•Il dono degli Dei||storia di...

By dvrkacademia

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Io non sono una ragazza come le altre. Anzi, non sono proprio una ragazza in realtà... I miei genitori sono g... More

capitolo1
capitolo2
capitolo3
capitolo4
capitolo5
capitolo6
capitolo7
capitolo8
capitolo9
capitolo10
capitolo11
capitolo12
capitolo13
capitolo14
capitolo15
capitolo16
capitolo17
capitolo18
capitolo19
capitolo20
capitolo21
capitolo22
capitolo23
capitolo24
capitolo26
𝔩'𝔦𝔫𝔦𝔷𝔦𝔬 𝔡𝔢𝔩𝔩𝔞 𝔣𝔦𝔫𝔢
capitolo27
capitolo28
capitolo29
capitolo30
capitolo 31

capitolo25

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By dvrkacademia

-Piper's POV-

La vita nel palazzo di Nyx era davvero monotona.

Sin da quando mi aveva rapita, infatti, i giorni si erano noiosamente svolti sempre nello stesso modo, rispettando una sorta di pigra routine.

Almeno potevo contare sulla compagnia di Calipso, che era stata rapita a sua volta non troppe settimane prima.

Non ci eravamo mai parlate di persona, ma la conoscevo grazie ai racconti e alle minuziose descrizioni che Leo mi aveva ripetuto più e più volte sull'Argo II, subito dopo essere tornato da Ogigia per la prima volta.

Non l'avevo ancora visto da quello che era successo contro Gea...
Mi mancava terribilmente, così come tutto il resto dei sette.

E la cosa che mi dava più fastidio era che un'altra ragazza con le mie fattezze e i miei ricordi scorrazzava in superficie a spargere odio e zizzania, fingendo di essere e, probabilmente, rovinando tutte le fantastiche relazioni che ero riuscita a mettere in piedi al campo.

Almeno codesta sgradevole situazione sarebbe durata poco, dato che sapevo che i miei amici sarebbero stati incaricati di svolgere quest'ennesima impresa o io mi sarei liberata.

Ero riuscita a cogliere, infatti, da qualche frammento di conversazione tra le guardie che portavano i pasti a noi prigionieri che Nyx era in fermento, dato che "la sua nemica" si stava avvicinando sempre di più.
Probabilmente si stavano riferendo ad Annie, che era riuscita ad ingannarla quando lei e Percy sono caduti nel Tartaro.

Comunque, qualcuno stava arrivando, portando con sé un grande scombussolamento generale, che mi permise quindi di escogitare un fantastico piano di fuga e che mi assicurava anche un buon diversivo per metterlo in atto.

-"Stai ancora pensando a Jason?"- una voce melodiosa e una calda mano sulla spalla mi riscossero dal mio momento di riflessione.

Calipso si era evidentemente svegliata dal suo breve sonnellino, ed era pure in vena di chiacchiere.

Non avevano molto da fare laggiù, in quelle larghe stanze rocciose, più simili a celle che a veri e propri saloni, quindi ci eravamo spesso messe a parlare delle nostre cotte e dei nostri sentimenti più intimi.
Avevamo anche provato a fare un po' di sport, dato che avevamo libertà di movimento per tutto il piano in cui eravamo rinchiuse, ma ci eravamo presto stancate.

-"Contro ogni aspettativa, no."- le risposi ridacchiando.

Nell'ultimo periodo l'avevo spesso stressata, tartassandola con i miei timori sulla relazione in corso tra me e il biondino.
Ero molto gelosa dell'altra Piper, che nel mentre si stava godendo un sacco di bei momenti con lui, e preoccupata che si fosse trovato qualcun altro con cui stare.

Speravo intensamente che una volta tornata al campo, lui sarebbe corso da me, abbracciandomi e baciandomi, e tutto si sarebbe risolto.

Lo speravo, ma non ero affatto convinta che sarebbe andata così.

Ma per avere anche solo una minima speranza di far realizzare questi miei sogni, sarei prima dovuta fuggire dal palazzo di Nyx.
Ed era arrivato esattamente il momento di farlo.

