Music Under The Spotlight - L...

By GufoPocoSerio

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Dopo aver abbandonato le Isole Bollenti per due anni, Luz è tornata, questa volta per restare, e non solo per... More

! Premessa !
1 - Bentornata
2 - Prima dello spettacolo
3 - Amore sotto i riflettori
4 - Pianificando
5 - Vecchi amici, nuovi talenti
7 - La scelta definitiva
8 - Benvenuta nella band
9 - Nuovi testi
10 - Prime prove
11 - Verme
12 - Chiamata a tarda notte
13 - Il primo grande concerto
14 - Al mercato
15 - Bang
16 - Novità
17 - Il prossimo spettacolo
18 - Visita stanca
19 - Dichiararsi?
20 - Sputa il rospo
21 - Licenziato
22 - Prima del suo spettacolo
23 - Loverman
24 - È fuori
25 - Visita sulla Terra
26 - Colpo al cuore
27 - Campanello d'allarme
28 - Risposte prima delle prove
29 - Un luogo speciale
30 - Magia da strega
31 - Allenamento magico
32 - Riunione della band
33 - Spettacolo mozzafiato
34 - Finale
! Sequel uscito !
10.000 volte GRAZIE!

6 - Audizione

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By GufoPocoSerio

Luz POV:

Amity stava ancora dicendo qualcosa ai suoi fratelli, il rossore sul suo viso si stava lentamente scurendo e le sue orecchie erano abbassate. "Non è divertente!" sibilò, con le mani strette a pugno mentre i gemelli si sforzavano di soffocare le risate.

"Hai ragione Mittens, è esilarante" sbuffò ridendo Emira, dando qualche colpetto al fratello. "Onestamente, sei fortunata che abbia fermato Edric prima che si lasciasse sfuggire qualcosa."

La più giovane Blight rivolse immediatamente la sua attenzione al fratello, lanciandogli un terrificante sguardo minaccioso. Edric tese le mani in segno di difesa, con un sorriso nervoso stampato sul volto. "Ehi, rilassati! Non ho detto nulla!"

"Ma l'hai quasi fatto!" Amity diede un pugno al braccio di Edric e la sua voce si alzò di tono. "E se l'avessi fatto ti avrei appeso la testa al camino!" Gli occhi del gemello si allargarono e gli sfuggì una risatina bassa e nervosa.

Ascoltai la loro conversazione, chiedendomi in silenzio di cosa stesse parlando Amity. Poi, fui sorpresa quando sentii una mano che mi spingeva leggermente in avanti e, guardando dietro di me, vidi la strega dai tre occhi.

"Nervosa?" mi chiese con un sorrisetto. Abbassai lo sguardo sulle bacchette della batteria e le strinsi leggermente, con l'adrenalina che ancora mi scorreva nelle vene.

"Forse un po'..." ammisi, emettendo un sospiro tremante. Boscha rise, mettendomi una mano sulla spalla. Alzai lo sguardo verso la strega, notando che solo due dei suoi tre occhi mi stavano guardando. Il terzo occhio fissava dietro di me, e pensai che stesse guardando i fratelli Blight.

"Non preoccuparti. Andrà tutto bene" disse Boscha, che ora aveva tutti e tre gli occhi puntati su di me e mi rivolse un sorriso di conforto. Poi mi diede una pacca sulla schiena, facendomi trasalire. "E poi, da quando Luz Noceda è nervosa? In fondo è solo un'audizione."

"Non è solo per l'audizione che sono nervosa..." borbottai, rivolgendo lo sguardo ai Blights, in particolare ad Amity. Boscha seguì il mio sguardo piegando le braccia sul petto.

I fratelli stavano ancora bisticciando, ma ora sembrava che i gemelli stessero solo prendendo in giro la sorella minore. Boscha fece un passo avanti, scuotendo dolcemente la testa.

Poi, si schiarì rumorosamente la gola, attirando la loro attenzione. "Possiamo passare all'audizione ora? Potete continuare la vostra tiritera più tardi." Amity aggrottò le sopracciglia, prima di alzare gli occhi e andarsene.

Edric si allontanò dal tavolo e si stiracchiò, poi si alzò e si diresse verso la sala audio. "Ti porto la batteria qui fuori!" mi disse strizzando l'occhio.

Scomparve nella stanza, lasciando la porta aperta. Emira tirò fuori la sua pergamena, i suoi occhi si muovevano sullo schermo mentre prendeva lentamente posto su una sedia accanto al tavolo. Amity riapparve da dove era scomparsa e i suoi occhi incontrarono i miei.

