•Il dono degli Dei||storia di...

By dvrkacademia

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Vi siete mai sentiti a pezzi? Ecco, bene o male è la sensazione che io provo ogni giorno, anche perché presto... More

capitolo1
capitolo2
capitolo3
capitolo4
capitolo5
capitolo6
capitolo7
capitolo8
capitolo9
capitolo10
capitolo11
capitolo12
capitolo13
capitolo14
capitolo15
capitolo16
capitolo17
capitolo18
capitolo19
capitolo20
capitolo21
capitolo22
capitolo23
capitolo24
capitolo25
capitolo26
𝔩'𝔦𝔫𝔦𝔷𝔦𝔬 𝔡𝔢𝔩𝔩𝔞 𝔣𝔦𝔫𝔢
capitolo27
capitolo28
capitolo29
capitolo 31
capitolo32
epilogo

capitolo30

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By dvrkacademia

-Emma's POV-

Le lingue dei mostri sono viscide.
Davvero molto, molto, molto, ma molto viscide.
Schifosamente viscide, a dirla tutta.

E sinceramente, sarei riuscita a sopravvivere benissimo un altro bel po' senza sentirne dodici leccarmi il volto.

Non sapevo se interpretarlo come un segno di amicizia o come un gesto per infastidirmi, quello che fece l'idra non appena si era avvicinata a me.

Il fatto che avesse dodici teste dimostrava che qualcuno aveva già tentato più volte di tagliargliene alcune, e che quindi era probabilmente irritata, ma al contempo , era strano che non avesse già cercato di... non so, fondermi con il suo acido? Darmi fuoco?

Forse Nyx aveva impartito a tutti i mostri l'ordine di indebolirmi il più possibile, ma di non uccidermi, così da potermi finire con le sue stesse mani.
Era alquanto probabile, in effetti, che non volesse affrontarmi durante il mio apice di forza, giusto per avere la vittoria ancora più assicurata.

Non era un avversario onesto, non avrebbe cercato di sconfiggermi grazie alle sue sole capacità, ma al contempo non avrebbe voluto far attenuare la reverenza dei suoi sudditi e non solo, verso di lei, guadagnata grazie a violenza e terrorismo, perciò non avrebbe fatto fare tutto il lavoro sporco agli altri, o sarebbe sembrata debole.

Ad ogni modo, non riuscivo proprio a capire il motivo per cui un'idra, per indebolirmi, mi stesse leccando e non spuntando acido sulle mie gambe.
O meglio, sentivo che un motivo c'era, ma evidentemente non ero stata molto attenta durante la lezione sulle "Creature Mitologiche e come ucciderle" tenuta da Artemide a riguardo.

Saliva dell'idra. Saliva dell'idra. Saliva dell'idra.
Doveva avere qualche proprietà.

"Su Emma! Vedi di capire in fretta dove tu l'abbia già sentita e sbrigati a sconfiggerla!" mi ammonii mentalmente, continuando a scavare nella mia memoria.

Saliva dell'Idra. Saliva dell'Idra. Saliva dell'...Idra!
Conteneva una tossina velenosa, ecco cosa mi ero dimenticata!
Quel mostro non sparava solo acido, infatti, ma aveva anche la capacità di concentrare il proprio veleno, anche se diluito, nella saliva!

Mi battei il cinque mentalmente, per poi dare a Telos , fedelmente stretto al mio polso come un braccialetto argentato, la forma di spada e tranciare di netto tutte le lingue che mi stavano infradiciando la faccia.

Una volta fatto ciò, mi scostai velocemente dal mostro, rotolando lontano dalle sue teste verso sinistra, per poi correre via il più velocemente possibile dalla creatura che avevo decisamente fatto incazzare, anche perché non ci tenevo molto a prendere pure fuoco, altro potere dell'Idra.