Ero proprio stanca di continuare a procrastinare di giorno in giorno il momento della nostra partenza, considerata la quantità di situazioni in cui saremmo già potute evadere, e i miei amici stavano iniziando a mancarmi davvero troppo...
Per di più, avevo sentito un gran trambusto provenire dall'esterno della porta, quindi probabilmente le guardie erano pure tutte distratte.

-"Cal- la chiamai con voce solenne.- credo sia giunta l'ora di andare."-

Lei, rendendo chiaro fin da subito che avesse inteso le mie parole, tirò fuori due piccole sacche di tela da sotto il letto che avevamo condiviso durante la nostra permanenza laggiù, per poi mettersene una in spalla e lanciare l'altra nella mia mano.

Ci eravamo già abbondantemente preparate ad un'uscita lampo dalla nostra prigione dorata, in quelle lunghe ore di noia che non riuscivamo a riempire con delle conversazioni o dei gossip, quindi non perdemmo tempo a cercare di capire che oggetti portare o meno con noi, dato che avevamo già tutto pronto e radunato in quei molli ammassi di coperte stracciate che ora stringevamo saldamente.

Senza esitare, Cal si tolse due forcine dalla treccia perfettamente ordinata e le infilò nella serratura, smanettando per circa due minuti, cercando di farla scattare.

Una volta superata la prima porta, non avevamo più certezze.

Non eravamo mai uscite di lì, quindi il percorso che avevamo ipotizzato di intraprendere era del tutto basato su alcuni discorsi che avevamo origliato da alcune sentinelle, e sulla piantina tipo di un palazzo greco classico, gentilmente fornitami dalla memoria di Cal e dalla voce di Annie nella mia testa.

Mi parlava spesso di architettura, e non benedissi mai la mia voglia di ascoltarla tanto quanto lo feci quando abbozzammo per la prima volta la possibile planimetria dell'immobile.

Fortunatamente, per un primo momento i corridoi si erano snodati esattamente come previsto.
Il vero problema era che non c'era alcuna finestra, né nei pressi degli incroci fra essi, né da nessun'altra parte.

E le finestre erano essenziali per la nostra fuga.

Continuammo a scendere ancora un po', cercando disperatamente una qualche vetrata, fin quando non arrivammo nei pressi di una porta scura, ancora più nera delle pareti che la circondavano, lievemente socchiusa.

"Non è saggio infilarsi impulsivamente dentro la prima stanza aperte che capitava a tiro, ma magari lì troveremo finalmente una bella vetrata da spaccare..." pensai, lasciando che il tocco leggero delle mie dita schiudesse sempre di più quell'enorme blocco di legno.

Cal mi afferrò il polso, improvvisamente, facendomi pure sobbalzare.

Le chiesi con gli occhi quale fosse il problema, e lei mi fece cenno, toccandosi due volte un orecchio ed indicando poi la porta, di ascoltare un qualcosa appoggiandomi come lei al retro dell'apertura.

-"Sta arrivando. Non lo senti anche tu?"- stava mormorando concitatamente una voce sgradevolmente stridula.

-"Lo sento anche io, è vero, ma continuo a non capire quale sia il problema."- rispose un'altra persona, probabilmente donna, con un tono decisamente più calmo e melodioso.

-"Questa volta non avrai alcun asso nella manica da usare contro di lei, come potrai lasciarla spiazzata o farle abbassare la guardia?"- riprese la prima voce.

Pensai che si stessero riferendo all'imminente venuta della famigerata Nemica della Notte, la fatidica bionda che avrebbe sconfitto le tenebre.

Ero sempre convinta che si trattasse di Annie, ma non potevo adagiarmi sugli allori e aspettare che venisse a salvarmi.
Dovevo raggiungerla, incoraggiarla e raccontarle tutti i piani che ero riuscita ad origliare durante la mia permanenza.

-"Io ho sempre degli assi nella manica."-
Il modo glaciale in cui la sconosciuta pronunciò queste parole mi fece rabbrividire.
Sicuramente non avrei voluto averla contro in un eventuale lotta.

-"Ma Eris..."-

La prima voce non ebbe il tempo di finire la frase che si sentì un brusco rumore di vetri infranti.