Mi rivolse un sorriso incoraggiante e i suoi occhi dorati si illuminarono. "Ehm, ragazzi?" Edric fece capolino dalla sala audio, mentre gli altri membri della band lo guardavano con un sopracciglio alzato. "Dove abbiamo messo la mia batteria?"

Boscha scrollò le spalle, si avvicinò a una sedia vicino a Emira e si sedette. Le sue sorelle si guardarono l'un l'altra e poi guardarono lui, alzando anch'esse le spalle. Il gemello sospirò, con un'espressione infastidita.

Lo guardai mentre arrancava, borbottando qualcosa sottovoce. L'unica cosa che sentii mentre passava fu "Se solo si è permesso di spostare la mia batteria..." prima che andasse alla porta d'ingresso dello studio e la aprisse, chiudendola con cura dietro di sé.

"Be', potrebbe volerci un minuto prima che torni" disse Emira scuotendo la testa. "Soprattutto se Matt ha spostato il suo set nel magazzino di riserva."

"Perché l'avrebbe spostato lì?" chiesi, spostandomi accanto ad Amity e appoggiandomi al muro. Amity distolse lo sguardo da me, abbassando leggermente le orecchie mentre un pallido rossore rosa le compariva sulle guance.

"Probabilmente perché aveva bisogno di più spazio nella sala audio" commentò Emira, tornando a guardare la sua pergamena. Annuii semplicemente, abbassando lo sguardo sulle bacchette.

Passai di nuovo il pollice sul mio nome, sentendo un paio di occhi che mi scrutavano. "Cos'è quello?" chiese Amity, indicando l'incisione.

"Oh, è solo il mio nome. Be', quello e qualche stella" dissi ridacchiando. Amity annuì con la testa, tracciando leggermente con le dita le linee frastagliate. "È come se fosse il mio piccolo portafortuna!" le dissi.

"Come mai?" I suoi occhi dorati incontrarono i miei, facendomi mancare il respiro.

"Sinceramente, non lo so" le dissi con una risatina nervosa, strofinandomi la nuca. "Dopo averlo intagliato, la fortuna ha cominciato a venirmi incontro. E onestamente, ne ho davvero bisogno." Sperai che Amity non notasse il rossore che stava lentamente salendo sulle mie guance.

Amity rise dolcemente, il che non fece altro che far diventare le mie guance di una tonalità di rosso ancora più scura. Potrei ascoltare quella risata per sempre. "Sei ancora maldestra come prima, vero?" mi chiese, dandomi un leggero pugno sulla spalla. Mi limitai a fare un cenno con la testa, temendo che se avessi provato a dire qualcosa, sarebbe uscito solo uno squittio. "Perché non sono sorpresa?"

La pergamena di Emira suonò e dopo averla letta sospirò, saltando dalla sedia e dirigendosi verso la porta dello studio. "Giuro che entro lì dentro e trovo la sua batteria all'istante."

"Em, sappiamo entrambe che è cieco come una talpa, non ha gli occhiali." Amity si girò verso la sorella, piegando le braccia sul petto. Emira sgranò gli occhi, aprendo la porta.

"Ma dovrebbe avere le lenti a contatto" borbottò la gemella mentre usciva dalla porta, chiudendola dietro di sé.

"Edric ha bisogno degli occhiali?" Mi voltai verso Amity, osservando il suo cenno di assenso.

"Ne ha bisogno da sempre, da quando ho memoria. Ma non li indossa mai" sospirò la ragazza, scuotendo la testa. Cominciò a borbottare qualcosa sottovoce, dicendo che aveva davvero bisogno di indossarli.

"Non potreste... aggiustare magicamente la sua vista?" chiesi.

Amity annuì con la testa, voltandosi verso di me. "Nel senso, sì, è possibile" disse, appoggiandosi al muro. "Tuttavia, c'è un'alta probabilità di diventare ciechi, quindi Ed si limita a usare le lenti a contatto e gli occhiali."

La guardai mentre mi scrutava con attenzione e un altro piccolo sorriso le apparve sul viso. "Che c'è?" chiesi mentre afferrava la mia giacca, strofinando il tessuto tra le dita.

"Niente, solo che... il tuo outfit ti dona molto" aggiunse, facendo incontrare i suoi occhi con i miei. Poi, i suoi occhi si spostarono leggermente verso l'alto e le sfuggì un'altra risatina. "Ma il tuo berretto è abbastanza storto."

Allungò la mano e dovette mettersi leggermente in punta di piedi per raggiungere il berretto. "Sei più alta di quanto ricordassi" mormorò, facendomi ridere.