Il veleno avrebbe potuto danneggiarmi, nonostante non fossi fatta di materiale organico?
Non sapevo proprio la risposta, e non ero certa di aver intenzione di scoprirla.
Ero però altrettanto consapevole che presto lo avrei appreso, che lo volessi o meno, perciò mi imposi di continuare a combattere e fregarmene, che tanto di qualcosa sarei morta entro la fine della giornata.

Non lo avevo specificato prima?
Bhe, lo farò ora.

Quel giorno, in ogni caso e indipendentemente dall'esito della mia missione, io sarei morta.
Al 100%, senza un minimo di dubbio o margine.

Entro quella sera, avrei combattuto con Nyx, a meno che non fossi morta prima, e a quel punto, sia che perdessi, e venissi uccisa dall'Oscurità Abissale, sia che vincessi, o raggiungessi il mio scopo, i miei cocci si sarebbero disgregati una volta e per sempre.

Il mio compito, di cui non mi sarei potuta godere la riuscita, era cadere sulla terra lattiginosa, non rossa.
In un campo libero da cadaveri e dall'oscurità, in cui rimbombano risate e i corpi si riuniscono, dato che i cuori, in realtà, sono stati sempre vicini.

Lo avevo detto a qualcuno? No di certo.

Non avrei voluto rovinare l'umore degli ultimi giorni della mia esistenza, e comunque non mi ero aperta così tanto riguardo la mia missione con Laurence.

A proposito, dove diavolo era finito quel ragazzo?

Mi guardai velocemente intorno, incrociando le dita di mani e piedi nella speranza di non vedere il suo corpo sbrindellato e riassemblato in strane posizione stile Tetris, ma purtroppo non riuscii a scorgere nessuno intorno a me.

Quell'improvvisa mancanza di mostri, Idra lecca-faccia compresa, era decisamente troppo strana e incredibile per essere vera, così mi chiesi cosa potesse averla causata.

Che Nyx mi stesse isolando per darmi una migliore visuale sul campo intorno a me, e perciò un vantaggio, e poi dimostrare come lei potesse sconfiggermi indipendentemente dal numero di aiuti da me ricevuti?

Mh, no, non molto credibile in effetti. Figurarsi se una dea tanto disperatamente decisa a vincere e ad instaurare il suo dominio su tutto e tutti cercasse di concedermi un benchè minimo spiraglio di vittoria.

Ma allora perché avrebbe dovuto lasciarmi libera la visuale?

Cos'è che voleva tanto che io vedessi?

Un improvviso dolore alla mano destra mi costrinse a fermarmi un attimo, e a concentrarmi su essa.

Era come se la pelle mi si stesse disgregando, sebbene io materialmente nemmeno ce l'avessi, ed era terribilmente doloroso e improvviso.

Cercai di capire allora quale potesse essere la causa di quella sensazione, così guardai la mia mano, e per poco non feci un salto per lo stupore.
O meglio, più che per lo stupore, per il ribrezzo.

La mia mano, infatti, era completamente avvolta da una specie di guanto bavoso di uno strano colorito per me non definibile e fortunatamente inodore, e mi ci volle un attimo per capire che fosse stata una delle teste dell'idra a lasciarmi quel bel regalino.
Eppure, in tutti gli altri punti in cui ero stata leccata non sentivo un bruciore così intenso.

"Pensa Emma, pensa" mi ripresi mentalmente, con le parole che spesso mia madre Atena mi rivolgeva, per cercare di capire come fosse possibile una cosa del genere.

Che solo una delle teste del mostro avesse effettivamente la saliva velenosa?
Tecnicamente, non avrebbe dovuto essere possibile.

E se invece- no. Non aveva senso continuare a fasciarsi la testa su un qualcosa di non ben spiegabile quando mi si stava per staccare una mano.

Cercai allora di pulirmela, scuotendola a destra e manca e strisciandola per terra, senza ricorrere all'uso di altre mie parti del corpo o vestiti per evitare di farmi ancora più male.

Purtroppo, un sottile strato di saliva non voleva proprio decidersi ad andarsene via, così cercai di richiamare Telos per trasformarlo in una specie di asciugamano.
Mi guardai allora il polso, aspettandomi di vederlo legato lì sottoforma di bracciale.

