Il Passante

By AmyCriFranti31

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COMPLETATA. Corrado e Beatrice. Due ragazzi, due compagni di classe, quasi due perfetti sconosciuti. Finchè a... More

Premessa
Ispirazioni e luoghi
1. La Biblioteca
2. Mattina
3. Aspetta!
4. Via del Crocicchio 27
5. Via degli Orti Neri 13
6. La cattedrale
7. Elias il Custode
8. Notturno
9. l'Hotel Commercio
10. Camera 21
11. Altre porte da aprire
12. L'Alto Consiglio
13. La città sull'acqua
14. Nella bottega di Zibone
15. Plantelle, cartacanti e bolle di vetro
16. Un'ottima cena
17. Esterno, notte
18. Storia di Tagliavento
19. Ricordi di Galeno
20. Risvegli
21. Le coincidenze
22. Simboli
23. Bagliori nel buio
24. Ricordi, segreti e rivelazioni
26. Tasselli
27. Sangue rappreso
28. Astronavi
29. Pelle che brucia
30. La festa
31. Si alzi il sipario!
32. La luce del mattino
33. Padri, figli e mappe
34. Corvi, petali e vino cotto
35. Acquamara
36. Fango, rabbia e farfalle
37. Il trono di Aezio
38. Le parole di Otto
39. Silenzi, esplosioni e pigiami rosa
40. Passato, presente e futuro
41. Wanda
42. Appunti di una vita
43. Giostre di frutta e decisioni azzardate
44. La resistenza
45. Il terremoto
46. Vigilia di Natale
47. Serve un piano
48. Le prigioni
49. Dante e Beatrice
50. L'incanto
51. Le cinque dame
52. L'accampamento
53. Fuoco
54. Sulle acque del fiume
55. Nel cuore del bosco
56. L'ombra
57. Sorella Tucca
58. Streghe
59. Tramonti e notti di luna
60. Lo scudo
61. L'attacco
62. In frantumi
63. Ali, artigli e zanne
64. Lo spettro
65. L'amore non muore
Epilogo
Ringraziamenti

25. Mirene, racconto di Otto

45 12 19
By AmyCriFranti31

Era il 1970, me la ricordo ancora, io avevo circa vent'anni e studiavo all'Accademia di Magia all'epoca, lei invece frequentava la Scuola di Mezzanto. Avrà avuto quattordici anni ed era bellissima, di una bellezza disarmante. Io mi presi una cotta per lei, nonostante fossi più maturo, ma ero uno fra i tanti ve lo posso assicurare.

Suo padre in quegli anni era uno dei Passanti in carica e lavorava per l'Alto Consiglio. Lei si chiamava Mirene Fontamala ed era la figlia di Aezio.

Era una ragazza intelligente, curiosa. Il padre nei suoi confronti, da quando si era fatta una giovane donna, si era sempre dimostrato estremamente severo ed iperprotettivo. Non le permetteva di uscire quasi mai, la sua vita sociale era limitata alla scuola, non le era permesso invitare amiche a casa, partecipare alle feste cittadine o alle grandi esposizioni di Mezzanto. Da quel che ne so viveva segregata in quella casa meravigliosa in cima alla strada.

Infatti, non si contavano più le volte in cui Mirene cercò di scappare, ricordo benissimo quando salì su un Volagiro di nascosto per oltrepassare il Distretto e andare chissà dove. Su padre la recuperò all'ultimo secondo e per un mese non la si vide in giro.

Fu naturale che dopo la scuola cercasse di sfuggire a quella condizione di segregazione perenne e si iscrisse quindi all'Accademia annunciando al padre che avrebbe studiato per diventare Passante.

Lui ovviamente non fu d'accordo ma non poteva opporsi formalmente, perché sua figlia era ormai maggiorenne e doveva accettare la sua scelta.

Probabilmente lei lo fece per sfidarlo, per provocarlo, se non le era permesso vivere la sua vita a Mezzanto allora non solo non l'avrebbe accettato, ma avrebbe preteso anche di più, di uscire da Mezzanto.

Quindi studiò, si impegnò a fondo, apprese molto più in fretta di tutti i suoi compagni di corso l'utilizzo delle arti magiche. Era l'allieva più brillante del suo anno e ben presto il titolo di Passante fu suo.

Fu allora che le cose si complicarono. Mirene aveva circa venticinque anni, suo padre Aezio nel frattempo fu nominato Primo Passante e di fatto ebbe il controllo totale sui Varchi di Mezzanto.

Mirene ottenne con fatica di poter svolgere alcune piccole ricognizioni all'Esterno, si trattava perlopiù di missioni esplorative a scopo di osservazione. Il padre non le concedeva più di questo nonostante le sue innumerevoli richieste di poter fare di più.

