Resta con me

Oleh markshade

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COMPLETA~ Livia è una studentessa italiana. Si è trasferita in Canada con la famiglia dove inizia una nuova v... Lebih Banyak

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11 (Parte 1)
Capitolo 11 (parte 2)
Capitolo 12
Capitolo 13
Extra
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Epilogo

Capitolo 31

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Oleh markshade

Guardo fuori dal finestrino. Gli alberi corrono lungo la strada ad una velocità tale che non mi permette di soffermarmi su nessuno di loro. La macchina balla, dai sedili di dietro si sente ancora di più. La musica crea un leggero sottofondo che mi infastidisce, tutto mi infastidisce. Mia madre si gira dal sedile davanti e mi guarda sorridendo.

"tutto bene amore?". Mi stacco dal finestrino guardandola e annuendo con un sorriso timido. Sappiamo entrambe che ultimamente sorrido più per lei che per me. Non voglio che si preoccupino per me, voglio che siano felici.

"Ho sentito la nonna ha detto che la il tempo è bellissimo" la mamma cerca di alleggerire la situazione ma sappiamo tutti che non le sarà felice questa volta. Babbo continua a guidare in silenzio, non mi guarda e credo di sapere il perché. Mi vengono le lacrime agli occhi e per non farmi vedere ritorno a guardare fuori dal finestrino. Mi dispiace.

Mentre cerco di rimandare indietro le lacrime, gli alberi cedono il posto al cemento, il traffico si fa più fitto e le macchine aumentano.

Lo sforzo di trattenere le lacrime mi provoca un forte dolore su tutta la mascella e sento che la testa comincia a farmi male. Non mi piace piangere ma ultimamente sembra che sappia fare solo quello.

La macchina si ferma e per la prima volta mio padre si gira e mi guarda. "Siamo arrivati"

Pochi giorni prima

Ok... l'ho presa male. Ho preso una di quelle bastonate che non penseresti mai di ricevere finché non te la ritrovi sulla testa. Tu la guardi e lei con un cazzo di sorriso sadico ti riguarda salutandoti pronta ad infliggerti dolore... ma quello serio, un dolore che io pensavo di non poter provare.

Sono sempre stata solare, sorridente e positiva, non mi sono mai buttata giù anche perché ritengo che le cose possono sempre andare peggio. Ma per la prima volta io... io non riesco a vedere il peggio.

Brutus ha trovato la sua compagna.

Buffo vero? Cinque minuti prima mi sussurrava che ero la sua vita e poi tremava per l'emozione di aver trovato la sua compagna... la sua metà.

Cammino per il corridoio guardando per terra e stringendomi sempre di più nella felpa. Mi avvicino alla mia aula. Prima ora, storia. Una gioia.

Mentre attraverso la soglia della stanza sento una risata. Cristallina. Pura. Stronza. Se è possibile mi rintano ancora di più nella felpa. Ci voglio annegare.

Mi siedo al mio banco, terza fila, finestra. Bene adesso l'unica cosa che devo fare è ignorare tutto, fissare la lavagna e sentire di come il generale Caster abbia sterminato intere tribù di indiani. Questo è quello che ho intenzione di fare.

La campanella suona e gli altri studenti si affrettano a sedersi. Ancora quella risata. Ora spacco tutto. Sul serio... dovrei essere triste, delusa, in piena crisi di pianto... ma in realtà vorrei... vorrei solo... spaccare tutto.

Guardo fuori dalla finestra per calmarmi... piove, strano. Che tempo di merda. Chiudo gli occhi cercando di pensare a casa. Al sole, alle colline verdi, al vento che ti alza la maglietta, alla tranquillità della campagna e al suono delle cicale.

"Livia" il mio nome. Mi giro e trovo Charlotte seduta accanto a me. "Livia" ripete. Purtroppo nel girarmi per guardarla ho una perfetta visuale di Brutus e Ariel... si Ariel come la fottuta sirenetta... ovviamente non si poteva chiamare Cacca fumante... eh no... una maledetta principessa.

Lui ha un braccio sulle sue spalle e ridono, le mani intrecciate.

Fanculo

Fanculo

Fanculo

Lui si gira... ed è sempre bellissimo. Brutus è il ragazzo più bello che abbia mai visto. I suoi occhi si puntano nei miei. Ci guardiamo... ma io non li riconosco. Questi sono gli occhi dell'alpha, del lupo, verdi scintillanti. Non ho più visto il marrone da quel giorno, non ho più visto il mio Brutus... questo è... questo non è lui.

"Amore" Ariel gli tocca il braccio e il nostro collegamento si spezza, proprio come quel giorno. Lui torna da lei. Distolgo subito lo sguardo. Non voglio vedere... io non voglio.

"Livia" Charlotte mi richiama per la terza volta. Le sorrido debolmente perché alla fine oggi non mi sento come al solito.
"Mi dispiace... tu non sai quanto" mi prende una mano e la stringe. Io guardo le nostre mani ma le sento fredde.

L'unica che ha perso qualcosa sono stata io. Tutti hanno accettato la nuova situazione senza muovere un dito... nessuno si è messo contro l'alpha. Quello che lui dice è legge... io sono solo un'umana per loro... niente di più.

Alla fine però io non volevo far parte di tutto questo, quindi va bene così... no?
"Non importa Charlotte" mento. Ultimamente sono sola, lei ormai fa parte del branco, sta con Scott.

Sento di nuovo la risata di cacca fumante. Stringo i pugni. "Quello che ti è successo non è giusto... io ne ho parlato con Scott" come se potesse fare qualcosa, nessuno si è mosso. Alzo le spalle.

Mi sono rotta quel giorno... sento che c'è qualcosa che non va... io mi sento ferita ma come un bravo serpente non lo faccio vedere. Riesco meglio a mostrare l'indifferenza che il dolore.

"Livia davvero... io..." "Charlotte"

La sua voce.

Lei si gira e lo guarda. Io non ci provo nemmeno so già cosa vedrei. "Vieni qua... Ariel ti vuole parlare" Charlotte punta i suoi occhi nei miei. Vedo dolore e rimorso... lei mi vuole ancora bene e questo mi fa bene. Le sorrido... veramente. Lei non ha colpe, non posso farle venire i sensi di colpa.

"Vai... tranquilla" le prendo la mano e le sorrido. È come se gli stessi dando il permesso. Lei mi stringe la mano mi bacia la guancia e va verso di loro. La guardo sedersi e sorridere in modo forzato ad Ariel che la guarda male. Sento gli occhi di Brutus addosso... sorrido, che ne dici di un po di insoburdinazione? 2 pari stronzo.

***

La lezione finisce e mi incammino per i corridoio della scuola. Ancora non so bene dove sia il mio armadietto, non ho ancora imparato, dovrebbe essere da qualche parte, su un muro, non che mi interessi particolarmente... insomma io ho il mio zaino. Controllo il telefono per vedere se ci sono messaggi dai miei amici. Ultimamente ho avuto bisogno di loro più che mai... qua mi sento sola. Ho bisogno di qualcuno di amico.

"ciao" Damian mi affianca e mi sorride. Alzo gli occhi e faccio un timido sorriso. Anche lui è scomparso... anche lui non c'è stato. Non posso incorparlo... lui non ha nessuna colpa.

Continuo a ripeterlo ma in realtà sento che tutti hanno una colpa... ma alla fine non posso farne niente che accettarlo. Continuiamo a camminare senza dirci niente in un silenzio molto imbarazzate. Se non aveva da dirmi niente che cosa vuole?

"Vuoi niente?" Gli chiedo fermandomi quando la situazione si fa insostenibile. Che vuole? La sua stazza mi costringe ad alzare la testa per fissarlo negli occhi. Si morde un labbro nervoso... non sa cosa dirmi.

