•Il dono degli Dei||storia di...

By dvrkacademia

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Io non sono una ragazza come le altre. Anzi, non sono proprio una ragazza in realtà... I miei genitori sono g... More

capitolo1
capitolo2
capitolo3
capitolo4
capitolo5
capitolo6
capitolo7
capitolo8
capitolo9
capitolo10
capitolo12
capitolo13
capitolo14
capitolo15
capitolo16
capitolo17
capitolo18
capitolo19
capitolo20
capitolo21
capitolo22
capitolo23
capitolo24
capitolo25
capitolo26
𝔩'𝔦𝔫𝔦𝔷𝔦𝔬 𝔡𝔢𝔩𝔩𝔞 𝔣𝔦𝔫𝔢
capitolo27
capitolo28
capitolo29
capitolo30
capitolo 31

capitolo11

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By dvrkacademia

NARRATORE ESTERNO

I ragazzi, inizialmente restii ad immergersi nell'acqua, iniziarono pian piano ad avvicinarsi alla riva, affondando sempre più nel fango e nella melma stagnante.

Il lago, così cristallino e puro, sembrava essere uscito da una cartolina. 

Alcuni leggeri rifoli di vento increspevano la superficie argentea, che rifletteva le ombre del bosco circostante e la luce lunare. Non si sentiva più nessun rumore, se non un lontano fruscio e qualche sbuffo, probabilmente di alcuni animali che osservavano silenziosi la scena. Le coppie di ragazzi si tenevano la mano, per confortarsi... o almeno, due coppie lo facevano.

Leo e Piper erano amici, niente di più. Darsi la mano era un gesto troppo intimo in una situazione del genere. Ma erano comunque spalla a spalla, come sempre. La loro amicizia era una certezza, anche in un momento di tensione come quello. Ci sarebbero sempre stati l'uno per l'altra, era chiaro.

Emma e Jason non erano così intimi da darsela, ma nemmeno così indifferenti da non volersela tenere a vicenda. Lei era chiaramente in ansia. Lui cercava di rassicurarla sorridendo e cercando di sembrare impavido. Più di una volta, mentre affondavano nella melma, furono tentati di stringere le mani all'altro; ma non avvenne mai.

Percy e Annabeth, invece, se la tenevano stretta stretta. Ognuno dei due era il pilastro dell'altro; senza sarebbero potuti crollare. Se la stringevano così forte che, a vederli, poteva anche sembrare doloroso. Ma il non farlo lo sarebbe stato ancora di più. I capelli ricci e biondi di lei sfioravano la guancia abbronzata di lui. Ogni passo che facevano, lo facevano insieme. Guardandosi negli occhi. Come cercando il consenso dell'altra e dell'altro.

Will e Nico erano più timidi. Le loro dita erano a sento intrecciate. Era come se giocassero ad acchiapparella. Prima sfuggiva la mano di uno, e l'altro lo riprendeva, poi sfuggiva l'indice del secondo e il primo lo riacciuffava. Non si guardavano spesso, non nello stesso momento almeno. Quando uno notava lo sguardo dell'altro, inclinava il capo. Quando quello che fissava veniva beccato distoglieva subito lo sguardo imbarazzato.

Tutti avevano il fiato rotto e la mente che galoppava curiosa, e si guardavano intorno per cogliere indizi per capire cosa stavano per affrontrare.

Arrivati a pochi cenimetri dall'acqua, Emma strinse finalmente la mano di Jason, gli fece cenno di seguirla e disse agli altri di fare ciò che facevano loro.

Con un unico, fluido, movimento lei si tuffò in acqua e lui subitò la seguì. Non si alzò neanche un piccolo schizzo d'acqua dal placido laghetto. Era una cosa alquanto bizzarra, ma, considerato quello che stavano per fare, non c'era da stupirsene.

Uno alla volta, i ragazzi si tuffarono, ma nessuno si bagnò.

Quando tutti furono sotto, fu come se non fossero più in un lago. Una luce azzurrognola li accecò e si ritrovarono catapultati in una vecchia biblioteca. Era piena di libri e di polvere, ma era comunque bellissima. I volumi erano ordinatamente riposti negli scaffali, ma di tanto i tanto si vedevano alcuni spazi vuoti. Ed era uno spazio davvero... enorme.

