Il Passante

By AmyCriFranti31

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COMPLETATA. Corrado e Beatrice. Due ragazzi, due compagni di classe, quasi due perfetti sconosciuti. Finchè a... More

Premessa
Ispirazioni e luoghi
1. La Biblioteca
2. Mattina
3. Aspetta!
4. Via del Crocicchio 27
5. Via degli Orti Neri 13
6. La cattedrale
7. Elias il Custode
8. Notturno
9. l'Hotel Commercio
10. Camera 21
11. Altre porte da aprire
12. L'Alto Consiglio
13. La città sull'acqua
14. Nella bottega di Zibone
15. Plantelle, cartacanti e bolle di vetro
16. Un'ottima cena
17. Esterno, notte
18. Storia di Tagliavento
19. Ricordi di Galeno
20. Risvegli
21. Le coincidenze
22. Simboli
23. Bagliori nel buio
24. Ricordi, segreti e rivelazioni
25. Mirene, racconto di Otto
26. Tasselli
27. Sangue rappreso
28. Astronavi
29. Pelle che brucia
30. La festa
31. Si alzi il sipario!
32. La luce del mattino
33. Padri, figli e mappe
34. Corvi, petali e vino cotto
35. Acquamara
36. Fango, rabbia e farfalle
37. Il trono di Aezio
38. Le parole di Otto
39. Silenzi, esplosioni e pigiami rosa
40. Passato, presente e futuro
41. Wanda
43. Giostre di frutta e decisioni azzardate
44. La resistenza
45. Il terremoto
46. Vigilia di Natale
47. Serve un piano
48. Le prigioni
49. Dante e Beatrice
50. L'incanto
51. Le cinque dame
52. L'accampamento
53. Fuoco
54. Sulle acque del fiume
55. Nel cuore del bosco
56. L'ombra
57. Sorella Tucca
58. Streghe
59. Tramonti e notti di luna
60. Lo scudo
61. L'attacco
62. In frantumi
63. Ali, artigli e zanne
64. Lo spettro
65. L'amore non muore
Epilogo
Ringraziamenti

42. Appunti di una vita

36 8 22
By AmyCriFranti31

Passarono diversi giorni da quel pomeriggio rivelatore in casa di Adriana. La città di Camarelli aveva cambiato aspetto e si preparava a celebrare il Natale. Tutte le vie erano illuminate da campanelle, angeli, fiocchi di neve e cascate di luce dorata. Ogni finestra era incorniciata da una fila di luci, così come i balconi e i vialetti. Qualche temerario si era azzardato ad illuminare persino il comignolo di casa. La Cattedrale splendeva come un gioiello e sul sagrato era stato acceso un albero di Natale di almeno dieci metri. Agli abitanti di Camarelli piaceva festeggiare, erano maestri nell'arte di far bagordi e ogni occasione era una buona scusa per addobbare la città.

C'erano più feste e sagre a Camarelli che in qualsiasi altro borgo del paese.

Dopo il Natale, veniva ovviamente il Capodanno e ogni volta il Comitato per le Feste Cittadine, si riuniva per proporre e decidere il tema dell'anno. C'era stato il Capodanno degli animali, decisamente grottesco e rumoroso. Quello della frutta esotica, a metà tra il carnevale di Rio e una macedonia e come dimenticare il Capodanno Western, un tripudio di balle di fieno e letame sparsi ad ogni angolo della città.

Verso la fine di gennaio c'era la Festa di Mezzo Inverno, dove tutti si auguravano che l'inverno finisse anche quell'anno. E di solito finiva. C'era ovviamente il Carnevale che non era nulla di speciale in confronto alla Sagra dei Fiori ad aprile, nella quale una gigantesca donna alta almeno quindici metri realizzata con un'infrastruttura di ferro veniva completamente ricoperta di fiori dalla testa ai piedi. Il vero problema è che la femmina in questione era nuda come mamma l'aveva fatta e veniva piazzata nell'unico posto grande abbastanza da poterla ospitare: il sagrato. Don Candido si era battuto strenuamente perché la giunonica femmina venisse coperta nelle sue nudità ma non ci fu nulla da fare perché quella rappresentava la primavera, la fecondità e non la si poteva mica coprire così, come un'educanda. Quindi come sempre faceva in questi casi, Don Candido optò per la rassegnazione e ottenne giusto che venissero rimosse le rose rosse che segnavano i capezzoli.