"Non sono molto più alta in realtà" dissi ridendo. L'ultima volta che avevo visto Amity eravamo più o meno della stessa altezza, mentre ora ero più alta di lei di almeno cinque centimetri. Lei arricciò il naso divertita, alzando gli occhi su di me.

Le sue mani scesero dal mio berretto, fermandosi in aria per un attimo prima di iniziare a passarmi le dita tra i capelli. La vidi blaterale qualcosa, ma non avevo idea di cosa dicesse.

In base al suo aspetto, supposi che stesse iniziando ad incantarsi. "Stai bene Amity?" chiesi, con le labbra che formavano un sorriso sbilenco. Lei annuì lentamente, continuando a passarmi le dita tra i capelli.

"I tuoi capelli sono davvero morbidi" mormorò, gli occhi le si velarono. Con la coda dell'occhio vidi Boscha alzarsi, sporgersi e alzare un sopracciglio. Si avvicinò a noi due, fissando Amity per un attimo prima di ridere.

Poi, molto lentamente, mise una mano sulla spalla di Amity. Amity sobbalzò al contatto, allontanando rapidamente la mano da me. Sbatté le palpebre un paio di volte, poi guardò tra me e Boscha, con le guance rosso fuoco.

Boscha si limitò a scrollare le spalle, tornando al suo posto. "Ti sei incantata" dichiarò, facendo allargare gli occhi e abbassare le orecchie ad Amity. Amity mi guardò, con il panico che le saliva agli occhi.

"Scusami!" balbettò velocemente, facendo un passo indietro. La sentii borbottare sottovoce, cercando di nascondere il viso con i capelli.

Scoppiai a ridere, facendola rallegrare leggermente. "Va tutto bene Amity, non mi ha dato fastidio." Il suo sguardo esitante incontrò il mio e io le feci un sorriso. I suoi occhi si allargarono prima che distogliesse di nuovo lo sguardo da me, mettendomi una mano sul petto e spingendomi leggermente indietro.

"Smettila di fare così..." mormorò Amity, facendomi ridere.

"Smettila di fare cosa?" chiesi tra una risatina e l'altra. Lei si schernì e si girò verso di me, dandomi un altro leggero spintone.

"Di fare l'idiota" disse, con un mezzo sorriso sulle labbra prima di iniziare a ridere. Sentivo le guance bruciare, il suono della sua risata era onestamente inebriante.

Tuttavia, la sua risata fu interrotta quando sentimmo Boscha ridere dietro di noi. Ci voltammo entrambe verso la strega con tre occhi, che aveva la sua pergamena puntata su noi due. "No, continuate pure" disse ridendo. "È divertente guardarvi."

Amity ebbe un sussulto e si precipitò verso la strega, cercando di strapparle con forza la pergamena dalle mani. "Cancella quel video!" Amity ordinò alla strega, ma questo fece solo ridere Boscha.

"Dovrai combattere per averlo!" Boscha disse, riuscendo a spingere Amity via da lei abbastanza a lungo da scappare e correre dietro l'angolo, con Amity che la seguiva. Poi sentii una porta sbattere da qualche parte dietro l'angolo, con Amity che batteva sulla porta e gridava a Boscha di aprire.

E così rimasi sola. Pensai di fare il giro dell'angolo per assicurarmi che Amity non uccidesse Boscha, ma sapevo che, eventualmente, non avrei potuto fare molto per fermarla. Così mi avvicinai al tavolo e mi sedetti, tamburellando leggermente le dita sul tavolo di legno.

La mia mente cominciò a vagare mentre aspettavo che i gemelli tornassero o che Amity e Boscha riapparissero da dietro l'angolo, entrambe, si spera, intere. Ripensai a ciò che Matt mi aveva detto prima, con una sensazione di sprofondamento che mi riempiva il petto.

"Pensi davvero che vogliano un umano qui?" La sua voce riecheggiava nella mia testa. Chiusi gli occhi, cercando di silenziare la sua voce. Ma se avesse avuto ragione? Se non mi avessero voluta qui? Scrollai via il pensiero. No, loro mi vogliono qui.

Se non fosse così, non avrebbero reagito come hanno fatto. Non mi avrebbero abbracciata o difesa. Le loro voci non sarebbero state piene di eccitazione e le loro orecchie non avrebbero iniziato a sbattere così velocemente se non mi avessero voluto qui.

"Yo Mittens! Apri la porta!" Sentii la voce soffocata di Edric provenire dall'altra parte della porta, facendomi subito uscire dai miei pensieri. Mi guardai intorno, rendendomi conto che Amity non avrebbe sentito suo fratello, così mi alzai e gli aprii io la porta.