Ad ogni modo, quelle poche uscite che le erano concesse furono sufficienti a far crescere in lei una fortissima attrazione verso L'Esterno.

Mai come negare qualcosa a qualcuno fa in modo che lui lo brami smodatamente.

Quando tornava dal mondo Esterno si diceva che le brillassero gli occhi dall'emozione, era tremendamente affascinata da tutto questo e non passava giorno che non ne parlasse, non raccontasse ai colleghi Passanti quello che aveva visto e quanto fossero estremamente interessanti gli Estranei.

Ne lodava l'ingegno, l'intelligenza, diceva che erano molto più in gamba di noi, perché pur senza magia avevano trovato il modo di vivere più che dignitosamente, avevano inventato marchingegni assurdi, sviluppato tecnologie complicatissime, trovato cure per morbi sconosciuti. Erano dediti al lavoro, faticavano e si sacrificavano ogni giorno per poter vivere, questo era degno del massimo rispetto.

Immaginatevi quanto tutto ciò potesse infastidire suo padre Aezio, che invece non aveva mai nascosto la sua avversione per gli Estranei.

Era il 1982 quando Mirene ottenne di poter uscire di nuovo per un'altra missione e conobbe colui che l'avrebbe definitivamente catturata. Era un Estraneo, di qualche anno più grande, se ne innamorò perdutamente. Quando si seppe in giro che la bellissima figlia del Primo Passante aveva donato il suo cuore ad un Estraneo, beh, non dico che si scatenò una sommossa popolare ma ci si andò vicino. Ma al cuore non si comanda e quello fu un colpo di fulmine; infatti, dopo poco Mirene prese la decisione più difficile della sua vita, ma anche l'unica possibile e annunciò a tutti che sarebbe fuoriuscita da Mezzanto.

Così fece, nessuno riuscì a fermarla nemmeno suo padre che non riusciva a darsi pace per la scelta scellerata della figlia. Provò in tutti i modi a trattenerla ma lei non volle sentire ragioni, gli rinfacciò il fatto che l'aveva tenuta segregata per una vita intera. Prigioniera. Ora doveva riprendersi tutto quello che aveva perso, diceva, e così fece.

Salutò gli amici e senza voltarsi percorse per l'ultima volta il Varco che l'avrebbe portata dal suo amato.

Fece perdere le sue tracce anche se suo padre non si diede pace e continuò a cercarla per anni.

Nessuno sentì più parlare di lei, fino a quel tragico giorno di sei anni dopo, quando un Passante riferì al Consiglio di aver riconosciuto il volto di Mirene Fontamala su un giornale locale. Giornale che riportava la tragica notizia di un incidente in cui la povera Mirene aveva purtroppo perso la vita.

Tutta Mezzanto pianse la perdita, anche se non era più con loro da diversi anni, gli abitanti della città la ricordavano ancora con infinito affetto.

Dopo quel giorno, Aezio Fontamala non fu più lo stesso, l'avversione che provava per gli Estranei si trasformò in odio, in disprezzo e in fondo al suo cuore cresceva sempre più forte il desiderio di vendicare sua figlia.

Cominciò un'opera di persuasione della gente, riuscì ad insinuare dubbi anche nei cuori più impenetrabili, raccolse un discreto numero di seguaci e quando ne raggiunse un numero cospicuo, li fomentò ad agire contro gli Estranei.

L'Alto Consiglio non poteva permettere certamente che il suo Primo Passante in carica portasse avanti un'operazione sovversiva e dichiarasse guerra agli Estranei, quindi fu arrestato, sottoposto a processo e destituito dal suo ruolo, era il 1989. Fu richiesta la carcerazione ma prima che potesse essere attuata Aezio fuggì insieme ai suoi seguaci, si rifugiò in qualche posto lontano e ben protetto e nessuno riuscì a trovarlo.

Si diceva in giro che avesse fondato una specie di congregazione, si facevano chiamare le Falene Bianche, ed erano dichiaratamente in guerra con il mondo degli Estranei.

Nessuno sentì più nulla di lui finché non giunsero notizie sconcertanti dall'Esterno, notizie di morte.

Sciagure, disastri aerei e altri strani incidenti, che provocarono la morte di numerosi Estranei. Noi sapevamo che quelle non potevano essere solo coincidenze, sapevamo che Aezio aveva trovato il modo di vendicarsi e non si sarebbe fermato fino a quando non li avesse uccisi tutti quanti.

