•Il dono degli Dei||storia di...

By dvrkacademia

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Io non sono una ragazza come le altre. Anzi, non sono proprio una ragazza in realtà... I miei genitori sono g... More

capitolo1
capitolo2
capitolo3
capitolo4
capitolo5
capitolo6
capitolo7
capitolo8
capitolo9
capitolo10
capitolo11
capitolo12
capitolo13
capitolo14
capitolo15
capitolo16
capitolo17
capitolo18
capitolo19
capitolo20
capitolo21
capitolo22
capitolo23
capitolo24
capitolo25
capitolo26
𝔩'𝔦𝔫𝔦𝔷𝔦𝔬 𝔡𝔢𝔩𝔩𝔞 𝔣𝔦𝔫𝔢
capitolo28
capitolo29
capitolo30
capitolo 31

capitolo27

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By dvrkacademia

-Eris's Pov-

Emma era incredibilmente leggera da trasportare.

Me n'ero resa conto non appena l'avevo sollevata per portarla al sicuro.

Non si era mai fatta prendere in braccio da me, anche quando stavamo ancora insieme, credendo sempre di essere troppo pesante per via della sua forma fisica, ma invece era tutto il contrario.

Se non avessi avuto paura di lasciarla andare o di farla cadere, sarei riuscita a sorreggerla anche con una sola mano.

Che fosse l'adrenalina del momento a rendermi così forte?

Non ne avevo idea.

Ad ogni modo, ero contenta che la biondina tra le mie braccia, oltre che leggera e così vicina a me, fosse anche totalmente incosciente, altrimenti si sarebbe già messa a dimenarsi o a percuotermi, entrambi scenari molto poco piacevoli.

Un lato negativo però c'era: senza di lei ci avrei messo il doppio del tempo a cercare e a trovare l'escremento di Apollo, scomparso magicamente negli abissi del Tartaro, e avrei subito più danni se fossi stata attaccata.

Non so quanto tempo passai a volare via via sempre più raso terra per ripercorrere ogni singolo tratto da noi attraversato dal luogo in cui eravamo stati attaccati e dintorni, ma sono piuttosto sicura che vada contato in ore.

Ore in cui ero sola, esclusivamente in compagnia dei miei pensieri e di una ragazza mezza morta.
Ma ore in cui avevo potuto riflettere a fondo sulla guerra che ci attendeva.

Conoscevo le tecniche e le strategie di mia madre, bastava solo capire come avesse intenzione di effettuarle e quando.

Ero piuttosto sicura che i semidei in superficie fossero già sotto attacco e che stesse riservando a noi tre disgraziati avventurieri solo una piccola parte delle creature nelle sue truppe, giusto per distrarci un poco e per far stancare Emma, per poi sfidarla a duello e, nella sua immaginazione, disintegrarla.

Forse avrebbe chiesto aiuto a qualche dio oscuro o ad alcuni dei miei fratelli per riuscire a tenerci a bada nel caso pensassimo di interferire.
Non avrebbe però chiesto loro di infierire sulla sua vera nemica, dato che avrebbe di certo voluto finirla con le proprie mani.

Restava solo da capire se avrebbe colpito all'improvviso, in un momento per noi non opportuno, di distrazione o di notte, e anche dove.
Mi chiedevo se avrebbe aspettato che giungessimo al suo palazzo per dare il via alla sua battaglia finale o se ci avrebbe attaccato prima, se avrebbe usato i suoi soli poteri o se avrebbe usato un'arma, se avesse invece rapito lei Laurence, per poi usarlo per fare leva su Emma e convincerla ad arrendersi per salvarlo.

Tutte domande, nessuna risposta.

Comunque, dopo un po' mi stancai di perpetuare la mia vana ed infausta ricerca, quindi semplicemente decisi di accamparmi in un posticino meno roccioso ed impervio di quelli circostanti, ma comunque ben riparato.