Edric ed Emira erano sulla porta, entrambi con in mano diversi pezzi della batteria di Edric. "Oh, grazie Luz!" I gemelli entrarono con cautela nella stanza, posando la batteria a terra vicino ai pouf.

I gemelli si guardarono intorno, sollevando entrambi un sopracciglio. "Dov'è Mittens?" chiese Emira, posando uno dei piatti.

"Ehm, è di là." Feci un cenno, mentre il forte rumore continuava. I gemelli guardarono dove stavo indicando prima di rivolgersi a me.

"A fare cosa?" chiese Emira, con una punta di divertimento nella voce.

"Probabilmente cercando di strappare la pergamena di Boscha dalle sue mani..." dissi loro con una risata nervosa, facendo sospirare i due e scuotere la testa.

Emira si allontanò da noi due. "Vado a recuperarle" disse lamentandosi, sparendo dietro l'angolo. Edric si voltò verso di me, alzando un sopracciglio.

"Posso sapere perché sta cercando di prendere la pergamena di Boscha?" chiese con un sorriso sulle labbra. Scrollai le spalle e mi avvicinai al piatto che Emira aveva appoggiato.

Il piatto aveva denti affilati che ne fiancheggiavano il bordo, ognuno dei quali era quasi uniformemente distanziato. Aveva anche un piccolo occhio verde in cima, che fissava il vuoto davanti a sé. "Questa cosa è viva?" chiesi a Edric, toccando leggermente uno dei denti in basso.

"No, almeno non dovrebbe esserlo" disse Edric, guardandomi con un sorrisetto. Allontanai lentamente la mano, sperando che non cercasse di mordermi nel frattempo, cosa che fortunatamente non accadde.

Edric continuò a sistemare la batteria, assicurandosi che tutti i supporti grigio scuro, simili a ragni, fossero correttamente posizionati. Fissai gli stand, chiedendomi curiosamente perché fossero stati progettati in quel modo.

Poi, da dietro l'angolo, arrivò Emira, trascinando dietro di sé Boscha e Amity. Amity aveva un'aria irritata, con le braccia ben strette sul petto, mentre Boscha sembrava orgogliosa, con i capelli scompigliati che le spuntavano un po' da ovunque.

"Va bene Mittens, non si strozza Boscha, ricordatelo" disse Emira infastidita, agitando la mano e facendo cadere le due a terra come sacchi di patate. Boscha rise nervosamente e si allontanò un po' da Amity.

Amity guardò Boscha di traverso, facendo sì che quest'ultima continuasse a ridere. "Scusa Amity, ho pensato che volessi un piccolo ricordo." La giovane Blight sgranò gli occhi, allontanandosi leggermente dall'altra strega.

"Posso averne da sola a sufficienza prima che Luz se ne vada di nuovo" ringhiò, facendomi innervosire. Mi venne in mente che non avevo detto ad Amity o a Boscha che sarei rimasta, il che significava che erano ancora convinte che il nostro tempo insieme fosse limitato.

"Ah giusto, non ve l'ho ancora detto" dissi, attirando l'attenzione di Amity. Lei sollevò un sopracciglio verso di me, la confusione nei suoi occhi era evidente. "Non dovrai preoccuparti che me ne vada!" affermai rapidamente.

"In che senso?" disse lentamente, probabilmente stava già collegando i pezzi da sola. Boscha ne approfittò per alzarsi da terra e dirigersi verso Edric per proteggersi.

Scrollai le spalle, con uno stupido sorriso che mi si affacciò sul viso. "Nel senso che non me ne vado!" Amity si alzò in piedi, con le sopracciglia serrate e la testa leggermente inclinata verso sinistra. Emira guardò la sorella e sospirò, scuotendo la testa.

"Sis, intende dire che resterà nelle Isole Bollenti." Amity si girò a guardare la sorella e poi di nuovo me. "Cavolo, e io che pensavo che essere la migliore studentessa dell'Hexside ti avesse dato ottime capacità da investigatrice."

Amity mi guardò per conferma, con gli occhi spalancati dalla speranza. Con un sorriso, le feci un rapido cenno di assenso, osservando come le sue orecchie ricominciassero rapidamente a sventolare. Scosse leggermente la testa, riportando le mani sulle orecchie per farle smettere.

Iniziò a camminare verso di me, ma sua sorella la fermò. "Prima di placcarla di nuovo, facciamo l'audizione. Come ho detto poco fa, prima l'audizione, poi la riunione." Anche se capii che Amity voleva dissentire, si limitò ad annuire e a sedersi.