"Vabbe lasciamo stare" non ho per niente voglia di mettermi a fare il gioco dell'indovinello e devo ammettere che non ho nemmeno tutta questa pazienza. Pensavo che almeno lui sarebbe stato dalla mia parte... ma il branco vince.

Lo supero sospirando. Che palle. "Aspetta Livia" mi prende per un braccio costringendomi a voltarmi. "Io ti volevo chiedere aiuto" Aiuto? A me? Alzo un sopracciglio dubbiosa. Alzo le spalle. "Non posso aiutarti" non so nemmeno quale sia il problema, ma so già che non posso aiutarlo. Non posso fare più niente. Brutus mi ha escluso da tutto... sopratutto dalla sua vita.

"Non sai nemmeno cosa stavo per chiderti" un piccolo sorriso si fa strada sulle sue labbra. Mi divincolo dalla sua presa. "Non posso fare niente" ripeto sempre più convinta. Di sicuro non è qui per chiedermi che tempo fa in Italia. In quel caso gli saprei rispondere.

"Riguarda Brutus" bene. Gli do le spalle e riprendo a camminare. Non voglio sapere proprio niente di Brutus. Niente. Può fare come cavolo vuole. "Aspetta Livia" ripete Damian inseguendomi. Non voglio più sentir parlare di lui. Mi ha spezzato il cuore. Era tanto bravo con le parole che mi ha quasi convinto.

Stupida

Stupida

Stupida Livia.

"Ho detto aspetta" mi si mette davanti bloccandomi la strada. Ora mi incazzo. "Lui non è più lo stesso. Non ascolta nessuno, non parla con nessuno, sta distruggendo tutto quello che avete creato" che lui ha creato... io non ho fatto niente. "Gli altri ragazzi sono preoccupati, non ero così prima... bhe prima... " annuisco spronandolo a non ricordami il momento in cui il ragazzo che amo mi ha spezzato il cuore.

"Vuole cacciare Matthew e anche altri lupi solo perché non hanno mostrato la loro lealtà subito... non lo riconosco piu" sapessi io. Lo guardo e non so cosa dire o fare per lui. Brutus non vuole ascoltare nemmeno me. Per lui sono un'estranea ormai.

Le persone attorno a noi continuano a passare e Damian mi prende per un braccio e mi trascina fuori dalla marea di studenti.
"Livia ti ho visto convincerlo a fare cose che non pensavo avrebbe mai fatto" abbasso gli occhi sul pavimento. Lui mi amava, per questo mi ascoltava. Eravamo una cosa sola, per questo ascoltavo lui... ma adesso... adesso i suoi sorrisi sono per un'altra persona, le sue labbra non toccano più le mie e le sue mani accarezzano un'altra pelle... è accaduto tutto cosi velocemente.

"Tutto è cambiato" rispondo al limite della sopportazione. Vorrei piangere e urlare... e ancora piangere, vorrei picchiarlo e baciarlo, vorrei sapere perché mi ha mentito... perché questa volta è reale... questa volta non mi sta allontanando. Non ho niente a cui aggrapparmi per credere il contrario. Guardo per terra per sfuggire alla vergogna.

Le lacrime cercano di uscire ma non lo permetto e questo mi provoca dolore alla mascella... trattenere le lacrime mi ha sempre fatto questo effetto. "Livi..." sento compassione nella voce di Damian e questo mi convince ancora di più a trattenere le lacrime.

Non piangere.

Non piangere.

Non piangere.

"Io non so come aiutarti" riescio a dire infine. La voce non trema e di questo sono molto fiera. Alzo lo sguardo quando so che non piangerò. Damian mi guarda fisso e pieno di speranza, crede davvero che riuscirò a far cambiare idea a Brutus e per renderlo felice sarei anche disposta a provarci, ma non sono sicura di riuscire a sopportare che mi si spezzi ancora di più il cuore.

Conosco Brutus, anche se adesso non sembra più lui, le sue reazioni le conosco. Attacca quando si sente attaccato e per smuoverlo devo assolutamente attaccarlo. Questo non gli piacerà e quello che dirà mi farà talmente tanto male che non sono sicura di riuscire a resistere.

"Ti prego" dice infine supplichevole il che stranamente mi fa arrabbiare. Perché cerca me? Non dovrebbe andare dalla sua nuova Luna? Non dovrebbe chiedere a lei? Cosa c'entro io?
Anche lui è rimasto in silenzio quando lei è arrivata, in un certo senso ha scelto anche lui... e non ha scelto me. Perché dovrei aiutarlo?

"Chiedi ad Ariel" rispondo arrabbiata. "È lei la tua Luna adesso" capisco che ho pronunciato le parole sbagliate quando vedo che si ritira di scatto e il suo sguardo si fa più freddo. "Credevo che mi avresti aiutato" risponde sincero. "Anch'io lo credevo... ma sei stato fermo" alla fine sono sbottata. E fanculo il lui non ha colpe, le ha eccome!

"Tutti voi siete stati fermi e io adesso dovrei aiutarvi? Scusa la spontaneità ma col cazzo!" lo supero dandogli una spallata. Io non solo non posso fare niente, io non voglio.

Vado verso la prossima aula. Mi giro per vedere se Damian mi sta inseguendo ma lo vedo darmi la spalle mentre si passa una mano sul volto. Mi dispiace... ma sono ferita e arrabbiata.

Pensavo che fosse mio amico ma da quando è spuntata Ariel è la prima volta che mi parla e non lo fa per chidermi scusa ma chidermi aiuto... Oh, gentile si, stupida no!

Continuo a camminare ma sento che c'è qualcosa che non va. Non mi sento bene. All'improvviso sento un conato di vomito e sono costretta a correre in bagno. Una volta arrivata butto fuori tutta la colazione. Che cazzo!

Io non vomito mai. Un altro conato mi costringe a stare china sulla tazza. Blah. Una volta che sento di poter sostenere il corpo in una camminata esco dal bagno avvicinandomi ai lavandini per prendere un sorso di acqua. Speriamo che sia potabile.

Odio vomitare, che schifo. Alzo gli occhi per guardare se sono apposto allo specchio ma tiro un urlo quando vedo Allison appoggiata alla porta del bagno accanto a quello dove sono appena uscita.

Ci mancava solo lei. "Tutto bene?" Mi chiede guardadomi preoccupata. Come se gli importasse qualcosa di me.
Annuisco. "Avrò mangiato qualcosa" bevo un altro po di acqua perché sento la gola andarmi a fuoco.

Ultimamente mia mamma sta provando a cucinare piatti canadesi... non sempre gli vengono bene ma per noi dargli un dispiacere e per non buttare via il cibo, lo mangio. Mi avrà dato noia la cena di ieri sera.

Sento i suoi occhi indagatori addosso e quindi mi tocca guardarla. "Non ti aiuterò" metto fin da subito le mani avanti. So già perché è qui... ovviamente non per me, ma per se. "Livia io non l'ho mai visto cosi" fa un passo in avanti cercando di avvicinarsi. Mi guarda fisso negli occhi.

"Tu sei l'unica che può farlo ragionare... lei non è adatta a lui. Io credo nel legame, io lo sento con Erik. Ma tu e lui avevate qualcosa... qualcosa di unico"

Non piangere.

Non piangere.

Non piangere.

"So che ti senti ferita e sola, ma si sta rovinando e tu sei l'unica che può salvarlo"

Sento una lacrima scendere lungo la guancia. Stupida non piangere! Ormai però sono un fiume in piena. Le lacrime scendono e provo ad asciugarle subito ma ben presto le maniche della felpa sono completamente fradice.