Peccato che non ci fosse.

Mi chinai a terra per accertarmi che non fosse caduto da qualche parte, anche se pure il fatto che fosse caduto non sarebbe stato un bel segno a priori, ma niente da fare.

Mi guardai per sicurezza anche l'altra mano, quella insalivata, anche se era ancora difficile farlo data la patina lucida sopra.

Niente anche lì, se non una specie di alone grigiastro nei pressi del polso.

Ma perchè avevo un alone grigiastro sul...oh no.
Avevo trasformato la mia arma, la mia unica arma, in un braccialetto argentato.
E in quel mi ritrovavo con una mano dolorante, una macchia grigia, data dal metallo sciolto, sul polso, disarmata e con tanta voglia di continuare l'impresa.

Insomma, ci ero affezionata a Telos. Era grazie ad esso che sarei riuscita a sconfiggere Nyx nei miei sogni, ormai volatilizzatisi.

Evidentemente Tyche ce l'aveva proprio con me, quel giorno.

A conferma di ciò, nemmeno dieci secondi dopo essermi resa conto di non avere più alcunché se non me stessa per riuscire a sconfiggere l'entità più forte del creato, giunse alle mie orecchie un grido.

-"Emma! Emma!? Dove sei?"-

Lo ammetto, la prima volta che sentii tali parole, pronunciate dalla voce di Eris per di più, le ignorai completamente, continuando a disperarmi per la perdita di Telos.

Ci fu poi una seconda volta, e una terza, e una quarta.
Alla quinta, in cui alle esclamazioni si aggiunse anche un "Ti prego", realizzai che probabilmente sarei dovuta andare perlomeno a controllare perché avesse bisogno di me.

Non mi ero resa conto di aver assunto una posizione fetale durante i deliri sulla mia prossima morte per mano di Nyx, anche perché ero troppo presa dallo shock bruciante della cosa, così dovetti pure fare lo sforzo di alzarmi, oltre che quello di camminare verso di lei.

I primi passi che mossi erano traballanti, e questo mi fece rendere conto che effettivamente le lotte contro tutti quei mostri mi avevano un po' stancata.
Dovevo però mostrarmi ferma e forte, almeno fino al momento dello scontro con la dea, e non avrei voluto destare le preoccupazioni dei miei... chiamiamoli alleati, lì nel Tartaro con me.

I miei piedi, perciò, spinti da una rinnovata ondata di convinzione, iniziarono a slittare con velocità sul terreno friabile e a smettere di aggrapparsi con disperazione ad esso.

Procedetti nella direzione dalla quale mi era parso che la voce di Eris provenisse totalmente alla cieca, dato che non riuscii proprio a scorgere nessuno di loro.

Avanzai allora un paio di metri, tenendo occhi e orecchie ben aperti, fin quando non mi si stagliò davanti una scena che difficilmente riuscirò a dimenticarmi.

E no, questa volta non è in positivo come quando ho visto papà Ade vestito da unicorno.

Nyx era ritta e fiera, nemmeno avesse un palo in cu- emh, e davanti a lei si riuscivano ad individuare a malapena tre semidei, circondati da una sorta di nebbiolina scura.
Non sembravano passarsela alla grande.

Probabilmente loro erano gli amici di Laurence, quelli che erano stati incaricati di raccattarlo. Era ovvio che il Campo li avrebbe mandati.
Oppure erano semplicemente dei folli, con uno scarso spirito di autoconservazione, che avevano deciso di riportare il semidio a casa.

Ciò che mi fece gelare il sangue nelle vene, metaforicamente parlando dato che non ho né vene né sangue, lo vidi una volta abbassato lo sguardo.

Ai piedi di Nyx, infatti, in parte coperte dal mantello di oscurità della divinità, potei scorgere con nitidezza la sagoma di due gambe, mollemente riverse al suolo, con il paio di New Balance più imbarazzante e infantile e brutto che avessi mai visto.

