Il Passante

By AmyCriFranti31

4.2K 722 1.3K

COMPLETATA. Corrado e Beatrice. Due ragazzi, due compagni di classe, quasi due perfetti sconosciuti. Finchè a... More

Premessa
Ispirazioni e luoghi
1. La Biblioteca
2. Mattina
3. Aspetta!
4. Via del Crocicchio 27
5. Via degli Orti Neri 13
6. La cattedrale
7. Elias il Custode
8. Notturno
9. l'Hotel Commercio
10. Camera 21
11. Altre porte da aprire
12. L'Alto Consiglio
13. La città sull'acqua
14. Nella bottega di Zibone
15. Plantelle, cartacanti e bolle di vetro
16. Un'ottima cena
17. Esterno, notte
18. Storia di Tagliavento
19. Ricordi di Galeno
20. Risvegli
21. Le coincidenze
22. Simboli
23. Bagliori nel buio
24. Ricordi, segreti e rivelazioni
25. Mirene, racconto di Otto
26. Tasselli
27. Sangue rappreso
28. Astronavi
29. Pelle che brucia
30. La festa
31. Si alzi il sipario!
32. La luce del mattino
33. Padri, figli e mappe
34. Corvi, petali e vino cotto
35. Acquamara
36. Fango, rabbia e farfalle
37. Il trono di Aezio
38. Le parole di Otto
39. Silenzi, esplosioni e pigiami rosa
40. Passato, presente e futuro
41. Wanda
42. Appunti di una vita
44. La resistenza
45. Il terremoto
46. Vigilia di Natale
47. Serve un piano
48. Le prigioni
49. Dante e Beatrice
50. L'incanto
51. Le cinque dame
52. L'accampamento
53. Fuoco
54. Sulle acque del fiume
55. Nel cuore del bosco
56. L'ombra
57. Sorella Tucca
58. Streghe
59. Tramonti e notti di luna
60. Lo scudo
61. L'attacco
62. In frantumi
63. Ali, artigli e zanne
64. Lo spettro
65. L'amore non muore
Epilogo
Ringraziamenti

43. Giostre di frutta e decisioni azzardate

42 7 25
By AmyCriFranti31

Corrado e Beatrice uscirono insieme dall'atrio della scuola, si precipitarono giù dalle scale e si fermarono fuori dall'ingresso osservando la scalinata. Decine di studenti uscivano raggiungendo biciclette, motorini e autobus che li avrebbero riportati a casa per il pranzo.

"Che gli diciamo esattamente?" chiese Corrado.

"Non lo so, che potremmo studiare insieme magari?" rispose Beatrice poco convinta.

"Così dal niente, dopo tre anni e prima delle vacanze?"

"Ok, hai qualche idea migliore?"

"No".

Carlo sbucò dalla porta d'ingresso in quel momento, scese i gradini lentamente tenendo la testa bassa a guardarsi le scarpe. Si calcò il berretto nero sulla testa e si infilò i guanti.

C'era aria di neve.

"Ehi! Carlo!" urlò Beatrice, mentre lui le passava davanti proprio in quel momento.

Carlo si voltò fermandosi, stupito nel sentire il suo nome pronunciato da qualcuno che non fosse un professore.

"Come... come va?"

"Bene" rispose lui con un filo di voce.

Corrado si avvicinò con cautela perché sapeva quanto Carlo sapesse essere sfuggente.

"Stavamo pensando che magari potremmo studiare insieme un pomeriggio di questi, sei stato assente parecchio, potremmo darti una mano" disse pesando ogni parola.

Carlo li fissava come due alieni.

"Mmh, no grazie".

Stava per andarsene via quando Beatrice decise di ritentare.

"Senti, potremmo andare a farci un giretto in centro se non ti va di studiare..."

"Già non dobbiamo per forza" le andò dietro Corrado sperando di portare a casa il risultato con un colpo di fortuna.

"Perché?" chiese Carlo spiazzandoli entrambi.

Beatrice si voltò verso Corrado.

"Perché?"

"Già, perché? Perché... perché è Natale! La città è molto bella è un peccato non vedere le luci e tutto il resto".

Carlo non disse una parola, girò sui tacchi e si allontanò verso l'uscita del cortile.

Beatrice guardò Corrado e alzò gli occhi al cielo, avrebbe voluto prenderlo a pugni.

"Le luci di Natale..."

"Era un tentativo!".

Beatrice che non era il tipo che si arrendeva così al primo fallimento, decise di giocarsi il tutto per tutto; inseguì Carlo che stava per varcare il cancello d'ingresso e lo raggiunse.

"Ehi! Aspetta! Ok, la verità è che dobbiamo parlarti" disse infine.