Allison fa un altro passo in avanti e sento le sue braccia stringermi. "Sei una delle persone più forti che conosca" mi sussurra tra i capelli. "Nonostante tutto quello che è successo non ti sei nascosta e lotti. Tu sei la Luna che meritiamo... la donna che lui si merita". Ricambio l'abbraccio... forse ci posso provare.

Esco dal bagno con Allison che mi prende per mano. Sorrido debolmente... non sono convinta di come riuscire a convincerlo... cosa gli posso dire? Non credo che mi ascolterà.

"Stasera a casa di nonna Jo. Vuole parlare con il branco" annuisco. Vorrà cominciare a buttare fuori la gente. "Ci sarà anche lei?" Domando, più per organizzarmi che per gelosia. Se c'è lei sarà più difficile parlargli... senza di lei, forse posso riuscire a far breccia. Allison annuisce. "Lei c'è sempre".

Il corridoio è ormai vuoto perché è iniziata la nuova ora. Perfetto... ho saltato una lezione. Questa storia deve finire... io gli aiuterò per l'ultima volta poi me ne voglio tirar fuori. Annuisco e guardo Allison che ancora non mi ha lasciato la mano. "Ci sarò" rispondo. Lei mi abbraccia di nuovo. Sento la speranza che cresce in lei... non sa quanto male è riposta.

Se è cambiato così tanto come potrò mai riuscire a parlargli?

Adesso

Sbatto la portiera della macchina mentre mia mamma scende, come mio padre. I marciapiede sono pieni di persone intente a parlare al telefono o a correre verso la loro destinazione. Sospiro mentre guardo l'edificio davanti a me. Sento la mano di mia madre sulle spalle mentre mio padre da dietro da segno di aver preso tutto. "Andiamo Livia" mia mamma mi prende la mano e il suo calore come sempre mi da conforto.

Mi viene da piangere.

Ci avviamo e le pesanti vetrate automatiche si aprono al nostro passaggio. Mio padre mi mette una mano sulla spalla. Sorrido perché anche se so che è arrabbiato con me mi vuole bene. Adesso è il momento di dimostraselo.

Ci avviciniamo al bancone ma c'è tanta fila. "Mettiamoci su quelle poltroncine aspetteremo che la fila diminuisca" mio padre si avvicina velocemente prima che qualcuno ci rubi il posto. Mi siedo, accanto a me come sempre mia mamma, la mia migliore amica, la mia anima gemella.

Penso che ognuno di noi abbia un'anima gemella, un'anima affine, che ti capisce e ti comprende ancora prima che ci riesca tu... bhe per me questa persona è mia mamma. Ci capiamo subito, non importa quanti silenzi si possono creare tra noi, non sono mai senza significato.

"Vado a prendere qualcosa da bere" mio babbo si allontana velocemente... sembra quasi che stia scappando. "Capiscilo amore... non è facile per lui. Quando qualcosa lo addolora tende ad allontanarsi... lo sai com'è fatto tuo padre" annuisco.

Lo so... lo so come agisce, anch'io faccio così... anch'io sono come lui. Capisco quanto male faccia questa situazione, lo stesso dolore lo sto provando anch'io. Annuisco e faccio un sorriso. Non voglio farla star male. Lei cerca di essere forte per tutti ma questa situazione fa male anche a lei.

"Ti fa male?" Mi domanda indicando le braccia. Delle fasciatura bianche ricoprono interamente le braccia. Ricordare cosa c'è sotto mi procura un brivido di paura e il senso di colpa per dover mentire, mi chiude lo stomaco. "Non tanto" rispondo piano.

"Non vuoi proprio dirmi come te le sei fatte eh" so che mentire o tener nascosto qualcosa mi farà solo stare peggio... quindi opto per una verità non detta. "Io non posso dirtelo... ma sappi che è qualcosa che non mi farà più del male" questa è l'unica certa che posso dirle.

Lei mi osserva senza dire niente, non è soddisfatta. "Ho preso una bottiglietta... i prezzi qua sono esorbitanti" mio babbo mi porge la bottiglietta che prendo sorridendo. "Ci credo Massimo, siamo in un aeroporto, tutto è più caro" mia mamma si alza di scatto.

"Il gate 103 per il volo FR9098 diretto a Pisa è aperto" la voce metallica dell'autoparlante mi riporta alla realtà facendomi uscire dalla mia bolla. Sento il gran frastuono dell'aeroporto. Gli annunci che si susseguono uno dietro l'altro, le persone ai controlli di sicurezza che cercando di capire il perché del fermo del loro bagaglio, il rumore delle rotelle sul pavimento quando una coppia mi passa accanto correndo, le risate di una famiglia che si ritrova dopo un lungo viaggio.

"Andiamo" la mano di mia mamma si racchiude di nuovo attorno alla mia.

Pochi giorni prima

Ok, stiamo calmi.

Respira Livia.

Ora andrei li e ti farai valere. Gli dirai tutto quello che vuoi e poi con una classe tipica di Monica Bellucci te ne andrai e ciao a tutti. Ecco cosa devi fare. Quindi calma e respira. Spaccherai... da vera ragazza dura.

Faccio un passo in avanti ma mi blocco per la milionesima volta.Ahhhhhh! Ma dove cavolo voglio andare? Mi mangeranno viva, già me li immagino trasformarsi e fare di me il loro prossimo pasto. Ci rimango di sicuro secca questa volta, non ho più la protezione del grande alpha... vaffanculo a lui e alla sua principessa del cavolo.

Il telefono vibra e lo tiro fuori. C'è un messaggio da mia mamma che mi chiede cosa voglio per cena. Sospiro... niente di canadese... il Canada mi ha rotto le palle. Sospiro e gli rispondo che mi va la carne fritta... oh un bel fritto caldo.

Rimetto il telefono in tasca e mi incoraggio per la milionesima volta. Che vuoi che sia? Sono sempre loro no? Anche se mi hanno voltato le spalle, non mi parlando più, mi hanno mentito e ah... uno di loro mi ha spezzato il cuore. Ottimo... davvero ottimo.

Ripeto... dove diavolo voglio andare? Sospiro. Mi vibra di nuovo la tasca e tiro fuori il telefono.

Dove sei? Qui abbiamo già iniziato

Un messaggio da Allison. Dovrei essere già lì... a fare la paladina per milionesima volta e magari prendere di nuovo una bella pedata nel culo. Chi lo farebbe? Siceramente... nessuno!

Sto arrivando

Forse sono davvero stupida. Mi incammino e come sempre il bosco è un entità a me sconosciuta. Ha una vita propria, un proprio odore, una propria identità... il bosco è qualcosa di misterioso, un regno che ospita milioni di creature che vivono secondo l'unica legge della natura. Sono solo un ospite e lo so io e tutte le milioni di creature.

Passo un albero contorto... allora da qui in poi mi devo tenere sulla sinistra... si... vero? Dovrei arrivare all'albero e poi alla casa di Nonna Jo. Speriamo.

Pochi metri e comincio a sentire delle voci... ok, non mi sono persa. Mi avvicino stando attenta a nascondermi... voglio sentire la conversazione... voglio capire a cosa pensa Brutus.

Mi avvicino lentamente provando a non fare rumore. Mi lego i capelli cercando di nascondere il mio odore il più possibile. Brutus mi sgama subito sennò.

"Siete qui... i nuovi e vecchi... le regole sono cambiate" mi arrivano sprazzi di conversazione perché sono molto distante, ma riesco a riconoscere il timbro di Brutus, la sua voce da Alpha.

Noto un albero piu grande degli altri a pochi metri da me. Quello è perfetto!
Cerco di avvicinarmi ancora di più. Le ascelle ormai mi hanno abbandonato e ho cominciato a sudare dalla paura... se mi scoprono non so che cosa faranno. So che sono venuta qui per parlargli ma... oh sono agitata ok! E poi mi sto nascondendo e il fine ultimo del nascondiglio è non essere trovati.

