Resta con me

By markshade

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COMPLETA~ Livia è una studentessa italiana. Si è trasferita in Canada con la famiglia dove inizia una nuova v... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11 (Parte 1)
Capitolo 11 (parte 2)
Capitolo 12
Capitolo 13
Extra
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31

Epilogo

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By markshade

20 anni dopo

Pov Brutus

"mamma" una voce. Un odore. Mi giro verso la voce, cosi piccola, acuta, ma forte. Un bambino corre verso di me, i grandi occhi marroni spalancati, il volto che si gira a destra e a sinistra, le mani protese in avanti alla ricerca di qualcosa.

"Mamma" continua a chiamare a gran voce. Vado verso di lui... il suo odore. Appena mi avvicino i suoi grandi occhi si posano su di me, innocenti e marroni... degli occhi normalissimi, ma cosi splendenti. "Non so dov'è la mamma" risponde con voce tremante. Italiano... un bambino italiano in un supermercato canadese.

Mi piego alla sua altezza. "Tranquillo la troviamo" rispondo. Io so già dov'è. Il bambino, se è possibile apre ancora di più gli occhi. "Tu parli come me" risponde ridendo... non si aspettava qualcuno che parlasse la sua lingua. Fidandosi si avvicina ancora di più posandomi una manina sulla gamba. Al suo tocco una scarica mi attraversa il corpo... è uguale a lei.

Il suo volto, i suoi occhi, il colore dei capelli, il profumo, la forza... tutto grida lei. "Come ti chiami?" Gli chiedo con la voce spezzata... e se lui... lui è... "Lorenzo... la mamma si chiama Livia". Continuo a guardarlo, come se avessi trovato la cosa più preziosa al mondo. Allargo le braccia e lui si avvicina permettendomi di sollevarlo. Il suo volto è vicino al mio, lui è vicino a me. Lo stringo quando sento le sue piccole braccia attorno al mio collo.

Non ti lascio più andare via, piccolo mio.

Comincio a camminare verso di lei... verso il suo odore... io non la merito, non ho saputo accettare quello che mi stava dando... io l'ho fatta scappare. Livia... il suo nome mi rende di nuovo vivo... la sua presenza mi permette di tornare a respirare. 20 anni... 20 anni senza di lei, senza la sua risata, le sue idee strane, la sua forza... e adesso è tornata... per me? È qui per... mi giro verso il bambino che tengo in braccio. Si gira in tutte le direzioni per vedere la sua mamma... la cerca con una bramosia pari solo alla mia.

Lui è mio? Questo bambino è mio?

Il suo profumo si fa sempre piu intenso e sento che potrei rompermi in mille pezzi. Un barlume di speranza si riaccende... immagini di me e lei nella nostra casa, con il nostro bambino si formano nella mia mente. La voglio vedere con il pancione e il mio anello al dito... voglio avere una casa e lei che mi aspetta dopo una giornata di lavoro
Voglio di nuovo fare l'amore con lei, voglio stringerla e dirle quanto la amo e quanto sono stato stupido a mandarla via... quanto ero ragazzo per accettare la sua offerta di donna.

20 anni e sono ancora suo. Per sempre.

"Lorenzo... Lorenzo" la sua voce allarmata fa scattare anche me sugli attenti. La sua preoccupazione è la mia... lei è mia, la mia compagna. Lorenzo la sente e comincia a scalciare per essere messo a terra. In un secondo è da lei. "Lorenzo ma dove ti eri cacciato... non si fa questo alla mamma" lo brontola... mi ricorda la sua di mamma... stessa espressioni corrucciata, stesso tono amichevole.

"Volevo vedere le macchinine" Livia alza gli occhi al cielo sbuffando. Finalmente mi guarda e il mondo si ferma. Abbiamo di nuovo 17 anni e siamo insieme. Alpha e Luna. Le sorrido. È ancora bellissima, ha un aspetto più adulto, la pelle è sempre splendente, la mia Livia. "Brutus" pronuncia. Mi è mancato il modo in cui pronuncia il mio nome... lei è l'unica. Faccio un passo avanti ma mi blocco quando vedo un uomo avvicinarsi.

"Ecco dov'eri finito... piccolo demonio" l'uomo prende Lorenzo in braccio. "Babbo macchinine" urla Lorenzo indicando la direzione dalla quale siamo arrivati. Prima non lo avevo notato... ma il naso e il mento non sono morbidi come quelli di Livia, gli zigomi sono piu definiti.

"Sisi ora andiamo... siamo a vedere un pò di giocattoli se mi cerchi. Prendi la maionese... voglio fare i tramezzini per i tuoi stasera" dice a Livia lasciandole un bacio sulla testa prima di andare via.

Guardo Livia... la mia Livia. Anche lei mi guarda e mi accorgo che non sembra solo più grande... lo è davvero... è cresciuta. Ho una donna davanti a me.

"Ciao botolo" si avvicina e mi abbraccia. Il suo corpo minuto premuto contro il mio, il suo odore, la sua presenza, niente è più mio. Quando si allontana il suo sorriso mi investe... è sempre la mia Livia. "Quelli sono Lorenzo e Gabriele" mi dice indicando il reparto giocattoli. Solo adesso noto che ha una fede al dito. "Ho rotto la maledizione dei nomi romani"

"Sei sposata" dico guardando l'anello. "Si" risponde spostando lo sguardo sul cerchio d'oro. "Da 6 anni ormai" passa un dito sopra il piccolo oggetto con un sorriso... è felice... senza di me, è felice anche senza di me. Mi trattengo dal chiederglielo.

"Quindi... lui... non è... non è..." ricordo le parole di Allison... poco dopo che scoprii che Livia era andata via.

