•Il dono degli Dei||storia di...

By dvrkacademia

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Io non sono una ragazza come le altre. Anzi, non sono proprio una ragazza in realtà... I miei genitori sono g... More

capitolo1
capitolo2
capitolo3
capitolo4
capitolo5
capitolo6
capitolo7
capitolo8
capitolo9
capitolo10
capitolo11
capitolo12
capitolo13
capitolo14
capitolo15
capitolo16
capitolo17
capitolo18
capitolo19
capitolo20
capitolo21
capitolo22
capitolo23
capitolo24
capitolo25
capitolo26
𝔩'𝔦𝔫𝔦𝔷𝔦𝔬 𝔡𝔢𝔩𝔩𝔞 𝔣𝔦𝔫𝔢
capitolo27
capitolo29
capitolo30
capitolo 31

capitolo28

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By dvrkacademia

-Jason's PoV-

Nonostante, di solito, mi piacesse svegliarmi quasi prima del o con il sorgere del sole, quel giorno non ce la facevo proprio ad alzarmi.

Era da ormai due settimane che le due imprese erano cominciate e che il campo era in subbuglio per la totale assenza di informazioni da entrambe, e la situazione si era aggravata ulteriormente quando, il giorno prima, erano tornate al campo due persone a noi ben note.

Proprio appena le arpie avevano iniziato i loro turni di guardia notturna, verso le 22 , erano apparse, facendo un gran frastuono, Piper e Calipso nella Casa Grande, il che aveva anche provocato un mezzo infarto a Chirone.

Noi Eroi dell'Olimpo residenti al Campo mezzosangue eravamo subito stati convocati là per dar loro il bentornato e scoprire nuovi dettagli sulla guerra in corso.

Sinceramente, non mi stupii affatto scoprire che la vera Pips fosse stata sostituita e nascosta, dato che stavo iniziando a sospettarlo anche io per via dei bizzarri atteggiamenti dello strano clone, ma non riuscii ad essere felice al 100% del suo ritorno.

Non come lo sarei stato se ci fosse stata solo Piper nei miei pensieri.
E forse anche nel mio cuore.

-"¡Mamacita! Mi sei mancata, mi amor"-
Così Leo aveva rotto il silenzio meravigliato, in certi casi, ed euforico che ci aveva avvolti una volta che avevamo rivisto le due ragazze.

Il piccolo sudamericano fu anche il primo a muoversi tra noi, dato che si lanciò letteralmente sulla fidanzata, che nonostante l'evidente stanchezza riuscì a reggere l'impatto, a non cadere e, addirittura, a stringerlo a propria volta.

Anche Piper, allora, venne verso di me, prendendo poi il mio volto fra le mani e baciandomi.

Non riuscii a ricambiare con troppa passione o trasporto.

Lì per lì, pensai che fosse dovuto al fatto che fossi stato preso in giro, per ben due volte nell'ultimo mese, in campo amoroso e sentimentale, non solo da Afrodite, che aveva lanciato un incantesimo addosso a me ed Emma (sì, ormai era noto a tutti che lei non ne fosse stata a conoscenza, anche perché ce lo aveva rivelato la dea stessa. ) ma anche dalla finta Piper mandata da Nyx, che aveva approfittato della sua vicinanza a me per strapparmi, anche se solo pochi, segreti che conoscevo su questo Campo.

Pensai anche che fosse dovuto agli schiaccianti sensi di colpa che sentivo per aver trattato con tanto disprezzo e cattiveria la biondina, che invece era stata tanto paziente e onesta con noi fino alla fine. Mi ricordavo ancora fin troppo vividamente i suoi occhi rossi di rabbia e pianto, in netto contrasto con la voce ferma e gelida che, piena di risentimento e di stupore, sibilava parole impregnate di amarezza e verità, con fierezza e convinzione, nonostante nessuno, in pratica, le avesse creduto.
Era troppo doloroso ripensarci, perciò mi costrinsi a tornare al presente.

Da quando mi aveva baciato, ad ogni modo, io e Piper non avevamo più passato nemmeno un istante separati, dato che lei aveva intenzione di recuperare il tempo che non avevamo potuto trascorrere insieme le scorse settimane.

