparata alla ramanzina più lunga della storia, non ad un discorso di incoraggiamento del tipo: brava la mia bambina che si va a far ammazzare in guerra!

- Avevo tredici anni quando tuo nonno ci disse di essere un ribelle. Io iniziai subito ad allenarmi con lui per poterlo seguire qui non appena il centro fosse stato abitabile. Mi esercitai per cinque lunghi anni nei boschi, di nascosto dai Cercatori. Poi conobbi tuo padre. Eravamo giovani e innamorati. Io ero pronta a morire per la mia patria, ma non a veder morire lui. Così, l'esplosione che avrebbe dovuto distruggere tutta la nostra casa, divenne un piccolo incidente che uccise solo lui. Mia madre, tua nonna, rimase con noi per aiutarci. Io però non riuscii mai a spegnere quel fuoco. Ogni tanto di notte scappavo nei boschi per mantenermi allenata. - arrossì leggermente - Fu così che tuo padre venne a conoscenza della storia dei ribelli. Una notte mi seguì. Si era accorto delle mie fughe e pensava che io avessi... un amante. Avreste dovuto vedere la sua faccia, quando mi vide prendere a calci l'aria!! Gli spiegai la mia storia pregandolo di non denunciarmi. Lui decise che era giunto il momento di partire per il viaggio di nozze che avevamo a lungo rimandato. Tutti pensarono che fossimo andati a campeggiare nei boschi, come fanno quasi tutte le giovani coppie, invece raggiungemmo il centro dei ribelli. Da allora i contatti tra tuo padre e tuo nonno non si interruppero più. Notizie sui Cercatori, su potenziali reclute, sulle nuove leggi del governo... Qualunque cosa potesse tornare utile. I Cercatori notarono dei movimenti sospetti e iniziarono a tenerci d'occhio. Io smisi di fare i miei allenamenti notturni, anche perchè da quando ci andavamo insieme il rischio era raddoppiato. Nessuno sospettò mai della pia madre di famiglia. Vostro padre fu meno fortunato.

Lasciò cadere il discorso.

Alexi cercava qualcosa da dire, ma non riusciva a pensare a nulla di diverso da Cosa?!

L'idea che sua madre fosse una ribelle, anzi una combattente, e che suo padre avesse cospirato tanto a lungo contro il Governo era più assurdo di uno dei suoi sogni.

-Anche la nostra piccola Rose ha grandi notizie! Vieni Alexi, siedi qui così la ascoltiamo insieme.

Alexi si accomodò su una morbida poltrona accanto a sua madre, ancora incapace di realizzare le sue parole.

-Ho iniziato la scuola e qui è tutta un'altra cosa! Posso scegliere le lezioni, scegliere il mio lavoro! Non dovrò per forza lavorare in fabbrica come ho sempre pensato!

-Rose, è magnifico! - disse sua sorella.

-Dai test attitudinali risulta che sono particolarmente portata per l'ingegneria. Inizierò subito il mio percorso speciale, potrò inventare le cose! Potrò aiutare le persone con le mie invenzioni! Sapete che è stato un ingegnere a creare i pannelli speciali che ci nascondono agli aerei? E anche l'ingresso a pressione nella pietra. E la serra! Lì coltivano qualsiasi cosa!

Alexi era davvero commossa. Non aveva mai osato immaginare un futuro tanto roseo per sua sorella, e di certo non aveva mai creduto di poterlo trovare lì, in mezzo ad un bosco, disperse in mezzo al nulla, in un covo di ribelli. Vide sua madre con gli occhi lucidi pieni di orgoglio e sapeva che non era solo per Rose. Il destino stava facendo il suo corso. Ognuna di loro stava diventando esattamente quello che avrebbe sempre dovuto essere.


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