In quel periodo decine di Passanti e persino Custodi uscivano dai Varchi ogni giorno e ogni notte senza sosta alla ricerca di Aezio, lo cercarono in tutto il pianeta, setacciarono ogni angolo, ogni bosco, ogni palazzo, ogni centimetro di terra visibile.

Un numero altissimo di Passanti provenienti da tutti i Sette Distretti perse la vita perché il teletrasporto, unica arma che consentiva di accelerare le ricerche, poteva portare ad un dispendio di energie enorme se effettuato fuori dai confini delle Comunità Magiche, e non tutti erano in grado di sopportarlo.

Solo dopo cinque anni di ricerche estenuanti, riuscirono a trovarlo perché una delle Falene parlò sotto tortura. Finalmente lo catturarono, insieme a molti dei suoi adepti, anche se un gran numero di loro riuscì a fuggire e nascondersi.

Aezio Fontamala, non fu solo catturato, ma per i gravi crimini commessi, fu sottoposto alla Decimazione, la pena più alta che si possa infliggere ad un uomo.

Il suo corpo fu separato da quello che noi chiamiamo il Nucleo che rappresenta l'essenza di ciò che siamo, l'anima in un certo senso. Il Nucleo fu poi blindato e custodito nelle Camere Ambrate dove avrebbe scontato la sua pena. Solo alla moglie venne accordato il permesso di entrare, ma lei morì poco dopo distrutta dal dolore. E Il Nucleo rimase conservato lì, per molti anni.

Fino ad oggi.

***

Beatrice ascoltò in silenzio il racconto di Otto. Comprese solo in quel momento la portata del pericolo a cui si riferivano i membri dell'Alto Consiglio.

"Quindi vuole dire che il Nucleo di Aezio è fuggito?" chiese Corrado pallido in volto.

"Il Nucleo da solo non può fuggire, deve essere trasportato fuori, qualcuno l'ha fatto per lui" rispose Otto.

"Qualcuno delle Falene?" chiese Beatrice.

"Temo di sì"

"Ma, non capisco, come può essere sicuro che sia proprio lui? Magari si sta sbagliando" disse Corrado.

"Se parlavano di pericolo imminente non può che trattarsi di Aezio, badate, conosco molto bene i meccanismi della giustizia di Mezzanto e la sua storia. Dall'anno della sua fondazione la Decimazione è stata eseguita solo due volte. La prima su un pluriomicida che non terminò mai di scontare la sua pena perché il Nucleo di indebolì e si spense. La seconda volta era il 1995, il condannato era Aezio Fontamala, questo non lo posso dimenticare perché sono io che portai a termine la procedura" confessò Otto.

Corrado e Beatrice trasalirono.

"Lei era un Decimatore?" chiese Beatrice.

"Decimatore Capo per l'esattezza. Quello è il motivo per cui decisi di fuoriuscire, per dimenticare. La Decimazione è qualcosa di atroce, non pensavo che sarei mai stato chiamato ad eseguirla, ma successe e non lo posso dimenticare. La notte avevo gli incubi, vedevo il volto sconvolto di Aezio che lottava per non abbandonarsi, andò avanti per ore. Fu un processo lungo ed estenuante. Avrei voluto dimenticarlo e invece è ancora qui impresso nella mia mente come un chiodo" disse Otto con gli occhi lucidi.

Corrado era sconvolto.

"È terribile"

"Sì, lo è. Non voglio più ricordare, non voglio più sapere chi sono stato e cosa ho fatto".

Beatrice si sforzò di trattenere le lacrime, non poteva nemmeno immaginare che cosa avesse passato quell'uomo. Decimazione? Anime fuori dai corpi? Chiunque sarebbe impazzito.

Otto era un uomo forte, alto, aveva delle mani enormi; eppure, in quel momento ciò che aveva davanti agli occhi era solo un vecchio stanco di soffrire, che avrebbe voluto ricominciare da zero. Faceva tenerezza a guardarlo così, circondato da fiori e piante, a catalogare erbe, l'unica cosa che probabilmente gli dava pace e lo sollevava dai suoi tormenti.

"Aezio vuole continuare la sua opera di distruzione e temo che la sua rabbia in questi anni, non si sia placata, anzi, credo che non abbia fatto altro che crescere a dismisura" disse Otto con voce sommessa.

"Quanti Estranei ha ucciso?"

"Questo non lo so"

"La prego non menta, ci dica quanti ne ha uccisi" disse Beatrice scura in volto.

"Centinaia, migliaia"

Beatrice si portò le mani alla bocca.

"In cinque lunghi anni avete lasciato che questo pazzo uccidesse tutte queste persone?" chiese Corrado.

"Abbiamo fatto di tutto per fermarlo, vi giuro che è stato fatto il possibile e l'impossibile"

"E noi qui abbiamo continuato a vivere come se nulla fosse? Senza sapere cosa stesse succedendo realmente?"