"Laurence"

Pensai istantaneamente, avvertendo l'impulso di andare a soccorrere il mio unico amico.
Poi mi sembrò di avvertire la mano di mia madre Atena tirarmi i capelli, e la sua voce imporre di fermarmi a riflettere.

Dov'era finita Eris, in tutto questo?

Era stato il suo richiamo a condurmi lì, ma dove si era cacciata?

-"S-sei.. un p-po'.. acciaccata mamma~"-

Oh, eccola lì, in ginocchio davanti a Nyx, con le braccia e le gambe coperte di icore dorato e uno sguardo decisamente non molto carino e coccoloso, e un cappio di buio che le stringeva il collo.

L'unico dettaglio che mi stava sfuggendo, e che proprio non riuscivo a comprendere, era il motivo per cui lei si stesse facendo pestare dalla Notte senza nemmeno mettere in atto una benché minima tecnica offensiva a propria volta.

Le sue mani, infatti, erano saldamente ancorate al suolo, in tensione per lo sforzo che stavano eseguendo, come il suo sguardo concentrato e il lieve tremore del suo corpo e della sua voce testimoniavano.
I suoi capelli, sempre morbidi come una carezza mortale, erano in quel momento arruffati e scomposti, così come la sua veste, che aveva assunto un tono più verso il dorato e la forma tipica di un peplo greco.

Quest'ultimo le compariva indosso solo una volta assunta la propria forma divina di livello medio, diciamo, anche perché se avesse assunto quella di livello massimo non sarebbe stato nemmeno possibile riuscire a guardarla, ma nonostante ciò riuscivo a malapena ad avvertire la sua presenza.

-"Non fare l'arrogante con me, Eris.- replicò Nyx, accompagnando queste parole con un calcio ben assestato sulla sua mandibola.- E vedi di smetterla di proteggere quegli stupidi mortali, la gentilezza non ti porterà da nessuna parte."-

Proteggere- no aspettate, cosa?

Eris stava usando i propri poteri per fare da schermo ai semidei?
E da quando si era trasformata in una persona altruista?

-"Sto solo cercando di stancarti mentre lei arriva."-

Avevo la vaga sensazione di essere io la "lei" di cui Eris stava parlando.
Sarei quindi dovuta entrare in scena così, senza esitazione?
Non so, magari con un discorso molto figo o una frase ad effetto?

Un bagliore luminoso catturò improvvisamente la mia attenzione.

Proveniva da uno specchietto, abilmente manovrato da un ragazzo riccio, occhialuto e con le mani sporche di terra, perciò si trattava del Richard di cui tanto Laurence mi aveva parlato.
Lo guardai confuso, e lui si esibì in una strana serie di gesti apparentemente senza senso.

Che fosse stato posseduto?
Nah, difficile.

Che stesse facendo un balletto apotropaico?
Insomma, tradizione ormai desueta, ma chi sono io per giudicare.

Poi, in un lampo, compresi che stava cercando di comunicare con me nella lingua dei segni, che ovviamente io conoscevo a malapena, un qualcosa che riguardava un... pesce?
Oh no, quello era il modo di dire attacco.
O forse... no, ma che c'entravano ora gli spaghetti?

Credo di dover ritrattare la mia affermazione precedente: io non ne capivo assolutamente nulla della lingua dei segni.

In compenso, avevo ben o male intuito che lui mi stesse chiedendo di entrare in scena e di distrarre Nyx, così da dargli la possibilità di avvicinarsi a Laurence.
Per farci cosa poi, mi era ignoto, ma intanto ero certa che sarebbe stato più d'aiuto lui di me, data la sua espressione terrificantemente risoluta.

Dovevo intervenire. E dovevo farlo subito.

Così, decisi di lasciar perdere i miei complessi sulla giusta frase da pronunciare, e mi limitai ad avvicinarmi a lei e a tirarle un bel pugno dritto dritto nei denti.