-"Innanzitutto, benvenuti nella mia testa!- esclamò ridacchiando Emma- Volevo dirvi che ho assegnato ad ogni coppia un colore, così saprà che striscia seguire. I ricordi che vedrete sono gli stessi, e sono 4. Sarà abbastanza strano, all'inizio. Non potrete interagire con le persone nel ricordo, esse non vi sentiranno e non vi vedranno, qualsiasi cosa facciate. Comunque voi vi vedrete a vicenda, infatti, anche se da punti diversi, visualizzerete tutti i ricordi insieme.

Le scene si sono svolte sull'Olimpo, in luoghi che forse non conoscete nemmeno... bhe, tranne una. Quella si svolge nel Tartaro. So che non vi piacerà l'ambientazione, ma sono sicura che vi piacerà il contenuto... 

Io proseguirò con te, Jason, ma solo tu riuscirai ad entrare nei ricordi.- il ragazzo annui e lei continuò- Will e Nico, seguite il bianco. Percy e Annabeth, seguite il turchese. Piper e Leo, seguite il rosso.

Detto ciò, buona visione, e ricordate, NON GUARDATE NELLA ZONA PRIVATA."-

Dopo queste parole i ragazzi, sempre più curiosi, iniziarono ad avviarsi verso i loro percorsi.

Il primo ricordo era un libro grigio e denso, appoggiato sopra un tavolino. Sembrava anch'esso fatto di nebbia. Sempre appoggiato sul tavolino, si trovava anche un bigliettino di carta.

"Toccami"

Le coppie fecero quanto chiesto, e ben presto si ritrovarono a turbinare in una dimensione al di fuori della loro realtà. I loro stomaci fecero i salti mortali e i loro corpi sembrarono disgregarsi.

Si ritrovarono in un ambiente grigio scuro. Non si vedeva bene ciò che avevano intorno. La nebbia era densa e fitta, e rendeva l'aria quasi irrespirabile.

Una voce profonda, più antica del tempo stesso, penetrò nelle orecchie dei ragazzi

-"I TUOI PREDECESSORI CI HANNO DELUSO, E CI DELUDERAI ANCHE TU"-

Proveniva da una massa azzurrina, che circondava tre vecchiette intente a maneggiare dei fili con mani e forbici. Le Parche.

Di fronte a loro, inginocchiata, c'era una bambina di circa 11 anni.

Nonostante i capelli corti ed il fisico meno sviluppato era chiaramente Emma.

I ragazzi si guardarono l'un l'altro, cercando di capire cosa stava accadendo.

-"ORA STA PER INIZIARE UNA GUERRA, CONTRO CRONO. IL VECCHIO NEMICO DEGLI DEI E' TORNATO, E TU NON POTRAI FARE NIENTE PER SALVARLI. NON OTTERRAI IL LORO FAVORE COSI, LO SAI. NON TI PERMETTEREMO DI INGRAZIARTI I MORTALI FACENDOGLI DEI FAVORI!

DIMOSTRA IL TUO VALORE!"-

La nebbia sfumò e le tre vecchiette se ne andarono.

Emma piantò la testa tra le ginocchia. Mise le mani a terra e strinse i pugni.

-"Non mi interessa. Non mi interessa cosa dite VOI! Io faccio quello che voglio! Se voglio aiutare lo farò, indipendentemente dal volere di tre vecchiette bavose a cui, per miracolo, non lavo ancora il sedere!"- urlò lei al vuoto.

A Leo scappò una risatina, ma Piper lo zittì con una gomitata.

Aveva fegato, la ragazza; pensarono gli spettatori.

L'ambiente cambiò, e vedemmo una scena di alcuni mesi dopo.

Ems era sull'Olimpo. Era stanca di vedere le divinità evitarla, era stanca di sentire parlare della guerra. Doveva fare in modo che finisse. Preferibilmente bene.

Lei chiuse gli occhi. Era pericoloso quello che stava per fare.

Usare la lingua incantatrice contro un titano era davvero impegnativo.

I ragazzi non capivano come potessero sentire tutti i suoi pensieri, ma vedere le cose dal suo punto di vista, aiutava molto ad immedesimarsi nella scena.

Stava per succedere qualcosa di grosso.

-"Crono-iniziò lei con voce suadente- Signore del Tempo. Il più grande dei titani. Il più potente di tutti. Non pensi che i mortali siano troppo indegni di vederti?

Signore del Tempo, Imperatore dell'Età d'oro... perché non sussurrare le tue parole ed affidare il tuo spirito ad un semidio?

Hai un servo fidato. Luke, figlio di Ermes.

Lui crede in te.