Mi disipaceva di aver perso il figlio di Apollo, era utile come animale da compagnia, ma non potevamo permetterci di perdere ulteriore tempo e forza nel trovarlo.

Emma non sarebbe stata molto d'accordo, ma sarei riuscita a farla ragionare.
Forse.

Ma chi vogliamo prendere in giro, non appena lo avrebbe scoperto mi avrebbe costretto a cercarlo nuovamente in lungo e in largo, fino a consumarsi le suole dei sandali Nike a forza di correre, nel suo caso, e atterrare e prendere il volo, nel mio.

Una soluzione c'era però.

Sarebbe bastato dirle una piccola bugia e non farle sapere che il mortale più rumoroso della storia fosse scomparso magicamente nel nulla.
O anche solo fingere che invece se ne fosse ritornato in superficie.

Però poi se lei scoprisse l'inganno sarebbero guai. Grossi guai. Anche perché avevo giurato di non mentirle più.

-"Dove sono?"- una voce impastata dal sonno e ancora piuttosto stordita mi distrasse dalle mie riflessioni.

Emma si era svegliata.

-"Nei campi elisi"- le risposi io ironicamente, per poi avvicinarmi a lei per controllare le sue condizioni di salute e se fosse completamente sveglia.

-"Magari. Almeno lì non sarei costretta a vedere la tua brutta faccia"- ribattè facendomi la linguaccia.

Sì, era decisamente del tutto sveglia.

-"Ti sei riposata abbastanza? Devi essere in formissima per combattere contro mia madre."- mi informai sedendomi accanto alla ragazza.

-"Mh, bha...- iniziò stiracchiandosi braccia e gambe, guardandosi in seguito intorno.- Dov'è Laurence?"- chiese poi con un tono fra l'esasperato e il preoccupato.

Non riuscivo bene a capire in che rapporti fossero loro due, ma era piuttosto evidente che avessero legato molto in quel poco tempo passato insieme; anche perché lei si era subito accorta della sua assenza.

-"Umh..."- avrei dovuto mentirle subito e togliermi il peso, ma mi si erano bloccate le parole in gola.

-"Quindi?"- domandò per incitarmi a parlare.

-"..."- era come se mi si fosse attorcigliata la lingua,

-"Eris?"- mi fece scorrere la mano davanti agli occhi, come per risvegliarmi dallo stato di trance e silenzio in cui ero.

-"Laurence è..."- iniziai io, cercando di continuare a prendere tempo per pensare ad una scusa decente da propinarle.

-"Non l'hai ucciso, vero?"- mi chiese lei, con lo sguardo evidentemente esasperato.

-"..."- se avessi negato subito avrei avuto meno istanti per riflettere.

-"Eris!!- esclamò lei sbuffando e portandosi le mani sul volto.- E ora come lo spiego a papà Apollo? Mi aveva pure detto che quel suo figlio gli piaceva. Uff, almeno hai nascosto bene il corpo? Okay che è basso, ma ti sei accertata che non fosse visibile ad eventuali passanti?"-

-"Eh?"- le domandai io, senza sapere se essere più divertita dalle sue congetture o spaventata dalla sua pragmaticità.

-"Sto scherzando, idiòtes*! Lo so che non lo hai ucciso. Forse."- chiarificò lei, avendo probabilmente notato il mio volto corrucciato.

-"Si, non l'ho ucciso, ma..."- confermai io, spremendo ancora le meningi.
Non sarei riuscita a mentirle con tanta scioltezza.

-"Ma?"- mi incalzò lei.

-"Ma io non so..."- iniziai, ormai rassegnatami a dire la verità.

-"HEY! RAGAZZE! SONO QUI!"-

Sia lodato il cielo.

Proprio mentre stavo per spiegare ad Emma la mia realtà dei fatti, una fastidiosa, acuta, ben poco virile e altrettanto nota voce ruppe quel momento di tensione.