Carlo si fermò di nuovo, incredibile come la sua espressione non tradisse la minima emozione. Eppure, qualcosa doveva provare perché la voce gli tremava.

"Parlare con me?" chiese come un soffio.

Corrado li raggiunse.

"Sì, anche la Ossolini vorrebbe parlarti".

Questa volta avevano la sua attenzione.

"Dov'è?" chiese Carlo.

"A casa mia" rispose Beatrice.

"E che ci fa a casa tua?"

"É una storia lunga, che ti riguarda".

Carlo cambiò espressione per la prima volta e aggrottò le sopracciglia scure. Stringeva ripetutamente i pugni, come se stesse cercando di schiacciare qualcosa di invisibile tra le mani.

"Devo andare" disse infine.

Poi si allontanò correndo verso il semaforo e sparì in mezzo alla folla di studenti.

Corrado e Beatrice rimasero immobili.

"Non riusciremo mai a parlarci, te l'avevo detto"

"In qualche modo dovrà starci a sentire, comunque... pranzi da me?"

"Ehm... ok. Certo, si grazie. Dovrei forse avvisare Evelina"

"Ma figurati ti leggerà nel pensiero".

***

Wanda riattaccò il telefono e si appuntò un orario e un indirizzo sull'angolo di un foglio pieno di appunti.

"Vorrei che Beatrice fosse con me oggi pomeriggio, non ti dispiace vero? Ho paura che la mia mente faccia brutti scherzi" disse Wanda.

"Se lei se la sente, per me non ci sono problemi" rispose Adriana.

"Non avrei voluto mentire a quell'uomo, non si merita altre bugie. Solo che la scusa di parlare di Carlo è plausibile e sapevo che avrebbe accettato un incontro" disse stringendosi nelle spalle.

"Non è stata una cattiva idea, ora dovete solo trovare le parole giuste e credimi sarà molto difficile" disse Adriana dirigendosi in cucina.

Beatrice sarebbe rientrata a momenti, affamata, e Adriana cominciò ad apparecchiare la tavola.

Wanda stese la tovaglia a quadretti sul tavolo e tagliò il pane a fette. Adriana controllò le verdure sul fuoco e le polpette di carne in forno.

"Queste le ha fatte Ninni" disse indicando il forno acceso.

"Ah! L'amore..." disse Wanda disponendo i piatti.

Adriana fece un sorrisetto imbarazzato che non convinse nessuno, nemmeno sé stessa.

"Mettine uno in più, sono quasi certa che ci sarà anche Corrado" disse poi.

"Sono inseparabili quei due, pensi che ci sia qualcosa di più?"

"Ovviamente, ma loro ancora non lo sanno" rise Adriana.

Wanda sorrise tristemente, rendendosi conto che tra i ricordi di una vita precedente non ve n'era nessuno che le facesse battere il cuore.

"Posso chiederti una cosa un po' sfacciata...?" chiese Adriana posando i bicchieri sul tavolo.

"Vai"

"Come funziona? Intendo, come riuscite e a fare quelle cose, spostare gli oggetti e tutto il resto?".

Wanda si accomodò e cercò di pensare ad un modo semplice per farsi capire.

"Mmh, dunque... è tutta questione di testa credo, vedi noi abbiamo dalla nascita molte capacità magiche ma non riusciamo a governarle. Per questo esistono le scuole. Certo alcune cose, magari le più semplici si possono imparare anche da soli, ma per essere padroni della magia bisogna apprenderla ed esercitarsi. Ogni giorno. Io ho frequentato solo la scuola di base, ma qualcosa avevo imparato".

Adriana si accomodò di fronte a Wanda in silenzio.

"Ricordo di aver appreso parecchie tecniche, sapevo far levitare piccoli oggetti, quelli di dimensioni più grosse sono molto difficili da spostare e lo insegnano solo nella Accademie. Potevo creare la luce dal palmo di una mano, accendere un fuoco, creare l'acqua e farla bollire o ghiacciare. Avevo imparato alcuni incantesimi semplici come impartire comandi alle cose e fare in modo che li eseguissero"

"Impartire comandi alle cose?" la interruppe Adriana.

"Sì, sono incantesimi di vario genere, una volta imparati puoi fare praticamente ogni cosa. Rimettere in ordine cose e oggetti, fare in modo che un coltello sbucci una mela al posto tuo o che i panni si lavino. Cose utili diciamo. In bottega ne usavamo moltissimi, c'era sempre un via vai di roba svolazzante sopra le nostre teste!"

"Dev'essere meraviglioso" disse Adriana con la luce negli occhi.

"Lo è eccome"

"E non ti manca aver perso tutto questo?"

"Adesso che l'ho ricordato, un po' forse mi manca, ma quando decisi di lasciare Mezzanto lo feci senza nessun rimpianto" disse Wanda giocherellando con una forchetta.