I suoi amici non lo uccideranno, alla fine.

Agisci attraverso di lui..."-

Era davvero pericoloso quello che stava facendo. Conosceva l'animo di Luke. Lui era buono in fondo. Affidava l'Olimpo al suo eroismo.

Se Luke era davvero un eroe, Crono sarebbe stato sconfitto.

-"... Crono, non sei stanco di affidarti agli immortali?

Loro potrebbero sabotarti. Potrebbero rubarti il potere.

Affidalo ad un mortale..."-

E se il buon animo di Luke non sarebbe bastato, gli dei avrebbero comunque potuto ucciderlo.

-"Ascolta i miei consigli Crono. Ascolta me"-

Il ricordo sfumò, e capimmo che era finito.

Si ritrovarono tutti in uno spazio bianco.

La vera Emma era già lì, ad attendere.

-"Siamo in una dimensione intermedia, ora. Fuori dal nostro tempo, in una delle tante sfaccettature dell'Universo... ma non importa. Cosa ne pensate del primo ricordo?"- chiese lei 

-"T-t-tu... tu... ti sei... hai... Crono... hai affidato... Luke...t-t-tu..."- Annabeth blaterava frasi sconnesse e senza senso

-"Tu hai CONVINTO Crono a possedere un mortale perché NOI riuscissimo vincere?"-  tradusse allora Percy per lei

-"Si. Sperare è l'unica cosa che si può sempre fare. Avevo fiducia in Luke, e alla fine... è stato un eroe. Come tutti voi altri semidei."-

-"Hai detto seriamente che le Parche sono tre vecchiette bavose a cui non lavi ancora il sedere?!"- esclamò Leo scoppiando finalmente a ridere.

Anche gli altri ridacchiarono, ma la tensione era troppo alta perché potesse davvero essere divertente.

-"Diciamo che non ero esattamente calmissima in quel momento... ma l'importante è che abbiate sentito il resto. Lo so che è stato sconsiderato da parte mia, ma volevo davvero che voi vinceste, e c..."-

-"Grazie.- rispose secca Annabeth- Grazie per aver dato fiducia a Luke, e a noi."-

Emma sorrise e mosse la mano in aria, come per dire che fosse una cosetta da niente.

-"Ci dirigiamo verso il prossimo ricordo?"- chiese Piper piccata che la ragazza rivale fosse stata così utile e decisiva per vincere una guerra.

-"Per me è ok, ma se volete riflettere ancora su questo, non ci sono problemi..."-

-"Direi che è meglio andare."- concluse Jason

Dopo un cenno d'assenso da parte di tutti, Emma li rispedì nella loro realtà, ed i ragazzi proseguirono il cammino.

Il secondo ricordo si presentò sempre sottoforma di libro, ma questa volta sembrava ancora più antico del precedente. Sembrava uno di quei vecchi tomi medievali, con la rilegatura fragile e le pagine gialle per l'usura. Il tavolino, invece, era sempre lo stesso. 

"Accarezzami", è scritto questa volta sul fragile biglietto accanto al tomo.

Tutti fecero quanto chiesto e si ritrovano in un'altra realtà.

Erano da qualche parte sull'Olimpo. Un giardino pieno di alberi e di cespugli di rose bianche. Era un posto magico, che nessuno dei ragazzi aveva mai visto.

-"...eeeeedddai Emma! Mi dici dove ti sei nascosta?"

La voce veniva da una ragazzina di circa quattordici anni, dai lunghi capelli neri e la pelle bianca cadaverica, occhi ancora più neri dei capelli, circondati da profonde occhiaie e il fisico gracile. 

Era la verione femminile di Nico di Angelo insomma.

Era familiare, e allo stesso tempo sconosciuta. Tutti credevano di averla già vista, ma nessuno si ricordava dove.

"AHAHAHAH te lo scordi!" urlò dal suo nascondiglio preferito una tredicenne Emma.

La guerra contro Crono era appena terminata. Luke si era davvero comportato da eroe. I semidei ce l'avevano fatta.

Ma non era una pace destinata a durare. Una forza ancora più grande era destinata a svegliarsi e la collaborazione tra i due campi era necessaria.

Dovevano goderdela finché durava. 

I ragazzi sentirono come una voce nella loro testa, che gli diceva che la ragazza dai capelli scuri non era una semplice mortale. Quella era Eris, la dea della discordia. Ed era anche figlia di Nyx.

