24| Daniel

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"Tieniti lontano dai tuoi nemici
e in guardia dagli amici."
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Prison Break


Grace

Mi alzo di soprassalto quando il suono acuto della campanella rimbomba nelle mie orecchie. Mi passo una mano fra i capelli e sulla nuca indolenzita. Mi sono addormentata durante la lezione di letteratura inglese. Non mi è mai capitato, ma probabilmente ho accumulato tanta stanchezza durante il fine settimana tra la festa e lo studio che non ho avuto un momento per riposare. Mi stiracchio e sposto lo sguardo sull'immensa aula quasi vuota. Si sono tutti precipitati in corridoio, compresa la simpaticissima professoressa di letteratura.

Prendo un respiro profondo e subito mi affretto a raccattare le mie cose. Chissà se si saranno accorti di me che dormivo beatamente. Che figura farei con la professoressa e i miei compagni? Mi batto una mano sulla fronte pregando mentalmente di non aver fatto per l'ennesima volta una brutta figura. Un bel caffè mi farà bene.

Mentre sono intenta ad abbandonare l'aula, noto, però, di non essere sola. Un ragazzo, che mi sembra di aver già visto da qualche parte, alza lo sguardo dal libro davanti a sé per rivolgermi un sorriso gentile. Ricambio intimidita, per poi affrettarmi a raggiungere la caffetteria del campus. Quel ragazzo si sarà sicuramente accorto che dormivo e ora verrò nuovamente derisa dagli altri ragazzi del corso. Sbuffo infastidita al pensiero di essermi resa ridicola, come sempre, ed entro nella caffetteria. Con lo zaino nero in spalla mi guardo attorno cercando un tavolo libero, ne intravedo uno non molto lontano, ma prima decido di ordinare il mio caffè e salutare Rose, che, dietro al bancone in legno, è intenta a servire un cappuccino ad un ragazzo dagli strambi capelli verdi.

"Ciao Rose" saluto gentilmente la ragazza dai luminosi capelli rossi.
"Ciao Grace, cosa ti porto?" chiede, rivolgendomi un sorriso dolce.
"Il solito" poggio una banconota sul bancone e in attesa che prepari il mio caffè cerco con lo sguardo qualche volto familiare. Ho la costante sensazione che qualcuno mi stia osservando o semplicemente tenendo d'occhio. È dalla festa che mi capita di avere questa spiacevole sensazione che non vuole lasciarmi andare. Non ne ho parlato con nessuno poiché non ho la certezza che sia reale o solo frutto delle mie paranoie quotidiane.

"Ecco a te" mi porge il mio bicchiere di cartone e dopo averle rivolto un sorriso di ringraziamento, mi volto per raggiungere il tavolo, che avevo intravisto poco prima.
Il destino vuole che io a quel tavolo non ci arrivi mai! Il caffè caldo che poco prima avevo ordinato e avevo intenzione di gustare, ora sporca interamente la mia felpa rosa e la mano di un ragazzo si poggia sul mio fianco per impedire che mi ritrovi schiacciata al suolo. Gli sguardi di tutti sono puntati su di noi e solo dopo aver riacquisito l'equilibrio mi rendo conto che il ragazzo dagli splendidi occhi verdi e dai capelli biondo cenere che ho dinanzi a me, è lo stesso ragazzo che poco prima era nella mia stessa aula di letteratura.

"Oh, mio dio! Scusami non ti avevo vista!" mormora mortificato, passandosi una mano sulla mascella squadrata.
"Tranquillo, non fa niente" biascico imbarazzata, afferrando dei tovaglioli dal bancone alle mie spalle e cercando di rimediare all'enorme macchia marrone che si espande sempre di più sulla mia felpa.
"Mi dispiace tanto. Posso offrirti un altro caffè se vuoi" propone gentilmente, aprendo le labbra in un sorriso dolce che dà spazio alla perfetta dentatura bianca. Decido di accettare la sua offerta poiché non è mai male farsi degli amici e poi mi deve un caffè.
"Forse è meglio se vado prima a cambiarmi" sorrido divertita, spostando lo sguardo sulla felpa dove anche il suo si sofferma pensieroso.
"Andiamo! Ti accompagno" prende dalle mie mani il bicchiere e lo poggia sul bancone. Poi fianco al fianco ci incamminiamo verso il mio dormitorio.

Let me love youWhere stories live. Discover now