-"Ma io non so perché sia laggiù."- mi affrettai a concludere la mia precedente frase.

-"RAGAZZE! CIAO! SONO QUI!"- continuò ad urlare il semidio.

-"Umpf"- si lamentò la bionda a mezza voce, alzandosi dal proprio giaciglio. -"Puoi anche non urlare Sap, ti sentiamo benissimo lo stesso"-

-"E INVECE URLO ECCOME!- sbottò il ragazzo -POTRESTE VENIRE A GIU' A DARMI UNA MANO?"-

-"Che hai fatto or-... MA CHE CASPIO?! SARA' POSSIBILE CHE IO PERDA I SENSI PER 5 SECONDI E TU SIA GIA' RIUSCITO A CATTURARE L'ATTENZIONE DEI MOSTRI?"- ribattè l'altra sotto shock dopo essersi sporta dall'anfratto in cui ci eravamo riparate.

-"Che ha combinato questa volta?"- sospirai sconfortata io, avvicinandomi a lei per guardare a mia volta ciò che stava succedendo.

Sarebbe stato decisamente meglio se non l'avessi fatto.

Dire che una marea di strane e bislacche creature malformi stava circondando il figlio di Apollo sarebbe stato un eufemismo.

Non avrei saputo dire di preciso cosa il ragazzo avesse potuto fare per richiamare su di sé l'attenzione di così tanti mostri, ma restava il fatto che il semidio fosse in grave difficoltà, sia per via della moltitudine dei suoi nemici, sia per le sue scarse capacità di combattimento.

Mi girai velocemente verso Emma, giusto per confrontarmi con lei sul da farsi, ma non appena la feci scoprii di essere rimasta sola.
Riuscii ad individuare subito la sua testa biondo platino, sebbene fosse già in mezzo al marasma di corpi, e decisi di fiondarmi il più velocemente possibile da lei.

Mi stavo giusto per lanciare dall'anfratto quando mi balenareno in mente delle importanti domande.

E se questo attacco fosse opera di Nyx?

E se fosse questo il suo modo di dare il via ufficiale alla guerra?

E se lei volesse che noi attaccassimo tutti per tenerci occupati o distrarci?

Questi pensieri si alternavano furiosamente nei miei frenetici ragionamenti, tanto opprimenti quanto assolutamente cruciali.

Non potevo permettermi di lanciarmi in maniera irrazionale in battaglia.
Avrei messo in pericolo me stessa e i miei compagni di impresa, e se fossi stata ferita o bloccata loro sarebbero stati privati di un'ottima combattente.

Mi guardai intorno alla ricerca di qualche spunto per capire meglio la situazione, come una bandiera, delle ombre o alcune figure nascoste fra le rocce, ma non riuscii a scorgere niente di speciale.

Ad essere sincera, l'unico elemento discordante nell'allegro, si fa per dire, quadretto che mi si presentava davanti era la presenza di alcuni animali apparentemente normali fra le fila dello schieramento nemico.

In totale notai due pipistrelli, un barbagianni, due tassi e un ghiro.

Non ero la sola ad avere notato la loro strana presenza, infatti avrei potuto giurare di aver sentito Emma eslcamare qualcosa come: "Ma dove siamo, nelle Cronache di Narnia?" o "Ora arriva pure Aslan"

Per quanto non fossi un'esperta di quella saga, che conoscevo solo per colpa o merito della biondina, e non avessi ben presente il perché di quel riferimento, anche a me era sembrato davvero inusuale che combattessero anche degli animali al nostro fianco.
O meglio, contro di noi.
(Nota di Laurence= Eris, vergogna. Ora ti toccherà leggere tutti e sette i libri di Clive Staples Lewis)

Tornando agli animali, in un primo momento non riuscii a capire perché un'accozzaglia tale di specie si trovasse nel Tartaro, ma poi iniziai a pensare a cosa queste avessero in comune.