Guardai dietro di me Boscha ed Edric, che avevano quasi finito di sistemare la batteria. I due bisbigliavano tra loro, indicando alcuni stand.

Infine, si alzarono in piedi, mentre Edric schioccò la schiena un paio di volte con un sospiro. "Bene, è tutto sistemato qui. Sei pronta?" Si girò verso di me alzando un sopracciglio. Annuii, portandomi lentamente dietro la batteria e prendendo posto. Boscha sparì nella sala audio, poi tornò con il suo basso.

Guardando la batteria, mi assicurai di mettere il piede sul pedale della grancassa, facendo una leggera pressione per assicurarmi che funzionasse. "Allora, come la facciamo l'audizione?" chiesi, lottando per mascherare il nervosismo che stava lentamente salendo nella mia voce.

Amity si alzò, prese una specie di libro dal tavolo e si diresse verso di me. Aprì il piccolo libro, si fermò su una pagina e me la porse. Guardandolo, mi resi conto che si trattava degli spartiti.

"Guardalo velocemente, poi quando sei pronta cominciamo. Sarà come un'esibizione, quindi Ed ed Em terranno il conto di quante volte sbaglierai."

I gemelli presero una sedia e la portarono di fronte a noi, facendomi entrambi il segno del pollice in su. "E voi due cosa state facendo?" chiesi, guardando Boscha e Amity.

"Come ho detto, sarà come una performance." Mi diede una leggera pacca sulla spalla. "Quindi, faremo la nostra parte mentre ti ascoltiamo." Annuii, gli occhi scrutarono velocemente gli spartiti.

"Quante canzoni volete che faccia?" chiesi, senza alzare lo sguardo dallo spartito.

"Penso solo una, ma d'altronde tutto dipende da quello che vuole Mittens." Edric si appoggiò alla sedia, facendo attenzione a non cadere. Annuii lentamente con la testa, sfogliando la pagina e continuando a leggere.

In base a quanto avevo letto, questa era una canzone per verificare se riuscivo a tenere il ritmo. "Quindi devo solo tenere il ritmo senza dare troppo nell'occhio" pensai tra me e me, continuando a guardare la musica.

La porta d'ingresso dello studio si aprì sbattendo, facendoci sobbalzare tutti. Il libro mi cadde dalle ginocchia ed entrambe le bacchette quasi mi volarono via dalle mani. Guardammo tutti verso la porta e trovammo Matt in piedi con il volto corrucciato.

"Puoi smetterla di fare così?" sibilò Amity, il che fece solo alzare gli occhi a Matt. Entrò nella stanza, trascinando i piedi per tutto il tempo prima che i suoi occhi si posassero su di me.

La sua espressione, in qualche modo, divenne ancora più delusa quando mi vide dietro la batteria. "Oh, quindi l'um..." Il suo sguardo incontrò quello di Amity, che lo fece indietreggiare per un attimo. "...Luz è ancora qui." Matt finalmente si riprese, spostando lo sguardo da quello di Amity.

Si diresse verso la sala audio, passando accanto ad Amity, che teneva le orecchie abbassate per l'irritazione. Lei non gli disse nulla, anzi, si limitò a fissarlo mentre passava. Lo vidi borbottare qualcosa, con lei che si limitò a scuotere la testa.

Una volta rientrato nella sala audio, Amity sospirò e tornò verso di me. "Sei pronta per iniziare?" mi chiese, appoggiandosi al tavolo. Mi chinai, raccogliendo il libro dal pavimento e annuendo lentamente con la testa, tornando a guardare i quattro.

"Posso tenerlo aperto mentre suono, vero?" Indicai lo spartito, con un mezzo sorriso stampato in faccia. Speravo che dicessero di sì, perché se non l'avessero fatto sarei riuscita a malapena a suonare, visto che non avevo molto tempo per cercare di memorizzare la musica.

I Blight annuirono tutti. "Certo che puoi." Emira si appoggiò in avanti sulle ginocchia, appoggiando la testa sul dorso della mano.

"Cerca solo di non guardarlo troppo" aggiunse Edric, imitando le azioni della gemella. Sfogliai di nuovo la prima pagina che Amity mi aveva mostrato, guardandola velocemente un'altra volta. Gran parte del ritmo della batteria dipendeva dai segnali che mi avrebbero mandato sia col canto che col basso.

Facendo un respiro profondo, alzai lo sguardo verso i quattro e feci loro un cenno. "Ok, ci sono." Entrambi i gemelli sfoggiarono il loro caratteristico sorriso, appoggiandosi alle loro poltrone. Emira fece un cenno ad Amity, che guardò Boscha prima di annuire.