Comincio ad intravedere alcune schiene. Cavolo il branco si è allargato di molto. Il piccolo spazio attorno all'albero è completamente riempito di persone. Riconosco alcune facce... ma altre sono completamente nuove. Non credevo che la popolarità di Brutus avesse raggiunto questi livelli.

Mi affaccio ancora di più e vedo la schiena di Damian. Come sempre fa di guardia ai lati del branco in modo da essere il primo ad intervenire... Damian è uno dei lupi più forti... per questo Brutus gli aveva affidato il compito di proteggermi.

Lo osservo. Ha delle spalle davvero grandi... non ci avevo mai fatto caso... sono davvero belle. Come se mi avesse sentito si gira di scatto beccandomi. Presa dalla paura cerco di nascondermi meglio dietro al tronco.

Cazzo, cazzo, cazzo.

Speriamo che non mi abbia vista... speriamo che non venga qua... speriamo che rimanga dov'è. Pochi secondi dopo me lo ritrovo davanti. Ma porc...

Mi osserva con un espressione tra il divertito e il sorpreso. È sorpreso perché alla fine sono venuta ma è anche divertito perché mi sto nascondendo. La cosa effettivamente è molto comica.

"Ciao" gli dico con un grande sorriso... l'arma preferita di mia nonna. Lui mi restituisce il sorriso, al che, devo ammettere, che mi rilasso. Oggi a scuola non gli ho risposto esattamente bene.
"Sei venuta" sussurra avvicinandosi.
"Si sai... passavo di qua" rispondo cercando di scherzare. Sappiamo entrambi perché sono qua... ma sono troppo orgogliosa per dirlo ad alta voce.

"Ti ho sentito subito" mi sistema un ciuffo di capelli sfuggito alla coda. "Il tuo profumo è molto forte". Ooook... che sta succedendo?
Le parole non mi escono dalla bocca. "Grazie per quello che fai... davvero Livi... grazie". Piccola carezza sulla guancia. "Puoi avvicinarti ancora di più...ma sta attenta come ti ho sentito io ti sentiranno anche gli altri" detto ciò se ne va.

Ok... io non ci capisco niente in queste cose... ma... ci stava provando con me? Damian... che ci prova con me... ok, forse ho visto davvero tutto, adesso. Ci penserò dopo... adesso ho altro da fare.

Decido di seguire il suo consiglio e mi avvicino ancora di più. Di poco certo ma questo mi permette di vedere ancora meglio. Noto Scott e Charlotte davanti a Brutus... stanno discutendo. Accanto a Brutus, Ariel che guarda tutti con un misto di indecisione e rabbia... non sa che fare. Allison è in disparte dietro a Erik che cerca di difendere Brutus dagli attacchi di Scott. Allison si guarda attorno... molto probabilmente sta aspettando che arrivi.
Noto anche Katherine e Lucas insieme a Amber e Jason... non sanno cosa fare.

La verità? Sembrano tutti dei ragazzini impauriti... cosa che effettivamente siamo. A questa età non si dovrebbe essere in un bosco a parlare di esilio... si dovrebbe essere insieme agli amici a rovinarsi al Mcdonalds, davanti ai videogiochi o una bibita, impegnati a fregare il professore piuttosto che studiare.

"non è giusto e tu lo sai" Charlotte fa un passo in avanti mettendosi davanti a Brutus. "Matthew è sempre stato dalla parte del branco e l'ha dimostrato ogni giorno da quando è con noi" mi piace Charlotte... l'ho già detto? La trovo timida ma decisa... difende quello in cui crede e questo è lodevole.

"Chiunque non abbia dimostrato la sua fedeltà è un pericolo... per questo Matthew starà rinchiuso" la voce vellutata di Ariel mi arriva come trasportata dal vento. Basta solo che spunti fuori un animale della foresta ed è pronta per i casting della Disney.

"Cosa dobbiamo dimostrare di grazia?" Allison fa un passo in avanti. "Siamo un branco... i lupi non condannano altri lupi... ci fidiamo" Brava Allison!

Matthew non ha fatto niente di male... capisco se avete tradito, ma in realtà l'ho visto sempre tentare di cercare il suo posto nel branco. Non è un gran chiaccherone ma la sua voglia si integrarsi era visibile.

Ariel apre la bocca ma viene fermata da Charlotte. "Livia non avrebbe voluto tutto questo!" Eccoci... eh no! Ma perché mi devono mettere in mezzo? Che vogliono da me?

"Esatto! Livia avrebbe voluto che Matthew restasse con noi... si sarebbe fidata" anche Allison rincara la dose. Io mi fido di Matthew, fino a prova contraria.

"Livia non c'è piu" la sua voce... potente e assoluta. Una voce che non ammette repliche e che scava sempre di più in me. Io non ci sono più... semplice no? Io sono da cancellare... eliminare... come un mobile che ormai ha perso la sua bellezza.

"Ma c'è stata" Scott fa un passo avanti. "Siamo qui grazie a lei.... grazie a quello che tu hai fatto per lei" Charlotte gli prende una mano sorridendo. Sono felice di vedere che le cose le vanno bene con lui.

"Ma adesso ci sono io" Ariel sembra furiosa. Allora... devo ammettere che se mi trovassi nella sua situazione sarei arrabbiata anche io. Pensiamoci, io sono un lupo, fin da piccola mi è stato detto che avrei trovato qualcuno scelto per me e che si sarebbe creato un legame indissolubile... nessun menzione di una terza persona.
Oltre a ciò mi è stato ripetuto che il branco è formato da lupi che riconoscono un Alpha e una Luna... di nuovo nessuna menzione di una terza persona.

Io sono la terza persona di Ariel. Insomma qualcuno che ritorna costantemente e mette in discussione tutto quello che faccio o sono. Fa arrabbiare...
Con questi ragionamenti non so se mi viene da chiamarla ancora "cacca fumanente".

"E sono la vostra Luna. Lei è solo una stupida umana" ecco.... ecco... scherzavo! Cacca fumante sia. La cosa che fa più male però non sono le parole di lei. È il consenso che lei cerca in Brutus e che lui le dà. Ciò che mi fa più male è vedere che lui conferma le sue parole e le sostiene... questo mi fa male.

Lui mi fa male.

"Brutus devi ragionare... Matthew, Livia... chi sarà il prossimo? Io?" Anche Erik parla... il che mi stupisce. Pensavo che sarebbe stato un forte sostenitore di Ariel, invece non sembra essere così. Ma ormai ho rinunciat9 a capire Erik.

"Lui non deve ascoltare te" ancora Ariel. Perché Brutus non parla? Da quando fa parlare gli altri per conto suo? Ho sentito la sua voce solo quando parlava di me... sembra quasi che faccia parlare gli altri.

"Neanche te se è per questo" Erik ringhia contro Ariel, ma viene fermato da Allison. Ariel continua a sbraitare contro Erik il che da il via ad una confusione generale di persone che si attaccano. Scott e Charlotte contro Brutus, Lucas che cerca di mantenere la calma, Allison che sta cominciando ad arrabbiarsi... tutti urlano, nessuno ascolta.
In tutto questo Brutus continua a mantenere il suo silenzio... guarda tutti come se fosse da un'altra parte.

Esco dal mio nascondiglio... tanto ora non mi noterebbe nessuno. Mi avvicino a Damian, un po distante dagli altri e come sempre tranquillo e pacato. Mi metto al suo fianco e lo guardo. "Tu non parteci al massacro?" Gli chiedo indicando la rissa di persone davanti a me che urlano e sbraitano.

"Io preferisco parlare" i suoi occhi sono puntati sul branco e posso vedere una nota di dissenso nei suoi occhi. Non si è battuto per questo... non ha cambiato branco per avere questo. Si merita di più... lui è un bravo ragazzo.