Non mi dispiaceva affatto averla al mio fianco, specialmente perché mi offriva tanto sostegno, soprattutto morale, probabilmente pure senza rendersene conto, e pure tante occasioni per distrarmi dai miei rimorsi e dai miei pensieri più oscuri.

Comunque, quella mattina, accanto a me nel mio stretto letto nella cabina 1, c'era lei, con gli occhi chiusi, i movimenti impastati dal sonno e il respiro pesante.
Probabilmente non avevo voglia di alzarmi anche per non svegliarla, sebbene fossi consapevole che non avesse il sonno leggero, a differenza mia.
Eppure non sarei riuscito a stare fermo a letto ancora per molto, anche per via della mia iperattività semidivina.

Non so quanto tempo stetti a rimuginare sulla questione, ma sta di fatto che a svegliarmi fu un grande trambusto proveniente da un territorio alle spalle della mia cabina, che pareva causato dalla rovinosa caduta di un mare di oggetti metallici da un'altezza medio-elevata, almeno a livello uditivo.

Il clangore di questi ultimi era stato talmente forte da aver messo in allerta l'intero campo, tanto che quando andai di corsa, rigorosamente in pigiama, con il mio gladio in mano, a vedere cosa fosse successo, mi ritrovai davanti alla quasi totalità dei semidei del campo, praticamente tutti scompligliati e\o senza armatura.

-"Percy!"- esclamai quando riconobbi la sua chioma corvina nella folla.

-"Hey bro, ciao Piper!"- salutò lui a propria volta, rivolgendosi prima a me e poi alla ragazza che, a quanto pareva, si era svegliata a propria volta e mi aveva seguito fin lì.

-"Non so che cosa stia succedendo. Tu si invece?"- gli chiesi allora, dopo essermi avvicinato a lui.

-"Non ne ho idea, ma Annie sta già facendo delle congetture a riguardo."- mi spiegò, facendo un cenno con il capo in direzione della figlia di Atena che stava gesticolando nel vuoto, come se stesse parlando con delle persone a noi invisibili.

-"Non pensate sia opera di... ecco, QUELLA dea, vero?"- si informò Piper, evitando di pronunciare il nome di Nyx.

-"..."- lo sguardo di Percy valse più delle parole che nemmeno aveva pronunciato.

-"Emh, ragazzi, ho una notizia buona e una cattiva."- alla nostra conversazione si unì un'altra voce, quella di Leo, decisamente meno spensierata del solito.

-"Hey Leo, dicci tutto!"- gli disse Percy, nelle cui parole si poteva chiaramente cogliere una vena di preoccupazione.

-"Di solito si parte con la cattiva no?- iniziò il messicano, guardando le nostre espressioni così da accertarsi di poter continuare a parlare.- Allora, questo è di certo l'inizio dell'attacco definitivo di Nyx, e quindi anche di una nuova guerra."-

Per quanto me l'aspettassi, come tutti gli altri intorno a me, fu comunque tremendo sentirlo dire ad alta voce.

I Campi non sarebbero stati in grado di combattere al meglio, non così poco tempo Gea e così a corto di armi e guerrieri.

Però sapevo anche che questa guerra non sarebbe stata combattuta in superficie.
O almeno, non totalmente e non se tutto andasse secondo i piani.

E i piani comprendevano, da quanto avevo capito dopo varie conversazioni con gli dei, la morte di Emma.

-"Quella buona?"- domandò Piper, rompendo il silenzio teso che si era creato e riportandomi alla realtà.

-"Quella buona è che i mostri, al momento, non si stanno muovendo. Sono letteralmente immobili nei pressi del pino di Talia, e sembrano quasi inanimati, quindi ancora per un po' non ci disturberanno."- concluse il ragazzo.

Questo confermava la teoria che l'attacco al campo dipendesse praticamente del tutto dall'esito della battaglia della biondina, evidentemente in corso o quasi.

Eseguii allora una breve preghiera mentale per gli dei greci e romani, senza distinzioni, per lei, nonostante mi fidassi molto delle sue abilità.

