25| Porto solo guai

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"Perfino la paura è relativa
perché accanto a te diventa
Semplicemente una meravigliosa sfida"
-Gio Evan

Grace

Da piccola praticavo piscina ed era l'unica cosa che amavo fare. Gli altri sport non mi hanno mai appassionata tanto, eppure ne ho provati molti dal football alla danza classica, ma quello che odiavo di più era la corsa durante le ore di educazione fisica.

Ho lasciato la piscina all'età di quattordici anni perché, secondo mia madre, davo più importanza a quello 'stupido sport per maschi' che allo studio e a farmi nuove amicizie. Inutile dire che quando ho mollato la situazione non è migliorata, anzi trascorrevo ancora più tempo in camera mia tra romanzi rosa e libri scolastici.

Stranamente, oggi sono in ritardo, per questo adesso mentre ripenso ai bellissimi momenti passati in piscina ad allenarmi, corro per i corridoi verso l'enorme palestra del campus. Il professore di educazione fisica ha scelto di fare qualcosa di diverso, oltre che spiegare per più di un'ora ininterrottamente. Ho scelto questo corso facoltativo perché mi sembrava carino studiare gli sport almeno un po', soprattutto quelli che fanno conoscere a livello nazionale il nostro campus, ma di certo non mi aspettavo che il professore avesse la brillante idea di organizzare una lezione pratica proprio oggi, che la squadra di Lacrosse si deve allenare per la prossima partita nella stessa palestra. Il pensiero di vedere Brandon mi fa tremare le ginocchia.

Arrivo di fronte alla grande porta, prendo un respiro profondo e, già grondante di sudore, a causa della corsa, la spalanco richiamando l'attenzione di tutti su di me. Con lo zaino in spalla, avanzo sotto gli occhi di tutti i presenti e abbasso lo sguardo sulle mie scarpe da ginnastica. Noto che i miei compagni sono tutti riuniti a cerchio intorno al professore nella parte destra della palestra, mentre la squadra di Lacrosse è riunita nella parte sinistra, già intenta a fare una serie di addominali sotto il suono assordante del fischietto del coach. Sono quasi al completo compreso Daniel che mi rivolge un sorriso gentile, per poi scendere con lo sguardo sulla mia tuta sportiva. Non posso fare a meno di notare che i miei occhi non trovano due pozze nere fra i vari ragazzi.

"Alla buon'ora signorina Miller" il professore urla nonostante io sia a pochi metri di distanza da lui. Mi guarda con quello sguardo soddisfatto per avermi resa ridicola davanti a tutte le persone che mi guardano e ridacchiano tra di loro, compresi i ragazzi della squadra.
"Mi scusi professore. Ho avuto un piccolo contrattempo" mormoro imbarazzata, prendendo posto accanto ad una ragazza dai capelli neri. "Oggi mi sento buono e lascio correre, ma dalla prossima volta sarà lei a correre per l'intera palestra. Ora vada a cambiarsi" afferma, per poi indicarmi lo spogliatoio. Mi passo una mano sul viso affranto e mi incammino, con le risatine degli altri a farmi da eco, verso lo spogliatoio femminile. Per fortuna non sono costretta a cambiarmi sotto lo sguardo delle mie, non molto amichevoli, compagne. Sarebbe stato davvero troppo imbarazzante e mi sarei sentita giudicata dai loro sguardi insistenti sul mio corpo. Il solo pensiero mi fa rabbrividire.

Dopo qualche minuto, lascio lo spogliatoio e raggiungo gli altri.
"Mettetevi in fila e formate due squadre miste per una partita di pallavolo" continua ad urlare il professore. I miei compagni sono intenti ad organizzarsi per le squadre e io, sentendomi un po' messa da parte, mi metto semplicemente in fila insieme ad un paio di ragazze. Non so giocare a pallavolo per niente e non posso fare altro che torturarmi le dita al solo pensiero di giocare davanti a tutte queste persone.

Ad un tratto la porta della palestra si spalanca in un suono acuto e Brandon fa la sua entrata ad effetto facendo illuminare gli occhi di tutte le ragazze presenti. Avanza verso la sua squadra con la solita camminata indifferente e sensuale con un borsone bianco e nero in spalla. Si sposta il ciuffo castano dalla fronte, rivolgendo sguardi e ghigni ammiccanti a tutti i presenti e, solo dopo aver intercettato il mio sguardo, mi lancia un'occhiata profonda.

Let me love youWhere stories live. Discover now