Non si aspettava quel genere di approccio da parte mia, era abbastanza palese dalla sua espressione stupefatta.
Forse non l'avevano informata della mia passione per le risse.
Discendo pur sempre da Ares, insomma!

Nemmeno Eris lo aveva previsto, anche se era abbastanza a conoscenza della mia indole aggressiva, dato che ha preso più coppini miei che chiunque altro, e non potei impedire ad un sorrisetto vittorioso di capeggiarmi sul volto.
Non potevo però permettermi di perdere tempo a gongolare davanti alla mia ex, o in generale con lei, anche perché dovevo gestire una divinità ancestrale discretamente infuriata a qualche metro da me.

-"I tuoi genitori non ti hanno insegnato le buone maniere?"- sibilò Nyx contro di me, dopo aver fatto qualche passo barcollando.

Per quanto grottescamente, ero riuscita almeno a farla allontanare dal corpo di Laurence.

-"E pensare che stavo proprio per venirti a cercare, dopo aver procurato un graffietto a mortale uno e due."- aggiunse poi.

Sicuramente uno dei due mortali che aveva ferito era Laurence, dato il suo pallore mortale e la discreta quantità di sangue intorno al suo collo.
L'altra invece era una biondina, accasciata a terra nei pressi di una terza persona, ed era praticamente svenuta e con un graffio profondo nei pressi di una mano.

Che li avesse colpiti con una delle sue schegge?
Possibile, anzi, davvero molto probabile data la passione di Nyx per le morti lente e dolorose.
Non l'avevo mai vista usarne una dal vivo, anche perché erano un'arma che aveva messo a punto abbastanza di recente, e perciò non ero nemmeno sicura di avere un modo per contrastare il loro effetto.

-"Ow, ma guarda come sono adorabili. La figlia di Ecate crede di aver trovato un modo per fronteggiare le mie schegge. Imbarazzante."- sbuffò con uno strano tono tenero, impietosita dal disperato tentativo dei semidei di guarirsi e rimanere in vita.
Luna infatti, o almeno mi pareva che si chiamasse così, si era avvicinata all'orecchio di Sky, tecnicamente, dato che era quello il nome dell'altro membro del gruppetto, e stava comunicando quello che, secondo Nyx, era un piano presunto per aggiustare la situazione.

Il tono con cui lo disse, unito all'arroganza e superbia che in quel momento era chiaro che lei sentisse, mi fece infastidire ancora di più.
Cosa pretendeva, scusa? Che si arrendessero senza nemmeno provare a salvarsi?

Non potevo permettermi però di distrarmi ancora, ero certa che tutti loro se la sarebbero cavata alla grande, altrimenti la dea ne avrebbe di certo approfittato.

-"Hey vecchiaccia, sei in vena di vanagloria?"- le domandai io con disprezzo ed ironia.
Forse avrei dovuto smetterla di affibbiare l'appelativo "vecchia" e simili alle divinità che mi stavano antipatiche.
Forse, ma non avrei di certo smesso quel giorno.

-"Ma se ho la pelle più liscia della tua!"-
Oh, colpita sul vivo.
La sua vocetta petulante era come musica per le mie orecchie, segno che, nonostante tutto, Nyx era una divinità narcisista come praticamente ogni altra.

-"Verifichiamo."- proposi io, mentre scattavo in avanti e le tiravo un altro colpo dritto sul naso.

Questa volta però apparve meno impreparata, e sebbene il pugno fosse andato a segno non l'aveva scalfita più di tanto.

-"Ti hanno mai detto che nella civiltà evoluta non si usano le mani per combattere?"- continuò lei.

Alle mie spalle avvertì il rumore di qualcuno che si alzava in piedi, segno che i ragazzi si stavano mobilitando per realizzare il piano escogitato magari pure con l'aiuto di Eris.
Dovevo continuare a tenere occupata Nyx e a distrarla.
Dovevo fare in modo che tutte le sue attenzioni si concentrassero su di me.
Dovevo sfoggiare la mia impeccabile tecnica Kata, imparata dopo quasi due anni di lezioni di karate impartitemi dalle divinità shintoiste.