Non mi era ancora chiara l'arma con cui lei avrebbe combattuto contro la figlia di Caos, sapevo solo che era stata forgiata con la luce più pura ed incontaminata e che solo Emma era in grado di usufruirne, e proprio per questo non potei rivolgere una divinità in particolare le mie preghiere perché guidasse la sua mano o aggiustasse la sua mira.

-"Ottima notizia!"- esclamò Percy, tirando un sospiro di sollievo.

-"Così avremo un po' più di tempo per organizzarci."- soggiunse Annabeth, per poi tornare ad immergersi nei propri pensieri e nel creare una strategia per l'imminente battaglia.

-"Quindi qual è il piano?"-
Alla conversazione si unì ancora un'altra voce, pimpante, rassicurante e calda come il sole.

-"Non che siano affari tuoi, Solace, dato che non ti permetterò di lasciare l'infermieria e di venire a combattere."- ribattè, con un tono ben più duro e secco, l'evidentemente appena uscito dal letto Nico, con la sua chioma corvina ancor più disordinata del solito e una maglietta leggera a maniche corte, con sopra disegnata una mano impegnata ad eseguire uno strano gesto, probabilmente tipico italiano, in cui il pollice era appoggiato alle altre quattro dita, strette fra loro e lievemente a semicerchio.

-"Ho un déjà-vu. Ora mi rubi pure le frasi, oltre che il cuore, Di Angelo?"-

-"Ma stai zitto."- borbottò il semidio, ormai diventato più rosso di un peperone.

-"Siete il mio show preferito."- sospirai io con aria sognante, guardandoli e sorridendo.
Era diventertente recitare la parte dell'amante delle coppiette maniaco, sebbene non lo fossi.
Non così tanto, almeno.

Okay, non prendo in giro nessuno, lo sono eccome, anche se non a livelli preoccupanti, ecco.
Poi Piper è decisamente peggio.

A proposito della mia ragazza, anche lei stava guardando la neonata coppietta con uno sguardo altrettanto sognante, ma perlomeno si astenne dal fare commenti di alcun tipo.

-"Oggi vi siete svegliati e avete scelto la violenza."- ringhiò Nico, trucidandomi con uno dei peggiori sguardi che avesse in serbo. Non riuscì però a rimanere arrabbiato per molto, dato che si sciolse non appena Will gli lasciò un dolce bacetto sulla testa, il che però lo fece al contempo arrossire ancora di più e sorridere appena.

Quel breve dibattito aveva definitivamente sciolto la pressione che fino a poco prima ci aveva avvolto per via dell'improvvisa presenza dei mostri, e ne fui davvero grato.

Eravamo tra i non così tanti sopravvisuti alla guerra contro Gea, ed ero certo che nessuno di noi si fosse ancora ripreso da essa, ma essere vivi non significa di certo essere interi.

Eravamo tutti a pezzi, rotti, frantumati sia dentro che fuori, pieni di cicatrici e spesso con dei buchi che nessuno sarebbe più riuscito a chiudere.

Il fatto però che fossimo ancora lì, uniti, con delle armature sopra gli abiti con cui andavamo pure fuori al cinema, e con in mano delle armi spesso troppo pesanti e grandi per i nostri giovani corpi, ancora in grado di scherzare e ridere, e, nonostante tutto, pure pronti per affrontare l'ennesima sventura, mi faceva capire quale fosse davvero il significato della parola "eroe", e come ognuna delle persone che mi circondava lo fosse a modo proprio.

-"Annabeth, potresti venire nella nostra cabina? Riunione straordinaria."-
Malcolm, figlio di Atena e fratello della mia amica semidea, interrupe il mio flusso di conoscenza, portando poi via con sé la ragazza, mentre se ne andava silenziosamente e velocemente così com'era arrivato.

Non mi ero nemmeno accorto che si fosse avvicinato, prima che si mettesse a parlare proprio nei pressi del nostro gruppetto, e speravo fosse perché ero distratto, e non perché i miei sensi non fossero più tanto acuiti.