Oltre a quello che stavano guardando, i ragazzi videro dei frammenti di tanti altri ricordi simili. Erano sempre loro due, due ragazze contro il mondo, insieme. Non c'era niente che potesse separarle. Tante risate si sovrapponevano a quella sentita, tante occhiate complici, tanto. Si conoscevano da qualche annetto, più o meno.

E si erano conosciute proprio lì. Quello era il loro posto. 

Nessuno, dio o mortale, sapeva che si conoscevano. 

Il fatto che fosse un segreto lo rendeva ancora più interessante.   

Ad un certo punto, Emma saltò giù dall'albero ed atterrò perfettamente in piedi davanti alla dea. 

-"Esibizionista!"- ridacchiò allora Eris

L'altra le si avvicinò con un sorrisetto e le diede un bacio a fior di labbra, arrosendo leggermente.

-"Ti piaccio anche per questo"- le rispose ammicando.

I ragazzi si guardarono l'un l'altro in cerca di conferme. Erano tutti a bocca aperta. Insomma, se lei era davvero la acerrima nemica di Nyx, perché amoreggiare con sua figlia?

Poi capirono.

Lei non lo sapeva ancora che la ragazza era Eris. La dea infatti le aveva detto di chiamarsi Harden e che era una figlia di Ade, e dati i suoi caratteri e la sua aura oscura era plausibile.

 E poi, Emma voleva crederle. Finalmente aveva una persona vera con cui stare, un'amica. Anche se forse amica non era la definizione adatta. 

La scena sfumò.

Erano sempre loro due, nello stesso posto del ricordo di prima.

-"io... credevo che tu... io m-mi fidavo di te"-

Era sempre Emma, ma solo più grande, e molto, molto più triste.

-"Credevi male, piccola."-

-"NON CHIAMARMI COSI'! T-tu n-n-non..."-

-"Oh, cara. E' stato così facile. Volevi così disperatamente qualcuno con cui stare..."_

-"Perché Hard... Eris? Perché io?"

-"Perché sei tu che lei vuole. Sei tu Emma. E sinceramente, è stato divertente giocare con te."-

Il ricordo era finito.

Quando arrivarono nello spazio bianco, la loro Emma aveva gli occhi rossi e un'espressione seria in viso.

-"Perché ci hai fatto vedere questo ricordo? Perché avessimo pietà di te?"- le urlò contro Piper

-"L'ho fatto perché sennò non capireste il prossimo, e l'ho fatto anche per... per...per..."-

Le parole le morirono in gola.

Calò un silenzio imbarazzante sulla stanza.

-"Bhe... io credevo che ti piacessero i ragazzi. Anzi, pensavo che ti piacesse Jason"- ridacchiò Leo per smorzare la tensione

Piper sgranò gli occhi e divenne ancora più seccata, Emma invece arrossì

-"A me piacciono anche i ragazzi. Sapete, i miei genitori si sono fatti talmente tanti organismi viventi, che hanno passato anche a me il poco interesse per il genere o la natura dell'altra persona. Non oso pensare cosa sarei se fossi anche figlia di Zeus...- spiegò lei- E, per Jason, bhe... non lo so nemmeno io."- 

Le sue gote si arrossarono ancora di più.

-"A proposito, dov'è Jason?"- chiese Percy

Tutti si guardarono attorno.

Sembrava tutto normale. Tranne una piccola crepa nera in un angolo.

-"La crepa... è arrivata lei! Come ha fatto a sapere che vi avrei portato qui?!"- domandò Emma, più a se stessa che agli altri.

-"Lei chi?"- Annabeth diede voce ai pensieri di tutti

-"Nyx. Lei è qui. Vuole fare in modo che non vi fidiate di me. Modificherà i miei ricordi. Ve li farà fraintendere. Ma questa è la MIA testa, e quindi ora la caccerò fuori a suon di calci nel suo podex divino."-

-"Ok... ma Jason dov'è?"- richiese Nico, questa volta.

Emma si guardò intorno divenne bianca come un cencio. Poi, come se si fosse riprese da uno shock, i suoi occhi si strinsero e sul suo viso apparve un'espressione determinata, quasi sadica.

-"E' nella zone privata vero?"- tentò Will

-"Sì...- lei si interruppe per prendere fiato- E' ora che vediate scatenare l'ira di Emma"-




















Ave semidei!

Questi sono i primi due ricordi, ma il peggio deve ancora arrivare...

Per quanti secoli Emma torturerà Jason??

Si accettano scommesse!

Al prossimo capitolo

C.L.B

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