Se posso aiutarlo... lo farò... perché se lo merita. "Diamo un taglio a questa situazione?" Gli chiedo sorridendo e dandogli una gomitata. Lui ricambia il sorriso e annuisce.

"Buono! Massimo sforzo!" Lo dico più a me stessa che a lui. Dovrò affrontare questo ammasso di gente arrabbiata e insoddisfatta e poi devo affrontare... bhe, lui.

Sospiro. "Pronta?" Mi chiede Damian osservandomi. Annuisco anche se l'ansia si comincia a far sentire sempre di più. "Starai vicino a me?" Gli chiedo per sicurezza, non sono sicura di riuscire ad affrontare tutto da sola. Di lui mi fido. Si gira e annuisce, arruffandomi i capelli. Che cosa carina...

Faccio un sospiro e mi avvio, Damian davanti a me. Cerco di farmi spazio in mezzo all'ammasso di persone che ci sono. Veramente troppe... da quando il branco di Brutus conta così tante persone?
"Scusate" dico mentre cerco di arrivare all'albero, cerco di farmi spazio anche se non sono esattamente un gigante. "Spostatevi" la voce ferma di Damian attira l'attenzione e riconoscendo lui, comincia a crearsi un piccolo spazio.

"È lei" sento sussurrare nella folla... oddio... il potere dell'invisibilita qui è al limite... cioe ora ho tutti gli occhi puntati addosso e sento il sudore anche sulla fronte... porca miseria... mai avuti tanti occhi puntati addosso. Il trambusto e a quanto pare la mia presenza creano una specie di corridoio che porta direttamente a Brutus.

"Mi guardando tutti" sussurro a Damian. Lui si avvicina, sento il calore del suo corpo. "Stai tranquilla... tu sai cosa fare" ah... lo so? Bho a me sembra di essere qui con nessun piano... alla carlona!

"E lei che ci fa qui?" La voce stridula di Ariel mi arriva ovattata... lo guardo. Era da giorni che non mi fissava... che non mi vedeva. Adesso mi guarda... mi vede e io perdo il respiro. "Ciao" alzo una mano e lo saluto... esatto... la mano... come i bambini di cinque anni, come se non fossimo in una radura piena di lupi arrabbiati con gli umani.

"Livia" "Livi" Charlotte, Allison, Scott, Lucas e Khatrine vengono verso di me. Charlotte mi abbraccia, cosa che ricambio. Dopo Charlotte tocca ad Allison. Lucas mi batte una mano imbarazzata sulla spalla, Khatrine mi prende le mani, Scott fischia. Arrossisco perché siamo davanti a tutti a fare i cavoli nostri... ma poi sorrido vedendo tutti loro. Sono tornata!

"Ciao sgorbio" anche Erik si unisce al gruppo. Sorrido malgrado tutto... forse gli vado a genio più io di Ariel. Gli faccio il dito medio al che lui scoppia a ridere.

"Ripeto... che cosa ci fai lei qua?" Ariel fa un altro passo avanti mettendosi al fianco di Brutus... che continua a guardarmi. "Lei è qua per noi... cosa che non si può dire di te" risponde acida Allison. Esco dal gruppo... sembra che si siano messi davanti a me in una sorta di protezione. Faccio un passo verso Brutus.

Mi avvicino piano come se fossi davanti ad un cerbiatto pronto a scappare. "Botolo..." sussurro continuando ad avvicinarmi. Prima che lo possa toccare mi si para davanti Ariel. "Cosa vuoi?" Mi domanda guardandomi. Sospiro... lo scontro con lei pare essere inevitabile.

"Quello che state cercando di fare è uno sbaglio" parlo con lei ma sto cercando di arrivare a lui. "I branchi sono formati fai lupi... no?" Chiedo cercando un'approvazione. "Si!" Risponde Charlotte dietro di me. Cerco di trattenere un sorriso.

"Allora perché state cercando di allontanare dei lupi?" Chiedo rivolgendomi a tutti. Io non sarò una sociologa ma so che un gruppo di persone è formato... da persone, quindi che ha senso allontanarli... in più per motivi stupidi come i loro.

"Brutus... loro sono la tua famiglia" ripeto guardandolo. Per un secondo rivedo il mio Brutus... il mio bellissimo ragazzo. Il marrone impregna il verde fosforescente e lui torna. Lui torna... ma per un secondo.

La sua espressione si fa subito rabbiosa e distante. "Non dovresti essere qui" risponde con quel suo tono rabbioso e basso. Prima non era così... "invece ci sono... ci sarò sempre per dirti quando stai commettendo un errore allora come oggi". Una Luna deve dare coraggio al suo Alpha e io sono qui per questo... perché è spaventato, lo è da sempre.

"Non allontanare le persone che ti vogliono bene solo per paura di essere ferito" ignoro tutti perché il mio obbiettivo è lui. Lo è sempre. La sua espressione cambia ancora
... il Botolo è lì, devo trovare solo il modo di tirarlo fuori.

Anche Ariel si accorge del nostro contatto e si avvicina a Brutus prendendogli una mano. "Lui ha una famiglia... ha me, la sua comogana, io non lo lascerò mai!" E di questo siamo tutti molto felici...

Faccio una smorfia alle sue parole... se gli volesse davvero bene glo farebbe notare che sta sbagliando. "Allora aiutami a fargli capire che sta sbagliando" gli rispondo sempre più arrabbiata. "Aiutami perché un alpha senza branco è un alpha debole" rispondo... io ho paura che gli possa succedere qualcosa.

Faccio un altro passo in avanti... se lo potessi toccare... ma Ariel si mette di nuovo davanti impedendomi di fare tutto. "Non lo toccare" ringhia Ariel. "Tu non toccare lei" Allison e Damian scattando in avanti.

Tutto questo è sbagliato. Non dovrebbe essere così... e se lo dico io, che di queste cose non ci capisco niente, deve essere così. Non dovrebbero andare contro il loro Alpha, lui non dovrebbe essere contornato da persone che non lo rispettano. "Ragazzi basta"dico girandomi verso di loro. Io non voglio questo. "Vuoi questo?" Ritorno a guardare Brutus "Vuoi davvero vedere i tuoi fratelli e la tua... compagna combattere?" Ammettere che lei sia la sua compagna mi provoca ancora qualche problema.

"Tu sei migliore di così... tu sei più buono" tutti loro lo sono. All'inizio pensavo che fossero dei mostri, ma adesso... adesso li vedo come degli amici... come dei protettori, non posso combattere tra di loro, andrebbe contro tutto quello che sono.

Silenzio, la parola adesso spetta a Brutus. All'improvviso sento la sua risata, non la sua vera risata, ma una più acuta, più fredda e sopratutto di scherno. "Buono... buono" dice mentre ride e cammina verso di me. Supera Ariel che lo guarda... c'è forse paura nei suoi occhi?

"Buono... Livia..." si avvicina tanto che mi viene la voglia di allontarmi. "Io non sono affatto buono" ride. "Guardati intorno... questo non è il tuo posto" apre le braccia e indica tutti. "Io non sono il tuo principe azzurro, non sono qualcosa che puoi salvare. Io sono questo". Si batte due mani sul petto e i suoi occhi verdi risplendono più che mai.

Questo non è il mio Brutus... questo non è il ragazzo che ho scelto. Una volta mi ha detto che quando è lupo non è più se stesso, che diventa qualcosa di diverso, qualcosa pieno di rabbia... questa rabbia la posso vedere chiaramente proprio adesso. "io non sono un ragazzo che deve essere salvato" ripete quando vede che me ne sto zitta.

"tu non sai davvero troppe cose..." ripete stavolta sussurando. Ok... lo sapevo quando sono venuta qua, per difendere se stesso mi avrebbe attaccato, adesso non devo mollare. Perchè io sono la sua... bhe... la sua Livia.