-"Non esiterà a tradirla di nuovo. La discordia sa sempre da che parte stare"-

Stavano per caso parlando della dea Eris?
Sapevo che erano coinvolte molto divinità in questa guerriglia, ma non pensavo che ne sarebbero state coinvolte anche di così di rilievo.
Non che Eris sia chissà cosa, certo.

(Nota di Laurence= Così impari a montarti la testa, zia della discordia.)

-"E cosa ce ne facciamo del rampollo di Apollo? Suo figlio lo ha lasciato in un anfratto poco distante, potremmo recuperarlo e..."-

Un secondo, ma altrettanto brusco, rumore di cocci infranti interruppe nuovamente la prima voce.

Per un istante, una terribile morsa mi strinse il petto.

E se stessero parlando di Will? Cosa avrebbero voluto fargli?

Era l'unico figlio di Apollo che conoscevo, nonché il solo ad avere una buona padronanza dei suoi poteri e una posizione di rilievo e di influenza, considerata la sua bravura in campo medico e il suo eroismo durante la guerra contro Gea.
Non riuscivo proprio a figurarmi quale altro figlio del dio del sole avrebbero potuto ritenere così cruciale o importante.

(Nota di Eris= CoSì iMpARi A mOnTaRTi lA tEsTa, [ram]pollo di Apollo)

Comunque, non aveva senso mettersi a fare congetture.
Sarebbe stato meglio proseguire e continuare la nostra infinita ricerca, ma non appena iniziai a muovermi verso una nuova direzione da esplorare, l'argomento su cui si spostò la conversazione mi fece bloccare.

-"Per le due prigioniere, invece? Cosa intende fare?"-

Il panico mi colse con ancora più irruenza.
Si erano accorti che eravamo fuggite?
Perché non avevano ancora tentato di rimetterci in cella?
Nyx aveva previsto tutto?

Tentai di calmarmi, respirando profondamente, e mi rimisi ad ascoltare con pazienza la conversazione.

-"Lasciamole andare."- proferì semplicemente la donna.

-"Ma mia signora..."- tentò di intromettersi la prima voce.

Il suono di un terzo vetro in frantumi la fece fermare per l'ennesima volta.

Aveva chiamato la donna "mia signora", il che era molto sospetto.
Non è che ci trovavamo proprio al cospetto del nostro oste, nonché futuro nemico?

L'unico modo per smentire o confermare i miei sospetti era sbirciare attraverso quel piccolo varco che la porta non copriva, facendo attenzione a non farsi vedere.

La curiosità era troppo forte perché riuscissi a trattenerla, quindi, in un impeto di coraggio o di stupidità, mi arrischiai a dare un'occhiata a ciò che stava succedendo all'interno della stanza.

L'ambiente era venato di ricami e decori di un intenso rosso sangue, il mobilio, sempre color geranio scuro, era scarso e disposto apparentemente in maniera casuale, ricoprendo solo alcuni piccoli spazi della camera.
Il resto era occupato da un immenso tappeto, che si adagiava su e copriva tutto il pavimento, due immenso arazzi, che parevano il prolungamento del rivestimento sopra citato, e da una strana serie di vasi in ceramica rossa e nere fluttuanti.

Nyx era nel centro esatto del tappeto, con qualche pietruzza in mano e un particolare velo di oscurità a cingerle il corpo candido.

Accanto a lei, inginocchiato e con il capo abbassato, come in preda ad un estremo gesto di galanteria, c'era quello che ipotizzai essere il proprietario della prima voce.

Non era un signorotto tanto giovane e alto, quanto più di mezza età, circa, e piuttosto bassettino.
Due lunghi baffi grigi e bianchi, in tinta con i capelli, spuntavano lunghissimi da un volto coperto, ma apparentemente corrucciato.
Non riuscii a vedere il colore dei suoi occhi, soprattutto perché deciso di concentrarmi su tutti i possibili indizi che il suo aspetto mi dava sulla sua identità.