Entrambe cominciarono, il che lasciava solo una piccola finestra di tempo prima che dovessi cominciare anch'io. "Bene Luz, ricorda..." pensai tra me e me, guardando Boscha che iniziava a strimpellare il suo basso. "Ascolta i segnali, ma non fissarti solo su Amity che canta."

Ci fu un breve momento in cui si sentì solo il basso, poi Amity iniziò a cantare. Mi misi subito in moto, battendo velocemente le bacchette al ritmo giusto. Un colpetto sul tom sinistro, poi due sul tom destro.

Al momento era facile tenere il passo. Per un attimo presi quasi in considerazione l'idea di ascoltare Amity cantare, ma mi scrollai di dosso il pensiero. Sarebbe stato troppo facile per me distrarmi, e quindi troppo facile sbagliare.

Il tempo di Boscha cambiò e io mi affrettai a colpire il cembalo prima di cadere nel silenzio. Mi accorsi di essere un po' in ritardo, ma cercai di non pensarci. La gamba che non era sul pedale rimbalzava leggermente su e giù, ascoltando e aspettando.

"Cause after all this time, I'm still into you..." La sua voce angelica riempì ogni parte di me, facendomi girare la testa verso di lei. Aveva un piccolo sorriso sul viso, con gli occhi che guardavano tra i due gemelli. Uscii dal mio piccolo stato di trance, colpendo velocemente i tamburi nel loro ordine corretto, trasalendo quando colpii quello sbagliato.

Prendendomi mentalmente a calci per aver sbagliato, continuai con il ritmo, seguendo il ritornello. Poi, con la stessa velocità con cui il ritornello era iniziato, finì, riportandomi al ritmo di prima.

Il resto della canzone seguì questo schema, il che mi rese molto più facile ricordarlo. Mi diede anche un po' di spazio libero, e io potei concentrarmi un po' di più sulla voce di Amity, quella voce straordinaria che mi attirava così tanto.

E finalmente la canzone finì. Feci dei respiri profondi, stringendo forte le bacchette tra le mani. Poi sentii il suono degli applausi e alzando lo sguardo trovai i gemelli che applaudivano con sorrisi impressionati sui loro volti.

"Ottimo lavoro!" disse Edric, con gli occhi che brillavano di orgoglio. "Sei stata fantastica! Qualche errorino qua e là, ma c'era da aspettarselo."

"Soprattutto perché era la prima volta che leggevi lo spartito" aggiunse Emira, piegando le braccia sul petto. "Onestamente, però, sei stata davvero brava. Quasi quanto Edric." Mi sentivo raggiante per i loro complimenti.

Boscha si stiracchiò, togliendosi il basso dalle spalle prima di appoggiarlo al tavolo. Poi guardò verso di me, facendomi un cenno di approvazione prima di prendere il basso per il manico e portarlo nella sala audio.

Guardai Amity, che stava bevendo un sorso d'acqua. I suoi fratelli si alzarono e si diressero verso di lei prima di apparire alle sue spalle. "Che ne pensi, Mittens?" chiesero entrambi, facendola quasi soffocare.

Si mise una mano sul petto, deglutendo l'acqua prima di guardare i due. "Prima di tutto, non fatelo più. Secondo, che altro c'è da dire? Avete praticamente detto tutto voi." Emira sgranò gli occhi, Edric si limitò a scuotere la testa.

Amity si girò verso di me, con i fratelli ancora attaccati alle spalle. "Sei stata bravissima Luz." Il mio cuore batteva forte, la sua affermazione mi fece fare un grande sorriso da ebete. Mi alzai, posando delicatamente gli spartiti sulla batteria. "Domani ti faremo sapere i risultati."

La strega dai tre occhi tornò dalla sala audio, mentre Mattholomule la seguiva a ruota. "Finalmente avete finito?" chiese, senza nemmeno guardare nella mia direzione. Edric ed Emira si allontanarono dalla sorella, appoggiandosi ora alle spalle di Matt.

"Qual è il problema Matty? Pensavo ti piacesse la nostra musica." Edric fece un finto broncio, che fece solo alzare gli occhi del mago. Scacciò i gemelli, infilandosi le mani in tasca prima di fare qualche passo avanti.

"Infatti la vostra mi piace" ringhiò, lanciandomi un'occhiata di traverso prima di buttarsi su una poltrona a sacco. Tirando fuori la sua pergamena, brontolò qualcosa sottovoce, facendo drizzare le orecchie ai gemelli, con una sottile espressione di shock sui loro volti. Entrambi guardarono Matt, poi l'uno l'altro, poi Amity.