"non mi importa... davvero Brutus, non mi importa. Non ho mai cercato di cambiarti, non vorrei nessun'altro ragazzo. Ti ho scelto. Io ho scelto te e tu hai scelto me. Se ti cambiassi non mi piaceresti cosi tanto... non ti amerei cosi tanto. Non sono qui per cambiarti, ma per dirti che stai sbagliando. Qui ti vogliamo tutti bene... tutti, siamo la tua famiglia, perchè dovremmo mentirti?" ho veramente il cuore in mano e sarei una falsa se dicessi che non mi sto vergognando come una matta nell'ammettere tutto ciò a voce. Però deve essere fatto.

Faccio un passo in avanti e finalmente lo tocco. Finalmente. Gli prendo una mano, è calda... come sempre, alcune cose non cambiano, per fortuna. Anche se la situazione è molto imbarazzante sorrido, è sempre bello stare accanto alla persona che si ama. Ti trasmette un calore che non provi con tutti. Lo guardo negli occhi. "credimi Botolo... non sono qui per darti la colpa, ma per aiutarti". Gli stringo la mano e lo guardo. Spero che possa capire che sto dicendo la verità, che lo amo, che ci sono per lui... che... tutto, gli darei il mondo se me lo chiedesse.

Come pochi minuti fa i suoi occhi ridiventano marroni, l'espressione si fa meno rabbiosa. Mi stringe la mano. "Liv" "ciao Botolo" ripeto, perchè lo vedo, sotto la rabbia, la paura, il non essere abbastanza, il dover fare il suo dover e il suo essere sovrannaturale, il mio Brutus c'è ancora.

"LEVAGLI LE MANI DI DOSSO!" in un secondo vengo scaraventata indietro. Il colpo mi arriva forte prima sulle braccia e poi nello stomaco e per un secondo mi manca il respiro. Cado tra le braccia di Damian. Ariel mi ha appena colpito, si è messa davanti a Brutus e mi guarda con un espressione rabbiosa. Mi vuole uccidere, lo vedo nei suoi occhi, nella sua espressione. "LUI E' MIO!" mi urla addosso.

In un secondo Allison è davanti a me, insieme a Charlotte e mi parano, mentre cerco di recuperare il respiro. Mi vengono le lacrime agli occhi. "tutto bene Luna?" mi chiede Damian toccandomi le braccia su cui sono evidenti dei profondi segni rossi. Mi ha colpita... non so come ma sono riuscita a pararmi la faccia con le braccia... lei mi ha ferita. Annuisco, perché di parlare proprio non se ne parla. "oddio Livi... sanguini" sento solo la voce di Damian mentre intorno è scattato un putiferio.

"Hai tentato di ucciderla!"

"lei non è niente"

"che cazzo fai?"

"stupida umana"

"sto bene" dico cercando di alzarmi. Lei ferite fanno male... ma non sto morendo... è solo un pò di sangue. Devo rialzarmi, devo farlo... adesso è il momento di combattere. Io sono una che scappa, l'ho sempre fatto, non mi vergogno a dirlo. Tutti scappano, è nella natura umana. Io scappo, ma poi torno, torno per cambiare o per infossarmi ancora di più, ma torno. Adesso è il momento di rimanere, di far vedere a questa pezza di merda, ma sopratutto a lui che non può cancellarmi. Io ci sono, io esisto.

"DIGLI LA VERITA'! DIGLIELA BRUTUS... TUTTI VOI DOVETE DIRGLI LA VERITA' ADESSO!" Ariel è in lacrime mentre batte i pugni sul petto di Brutus che non ha smesso un attimo di guardarmi. Damian mi aiuta ad alzarmi. "DITEGLI COSA SIETE... COSA AVETE NASCOSTO" cosa mi hanno nascosto?

Mi giro verso Damian e... bhe... credo che non scorderò mai il momento in cui ho visto sul suo volto la colpa. Mi giro verso Allison che guarda per terra, Charlotte che sbianca, Scott che ha gli occhi lucidi, Lucas che sta cercando le parole... Khatrine che piange... perché piange? Cosa non mi hanno detto?

"Brutus..." sussurro... io vado da lui quando non capisco qualcosa... cerco lui. Lui continua a guardami e non sa che fare... sembra indeciso. Mi guarda e non sa cosa fare... cosa scegliere... non so tra cosa... ma sta per fare una scelta. Alla fine mi guarda, il suo sguardo verde. "noi non siamo i buoni Livia... tu non sei la mia famiglia"

"Brutus no..." la voce di Charlotte mi arriva distinta. "all'inizio mi hai fatto domande sulla nostra natura, su cosa siamo e come nasciamo... su come diventiamo cosi". Ricordo quando gli ho fatto tutte queste domande. Eravamo a Siena...mi ha raccontato dei suoi primi giorni da licantropo e di Charlotte... e di Charlotte...

"ti ho spiegato la differenza tra Licantropo e Lupo Mannaro, ti ho detto che Charlotte è un Lupo Mannaro e che subisce l'influenza della luna... che non è come tutti noi, per questo è emerginata..." "ma tu non l'hai mai fatto... tu ci tieni a lei" lo interrompo, non mi piace la piega che questa conversazione sta prendendo. "io mi sento responsabile per lei" mi risponde serio. "tu non mi hai mai chiesto chi l'ha morsa" risponde continuando a guardarmi con quegli occhi spaventosi.

Non l'ho mai chiesto... io... non... sento le guance bagnate, mi tocco una guancie e una lacrima mi cade sul polpastello... perchè sto piangendo? "tu... cosa... io..." indietreggio. Brutus ha morso Charlotte... Brutus ha reso la sua vita un inferno...

"non l'ho voluto io"

"dopo questo... niente è stato più come prima"

"...ero arrabbiata, ferivo le persone e non ne capivo il motivo"

Le parole di quella volta al Bar mi tornano in mente. Charlotte è stata morsa da Brutus... lui mi aveva detto... " ma tu mi avevi detto che non ferivi le persone... tu..." sento un enorme groppo in gola. La mascella mi fa male... anche se non sto cercando di trattenere le lacrime che cadono senza controllo sulle guancie. "io ti ho mentito" risponde serio. Lui... mi giro verso Charlotte che mi guarda, anche lei sta piangendo.

"tu lo sapevi?" le chiedo, da brava idiota quale sono. Lei annuisce. "Ma Livia io te lo volevo dire... ti giuro che..." non la faccio finire che mi giro verso Allison. "anche tu?" sussurro. Lei annuisce, fa un passo avanti ma mi scanso. Guardo Scott, Lucas, Khatrine... tutti loro... tutti. Alla fine il mio sguardo cade su Damian. "piccola... io.. volevo solo proteggerti". Tutti... mi hanno mentito tutti... mi hanno riempito la testa di cazzate.

Idiota

Idiota

Idiota

Ed io che volevo anche aiutare Charlotte nel trovare chi le avesse fatto questo... chissa come avranno riso alle mie spalle... la povera umana, scema e ingenua... da sfruttare e poi buttare. "Livia noi siamo questi, fin dal principio ti ho detto che questo non era il tuo posto" Brutus si avvicina. "tu non sei una di noi... vattene" dietro di lui Ariel gli tocca una spalla e sorride. Ha ottenuto quello che voleva.

Faccio un passo indietro guardando tutti come se fosse la prima volta. Questo non è davvero il mio posto. Ero disposta a stare con loro... ma se fanno del male alla mia specie... io non posso... io non... e se lo facessero a mia madre? A mio padre? Un senso di paura inizia a crescere dentro di me... sempre più forte, mi prende la pancia. Immagini di mio padre sbrantato o di mia madre ricoperta di tagli mi fanno uscire ancora più lacrime.