Dopo aver reso feconda la terra di Camarelli era tempo di mietere il raccolto; quindi, c'era la Festa del Raccolto all'inizio dell'Estate. Ovviamente a Camarelli non c'erano campi da coltivare e un bel nulla da raccogliere, giusto qualche castagna e qualche fungo nei boschi, a cui venivano sentitamente dedicate due immancabili sagre in autunno.

Verso la fine di agosto si salutava l'estate con la Festa della Luna, una specie di baccanale al chiaro di luna in cui si finiva a rotolarsi nei prati ubriachi. Halloween nemmeno a parlarne, troppo banale ed inflazionata veniva sostituita dalla Notte degli Spiriti, in pratica la stessa cosa, lo stesso giorno, stesse modalità. Solo che nessuno suonava alla porta in cerca di dolcetti, quelli li potevi trovare in piazza, insieme al vino cotto e le immancabili salamelle, servite da un manipolo di streghe festaiole.

Poi era il turno dei corvi di San Quadrone ed infine ritornava placido il Natale.

Mancavano cinque giorni prima che la scuola chiudesse per le vacanze e la professoressa Ossolini era ancora ospite a casa di Beatrice. Si sentiva molto meglio, era ancora frastornata dallo scherzo che le aveva fatto la memoria ma almeno non era più così confusa.

Nonna Adriana le preparava il caffè ogni mattina e si preoccupava che mangiasse a sufficienza. Wanda dava una mano in casa per non essere di peso, aveva pregato Adriana di potersi fermare lì perché temeva di restare sola, aveva paura che altri ricordi arrivassero all'improvviso stravolgendole di nuovo la vita e non avrebbe mai voluto affrontare quel momento in solitudine, nella penombra del suo salottino.

Adriana non fece una piega e le offrì senza remore la camera degli ospiti, accanto a quella di Beatrice.

Wanda rimase sconvolta quando le raccontarono di Aezio, del suo piano di vendetta, delle Falene. Pensò che quell'uomo dovesse essere completamente impazzito dal dolore per essere arrivato a fare ciò che aveva fatto. In un certo senso provava pena per lui.

Se lo ricordava appena, era stato Primo Passante in carica per anni, il suo volto era piuttosto noto a Mezzanto. Ora però, da quel che le avevano raccontato quel volto non ce l'aveva più e nemmeno quel corpo.

Wanda aveva sentito parlare della Decimazione e sapeva che a Mezzanto c'erano diversi Decimatori, suo padre le aveva spiegato che però era una procedura assai rara, non veniva usata quasi mai e nemmeno lui ricordava che a Mezzanto l'avessero mai messa in pratica. Sapere che Aezio fosse riuscito a fuggire, anche se non l'aveva fatto fisicamente, e che fosse tornato per concludere ciò che aveva iniziato anni prima le toglieva il sonno.

In quei giorni giunsero diverse notizie un po' da ogni parte del mondo, si riferiva di incidenti più o meno gravi. Certo, capire se fossero collegati alle Falene era pressoché impossibile.

Wanda aveva trascritto tutto quello che ricordava della sua vita precedente e poi aveva aggiunto la parte che le mancava, ora aveva il quadro completo della situazione. C'era solo una grande incognita in tutta quella storia: Carlo.

Se davvero Carlo era il figlio di Mirene, nipote diretto di Aezio, allora tutta quella storia coinvolgeva direttamente anche lui. Wanda rilesse i suoi appunti, tornò al raccontò di Otto Fracassi.