-"Mi hanno rubato la fidanzata..."- affermò Percy sconsolato, guardando tristemente nella direzione in cui era sparita Annabeth, benchè fosse evidente che stesse enfatizzando teatralmente ciò che provava.

-"Un giorno ci vendicheremo bro, ma ora è meglio pensare a difendere il campo."- gli risposi io, appoggiando una mano sulla sua spalla come per rassicurarlo.

-"E a fare colazione."- si intromise Leo, con un tono serissimo.

-"Che c'è? Guardate che mangiare è importante per rimanere forti e in forma!"- aggiunse in un secondo momento, dopo aver notato la nostra occhiata scettica collettiva nei suoi confronti.

-"Hai proprio ragione!"- concordò Percy, con una rinnovata allegria, probabilmente data dal pensiero di poter mettere le grinfie su una torre di pancake blu molto presto.

Questa ventata di buon umore contagiò ognuno di noi, chi più (come me) chi meno (come Nico, non che sia una novià), e ci distrasse praticamente del tutto dallo scontro che si prospettava essere sempre più vicino.

Non ci rese malinconici nemmeno vedere il padiglione della mensa quasi vuoto, stretto in un freddo abbraccio da una fila di colonne marmoree, rese quasi brillanti dalle prime luci calde del mattino, con i grandi tavoli di un legno ormai segnato dal tempo e dall'esuberanza di molti giovani semidei, disposti inoltre nelle direzioni più disparate come barche di un'immaginaria battaglia navale sul terreno litico del posto, in maniera alquanto trascurata, segno del fatto che le arpie non avevano ancora avuto tempo o modo di sistemarli.

Ci sedemmo allora su due lunghissime panche , sparpagliandoci casualmente intorno a quello che pareva essere il più largo dei banchi lignei, per poi metterci nuovamente a parlottare fra di noi, per passare il tempo in attesa che ci fosse effettivamente data la possibilità di fare colazione, non che mancasse molto, comunque, dato il profumino delizioso che già si stava espandendo nell'aria.

Altri ragazzi si misero ad imitarci, andando ad occupare tavoli per sé e per i propri amici o aggregandosi a gruppetti già formati, tutto ciò mentre chiacchieravano a mezza voce con le persone circostanti a loro, quasi temendo che avrebbero svegliato i mostri dalla loro trance se avessero alzato il tono.

Erano molti, comunque, i semidei che mancavano all'appello, e che probabilmente non si sarebbero uniti a noi.
I figli di Atena erano un ottimo esempio, così come gran parte dei figli di Efesto e Apollo e quelli di Ares.

Anche i figli di Hypno erano assenti dal padiglione, non che fosse difficile immaginare il perché, data l'ora a cui eravamo stati costretti ad alzarci dal letto.

Anzi, mi corressi mentalmente subito dopo aver incrociato due ipnotici occhi marrone scuro, incastonati in un viso pallido, dai tratti marcati, il naso appena all'insù e due labbra rosee e piene, ed incorniciati da delle lunghe ciglia folte e una spessa riga di eyeliner.

La ragazza che mi stava guardando, chiamata Elle, se non ricordavo male, era una dei più alti esponenti della cabina 15, famosa in tutto il Campo per il suo vestiario eccentrico, spesso basato su colori fluo o con fantasie rappresentanti effetti ottici in movimento, i capelli tinti sempre di sfumature diverse e la bravura nel giocare ai videogames.
Ci aveva stracciato tutti almeno una volta in un gioco, era inutile nasconderlo.

Probabilmente, l'olandese figlia di Hypno, nonostante l'orario, aveva deciso di accomodarsi a quel tavolo solo per tenere compagnia alla sua presumibilmente fidanzata, Lou Ellen, la vivace figlia di Ecate che ci aveva aiutato più volte nel corso delle varie imprese e guerre.
Lou in quel momento stava guardando abbattuta il vuoto, ignorando i tentativi di Elle accanto a lei di distrarla e di fare conversazione, ma il fatto che le stesse stringendo la mano era ben più significativo di ogni sua possibile parola.