Mi misi allora nella posizione di partenza, mentre ripassavo mentalmente i movimenti che avrei dovuto eseguire di lì a poco, tutto sotto lo sguardo esilarato di Nyx.

-"Chi credi di essere, Emma? La versione di coccio di Kung Fu Fauno?"- scherzò, chiamando in causa uno dei cartoni più belli trasmessi nelle reti olimpiche e divine.

Non mi lasciai scoraggiare dal suo scherno, sfruttai anzi il suo disprezzo per coglierla ancora più di sorpresa con una serie ordinata di calci e colpi precisi, quasi scenografici, e farla indietreggiare ulteriormente.

Non era un granché nei combattimenti corpo a corpo, quindi. Buono a sapersi.
Dalle informazioni che mi avevano dato, questo non era trasparito.

-"Stai usando le mani e le gambe perché hai perso la tua arma, non è vero? Oh, tranquilla, non rispondermi, lo so già."-

Oh porco Crono.
Nemmeno dieci minuti e già mi aveva sgamato?

-"Il destino è dalla mia parte, Archè. Questa è solo l'ennesima prova."-

Come smentirla. Non per questo mi sarei mai permessa di arrendermi, ad ogni modo.

-"Già la mia vittoria era assicurata prima di questo scontro, ora, se possibile, è ancora più certa."-

Eravamo in due a pensarlo, sinceramente, ma avrei fatto di tutto per impedirlo.

-"Non ti va di mettere fine alla guerra subito, mh? Qui, davanti ai tuoi amici? Non ti piacerebbe poterli deludere in diretta?"-

Oh, ma che la piantasse. Almeno io degli amici ce li avevo.
Circa.

Non ebbi il tempo di replicare, però, dato che un rombo di tuono fece tremare il suolo sotto i miei piedi.
Mi girai fulmineamente, e lasciai per un attimo perdere tutte le precauzioni sul non essere presa alle spalle, ma ne valse davvero la pena.
Oh si, eccome se la valse.

Davanti a me, infatti, si era delineato il più favorevole degli scenari possibili, e tutto grazie all'intuizione che la semidea mezza morta aveva avuto, a quanto pareva.

Richard, infatti, collocato tra Laurence e Luna, stava tenendo le proprie braccia appoggiate alla spalla dell'uno e dell'altra.
La cosa davvero strabiliante, però, era la luccicante aura rossa che lo stava circondando, abbinata ad una crescita improvvisa dei suoi muscoli e della sua statura.
Le sue braccia, ora grandi come quelle di un palestrato professionista, erano venate di nero, segno che stava riuscendo a togliere l'oscurità dai corpi dei due ragazzi feriti.
Come ciliegina sulla torta, sulla sua testa capeggiava l'emblema della cabina 5, ossia la sagoma di un cinghiale.
Era stato benedetto da Ares, quindi.

Tirai un temporaneo sospiro di sollievo, e ringraziai mentalmente le divinità per non averci del tutto abbandonato in un simile momento critico.

Peccato che, nonostante l'intervento di Richard, solo Luna si fosse praticamente del tutto ripresa.
Laurence infatti non dava alcun segno di vita, e si ostinava a tenere gli occhi chiusi.

Che fosse davvero...?

No. Non lo avrei accettato. Non fin quando non avrei potuto fare qualcosa per guarirlo.

Ma cosa?

Non ero una grande esperta di medicina, anche perché avevo imparato da Apollo solo alcune nozioni di base per sopravvivere, e queste non riguardavano di certo degli aspetti di cui il mio corpo argilloso non era dotato.

Pensando ad Apollo, però, realizzai che in realtà forse qualcosa avrei potuto fare.

Il potere della medicina allo stato puro, la quintessenza del mio padre divino, era in mio possesso da tempo memore.
Mi rimproverai allora mentalmente per non averci pensato prima.