Ai polsi aveva un infinito numero di bracciali, tutti pieni di ciondoli e gingilli con simboli che non ero assolutamente in grado di decifrare l riconoscere.
Anche le mani erano attraversate da file e file di corde e anelli, tutti sui toni del verde salvia.

Nel complesso mi sembrava un normale anziano di colore, considerando anche il buffo cappellino a coppola che indossava, che faceva da maggiordomo ad una ricca dama capricciosa, vestita sempre di tutto punto è perennemente elegante.

Anche il proprietario della prima voce era una divinità?
Probabilmente si.

Avevo perso il conto degli dei che avevo incontrato o di cui avevo sentito parlare, quindi non mi ricordavo assolutamente chi fosse quel vecchietto, ma non era un'informazione così importante da dover cogliere.

-"Devono tornare al campo e vedere cosa sta succedendo ai loro amati amichetti."- affermò perentoria la dea.

In quel momento sentii più che mai la necessità di tornare a Manhattan.
Ero davvero preoccupata per la sorte dei ragazzi, non solo i sette, nonostante sapessi quanto fossero forti.

Speravo sinceramente che, una volta sotto attacco, avessero almeno chiesto aiuto ai romani; insomma, l'idea di Reyna contro un esercito di oscurità mi sembrava molto più rassicurante di quanto si possa pensare.

-"Ricevuto. Allora faremo comparire delle finestre, così potranno scappare come previsto."-

Un lieve brivido mi scosse la colonna vertebrale.

Avevamo sviluppato un piano troppo banale per essere d'effetto, o loro avevano origliato le nostre conversazioni per tutto il tempo?

Non sapevo se essere imbarazzata o arrabbiata.

L'unica positiva era che almeno ci avrebbero lasciato tornare a casa, finalmente.
Ed era tutto ciò che contava.

-"Bravo Gheras.- Nyx svelò finalmente la misteriosa identità dell'uomo- Ora vattene, ho da fare."-

Doveva avere davvero tanta pazienza quel tipo per riuscire a sopportarla a tempo prolungato, la dea aveva sicuramente un bel caratterino!

Calipso mi trascinò prontamente dietro ad una delle colonne nelle vicinanze, appena prima che Gheras uscisse, chiudendo fulmineamente la porta subito dopo.

Per quanto volessi restare a ficcanasare negli affari della Notte, il desiderio impellente di tornare in superficie era troppo forte per poterlo ignorare ancora.

Seguimmo Gheras per qualche metro, fin quando, con un gesto elegante e arzigogolato della mano, non fece apparire una lunga serie di brillanti vetri cristallini.

-"Su ragazze, non siate timide. Saltate."- ci disse, senza nemmeno girarsi.

Sobbalzai per la sorpresa, sgranando gli occhi.

-"È una trappola?"- chiese Cal prudentemente.

-"Se lo fosse, non ve lo direi di certo."- rispose Gheras, girandosi e incrociando finalmente io nostro sguardo.

-"Perché ci avete catturato, se tanto poi ci avreste liberate?"- domandai allora.

-"Perché? Se ve lo dicessi, recherei solo danno alla vostra debole autostima mortale."- sbuffò il vecchio, attorcigliandosi un baffo.

Detto ciò, senza neanche lasciarci il tempo di fare altre domande, si voltò semplicemente dall'altra parte, proseguendo a camminare come se niente fosse.

Non sarei stata a corto di stranezze per un po', poco ma sicuro.

Senza bisogno di aggiungere altro, io e Cal ci fiondammo dritte dritte contro l'unico ostacolo alla nostra libertà.

L'impatto contro il vetro fu freddo, e lievemente doloroso, ad essere onesti, ma niente che non si possa sopportare.
Quello con il suolo, invece, attutito dalle coperte che avevamo trafugato e infilato nella sacca, fu più morbido, ma non più dolce.

Tecnicamente, una volta uscite, il nostro piano consisteva nell' invocare una qualche divinità benigna, con cui una delle due era in buoni rapporti, e pregarla di riportarci subito a Long Island, possibilmente senza chiederci niente in cambio.

Io avevo messo subito in chiaro che non conoscevo minimamente alcuna divinità tanto gentile, mentre Cal mi assicurò di sapere esattamente chi avrebbe potuto fare al caso nostro.