"Sì, avete ragione ma come potevamo fare? Che alternative avevamo? Rivelare il nostro mondo all'Esterno?"

"Sì, se fosse servito a salvare tutte quelle persone innocenti" disse Corrado.

Nella piccola serra calò il silenzio, insieme al sole che tramontando tinse le nuvole di un arancione brillante. Un cielo meraviglioso faceva da cornice a quelle ferali rivelazioni.

Beatrice e Corrado realizzarono di essersi infilati in qualcosa di molto più grande di quel che credevano. Qui si parlava di un individuo che avrebbe potuto fare piazza pulita dell'intero genere umano se glielo avessero consentito, era potente, completamente folle e accecato dall'odio.

"Dobbiamo fermarlo" disse Beatrice.

"Come? Come possiamo anche solo pensare di farlo? Guardaci Bea, siamo completamente inutili, qui si sta parlando di magia, di anime fuori dai corpi..." disse Corrado agitando le mani.

"E allora? Ce ne stiamo fermi qui ad aspettare che faccia una strage?"

"Non ho detto questo, ma dimmi la verità, che possibilità abbiamo io e te di fermare quel pazzo?"

"Non lo so".

Otto sedeva di fronte ai ragazzi con l'aria affranta, senza sapere come poter essere d'aiuto, ma a quel punto il suo sguardo si accese. Si alzò velocemente dallo sgabello e si allontanò raggiungendo il fondo della serra. Si fermò dinnanzi ad un vecchio mobile di legno, dove teneva diversi volumi di giardinaggio e qualche erbario che aveva costruito lui stesso.

Sfilò completamente un piccolo cassetto dal suo alloggio e lo appoggiò al ripiano del mobile.

Beatrice si allungò per osservare meglio cosa stesse combinando.

Con un piccolo paio di forbici da potatura fece saltare il fondo del cassetto, che si rivelò un doppio fondo, poi lentamente prese quello che sembrava un taccuino o una piccola agenda e tornò dai ragazzi.

Si sedette di nuovo con quell'oggetto tra le mani.

"Che cos'è?" chiese Corrado.

"Se c'è qualcuno che può aiutarvi lo troverete a Mezzanto, non qui" disse Otto.

"Chi?" chiese Beatrice.

"C'è qualcuno di cui vi fidate?"

"Galeno, conosciamo Galeno"

"Il figlio di Cherobosco, me lo ricordo, suo padre è sempre stato una brava persona, prese il posto di Fontamala dopo che lo destituirono".

Beatrice lo guardava senza capire esattamente le sue intenzioni, percepì solo che Otto era sinceramente scosso per ciò che aveva appena raccontato e stava cercando un modo per poterli aiutare. Uno qualsiasi.

"Questo è un medium" disse porgendo il piccolo taccuino a Corrado.

"Vi permetterà di contattare Galeno, leggerà il vostro messaggio con il pensiero, voi dovrete solo scriverlo qui, pensando a lui mentre lo fate".

Corrado afferrò il piccolo taccuino fra le mani, era un oggetto semplice, come ne aveva visti a milioni. Un blocchetto di fogli tenuti insieme da una spirale e una piccola penna dorata infilata accanto in un occhiello. Nulla di più.

"Siamo sicuri che funzionerà?" chiese Beatrice scettica.

"Pensate al suo volto mentre scrivete il vostro messaggio, funzionerà ve lo assicuro" rispose Otto.

Il cielo si era fatto ormai scuro e la luce azzurrina dei neon della serra rendeva i loro volti simili a quelli di spettri.

Otto si alzò, aveva l'aria stanca e il volto stranamente rilassato, come se un enorme peso gli fosse scivolato via dal petto permettendogli nuovamente di respirare. Forse aveva ragione, il destino aveva voluto che lui non dimenticasse perché aveva ancora una parte da recitare in questa storia. Ora che aveva fatto il suo dovere, poteva lasciare che i suoi ricordi si addormentassero, lasciandolo libero. Senza più soffrire.

Corrado e Beatrice si alzarono.

"Probabilmente non mi ricorderò di voi e a breve mi dimenticherò di tutta questa storia" disse Otto posando le sue mani sulle spalle dei ragazzi.

Corrado e Beatrice lo ringraziarono e uscirono dal negozio, lasciandolo lì immerso tra le sue piante e il suo piccolo mondo, augurandogli di dimenticare tutte le sue sofferenze.

Il cielo era scuro e l'aria gelida.

Una fila di fiocchi di neve dorati scintillava in alto nel mezzo della via, riflettendosi nei loro occhi.

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