Non erano tutti mammiferi o tutti volatili, e non avevano nemmeno tutti lo stesso colore, le stesse dimensioni, lo stesso habitat o la stessa alimentazione.

Però, erano tutti animali notturni.

Animali ciecamente obbedienti a mia madre.

Questo significava che sì, l'attacco era opera sua e che sì, lei stava usando dei suoi sottoposti per tenere controllata la situazione e per fare in modo di poter agire anche su altri fronti contemporaneamente.

Eppure non potevo lasciare i miei due compagni da soli ad affrontare i mostri, anche perché Emma avrebbe dovuto preservare quante più forze possibili per scontrarsi al meglio contro Nyx.

Magari avrei potuto sgattaiolare sul campo di battaglia di soppiatto e decimare le creature silenziosamente e senza farmi notare, così da poter anche allontanarmi nel caso ci fosse stata la necessità e da poter avere un quadro completo della situazione.

Poiché mi sembrava l'opzione più ragionevole, decisi di eseguire quanto avevo pensato e di abbandonare definitivamente il mio nascondiglio.

Strisciai quindi, il più silenziosamente possibile, verso il basso, facendo scorrere i miei sandali piatti sul suolo friabile e tenendomi in equilibrio con le braccia, come se stessi scivolando su uno skateboard invisibile.

Grazie ai miei millenni di esperienza avevo acquisito un quasi ottimo equilibrio e un'altrettanto grande stabilità sulla maggior parte delle superfici, quindi ci misi poco a raggiungere i miei due alleati e compagni nella mischia.
L'unica cosa che non avevo considerato era il fatto che non avevo più mele a disposizione e che, soprattutto, per crearne di nuove avrei dovuto impiegare troppe energie.
Avrei dovuto combattere senza una delle mie risorse più preziose, a quanto pareva.

Comunque, ero sufficientemente motivata a vincere perlomeno quello scontro, così tanto che non avrei avuto bisogno, o almeno così speravo, delle mie mele per un po'.

Più pensavo ad esse più le desideravo, però.

Accantonai in fretta i miei ragionamenti e calcoli, non volendo aggravare la già grande voglia che avevo di mangiare anche solo un piccolo spicchio di quei frutti dorati, e mi concentrai sulla situazione che mi circondava.

Emma stava sguainando Telos, la sua polimorfica arma, sotto forma di spadone ad una mano, per combattere ed uccidere tutte le strane creature intorno a lei stessa e al moro figlio di Apollo (sinceramente, questa frase sembra un ossimoro) che intanto era chinato sulle propria ginocchia dietro di lei a preparare chissà che intruglio per rallentare o bloccare i nemici.

Avrei potuto aiutarli sfoltendo le file nemiche dal retro, colpendo alle spalle dei mostri, concentrati su loro due, il più fulmineamente possibile.

Non era nemmeno necessario che richiamassi a me per combattere i nemici una qualche arma impiegata in un conflitto generato dalla discordia.

Sarei benissimo riuscita a mettere tutti a KO a mani nude, facendo scrocchiare i loro colli e prendendo poi ogni precauzione possibile affinché non ricrescessero.

Mi incamminai velocemente verso un piccolo gruppetto di serpenti piuttosto grandi e agguerriti.
Sarebbe stato fondamentale neutralizzarli prima che tentassero di attaccare Emma da destra, soprattutto perché lei si stava concentrando sul lato opposto.

Mi era parso strano il fatto che quegli enormi rettili fossero schierati in maniera compatta nell'orda di nemici che ci stavano attaccando, e infatti il sospetto che qualcosa mi stesse sfuggendo venne confermato dall'improvviso innalzarsi di un'ulteriore sagoma tra essi.

Bellissima come sempre, ma altrettanto feroce e perfida, Echidna, generatrice di mostri e di enormi guai per tutto il pantheon greco, nonché mia ex-amante, svettava funestamente in quell'orda mostruosa.