La luce di Apollo, con la quale avrei dovuto guarire ogni mia ferita durante lo scontro finale contro Nyx, avrebbe di certo salvato Laurence dalla morte certa a cui stava andando incontro.
Donandogli essa, però, avrei azzerato le mie possibilità di vincere agevolmente e sopravvivere prima di venire disgregata dal Fato.

Sinceramente? Non me ne importava.

Io non ero stata creata per vivere a lungo, ma solo per adempiere ad uno scopo.
Lui invece no, lui doveva vivere.
Lui aveva una famiglia vera, un fratellino che lo aspettava a casa, degli amici e degli altri fratelli al Campo, dei grandi sogni nel cassetto e qualcuno che lo amava.
Il suo filo era ancora molto lungo, e le Parche non lo avrebbero tagliato oggi.

Così, dopo aver preso un respiro profondo, nonostante non avessi né i polmoni né bisogno di aria per esistere, staccai un pezzo della mia anima, di ciò che mi componeva, come mi avevano insegnato a fare in caso di necessità i miei genitori divini.
Faceva male, terribilmente male, o almeno me lo avrebbe fatto se me ne fosse importato qualcosa.

Con un gesto secco e deciso, scagliai poi quella sorta di palla luminosa che mi si era creata fra le mani proprio sul collo del mio unico amico, aspettando che qualcosa accadesse.

Per un tempo interminabile non successe nulla, e non si sentì nemmeno un rumore provenire da tutte le persone intorno a me.
Probabilmente erano tutti troppo confusi o sbalorditi da ciò che avevo fatto.
Poi, pian piano, la ferita cominciò a rimarginarsi, e il volto del ragazzo a riprendere colore.

Come ritornato in superficie dopo un rischiato annegamento, Laurence aprì gli occhi all'improvviso, e inspirò con avidità l'aria putrida del Tartaro.

L'impulso di correre da lui e stringerlo il più forte possibile, così da dirgli un ultimo ciao, quasi prevalse sul mio autocontrollo.
Mi resi conto, allora, che mi sarei sgretolata senza averlo mai abbracciato.
Sebbene lui fosse discretamente appiccicoso, infatti, io non lo avevo mai stretto a me di mia spontanea volontà in quei giorni passati insieme.
Non ero molto brava a dimostrare il mio affetto, mi sa.
Eppure, forse lui ne avrebbe desiderato almeno uno, forse se mi fossi avvicinata solo per...

-"Emma! Che cos'hai fatto?!"-

Ad interrompere i miei pensieri, fu la voce di Eris, stravolta dalla sorpresa e dal dolore.
Mi ero dimenticata, per un istante, di avere un pubblico intorno a me.

-"Sei un'idiota! Ti sei condannata a morte così! Se solo avessi aspettato qualche minuto ancora.."-

La sua voce scivolava sulla mia pelle, e mi sembrava quasi di non riuscire a comprendere bene le parole che stava pronunciando.

"Qualche minuto ancora"? Che cosa stava dicendo?

-"Lo so, quello che hai pensato. Ti conosco. Anche tu meriti di vivere, sei molto di più di un semplice scopo! Anche tu hai dei sogni, me ne hai sempre parlato! E anche tu sei amata!"- dichiarò in tono struggente, incapace di trattenersi ormai.

Forse aveva ragione, almeno in parte.
Ma non mi ero pentita della mia scelta.
Non me ne sarei mai pentita.

Non avevo compreso appieno il significato della parola "amico" prima di conoscere Laurence, lo ammetto.
In questa narrazione non gli ho mai reso giustizia, ma potrei scrivere fiumi di parole su quanto sia stato importante e cruciale nell'impresa e per me.
E avrei sempre messo lui e il suo benessere davanti ad ogni mio bisogno.
(Nota di Laurence= Testa d'alghe, la vuoi piantare di farmi piangere?)