Tornarono verso di lei, entrambi stavano per sussurrarle qualcosa, ma lei li respinse. Amity alzò lo sguardo su di me, i suoi occhi incontrarono i miei, poi mi fece cenno di seguirla.

I miei piedi mi fecero avanzare prima ancora di rendermi conto di quello che stavo facendo. Raggiunsi rapidamente Amity, camminando dietro di lei. Dietro di noi, sentii i gemelli ridacchiare. "Wow Mittens, rubi Luz per te, eh?"

Amity scosse la testa e ci guidò dietro l'angolo, dove c'era un piccolo corridoio fiancheggiato da porte, ognuna con un nome in alto.

Passammo davanti alle porte dei gemelli e sotto i loro nomi, in grassetto, c'erano le parole "Sfigati odiosi" Scoppiai a ridere, accelerando il passo in modo da camminare fianco a fianco con Amity. "Che cos'era quello?" Indicai dietro di me le frasi.

"Una vendetta suppongo." La risposta di Amity fu schietta, il che mi fece pensare fosse arrabbiata, ma solo per un momento. Arrivammo alla porta di Amity che, come i suoi fratelli, aveva una scritta sotto il suo nome. Tuttavia, questa scritta era diversa, recitava "Mittens è un idiota!"

Lei aprì la porta e noi due entrammo, mentre la porta intanto si chiudeva dietro di noi con un leggero clic. La stanza non era molto grande, ma non era soffocante. C'era una scrivania sulla parete sinistra della stanza, con una sedia sotto di essa. Sopra la scrivania c'era un grande specchio circondato da piccole luci, che erano spente.

Poi, dall'altra parte della stanza, c'era una piccola brandina verde pino, un piccolo cuscino, ma non c'erano coperte. Mi avvicinai al lettino e mi sedetti al centro. Amity tirò fuori la sedia da sotto la scrivania e la fece girare in modo da essere rivolta verso di me.

Per un attimo si mise a maneggiare la parte superiore della sedia, poi i suoi occhi si allargarono. Fece un passo verso di me, tendendomi la mano perché la prendessi. Sollevai un sopracciglio, ma presi comunque la sua mano.

Mi fece alzare e nel momento in cui la sua mano lasciò la mia, mi tirò in un altro abbraccio. Fu un abbraccio che mi colse completamente alla sprovvista. "Questo è per prima" borbottò, dandomi un'ultima stretta prima di lasciarmi andare.

Mi strofinai i fianchi, mentre una risata mi saliva da dentro. "Accidenti Amity, avvertimi la prossima volta che vuoi togliermi tutta l'aria che ho in corpo." Amity rise, sedendosi sulla sua sedia mentre io tornavo a sedermi sul lettino.

"Be', ehi, scusa se sono emozionata. Voglio dire, rimani alle Isole Bollenti!" disse, senza nemmeno cercare di nascondere l'eccitazione nella sua voce. Era un po' strano vedere Amity così, invece della sua fredda controparte, ma era un bel tipo di 'strano'.

"Mi fa piacere che tu sia emozionata" dissi con un sorriso, mentre il mio sguardo si dirigeva verso l'angolo del suo specchio. I miei occhi si allargarono e mi alzai in piedi, dirigendomi verso il suo specchio. "Non è possibile!" dissi, inciampando improvvisamente e quasi cadendo a terra.

Riuscii a salvarmi aggrappandomi all'angolo della sua scrivania. Tirandomi su, mi avvicinai all'angolo dello specchio e tirai fuori la foto. "Ce l'hai ancora?" esclamai, mostrandole la foto di noi due, osservando le sue orecchie abbassarsi leggermente.

Lei si sforzò di pensare a una risposta, balbettando qualche parola comprensibile per un momento prima di dire finalmente "Sì, perché non dovrei averla ancora?" I miei occhi furono attirati da Amity in sottofondo, che stava ridendo.

"Non lo so, è solo che non pensavo che l'avresti avuta qui" mormorai, con un piccolo sorriso stampato in faccia. Con cautela, mi passai il pollice sul mio viso nella foto, ridacchiando di quanto sembrassi impacciata con la felpa con il cappuccio addosso. "Avrei dovuto portare la mia."

Rimettendo a posto la foto, mi appoggiai allo schienale della sedia di Amity. "Allora..." Iniziai a dire con una voce stupida, facendole alzare gli occhi al cielo. "Perché hai voluto tanto trascinarmi qui, mmh?~"

"Per stare un po' con te?" disse con un sorriso, il tono della sua voce mi diceva che pensava che fosse ovvio. "Intendo... per stare con te da sola, sai. Onestamente i miei fratelli avrebbero continuato a prenderci in giro, e Matt è là fuori..."