"Forse però non è tutto perduto" osservò Adriana.

"In che senso?"

"Non puoi sapere se i tuoi poteri magici sono svaniti del tutto finché non provi ad usarli".

Wanda che non aveva mai esercitato le arti magiche con troppo impegno provò all'improvviso una sensazione di disagio, temendo di non riuscire più ad eseguire nemmeno il più banale degli incantesimi.

Non era sicura di volerci provare. Poi però pensò che se il destino le aveva concesso di ricordare chi fosse, allora non si sarebbe dispiaciuto poi così tanto se lei avesse provato ad essere davvero quella che era.

Decise di tentare con qualcosa di semplice.

Afferrò una mela dal vassoio al centro del tavolo e la tenne ben dritta sul palmo della mano davanti agli occhi sgranati di Adriana.

Si concentrò più che poté e la fissò come se volesse incenerirla.

Cercò di convincersi che poteva farlo, infondo l'aveva fatto milioni di volte.

Doveva pur rimanere qualcosa.

La mela era immobile sul palmo della sua mano, gli occhi semichiusi, non volava una mosca.

Wanda si concentrò ancora di più, voleva spostare quella mela e provare a sé stessa che era ancora in grado di farlo.

Adriana era immobile. Il frutto anche.

"Non credo di poterci riuscire" disse Wanda quasi rassegnata.

"Provaci ancora, dai" la incoraggiò Adriana.

Allora Wanda chiuse gli occhi, inspirò profondamente, trattenne il respiro per pochi secondi e poi lasciò che i suoi polmoni si svuotassero e così anche la sua mente.

In quel momento, in cui sembrò che tutto il suo corpo cedesse allo sforzo, le dita della sua mano si distesero ancora di più e la mela rossa cominciò a tremare, poi all'improvviso con grande stupore di entrambe si sollevò a mezz'aria come se fosse una bolla di sapone.

Adriana fece un balzo indietro sulla sedia e per poco non cadde. Si portò le mani alla bocca e cominciò a ridere.

"Non posso crederci! Sta-sta volando guarda! Sta volando!" disse indicando il frutto che volteggiava verso il soffitto.

"Oh! Ce l'ho fatta! Ce l'ho fatta!" esultò Wanda incredula mentre sentiva una strana, antica energia uscirle dal palmo della mano. Percepiva chiaramente il peso della mela, ma quella volteggiava ormai a quasi mezzo metro dal tavolo.

Adriana un po' rideva e un po' piangeva, sembrava in preda ad una specie di delirio. Quella era una specie di conferma dopotutto, ora aveva visto con i suoi occhi qualcosa di incredibile. Non erano più solo storie.

Wanda decise di andare oltre e afferrò un'altra mela dal cesto, questa volta bastò poco per spedirla su verso il soffitto insieme a sua sorella. Poi fu la volta di un paio di kiwi, una banana e quattro cucchiaini da caffè.

Beatrice e Corrado rientrarono proprio in quel momento e si trovarono davanti un vortice di frutta e posate che roteavano sopra il tavolo della cucina. Adriana come impazzita saltellava e urlava a Wanda di provare con questo e provare con quello. Wanda non se lo faceva ripetere e ogni oggetto prendeva il volo così come se fosse riempito d'elio.

"Ma che diavolo!" disse Beatrice entrando in cucina con l'espressione più incredula di sempre.

"Ragazzi! Guardate!" urlò Wanda.

"Ci è riuscita! Ah! Non è incredibile!" rideva Adriana saltellando come una bambina.

Corrado strabuzzò gli occhi e rimase immobile e fissare il soffitto. Beatrice per poco non cadde e si dovette appoggiare alla parete.

"Nonna! Siete completamente impazzite?" chiese senza trattenere una risata.

"Sai, non è che prima non ci credessi tesoro! Ma ora, dopo tutto questo, guarda qui che roba!" disse Adriana in estasi.

Wanda sorrideva e con le mani guidava gli oggetti per tutta la cucina, Corrado dovette spostarsi un paio di volte per evitare di essere preso a schiaffi da un cucchiaino.

Poi all'improvviso Wanda chiuse i pugni e in un solo colpo tutta quella giostra fluttuante piombò a terra come un lampadario che si sgancia dal soffitto. Ci fu un frastuono di cucchiaini e diversi tonfi di mele.

"Accidenti, devo lavorare un po' sulla chiusura" osservò Wanda recuperando una banana dal pavimento.

"È stato pazzesco!" disse Corrado dopo aver recuperato alcuni frutti.

"E questo è niente" rispose Wanda.

"Voi siete pazze, se qualcuno vi avesse visto?" disse Beatrice accomodandosi a tavola.