Il sangue sulle mie braccia è una prova di quello che sono no... mi hanno ferito in tutti i modi possibili, sia fisicamente che mentalmente. Io non... non so più... in un secondo mi trovo a correre nel bosco. Scappo... perché è l'unica cosa che so fare.

Adesso

"ragazzina è il momento" la voce di mio padre mi distrae dalla mia ispezione. Le fasciature sono una rottura e mi fanno sembrare un lottatore di Karate, ma tra poche settimane le potrò levare... almeno a detta di mamma. "Ragazzina?" mi richiama mio padre. Alzo lo sguardo e lo vedo davanti a me, serio e con le mani sui fianchi. "andiamo?" mi chiede spazientito. Mi tolgo una cuffietta dall'orecchio e faccio un sospiro... non mi piace che tra di noi ci sia questo clima... con mio padre ho sempre avuto uno splendido rapporto. Lui è il mio eroe, il mio supererore.

Ma ci sono troppe cose non dette e questo non fa altro che peggiorare le cose... anche per questo me ne devo andare... restando qui non potrò far altro che peggiorare la situazione e non voglio. Lo sento sospirare e mettersi accanto a me, in queste scomodissime poltroncine dell'aereporto. "che stai ascoltando?" mi chiede prendendo una cuffietta e mettendosela all'orecchio.

Quando sono triste di solito ascolto le canzoni Disney... non so perchè forse perché mi ricordano di quando ero piccola... forse perchè raccontano di un mondo perfetto e protetto, dove tutto va come dovrebbe andare. Dove le principesse alla fine riescono sempre a trovare la loro strada e ci riescono cercando di lasciare un insegnamento... bho... non so.

"la principessa e il ranocchio?" mi chiede guardando la copertina della canzone che c'è sull'app della musica. Sorrido. "mi piace molto questa canzone" rispondo. "Evangeline". Adoro questa parte... l'amore cieco di Ray, alcuni potrebbero pensare che è uno stupido... ma io lo trovo estremamente romantico.

Guarda che luce che ha...la mia Evangeline

"ragazzina senti..." mi giro verso mio babbo. Ho sempre saputo di essere uguale a lui. Lo sono in tutto e per tutto, anche nell'aspetto. Abbiamo lo stesso taglio degli occhi, gli stessi colori scuri, lo stesso sorriso... e con mio grande orrore anche le stesse mani. Ho delle mani da uomo, dei grandi salsicciotti al posto delle dita. Per quanto non mi piacciano però non posso far a meno di sorridere quando vedo che un anello non mi entra... queste sono le mani di mio babbo.

"io non sono arrabbiato" i suoi piccoli occhi sono sinceri... lo sapevo già che non era arrabbiato. Lo conosco troppo bene per scambiare la sua delusione per rabbia. "io sono deluso" ripete infatti. Mi chiedo se sarebbe deluso da me anche se sapesse la verità... sarebbe deluso dal mio comportamento da codarda? Se sapesse il vero motivo per cui sto scappando sarebbe ancora deluso?

Brilla lontana, ma sa...
che il suo Ray la aspetta sempre qui!

"lo so babbo" mi guardo le mani mentre mi rigiro il filo delle cuffie. "noi due ci siamo sempre detti tutto... sei un libro aperto per me... ma stavolta c'è qualcosa che non va" dice serio guardando avanti. "C'è qualcosa che non mi dici e questo mi rende nervoso... perché non ti stai fidando di me" mi vengono le lacrime agli occhi e in uno slancio lo abbraccio. Sapere che sto facendo male a mio babbo mi spezza il cuore.

Je t'adore, Je t'ame, Evangeline
So che splendi per me
Io vivo per te

Sento le sue braccia intorno al torace, mi stringe come quando avevo cinque anni... questo è il mio posto preferito... comincio a piangere e lui non mi chiede perché... come sempre lascia che appestisca lui, per farmi diventare più leggera.

Piango un pò per tutto, piango per Brutus, per quello che mi ha detto e per quello che mi ha fatto, piango perché sono una codarda e piango perché starò lontana dalle persone più importanti della mia vita.

Ti amo ogni giorno un po' di più
La mia metà sei tu

"Ti voglio bene babbo" gli dico con la voce rotta. "Livia, piccola mia... anch'io ti voglio bene. Sei il mio raggio di sole" ripete anche lui... ha gli occhi lucidi.

"Sappi solo che quando hai un problema potrei parlare sempre con me... ti sosterrò sempre Livia". Mi dispiace non potergli raccontare tutto, perché questo è un segreto non mio... un segreto che voglio lasciarmi alle spalle perché rischia di schiacciarmi e io non voglio.

"Adesso piango anche io" arriva anche la mamma e ci abbraccia tutte e due... ridiamo e piangiamo... perché siamo fatti cosi, cerchiamo di trovare la luce anche quando fuori è buio.

Pochi giorni prima

Le ferite mi fanno male. Molto male. Me le sto disinfettando da tutto il pomeriggio ma sembra che il sangue non voglia smettere di scendere. In più il disinfettante brucia da morire. A cena non so davvero come ho fatto a resistere... ho messo della maniche lunghe per coprire tutto. Come faccio a spiegare una cosa del genere ai miei?

In più non riesco a smettere di piangere, a cena non ho aperto bocca, non ho voluto rispondere a nessuno... mi sento ferita, di scarso valore... mi hanno preso in giro. Mi sento uno schifo.

Cerco di fasciarmi ancora le braccia mentre continuo a piangere... come cavolo mi sono ridotta cosi?

Fasciarsi da soli non è per niente facile... le bende continuano a cadermi anche se le ho fermate con il fermaglio... guardo l'orologio. 00.24. Forse è l'ora di andare a dormire.

Mi lavo via le lacrime con l'acqua e mi sistemo per l'ennesima volta le fascie. Non voglio guardami la faccia... so che non mi piacerebbe il riflesso. Io non so così...

Mi stendo sul letto e cerco di dormire... cerco di dormire... lo giuro... provo a contare i battiti del cuore, di pensare a qualcosa, qualsiasi... ma la mente rimane sempre a quello che è successo questo pomeriggio... a quello che mi hanno detto... alle parole che hanno usato... a come mi hanno fatto sentire.

In poco tempo ritrovo il cuscino del letto bagnato. Sto di nuovo piangendo... non ho mai pianto così tanto, forse quando avevo un anno e mi facevano male i denti.
Guardo di nuovo il telefono. 1.30... non riesco proprio a dormire... perfetto domani sarò uno zombie.

Tic

All'improvviso sento un rumore proveniente dalla finestra. Mi rigiro nel letto... no.

Tic

Fa che non sia lui... fa che non sia lui. Ti prego... il rumore si fa più insistente. Guardo la finestra e vedo Brutus arrampicato. La cosa mi farebbe ridere se non fossi così delusa... cosi arrabbiata con lui.

Mi guarda... ancora. Che cazzo vuole da me? Questo non è il mio posto no? Perché è qui? Cosa vuole spezzare ancora?
Bussa alla porta e indica la sicura della finestra. Vuole entrare... mi alzo dal letto e vado ad aprirgli... certo, come una servetta.

Lui entra nella stanza in silenzio... se non lo vedessi giurerei che adesso lui non c'è. Mi siedo sul letto... sono una cazzo di sottona... se adesso mi chiedesse di pulirgli le scarpe che faccio? Così non può andare...

Si avvicina. "Stai fermo" gli dico alzando una mano. Non lo voglio vicino... ha troppo potere su di me... quest'ultime settimane lo hanno dimostrato. Per lui ho accettato l'umiliazione di essere rifiutata, ho accettato di vedermela con un gruppo di lupi incazzati, ho accettato di difenderlo, di cercare di capirlo nonostante non mi volesse e tutto questo mi ha portato solo a piangere... a delusione e poca stima in me stessa... con la costante sensazione che alla fine è colpa mia se non mi ha voluto... se fossi più bella, più magra o simpatica, più simile ad Ariel, lui avrebbe scelto me...

