44|Mai

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"Viviamo con le cicatrici che scegliamo"

Grace

"Grace Miller?" mi richiama la voce dolce del signor Brown. Mi volto verso di lui con un sorriso malinconico ad alleggiare sul mio viso. Brandon ci guarda confuso mentre l'uomo di mezza età avanza nella mia direzione e poggia affettuosamente le mani sulle mie spalle.
"E' passato molto tempo dall'ultima volta che ti ho vista qui dentro" afferma nostalgico, contagiando anche me.
"Già, è passato molto tempo" mormoro.

Il signor Brown è stato il mio allenatore per molto tempo. È un uomo di mezza età, bassino ma davvero in forma. Con una barba folta e due occhi di un intenso azzurro. È a lui che devo tutto ciò che so ed è grazie a lui, oltre che ai duri allenamenti a cui mi sottoponeva, se vincevo molte gare nonostante la giovane età. Non allena più, anche se una parte di lui è profondamente legata a questo posto.

"Che cosa mi racconti?" chiede curioso, lanciando un'occhiata confusa al ragazzo al mio fianco.
"Sono tornata per le vacanze di Natale. Frequento la New York University" affermo, notando un sorriso orgoglioso espandersi sul suo volto.
"Sapevo che ce l'avresti fatta. Come mai qui?" chiede poi, guardandosi intorno.
"Mia sorella, Lauren, sta per terminare il suo allenamento?" mormoro, spostando lo sguardo sulla porta ancora chiusa.
"Oh! Quella ragazzina è davvero brava. Nonostante io sia in pensione, passo qui la maggior parte del tempo" mi informa, sogghignando. Proprio come pensavo! È davvero legato a questo posto e non mi ha mai negato che uno dei suoi più grandi rimpianti sia stato quello di lasciare che me ne andassi.

"Già, le piace molto ed è davvero brava" sorrido fiera della mia sorellina.
"Tu dovresti passare ogni tanto per farmi vedere come te la cavi" sorride.
"Non penso sia una buona idea, sono molto fuori allenamento" lo informo, sorridendo tristemente. Intanto, Brandon continua a seguire la nostra conversazione con attenzione.
"Non avete le piscine lì a New York?" scherza, spostando lo sguardo sul ragazzo. "E questo bel giovanotto?" chiede curioso, ricavandosi un'occhiata da parte mia.
"Lui è Brandon, un mio amico. Brandon ti presento Max Brown, un mio allenatore" i due si stringono la mano e non mi sfuggono le occhiatine maliziose di Max.
"Che sport fai, ragazzo?" chiede curioso, osservando le spalle larghe del ragazzo dagli occhi neri. Se non sapessi che fa Lacrosse, penserei anche io che quelle spalle siano di un nuotatore.
"Lacrosse, signore" borbotta educatamente.
"Complimenti, sei molto in forma" dopo avergli dato una pacca sulla spalla, sposta lo sguardo su di me.
"Passa a trovarmi ogni tanto. Sarei molto fiero di tornare ad allenare la mia campionessa" sorride dolcemente, per poi stringermi in un affettuosissimo abbraccio, nel quale ritrovo un po' della mia infanzia. Lo osservo proseguire lungo il corridoio con gli occhi lucidi.

"Quell'uomo tiene davvero a te" afferma Brandon, con un lieve sorriso.
"Già, peccato che io l'abbia deluso tempo fa" faccio spallucce mentre seguita da lui, raggiungo l'esterno.
"Aspettiamo qui" lo informo, stringendomi nel cappotto nero. Passiamo quasi mezz'ora in silenzio mentre io osservo le auto sfrecciare sull'asfalto e lui fuma più di una sigaretta. Quando mi sembra passata un'eternità, un gridolino mi distoglie dai miei pensieri.

Mi volto verso l'ingresso e mia sorella corre verso di me con la bocca spalancata dallo stupore. Le sue esili braccia mi stingono il busto mentre Brandon sorride divertito.
"Che cosa ci fai tu qui?" ridacchia, stringendomi affettuosamente.
"Se vuoi possiamo anche andare via" borbotta Brandon, attirando la sua attenzione. Mia sorella gli sorride felice, per poi stringere anche lui in un abbraccio.
"Siamo venuti per farti una sorpresa" sorrido, prendendola per mano.
"Possiamo andare a fare un giro? Ti prego" mormora, facendo gli occhi dolci sia a me che al ragazzo al mio fianco.
"Con me non funzionano questi trucchi" borbotta lui, facendole la linguaccia come un bambino.
"Non ce né bisogno, andiamo in centro a mangiare qualcosa" la informo, alzando gli occhi al cielo per l'espressione del ragazzo.

Avevo già programmato la giornata a loro insaputa. Saremmo andati in centro perché avevo un urgente bisogno di comprare i regali di Natale ai miei amici, a mia sorella e a Brandon. Poi, avremmo mangiato in uno dei fast food migliori di Chicago.