"Chi vuoi che ci veda, tesoro, non passa anima viva da qui!" le rispose Adriana portando in tavola il pranzo.

Corrado chiese di poter usare il telefono per avvisare a casa che si sarebbe fermato fuori a pranzo. Rispose Evelina che già sapeva tutto. Decise che date le circostanze avrebbe indagato più a fondo anche sulla domestica di casa Garmigli.

Pranzarono allegramente, poi Corrado e Wanda si offrirono di sparecchiare e lavare i piatti.

"Non potremmo usare qualche trucchetto?" chiese Corrado.

"Non vorrei combinare un disastro, credo che ci dovremmo arrangiare così per stavolta" rispose la professoressa Ossolini.

Una volta terminato si accomodarono in salotto mentre sul fornello veniva accesa una caffettiera.

"Abbiamo parlato con Carlo oggi, dopo la scuola, ma è stato sfuggente come sempre" disse Beatrice.

"Abbiamo avuto la stessa idea allora, io ho chiamato suo padre e ho concordato un incontro nel pomeriggio a casa sua" disse Wanda. "E vorrei che ci fossi anche tu".

Beatrice si guardò in giro pensierosa.

"Quindi gli diremo tutto?" chiese alla fine.

"Devono saperlo, non credi?" rispose Adriana.

"Certo, ma come glielo diciamo? Insomma, non possiamo arrivare lì come se nulla fosse e dire 'Ehi sai, tu sei il nipote di uno stregone squilibrato che ha ucciso migliaia di persone' non credo la prenderà bene" osservò Corrado.

"La prenderà malissimo" disse Beatrice.

"Soprattutto Arturo" aggiunse Wanda.

Si guardarono tutti negli occhi in cerca di una soluzione mentre il fischio della caffettiera cominciava a farsi sentire dalla cucina. Adriana si alzò raggiungendo i fornelli. Preparò le tazze sul vassoio di legno, ci versò il caffè bollente, aggiunse la zuccheriera e i cucchiaini. Ritornò in salotto e appoggiò tutto al centro del tavolino. Il profumo di caffè impregnò l'aria.

"Io credo che dovreste metterlo davanti ad un fatto compiuto, solo così potrà credervi" disse poi sorseggiando il suo caffè amaro.

Wanda aggiunse dello zucchero e agitò lentamente il cucchiaino nel liquido bollente.

"Quindi farai roteare delle mele sulla testa di Carlo?" chiese Beatrice.

"Non credo che sarò in grado di farlo e forse non è una buona idea" rispose.

"Oh, non intendevo questo. Non dovete dare spettacolo, però serve un segno, qualcosa che gli consenta di capire che non siete impazziti" cercò di spiegarsi Adriana.

Ci pensarono un po' su ma non riuscirono a trovare nulla che potesse aiutarli.

Corrado si stiracchiò, si alzò e andò verso la finestra che si affacciava sul giardino. Nonna Adriana aveva raccolto tutti gli acchiappasogni dal prato, erano spariti tutti tranne quello blu, che se ne stava appeso al melograno ondeggiando lievemente.

Accatastate sotto la tettoia di legno, dove Adriana parcheggiava la sua macchina rossa, c'erano tantissime scatole e contenitori, come se avesse accumulato così tanto nella vita da non avere più posto per stiparlo in casa.

"È un caos, lo so!" disse Adriana comparendo alle spalle di Corrado. "Sai nella vita, uno nemmeno se ne rende conto di quante cose si possono accumulare e poi quegli scatoloni, da due, diventano quattro, poi otto, mille! Finché non raggiungono il soffitto! E io non sono capace di buttare via nulla!"

Corrado le sorrise, in realtà non trovava negativo il fatto che una persona non riuscisse a liberarsi così facilmente degli oggetti che la circondavano. Anzi era secondo lui un tratto affascinante della personalità di Adriana.

Pensava a tutto questo quando un lampo gli passò nella mente.

"Potrei venire con voi oggi pomeriggio?".

Continue Reading

You'll Also Like

9.1K 1.8K 38
Vincitore del Wattys 2017 - Categoria Gli originali Vincitore del concorso Frammenti di gemme Un gruppo di criminali figli della provincia profonda...
2.6K 303 12
Questa storia parla di una ragazza di nome Deborah, ha 16 anni e come spiega il titolo è una ragazza timida e introversa. La sua vita non è sempre st...
280K 14.2K 52
Tutti sanno che tra vampiri e lupi mannari non è mai corso buon sangue; o almeno, lo sanno perfettamente i diretti interessati, i quali non possono v...
3.2K 385 47
[la descrizione può contenere spoiler per Ai confini del vuoto 1 - Progetto Minerva!] A due anni dalla fine della guerra tra Alleanza e Federazione...