"Mio padre è morto" annuncia con voce dura. Oddio... lo guardo. La sua espressione ormai è indecifrabile ma il suo aspetto no... ha i vestiti sporchi di terra... la maglietta è strappata e le mani... le mani sono sporche di sangue.

Oddio. "Che... che hai fatto?" Sussurro... non vorrei chiederglielo ma le parole escono prima che possa fermarle... i suoi occhi risplendono di verde nella notte, contribuendo a crearmi un brivido lungo la schiena. Si avvicina, sorridendo. "Secondo te?" Mi chiede inginocchiandosi davanti a me. "Secondo te... Liv" mi chiede ancora quando vede che non rispondo.

Sono paralizzata dal terrore... avevo capito che questo sarebbe stato il naturale corso degli eventi ma non credevo... non... lo credevo capace di questo... lui non è più Brutus. "Io non capisco..." Si avvicina sempre di più arrivando a baciarmi il collo. Mi tocca con queste mani... con le mani sporche di sangue.

"Non capisco..." ripete guardandomi negli occhi. Marroni... oh cazzo... marroni. "Co... cosa?" Riesco a dire. Con il marrone ci posso ragionare... "perché torno sempre da te" non credevo che mi si potesse spezzare il cuore ulteriormente, ma lo sento rompersi ancora. "Perche il solo fatto di sentire il mio odore su di te... mi faccia dimenticare tutto... chi sono... cosa voglio" mi tocca la guancia asciugandomi una lacrima.

"Dobbiamo... dobbiamo togliere... il sa... sangue" balbetto. Non ce la faccio ad essere toccata in questo modo... non sopporto di avere il sangue di una persona addosso. Lo scanso e mi alzo per andare a prendere un po di carta, ma lui mi afferra la mano. "Liv... perché mi aiuti? Perché ti preoccupi per me?". Come sempre i suoi occhi mi incollano al pavimento.

Perche lo faccio? Sinceramente non lo so nemmeno io... ormai mi viene spontaneo aiutarlo quando ha bisogno di me... anche se questo non fa altro che spezzarmi ancora il cuore. È come se mi dimenticassi cosa mi ha fatto, detto e come si è comportato. Adesso devo solo levare quel maledetto sangue dalle sue mani.

Alzo le spalle e mi giro per andare a prendere la carta. Che cosa dovevo dirgli? Mi pare di aver detto tutto questo pomeriggio... l'ho implorato... l'ho scusato e mi sono messa a nudo pur di non farlo diventare ciò che è addesso... credo di aver fatto anche abbastanza.

Rientro in stanza con la carta in mano e un po d'acqua nell'altra. Intanto lui si è seduto sul letto. Mi siedo accanto a lui, poggiando la bottiglia sul comodino dopo aver versato un pò d'acqua sulla carta. Gli prendo la mano e comincio a strofinare.

"Cos'è successo?" Gli chiedo concentrandomi sulla mano. Non dovrei farmi i cavoli suoi... io con loro non ci voglio avere più niente a che fare. "Era inevitabile" risponde roco. Continuo a levargli il sangue dalle mani. "Io sentivo...sentivo che lo dovevo fare" stringe la mano e gli occhi diventano di nuovo verdi. Un piccolo ringhio gli esce dalle labbra. Mi tiro indietro... il lupo mi spaventa. Lo spostamento lo fa scattare e in poco mi trovo le sue mani attorno al collo. Un piccolo grido mi esce dalle labbra.

Mi guarda con questi occhi così innaturali mentre le sue mani sono attorno al mio collo. Vuole uccidere anche me? Comincio a sudare e l'iniziale sensazione di paura si trasforma in terrore... vuole davvero farlo?

Come è iniziata però finisce. I suoi occhi si fanno meno verdi... più marroni e piano piano toglie le mani dal mio collo "Liv... io...Liv". Io sono paralizzata dal terrore. Chi è questo ragazzo? "Liv scusa... scusa" ripete mentre appoggia la testa sulle mie gambe. Mi prende una mano e intreccia le dita... il bianco pulito delle mia mano contro il rosso cremisi della sua.

Resto così non so per quanto. Ho troppa paura a muovermi... e se risuccede? E se invece delle mani usasse gli artigli? Il respiro si è fatto più rilassato segno che si è addormentato. Cosa devo fare? Questo ragazzo... io... mi fa paura. Brutus mi spaventa.

Prima dice che mi ama, poi mi manda via, adesso è qui, mentre dovrebbe essere con Ariel, mi mette le mani al collo, comincia a scusarsi e si addormenta. Questo non è amore... l'amore ti dovrebbe star bene... non dovrebbe spaventarti, crearti delle insicurezze, farti sentire niente.

Lo specchio infondo alla stanza mi restituisce il mio riflesso. Brutus ormai si è appiccicato, le sua braccia sono attorno ai miei fianchi, la testa si è appoggiata sulla pancia. Sembra che stia prendendo tutta la sicurezza che gli manca... tutto quello che non ha lo sta prendendo da me.

Ho paura che un giorno non avrò più niente da dare, mi scaricherò anche io... lo so benissimo che adesso lui è qui, ma domani? Domani che farà? Tornerà da lei... perché lei è la sua compagna... perché così vanno le cose.

Alzo lo sguardo e finalmente mi guardo. Le braccia fasciate, il collo rosso, gli occhi gonfi, le occhiaie sotto gli occhi... un pò si sangue sulla mia guancia. Trattengo un singhiozzo... questa non sono io. Adesso basta.

Adesso

Saluto per l'ultima volta i miei genitori che ormai sono in preda alle lacrime. Sorrido e mi asciugo una lacrima. Starò bene... a casa mia starò bene.

La valigia ormai è in stiva, tutto è pronto, devo soltanto superare il gate e ci sono. I nonni, i miei amici, la mia casa mi stanno aspettando. Starò dai nonni, poi ho sempre casa mia, ho un tetto sulla testa. Andrò a scuola, sarò una ragazza normale, niente lupi, niente bugie e sopratutto niente Brutus.

Il mio volo viene chiamato e mi avvicino ai controlli. Passaporto alla mano. Per fortuna non ci sono problemi e dopo quindici minuti sono sull'aereo. Guardo l'aeroporto nella speranza di vedere i miei genitori... loro sono la cosa che più mancherà... non sarà facile senza di loro.

Sto scappando... si. Lui è troppo per me, lui vuole troppo e io non sono pronta a darglielo. Mi avrebbe consumata, distrutta, io avrei continuato a cercare di salvarlo mentre lui avrebbe continuato a spezzarmi, pezzo per pezzo, finché di me non ci sarebbe rimasto altro che un ammasso di lacrime e detriti.

Io non voglio questo, voglio di più. Io lo amo ma questo non significa che con me possa fare quel che vuole... l'amore deve essere ricambiato, protetto, portato avanti... con lui sarei rimasta sempre allo stesso punto. Io sarei stata quella che dava e lui quello che prendeva senza ringraziare.

Prima che a lui voglio bene a me stessa.

Quindi vado via. Perché sono forte ma non abbastanza da ignorarlo. Ieri mi sono accorta che lo avrei perdonato... ancora, nonostante abbia cercato di strozzarmi... io lo avrei perdonato, avrei cercato di proteggerlo da tutto quello che lo spaventa, da quello che lo fa diventare così... ma poi avrei ricevuto solo altro dolore.

L'aereo prende la rincorsa e dopo poco stiamo volando... guardo in basso... il Canada si fa sempre più piccolo.

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