Se lo ricordava piuttosto bene. Avevano la stessa età e avevano frequentato la stessa scuola a Mezzanto. Prima di diventare Decimatore Capo, Otto era stato un ragazzino timido e solitario. Un po' come lei, la sola differenza era che Wanda passava i suoi pomeriggi tra i sassi colorati nella bottega di famiglia, mentre Otto si rifugiava quasi esclusivamente nel Giardino Coperto della città. Ci passava i pomeriggi là dentro, immerso tra le piante e i fiori. Nessuno si spiegò mai la sua scelta di entrare in Accademia e studiare da Decimatore, eppure lui la portò avanti con convinzione fino alla fine. Divenne persino Decimatore Capo, uno dei migliori di sempre a detta dei cittadini.

Wanda lasciò Mezzanto molto prima che tutte quella storia avesse inizio e di Otto non seppe più nulla, fino a che Corrado e Beatrice non le raccontarono tutta la vicenda. Provò un'enorme tristezza nel sentire la fine che aveva fatto e quello contribuì ad aumentare il rancore che aveva iniziato a provare per Aezio.

Rilesse quella frase. "L'amore non muore, l'amore è l'unica via".

Era un chiaro riferimento a Carlo. Carlo era la personificazione dell'amore che resiste, che non muore. Ma perché lui era l'unica via? Che cosa aveva voluto dire Otto?

Wanda ripensò agli occhi di Carlo, glaciali. A tutte le volte che aveva provato a raggiungerlo, laggiù in fondo dove se ne stava nascosto. Ora si spiegava il perché di quell'empatia, si spiegava perché si sentisse così legata a lui e non era solo perché Carlo era l'unico figlio della sua migliore amica, ma soprattutto perché entrambi avevano sangue magico nelle vene. Questo doveva pur significare qualcosa. Forse Otto intendeva proprio questo.

"Vedo i tuoi pensieri che svolazzano, fermati o ti scoppierà la testa" disse Adriana avvicinandosi a Wanda, seduta al tavolo del salotto immersa fra carte, appunti e ricordi più o meno sbiaditi.

"Sì, lo so..." rispose lei sorridendo. "Sto cercando di mettere ordine".

Adriana posò il pane sul tavolo e si accomodò sulla poltrona di fronte.

"Pensi che potrei darti una mano?"

"Sto cercando di collegare Carlo con tutta questa storia" rispose Wanda, spostando alcuni fogli.

Adriana si accomodò sul divano.

"Carlo... è stata una sorpresa sai vederli tornare. Tutti pensavano che dopo quella tragedia avessero scelto di cambiare vita definitivamente. Io credo che Arturo non si sia mai ripreso davvero dalla morte di Irene. Mirene... certo. Quando vendettero casa e se ne andarono via, la cosa non sorprese nessuno, anzi. Ma quando poi rividi il suo nome negli elenchi degli iscritti al Liceo, beh sono sincera, ne restai stupita. Non avrei mai immaginato di vederli tornare qui a Camarelli" raccontò Adriana.

"Perché sono tornati secondo te?" chiese Wanda sistemandosi gli occhiali sulla punta del naso.

"Chi può saperlo, credo che tu sia quella che ha avuto più occasioni di parlare con Arturo in questi anni"

"Sì, ma non sapevo che si fossero allontanati per così tanti anni, non me l'ha mai detto"

"Potresti chiederglielo... non pensi che dovrebbero essere messi al corrente di tutto questo?".

Wanda fissò le carte sul tavolo e giocherellò con la punta delle dita.

"Sì, ma come la prenderanno? Voglio dire tu sai meglio di me quanto tutto questo possa sembrare assurdo" disse con una punta d'ironia nella voce.

"Sì, lo so bene, e credimi ancora la mia mente si rifiuta di accettarlo. Ma vedi, io mi sono sempre lasciata guidare dal cuore e sono convinta che il cuore non si sbagli mai" disse Adriana.

"Quindi secondo te dovremmo parlare a Carlo e a suo padre di tutto questo?" chiese Wanda.

"Se questa è la verità, dovreste" rispose.

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