Dopo aver preso la metropolitana, con i continui gridolini di sorpresa di mia sorella, ci inoltrammo nelle trafficate strade della mia città. Durante questo particolare periodo dell'anno qui fa davvero freddo, alcuni anni si presentano delle vere e proprie tempeste di neve, ma nonostante il clima non sia favorevole, le strade sono colme di persone così come i negozi. Io amo il Natale, adoro camminare per queste strade illuminate non solo dalle luci ma anche dai sorrisi della gente e amo fare i regali.

"Dove andiamo?" chiede la mia sorellina, facendo dondolare le nostre mani unite.
"Io direi a mangiare qualcosa" borbotta Brandon. Sorrido entusiasta, trascinandoli con me all'interno di un fast food.
"Non dovrebbe mangiare qualcosa di più salutare?" chiede confuso il ragazzo, storcendo il naso per l'odore di frittura che ci investe una volta dentro.
"Pff! Sembri Matilde" afferma Lauren, facendomi scoppiare a ridere e ricavandosi un'occhiataccia da parte sua.
"Non fare il bambino" sussurro, prendendo posto su uno dei divanetti neri.

Ho sempre adorato questo posto, non solo per la vasta scelta del menù, ma anche per l'ambiente grazioso e amichevole, ora addobbato in vista della festa, a mio avviso, più attesa dell'anno. Il solito cameriere dai bellissimi ricci neri prende le nostre ordinazioni e conoscendomi, scambiamo due chiacchiere sotto lo sguardo confuso degli altri due seduti al tavolo.
"Come lo conosci?" sbotta Brandon, una volta che Travis si incammina verso la porta della cucina.
"Anche io uscivo ogni tanto" borbotto infastidita dal suo tono. Lui fa spallucce, spostando lo sguardo seccato verso la grande finestra.
"Litigate come due fidanzati" ridacchia mia sorella, coprendosi la bocca con le mani.
"Mai" si affretta ad aggiungere lui, mentre una fitta trafigge il mio cuore.
"Sei stato molto chiaro" borbotto delusa. Ma in fondo cosa mi aspettavo?
"Sempre" ghigna.

Terminiamo nel più assoluto silenzio il pranzo che abbiamo ordinato poco prima mentre mia sorella ci fissa confusa. Con la tensione che alleggia tra di noi, ci inoltriamo in uno dei centri commerciali più grandi e finalmente l'aria calda mi avvolge.
"Dove andiamo?" chiede Lauren impaziente, le afferro la mano e la invito a seguirmi verso un negozio di giocattoli. Ho intenzione di farle un regalo davvero pazzesco, ma per quanto mi costa ammetterlo ho bisogno dell'aiuto di quel troglodita.
"Lauren- la richiama mentre i suoi occhi si illuminano alla vista di una casa di Barbie immensa- perché tu e Brandon non andate a fare un giro?" propongo, sperando che il ragazzo capisca al volo.
"Cosa?" invece, sbotta confuso. Alzo gli occhi al cielo e mi avvicino cautamente al suo orecchio.
"Che cazzo fai? C'è tua sorella" sussurra in modo che possa sentirlo solo io, sbuffo e gli tiro uno schiaffo sul braccio.
"Idiota devo comprarle un regalo" sbotto, ricevendo un'occhiataccia da parte sua che, però questa volta, si decide ad afferrare la mano di mia sorella e lasciarsi guidare lungo gli scaffali.
"Non smarrirmi la sorella" gli urlo dietro, ricavando un'imprecazione non molto gentile da parte sua.

Mi ritrovo a girovagare ancora un po' fra gli scaffali del negozio di giocattoli, quando appena mi fermo ad osservare al di là della vetrina, un negozio attira la mia attenzione. Pago una nuova bambola che ho comprato per Lauren e raggiungo velocemente il negozio, dove ho intenzione di comprare un regalo per Brandon.

Dopo aver comprato tutti i regali di cui avevo bisogno, raggiungo mia sorella e Brandon, che noto solo ora avere tra le mani due pacchetti e un gelato.
"Avete comprato il gelato senza di me?" affermo indignata, afferrando la mano di Lauren, che annuisce divertita. Quando si è fatta ormai ora di cena, ci incamminiamo verso casa. Io con lo stomaco che brontola, Brandon troppo stanco mentre mia sorella sembra averci risucchiato tutte le energie.

Apro la porta, lasciando la mano di Lauren, che si fionda subito in salotto.
"Non sta un attimo ferma" brontola annoiato, poggiando il cappotto all'ingresso.
"Non so da dove prenda tutta quell'energia" affermo in risposta, avanzando verso il salotto seguita da lui.
Spalanco gli occhi, notando mia madre e mio padre seduti comodamente sul divano in pelle nera.
"Bentornati" sibila lei con un sorriso tirato. 

Spazio autrice
Ciao a tutti, cosa ne pensate di questo capitolo? Secondo voi, che cosa succederà tra Grace e sua madre questa volta?
Fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto con un commento o una stellina e non dimenticate di seguire la pagina dedicata alle mie storie (link nel mio profilo).
Ci vediamo presto, buonanotte❤
Sara

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