Così, in men che non si dica, ci eravamo trovate fuori da un palazzo in mezzo al Tartaro, scarabocchiando strani segni sulla sabbia e mormorando parole in greco arcaico.

Più che l'invocazione di una dea, sembrava quella di un demone. Ma Calipso sembrava troppo sicura di se perché potessi dubitare della riuscita della nostra rituale.

Quando ormai avevo person ogni speranza di riuscita, una grossa nuvola viola roteò al centro del nostro cerchio provvisorio, inibendomi leggermente. 

Non appena quella nebbiolina si diradò, riuscì perfettamente a scorgere una sagoma, anzi, tre sagome unite tra loro, di una giovane donna mora dallo sguardo violaceo e lievemente folle. 

Il sorriso che aveva sul volto non era eccessivamente rassicurante, ma era molto più onesto e sincero di molti che mi erano stati rivolti di recente. 

-"Avete chiamato L'Ec-express, signorine?"- ridacchiò, disperdendo con un semplice gesto tutta la polvere viola rimasta. 

-"Divina Ecate"- mi affrettai a salutarla, presto seguita da Cal, chinando leggermente il capo. 

-"Semidivina Piper, Divina ma non proprio Calipso"- la dea ricambiò il nostro saluto, mostrando un rispetto singolare nei nostri confronti, mentre si sistemava il vestito glitterato e il mantello di velluto nero che indossava. 

Non tutte le divinità avrebbero addirittura abbassato la testa e scherzato con dei mortali, ma Ecate sembrava proprio... diversa. 

-"Vi porto direttamente al Campo Mezzosangue, va bene?- ci disse, iniziando a fare strani gesti con le mani- Dopo devo subito correre a raccattre mia figlia e i suoi amichetti, non sanno nemmeno in che guai si sono cacciati..."- concluse esasperata, spostandosi un ciuffo ribelle dalla fronte liscia, agghindata con una coroncina con la tripla luna. 

Conoscevo solo Lou Ellen, tra i figli di Ecate, quindi non capii a chi si stesse riferendo. 

-"Per non parlar di Nem! Le ho dato buca per la terza volta di fila!- continuò, squotendo il capo.- Sono davvero una pessima fidanzata, seriamente. Non prendete esempio da me."- 

Calipso le sorrise incoraggiantemente, e la dea, dopo aver ricambiato il suo gesto, fece aprire un grosso varco ovale proprio davanti a noi. 

-"Ora la smetto di sproloquiare e vi lascio ai vostri doveri. Ci rivedremo presto, stelline!"- e così sparì, velocemente, proprio come era arrivata. 

-"Wow"- fu l'unico commento che riuscii a pronunciare. 

-"Lo so, è sempre così. E' davvero un uragano di confusione e glitter."- rise Cal. 

Non potei che concordare. 

Avrei voluto mettermi a fare un po' di gossip sulla divinità, ma avevamo decisamente qualcosa di più urgente da fare. 

Così, con un balzo, ci fiondammo direttamente in un turbinio di ombre e caos, per poi finire, una volta uscite, in un posto che sembrava ancora più scombussolato. 

A quanto pareva, il Campo era davvero sotto attacco.

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disaGIANGGGGGGOLO

HEY HEY HEY GENTE!
(Un biscottino blu a chi sa dirmi quale personaggio di haikyuu dice "hey hey hey")

Dovrei essere a letto a dormire perché domani ho una verifica?
Assolutamente. 

Volevo aggiornare perché non lo faccio da troppo?
Sì.

Ho dovuto fare un capitolo di passaggio per spiegare meglio le vicende?
Esattamente. 

Il prossumo capitolo sarà molto più incentrato sull'azione?
Ovviooo.

Vi troverò sotto casa mia perché sto facendo distruggere il CHB?
Probabile.

Cercherò di non aggiornare tra un mese?
Tentar non nuoce. 

Detto ciò, vi auguro una buona lettura, vi invito a lasciare tante stelline e soprattutto TAAANTI commenti e...

CI VEDIAMO PRESTO, con un capitolo firmato Sky Black!

-clb

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