Che dire sul mio rapporto con lei...
Bhe, sicuramente non ci siamo lasciate in buoni rapporti, affatto, soprattutto perché ci siamo frequentate poco prima che facessi la sceneggiata della mela d'oro al banchetto di Teti e Peleo (sinceramente, una delle meglio riuscite), e lei non ha mai apprezzato particolarmente la mia drammaticità.

Per niente.

Ha sempre voluto stare al centro dell'attenzione perennemente, puah.

Comunque sapevo benissimo che bloccandole la coda e rompendole l'osso del collo sarei riuscita a rispedirla da suo padre Tartaro, o almeno colui che lo era presumibilmente, in un batter d'occhio.

Bastava solo che non mi notasse.
Sì, sarebbe stato alquanto fondamentale questo dettaglio.

Ero piuttosto sicura, infatti, che se mi avesse vista mi avrebbe scatenato addosso le ire dei Campi della Pena.

Per di più, Echidna era una fantastica guerriera. Sapeva esattamente come proteggersi ed era davvero molto arrabbiata con me.

Forse solo per la scena al banchetto, forse perché poi non mi sono fatta più sentire per mesi, dato che ero troppo impegnata a scappare da Zeus e tutti gli altri dei e che, una volta tornata nelle grazie delle divinità, credevo che la nostra storia fosse ormai finita e avevo infatti già voltato pagina.
Forse anche perché, andandomene, avevo preso in prestito alcune sue squame, ottime armi affilate da lanciare, ma anche discreti piccoli scudi da usare per difendersi.

Ad ogni modo, Echidna aveva molteplici ragioni per volermi scuoiare viva e\o mettere il mio scalpo nella sua collezione (sì, aveva davvero una collezione di scalpi. Una ernome collezione di scalpi.), e sinceramente non ci tenevo molto a farmi fare così tanto male, a differenza di Emma e Laurence che invece sembravano invece fare di tutto per farsi uccidere.

Proprio per loro e per la loro incolumità avrei dovuto sconfiggere quella donna mostruosa, infatti.

Mi mossi fulmineamente nella direzione dlela serpe, motivata così dall'idea di di difendere i miei... compagni di impresa? Amici? Ex-fidanzata e fastidioso terzo elemento? Non avevo le idee chiare nemeno io.

Una volta arrivata alle sua spalle, piantai bene il piede sinistro nel terreno, preparandomi a darmi lo slancio per tirarle un calcio volante.

Proprio mentre stavo staccando la punta dei sandali dal suolo una voce mi fece congelare immediatamente sul posto, e anche perdere appena l'equilibrio.

-"Eris, ti vedo in forma."- aveva detto quella fin troppo famigliare e melliflua voce. Non volevo rispondere, magari così avrei smesso di sentirla o fatto allontanare la sua proprietaria.

-"Che c'è, non saluti la tua mamma?"-

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- *= come avrete inteso, questa parola significa "scemə/ idiota" in greco.

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DISAGIANGOLO=

Carissim^ lettori\trici\x, mi sento davvero MOLTO una pessima scrittrice per non aver aggiornato negli ultimi... emh... due mesi(?)

Comunque spero di aver concluso con un bel cliffhanger questo capitolo piuttosto di passaggio, che in realtà è una specie di preludio per il vero finale :)

Cercherò di scrivere un pochino di più in questo periodo, anche se sicuramente la scuola non aiuta (devo ancora essere interrogata in emh, bhe, tipo tutto :D tranne inglese.)

Ad ogni modo, entro la fine di giugno spero SPERO di aver finito di pubblicare, così ho tutta l'estate per scrivere il secondo libro e così da pubblicare con regolarità (si, l'ho già detto, ma devo ripeterlo per convincermene.)

E niente, accendete una candela anche voi per il mese di maggio e andate in pace,

Amen :)

CLB<3

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