-"Aspettare qualche minuto cosa, figlia? Che intendi? Chi credi verrà in vostro aiuto ora? Siete soli e spacciati. Lo siete sempre stati."- si intromise Nyx, evidentemente sul punto di scoppiare a ridere.
Le avrei tirato volentieri un pungo in faccia, il terzo della giornata, ma in realtà incuriosiva anche me la risposta alla domanda posta dalla dea.

-"Intende questo."-

Affermò un'altra voce, che non sentivo da una discreta quantità di tempo, accompagnata da un bagliore quasi accecante e da un brusio di sottofondo un poco fastidioso.

-"Mamma?!"-

Esclamai io sconvolta, ritrovandomi davanti alla figura di Era.

-"Mamme, vorrai dire!"- Ora a parlare era stata Afrodite, con il suo solito sorriso fra il dolce e l'accattivante.

-"Potresti usare genitori, più generico ed inclusivo"- propose Artemide, appoggiata al suo arco argenteo, mentre mi faceva l'occhiolino.

-"Che cosa ci fate qui?"- non potei fare a meno di domandarlo, oltretutto con una voce tremolante per lo stupore.

-"Che domande! Siamo qui per rendere il tuo scontro ad armi pari! Soprattutto ora che hai dato via il mio dono"- sbottò Apollo, al limite fra un rimprovero e un incoraggiamento.

-"Ma come-"-

-"Non c'è tempo per i ma! Capirai tutto una volta afferrata la spada."- disse sbrigativo Efesto.

-"Che spad-"-

Non feci nemmeno in tempo a finire la domanda che sbucò Poseidone fra le spalle di Demetra ed Ade, con in mano un grosso e smisurato oggetto luminoso.

-"È quasi lungo quanto il mio c-.. Ahi!"- Prima che potesse finire la propria affermazione, Sky ricevette un colpo sulla nuca dalla non poi così cadaverica figlia di Ecate.
Mi era piaciuta la sua capacità di sdrammatizzare, e la ammiravo anche alquanto.
Oh, ed era anche stato bello poter scoprire di non essere l'unica ad esplicitare i propri sentimenti tramite le pacche più o meno amichevoli.

-"Non ci credo, allora avete davvero deciso di rendere questo scontro la resa dei conti"- a corto di fiato, presa dai propri ragionamenti, Eris si unì alla conversazione con enigmaticità.

-"Aether? Sul serio?"- domandò invece Nyx sbuffando.

Avevo già sentito quel nome.
Ne ero certa.
In quel momento però, l'unica cosa che ricordavo era che si riferisse alla divinità primigenia della Luce, ma nient'altro.

-"Prendila, Emma. Prendi la spada."- mi intimò Ares.

-"Prendila, se vuoi conoscere la verità."- dichiarò con gravità Atena.

Allungai allora la mia mano in avanti, tenendola ben protesa verso la schiera dei miei genitori e la spada che essi, o meglio le loro proiezioni, tenevano, fluttuò verso di me.

Chissà cos'avrei visto, una volta afferratala.
Chissà se avessi scoperto una volta per tutte la verità, o una strategia per battere Nyx.
Chissà se invece non fosse successo niente.

Quello che sapevo però era che, una volta toccata, la mia impresa, il mio pensiero e quella che era stata la mia concezione della vita e del mondo divino fino a quel momento sarebbero cambiati completamente e irreversibilmente.

E infatti, avevo proprio ragione.

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Ave semidei :)
Vi chiedo sinceramente scusa per la mia ennesima assenza, soprattutto ora che la trama è così tesa, ma ecco che per rendervi un minimo più felici ho cercato di mettervi un capitolo con azione/ship e addirittura una vita salvata!
Scrivere di così tanti personaggi è un po'.. particolare, spero di non averlo fatto male! È stato molto divertente però ;)

Ho un'ultima domanda per voi oggi:
se solo una ship potesse essere resa canon, quale scegliereste? E perché?

Rispondetemi, se vi va, apprezzo sempre tantissimo i vostri commenti!<3

Comunque a presto ( spero ), ci vediamo con gli ultimi capitoli!

-CLB🌙

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