Era possibile che fosse così giù di corda per la guerra in arrivo, certo, ma era più probabile che il suo umore dipendesse dalla fuga dal Campo di una delle sorelle a lei più legate, partita per andare a recuperare il giovane figlio di Apollo , della quale non si erano praticamente ricevute notizie.

O, perlomeno, se anche fra i piani alti, per così dire, si fosse saputo qualcosa, nessun dettaglio era stato fatto traperlare.

Comunque, non mi risultava che fosse giunto da parte di alcun semidio un qualche segno di comunicazione, come una lettera, con un messaggio Iride o...

-"Un ologramma !"- esclamò Leo, alzandosi dalla panca di scatto aprendo gli occhi meravigliato.

In un primo momento osservai il figlio di Efesto, totalmente in confusione dato il perfetto tempismo con cui aveva urlato quella frase, però poi mi riscossi appena e mi girai nella direzione verso cui lui stava guardando, per poi ritrovarmi davanti agli occhi la sagoma di un ragazzetto piuttosto alto con dei grossi occhiali dalla montatura nera.

-"Richard..."- la voce meravigliata di Katie Gardner, capocabina e figlia di Demetra, si impose sul mormorio della sala, richiamando l'attenzione di tutti i semidei.

-"Quindi sono ancora vivi..."- sussurrò qualcuno alle mie spalle.

Questa frase mi fece intuire che il semidio apparso nel mezzo della sala fosse uno dei tre ragazzi scappati dal Campo per compiere quell'impresa improvvisata.

Ero felice che finalmente qualcuno si facesse sentire, ma avrei sinceramente preferito avere notizie da qualcun altro...

-"Non-... s-s-s-so... per quanto r-r-r-r-riuscirò a p-p-pa-arlar-r-re ... n-non-n p-p-pren-n-d-e molto qua s-s-s-sotto"- nonostante le mille interferenze, era evidente che Richard, non avesse la minima intenzioni di chiudere il collegamento o di arrendersi.

-"Dii immortales ragazzo! E' una pessima idea usare la manipolazione degli elementi nel Tartaro! Chi è che vi sta fornendo l'energia necessaria per farlo?"- esclamò l'appena arrivato Chirone, che svettava sulle nostre teste nella sua pura forma da centauro, mentre trottava verso il punto in cui si era creato il collegamento.

-"N-n-non... è... i-i-i-i-impor-r-rtante ora...."- gli rispose il semidio, per poi guardare rapidamente verso la propria destra.

Ci fu allora un attimo di silenzio, sebbene fosse evidente che Richard avesse però continuato a muovere le labbra.
Una morsa di sconforto strinse il mio cuore, e temetti seriamente di non ricevere più informazioni dai giovani eroi.

-"Ma quanto sei simpatico. Davvero. Grazie per avermi rivolto la parola. Mi hai proprio fatto ridere. Ahahahah. Sto morendo. Sto rotolando. Tra poco non riuscirò più a respirare per via delle risate fragorose che sgorgano dal mio petto. Hai proprio talento, dovresti fare il comico. S-..."- una voce serissima, evidentemente sarcastica durante tutta la durata del suo breve monologo, ruppe la quiete che si era creata nell'attesa che il collegamento funzionasse di nuovo, ma non riuscii proprio a capire chi avesse parlato, dato che non mi sembrava fosse stato uno dei ragazzi intorno a me.

-"Resterei a farmi lusingare da te ancora un po', Moony, ma volevo informarti che il mio metodo ha funzionato perfettamente e che ora riescono di nuovo a sentirci."- il terzo membro dell'impresa, che fino ad ora non si era ancora fatto sentire nel collegamento, rimbeccò la ragazza che aveva parlato precedentemente.

-"Ma prendetevi una stanza voi due."- sbuffò Richard, alzando gli occhi al cielo.

-"Vedi di fare il tuo dovere e di non rompere le dracme tu, non ho intenzione di giocare alle ombre cinesi ancora per molto."-

-" Ma sei tu che ti sei offerta di sperimentare un nuovo metodo di comunicazione! Avevi promesso-..."- proprio nel bel mezzo della propria frase, Richard venne interrotto e spinto da un lato, e all'improvviso un altro semidio apparve al suo posto.