Le sue orecchie si bloccarono di nuovo contro la testa quando nominò Matt. "Sì, non credo di piacergli molto." Mi strofinai la nuca e feci una risatina nervosa, ricordando quello che Matt mi aveva detto prima.

Amity capì che c'era qualcosa che non andava. "Ti ha detto qualcosa?"

"Sì... ma non era niente!" Agitai le mani davanti a me e scossi la testa, sorridendo. Amity mi lanciò un'occhiata che mi diceva che non mi stava credendo, ma non indagò oltre.

Rimanemmo in silenzio per un momento, mi tolsi il berretto e mi passai una mano tra i capelli, arruffandoli leggermente. "Non ti piace proprio, vero?" chiesi, posando il berretto sulle gambe.

"No, non è questo." Lo sguardo di Amity si rifiutò di incontrare il mio, mentre stringeva le mani. "È solo che il suo carattere irascibile e i suoi commenti mi danno troppo facilmente sui nervi. Ma compensa con l'essere un ottimo sound director."

"E gli altri?" Amity si appoggiò alla sedia, agitando la mano destra in cerchio.

"Ai miei fratelli piace prenderlo in giro, ma non so cosa pensino davvero di lui. E Boscha... credo che lo tolleri e basta. Sinceramente non so sul serio cosa pensino" ammise la strega con una risata.

Entrambe tacemmo di nuovo, e il mio sguardo ricadde sul mio berretto. Mi venne un'idea improvvisa e, con un sorrisetto, lanciai il berretto ad Amity che emise un piccolo suono di sorpresa, poi abbassò lo sguardo sul berretto che aveva in grembo.

Mi guardò di nuovo, alzando un sopracciglio con un'espressione divertita. Le feci cenno di indossarlo, facendole scuotere la testa, ma lo indossò senza fare domande.

Sorridendo, mi alzai e mi avvicinai a lei, aggiustando leggermente il berretto rosso che aveva in testa. In piedi, feci un cenno di approvazione. "Ecco, dammi la tua pergamena."

"Perché ti serve?" chiese, strizzando gli occhi con un mezzo sorriso.

"Vedrai!" Amity sgranò scherzosamente gli occhi, ma tirò fuori la pergamena e me la porse. Con un sorriso eccitato, aprii la fotocamera della pergamena e feci qualche passo indietro.

Feci un pollice in su ad Amity. "Bene, ora mettiti in posa!" Amity sbuffò dolcemente, con un piccolo sorriso sul volto.

Fece il simbolo di pace con le dita e chiuse gli occhi, con un sorriso sbilenco sulle labbra. Feci rapidamente una foto e la guardai, assicurandomi che non fosse sfocata, e sorprendentemente non lo era.

Le restituii la pergamena, lasciandola sulla foto. Lei la guardò, e le sfuggì una risatina a bassa voce. "Allora, a cosa serve?" chiese, allungando lentamente la mano e togliendosi il berretto dalla testa.

"Be', primo, è per avere una bella foto. E secondo, quando avrò una pergamena anch'io, potrai mandarmela! Così avrò un piccolo ricordo di te nella galleria." Le feci l'occhiolino, notando come le sue guance diventassero lentamente di una tonalità rosa chiaro.

"Mi sorprende che tu non ne abbia ancora ricevuta una" osservò Amity, continuando a fissare la sua foto. Scrollai le spalle.

"È solo che non ho ancora convinto Eda a prendermela. Ma quando lo farò, sarai la prima ad avere il mio numero." La mia voce aveva un tono sottile e civettuolo. Amity sbuffò, scuotendo la testa.

Poi sospirò dolcemente, con un sorriso stampato in faccia, mentre premeva alcuni tasti del suo dispositivo. Poi mi lanciò di nuovo il berretto.

Rimettendomelo velocemente, mi guardai allo specchio per assicurarmi che fosse tutto a posto. "Ehi Luz?" Mi voltai, aggiustandomi leggermente il berretto prima di concederle la mia attenzione. "Vuoi fare qualche altra foto? Per avere altri ricordi?".

Un altro sorrisetto apparve sul mio volto mentre annuivo. I suoi occhi si illuminarono alla mia espressione, poi si aggrappò alla mia camicia e mi tirò giù al suo livello per guardarmi bene negli occhi. "Bene, ora fai una bella posa sennò ti costringo io!"

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