"L'ho vista vomitare Brutus... Livia si sentiva male... lei potrebbe..." Sbatto una mano sul tavolo non lasciandola finire. Non voglio sentire.... non ora. Lei è andata via... lei non c'è piu. Mi alzo dal tavolo prendendo per il collo la bottiglia di whisky che c'è sopra.
"Non ne parlare con nessuno... questa storia deve chiudersi" butto giù un grande sorso e mi chiudo in camera, dove mi aspetta Ariel.

Livia alza un sopracciglio non capendo. "Lorenzo... Allison... lei... lei ti ha vista vomitare" ho i pensieri in confusione.
L'espressione di Livia cambia ancora... espressioni che non so decifrare, si formano sul suo volto. Non ci incastriamo più.
Mi guarda con affetto, come se fossi un bambino che non sta capendo cosa la mamma gli dice.

"Brutus... ha solo 5 anni... è impossibile che sia tuo... la mamma cucinava roba strana in quel periodo" torno alla realtà... Lorenzo non è mio... nemmeno lui è mio. Tutte le immagini di me a casa con lei vengono sostituite dalla realtà... io con Ariel in una casa senza bambini... ma con branco da gestire.

"Brutus tutto bene?" Mi chiede prendendomi una mano. No! Non va bene... per niente... lei dovrebbe essere... "mamma macchinina!!!" Lorenzo arriva con in mano un giocattolo a forma di macchina. "Amore guarda che cosa ho trovato!" Gabriele le si accosta e le sorride, in mano un gioco da tavolo.

Guardando padre e figlio riesco a vedere quanto si assomigliano... quanto io sia stato accecato dalla mia bramosia di lei per non accorgermi che Lorenzo è la copia anche di suo padre... di un altro.

"Oddio!" Livia gli strappa dalle mani il gioco e lo guarda... "lo prendiamo?" Gli chiede eccitata... non è cambiata per niente... stessa allegria, stessa energia. Nonostante la situazione mi scappa un sorriso e Gabriele si gira verso di me... notandomi per la prima volta.

"Gab... lui è Brutus" ci presenta Livia. Gabriele apre gli occhi girandosi verso Livia... sa chi sono. Livia gli ha raccontato di me... esisto ancora nella sua vita, anche se solo come ricordo. "Ciao Brutus" allunga una mano e mi sorride caloroso.

Non avverto gelosia, rancore o rabbia... per lui non rappresento altro che una parte della vita della moglie. Una parte ormai lontana e passata... si fida di lei, le crede... la ama. Io non ho avuta questa fiducia in lei, non l'ho amata come fa lui... io l'ho lasciata andare. Stringo la mano che mi porge e ci scambiamo un cordiale saluto.

Livia sorride mentre prende in braccio Lorenzo. "Mi ha fatto piacere rivederti Brutus" mi prende le mani, sono calde... lei che aveva sempre freddo.
"Saluta tutti... sono sicura che siete sempre insieme e più uniti di prima" faccio un breve cenno con la testa. Lorenzo mi saluta con la mano. "Ciao bubu" ripete con la macchinina in mano. "È stato un piacere" Gabriele mi saluta cordiale e tutti insieme si avviano verso le casse.

E io rimango solo nel corridoio.

60 anni dopo

Supero i due adulti davanti a me. Loro non mi riconoscono... come potrebbero? Io però so esattamente chi sono. Lorenzo e Matteo...i figli di Livia. Sono abbracciati a due donne che piangono, lo stesso stanno facendo anche loro.

Li supero ed entro dentro la stanza. Il rumore del macchinario a cui è collegata mi stringe il cuore. Lei è qui... stesa su un lettino. Dorme... sento che il suo fisico non ce la fa più... sta cedendo. Sarebbe successo... lo so. La vita va così... solo io rimango uguale. Mi avvicino piano... la mia Livia... la mia bellissima ragazza.

Le prendo una mano piena di rughe, i capelli sono bianchi, l'espressione è cambiata nel tempo... le sono venute molte rughe sopratutto attorno agli occhi... rideva sempre. A Livia piace ridere.

Comincio a piangere... come farò adesso? Da quel giorno al supermercato l'ho seguita... sempre... ogni volta che tornava in Canada. L'ho vista con il pancione, mentre accarezzava il piccolo Matteo, l'ho vista sgridare i bambini, preparare la cena, piangere alla morte del padre e in seguito della madre... l'ho vista tra le braccia prima di Gabriele e poi dei suoi figli quando anche lui è andato via... l'avrei voluta abbracciare io... gli avrei dato tutto l'amore che provo ancora e che sempre proverò per lei. Livia, la mia compagna.

Nonostante tutte queste perdite lei sorride... sorride sempre. È forte la mia Livia, non si abbatte mai.

Le stringo la mano poggiandoci la testa sopra mentre continuo a piangere. "Resta con me... ti prego Livia... non so come fare senza di te" non voglio che vada via... so che dovrebbe essere così... ma non riesco a pensare che non la potrò più vedere... mai più neanche da lontano.

Una mano si appoggia sulla mia testa. Alzo il volto e la vedo sveglia. Il tubo sotto al naso le attraversa gli zigomi... gli occhi sono acquosi... è stordita dalle medicine, ma nonostante questo mi sorride e con una voce rotta mi dice "ciao botolo".

Fine

Eccoci alla fine della storia! Voglio ringraziare tutti quelli che hanno letto, votato e commentato la storia. Grazie per i vostri complimenti! Sapete che non sono di tante parole quindi grazie ancora e spero che Livia e Brutus vi abbiano lasciato qualcosa... anche se non so bene cosa.
Ciao a tutti!
Visenya ❤️

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