-"Buongiorno miei cari, scusate le varie interruzioni e il disturbo. Vi stiamo contattando solo per dirvi che siamo tutti vivi, apparentemente, e che a breve ci congiungeremo pure Emma e Laurence, che al momento sono impegnati a combattere contro i mostri; ma soprattutto, siamo qui per chiedervi un favore. Noi non possiamo metterci in contatto con gli dei, ma avremmo davvero bisogno di farlo. Potreste farlo voi, stimati semidei e futuri eroi, e riferire a loro di consegnare Aether ad Emma?"-

Non sapevo se fosse più per il tono da lui usato, così convincente, risoluto e rilassato, o se fosse l'aura di sicurezza e fiducia che quel tipo emanava, nonostante lo sguardo malandrino, ma mi aveva già convinto a fare esattamente quello che voleva. Dato che il ragazzo non era un figlio di Afrodite, altrimenti lo avrei riconosciuto subito, mi chiesi se avesse ereditato da un qualche lontano parente la lingua ammaliatrice, ma poi mi resi conto che non avevo sentito il solito formicolio che avvertivo ogni qual volta che qualcuno la usava su di me. Probabilmente, era solo una persona davvero molto convincente di natura.

-"Anche meno, leccaculo che non sei altro... Sarebbe bastato dire: hey gente, non è che potreste chiedere ai nostri vecchi di spedire ad Emma lo spadone luminoso segreto che tenete nascosto sull'Olimpo di cui ci ha appena parlato la miglior drama queen immortale di sempre?"- disse la ragazza che aveva creato l'ologramma, non ancora entrata nel nostro campo visivo, spiegando con parole più semplici e dirette che cosa fosse Aether.

-"Sono certo che lei apprezzi l'epiteto, ma basta anche solo che la chiamiate Eris."- specificò ulteriormente Richard.

No, non ci volevo credere.
Di nuovo quella?
Cosa voleva ancora da Emma? Non le aveva già fatto abbastanza del male?
Perché era laggiù accanto alla ragazza che aveva tradito e ferito?

Per un istante, ebbi il sospetto, o meglio, il timore, che Emma l'avesse perdonata e che si fossero ri-messe insieme.
Ma poi cercai di reprimerlo e di convincermi che la mia biondina non sarebbe stata tanto stupida.
Cioè- la nostra biondina.

-"Lo faremo di certo.- rispose allora Chirone spigliato, con uno sguardo talmente serio da far impallidire quello di Nico mentre gioca a Mitomagia. - Però, prima di andarvene, potreste almeno promettermi di fare attenzione? Soprattutto tu Richard."-

-"Certo Chir... hey! Questo è offensivo! Sono l'unico qui che non ha ancora rischiato di morire, e, per di più, Sky è molto più sconsiderato di me!"- si lamentò il figlio di Demetra.

-"Lui, a differenza tua, non si sta facendo guidare in questa impresa dal cuore."- spiegò cripticamente il centauro, facendo ridacchiare il semidio molto convincente, o per meglio dire, Sky.

-"Emh ragazzi, mi dispiace interrompere, ma un enorme uccello assetato di sangue sta volando dritto dritto verso di voi..."- si intromise Leo, alzandosi dal nostro tavolo ed indicando un qualcosa alle loro spalle.
Mi affrettai a guardare nella direzioine da lui indicata e, anche grazie agli occhiali, riuscii a scorgere la sagoma della creatura di cui lui parlava.

Era ancora troppo lontano perchè riuscissi a vedere molto più che la sua enorme stazza, il suo piumato scuro, in netto contrasto con un becco marrone cannella, e gli artigli argentei appuntiti, ma diciamo che incuteva già abbastanza paura così.

-"No way, adoro!"- esclamò Luna, apparendo finalmente nel nostro campo visivo, mentre gesticolava ancora distrattamente con le mani per tenere attivo il collegamento.

Notanto che nessuno si era mostrato entusiasta quanto lei alla vista della creatura, si guardò intorno stupita, per poi socchiudere la bocca per lo shock.

-"Quello è un Cinnamologo! E questa è letteralmente la prima volta che appare in pubblico dai tempi dell'Antica Grecia! Erodoto ne ha parlato nelle sue Storie, nell'edizione che c'è al campo è a pagina 42, secondo paragrafo contando dall'alto, mentre un suo disegno, creato a partire dalla descrizione dello storico, si trova solo nelle appendici alla fine, a pagina 103, in basso a sinistra."- spiegò, dando prova di avere anche un'ottima memoria fotografica.

-"Secchiona- la prese in giro Sky ridacchiando, guadagnandosi un'occhiataccia, per poi riprendere a parlare come se nulla fosse.- il primo che arriva vince la tavoletta di cioccolato che Moony si è portata dietro, ci state?"-

-"Oya?! Ma come ti permetti? Quella barretta non è contrattabile!"- sibilò Luna.

"Io ci sto"- acconsentì Richard, scrollando le spalle.

-"Non ti ci mettere anche tu R..."-

-"Mangiate la mia polvere, execheglutoi!*"- la interruppe Sky, spiccando letteralmente il volo.

Non riuscii a capire di preciso cosa avesse detto loro, dato che non avevo ancora una conoscenza così approfondita dal greco, ma ero certo non fosse qualcosa di molto carino, anche per via della faccia sdegnata che fece Luna.

Comunque, il collegamento venne interrotto, e la sala piombò di nuovo nel silenzio.

-"Bhe, non ci resta altro se non fare tutto ciò che ci hanno chiesto e pregare che le Moire siano a loro favore."- concluse Chirone, trotterellando con aria grave e pensosa fuori dalla mensa, probabilmente per andare a contattare gli dei e parlare con loro.

-"Direi invece che il problema sia proprio quello..."- sussurrai io, ripensando al ricordo mostratoci da Emma e al suo orribile rapporto con le tre vecchiette.

Quando il centauro scomparve dalla nostra vista, il mormorio che serpeggiava fra i vari tavoli crebbe sempre più di intensità, e il Campo Mezzosangue prese di nuovo vita.

Tutti i semidei intorno a noi erano stati, in parte, rincuorati da quel dialogo.
La vittoria contro Nyx non sembrava così impossibile da ottenere, come dimostrava la sicurezza dei tre ragazzi, e sinceramente ognuno di noi voleva crederci.

Eppure, nonostante il fuoco della speranza che ardeva in me si fosse alimentato e accresciuto alquanto, non potei fare a meno di provare l'orribile sensazione che qualcosa di brutto, terribilmente brutto, sarebbe successo presto.
Davvero molto, molto presto.

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*= questo magico insulto significa: "dal culo sporgente"

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DISAGIANGOLO

Hey bitches and bros and non binary hoes!

Eccomi qua, con questo capitoletto di passaggio, dopo più di un mese di assenza :)

Non posso promettervi di essere più costante, purtroppo, ma mi impegnerò al massimo per pubblicare almeno un altro capitolo durante l'estate e di scrivere(anche solo in parte o per punti) tutti quelli che mancano alla conclusione, che, ahimè, non sono tanti.

Per il secondo volume sarò più organizzata!
(non lo prometto solo perché mi conosco, ma mi impegnerò davvero per farlo.)

NEWAYS, ho cercato di mettervi qualche contenuto shipposo qua e là, e di non rendere questo capitolo tetro e triste (l'angst arriverà presto, tranquillw ;) ) , quindi spero che un pochetto vi sia piaciuto!

MA ORA...

ECCO UN PO' DI DOMANDINE!

1- Emris o Emson?

2- Cosa ne pensate di Luna e Sky e del loro rapporto?

3- Siete prontw a leggere dei capitoli pieni di combattimenti e di evoluzioni inaspettate?

4- Conoscevate il Cinnamologo?

5-C'è, per ora, un personaggio che non vi sta piacendo molto\affatto per il suo comportamento?

6- Avete colto il mini riferimento ad Haikyuu?

Okay, ho finito, torno nel mio angolino a sventrare zanzare *insert evil face*

A presto (rido per non piangere),

CLB :)

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