7.Shattered

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7.

And I've lost who I am, and I can't understand
Why my heart is so broken, rejecting your love
(Trading Yesterday-Shattered)

Eliza POV


La musica ad alto volume mi sta facendo venire mal di testa. Non so perché abbia accettato di unirmi agli altri questa sera. Non ho voglia di vedere nessuno, tantomeno Bob. Da quando ci siamo lasciati, ci troviamo più spesso di prima. Siamo rimasti in buoni rapporti, d'altronde eravamo già migliori amici anche prima di metterci assieme. Il problema è che mi conosce troppo bene e noterà sicuramente che qualcosa non va. Il pensiero di Alycia da sola a casa mi sta torturando, non posso fingere che non sia così. Io e Linz le abbiamo chiesto se non fosse meglio che una di noi restasse a dormire, ma non ha voluto. Ripenso ai momenti precedenti al pranzo. Ho i brividi al ricordo di lei riversa sul letto. Non mi sono mai preoccupata così tanto per qualcuno.
«Eli, tutto bene?». Alzo lo sguardo dal mio shottino. Urto il bicchierino e rovescio tutto il contenuto sul tavolo. Impreco. Ci mancava questa.
«Aspetta, ti aiuto.» si propone Bob. Prende dei fazzoletti di carta e comincia ad asciugare il tavolo, mentre io rimango impalata, persa nei miei pensieri. Sento la mano di Bob posarsi sulla mia spalla. I suoi occhi scuri mi  invitano preoccupati a rivelargli cosa non va. Scuoto il capo. Non posso tradire Alycia, nemmeno con uno dei miei migliori amici. Non sarebbe giusto.
«Sto bene.» mento.
«Certo, come no.» non se la beve lui. Sono nel panico. Mi guardo intorno, alla disperata ricerca di Lindsey. Fantastico, se la sta spassando con un tizio. Mi scontro nuovamente con lo sguardo impassibile di Bob. Si accomoda al tavolo, stravaccandosi sulla sedia. Mi siedo anche io. Mi squadra, cerca di capire da solo cosa mi turba.
«Si tratta di Alycia, vero?». Sobbalzo, ma tento di non darlo a vedere. Inutile. Mi conosce troppo bene.
«Come...?»
«C'ero anche io l'altra sera. La scena ha scosso me, non oso immaginare te. Avrei voluto aiutarla, ma poi ti ho vista con Lindsey e non mi sono avvicinato, temevo di essere di troppo. Sai come sta?»
«Male.» mi lascio sfuggire. Mi do mentalmente della stupida. Non avrei dovuto dirlo.
«Mi dispiace. Magari passo a trovarla, uno di questi giorni.»
«No!» esclamo. Mi sbagliavo, non sono stupida, ma completamente idiota. Bob fa per indagare oltre, ma non gli lascio il tempo. Mi alzo e corro fuori. È una serata piacevole, non troppo calda. Mi accendo una sigaretta e cerco di rilassarmi. Ho bisogno di svuotare la mente. Mi sento così inutile. Sì, cantare l'ha calmata, ma solo temporaneamente. Per quel che ne so, ora potrebbe essere a letto nel terrore più totale.
«Eli, ti prego, parlami.». Chiudo gli occhi e aspiro la sigaretta. Non mi volto nemmeno. Non ho il coraggio di guardarlo in faccia.
«Eli, è successo qualcosa con Alycia?» insiste Bob.
«Smettila di chiedermelo, ti supplico.» mormoro. Ho le lacrime agli occhi. Mi abbraccia da dietro e mi schiocca un bacio sulla nuca. Non resisto oltre. Scoppio a piangere e lo abbraccio. Lascio andare tutte le emozioni che ho cercato di reprimere durante la giornata. Solo Lindsey conosce gli orrori di cui sono stata testimone. Solo lei conosce l'abisso che ho visto in quegli occhi verdi. Solo Lindsey conosce il sentimento di impotenza che mi pervade.
«Non capisco, ma sono qui.» mi rassicura Bob. Mi sorride. Sospiro. Mi scosto da lui e mi siedo sul marciapiede di fronte all'ingresso del locale. Bob si sistema accanto a me. Mi stringe a sé.
«Non so cosa stia succedendo, ma ci sono.». Mi passo una mano fra i capelli. Glielo dico? Taccio? Cosa devo fare? Ho paura di impazzire.
«Bob, quello di cui ti parlo ora non deve uscire dalla tua bocca. Giuramelo.» esordisco. Annuisce e si fa una croce sul cuore, per poi stringermi il mignolino.
«Parola di lupetto.» giura. Mi lascio sfuggire un sorriso. Adoro questo suo lato giocherellone. Prendo il respiro. Non sono pronta a tuffarmi in tutto questo dolore. Non sono pronta a diventare consapevole di ciò che ho vissuto quest'oggi.
«Aly sta molto male, Bob. Da due mesi vive nella sua stanza, divorata dall'ansia. Non ho idea di quale sia il problema alla radice.» spiego.
«Aspetta, vuoi dirmi che mentre noi ci chiedevamo dove fosse finita, lei stava male? Perché non ci ha detto nulla?»
«Lo sanno solo Maia e Marny. Hanno fatto i turni da lei per tutto il tempo. È stata Alycia a dir loro di non aprirci o rispondere alle chiamate. Il giorno dopo la festa io e Lindsey siamo andate a sincerarci delle condizioni di Alycia e non hanno potuto più evitarci. Non ci hanno spiegato un granché, né noi abbiamo insistito più di tanto. Ci hanno solo chiesto di poterle aiutare, visto che Maia è dovuta partire per girare un film.» racconto. Bob è serio. Lo vedo stringere i pugni. Con Alycia è sempre stato piuttosto protettivo e saperla in questo stato non deve essere piacevole per lui. Non lo sarebbe per nessuno.
«Non ho mai visto degli occhi così pieni di terrore come i suoi. Non so cosa le sia successo, ma deve essere stato orribile. Onestamente, ho anche paura di scoprirlo.» continuo. Bob mi carezza il capo.
«Sai, ci vuole coraggio per stare di fronte al dolore di qualcuno che amiamo. Non scappare non è scontato. Tu e Lindsey avete coraggio da vendere, Eli. Sono sicuro che la vostra compagnia l'aiuterà in qualche modo.» mi dice. Mi mordo il labbro. Ho gli occhi lucidi. Il sentimento di impotenza che mi attanaglia da stamattina non è svanito, ma si sta ridimensionando. Forse Bob ha ragione, non ci resta altro che stare con lei e vedere a cosa porterà tutto questo. Appoggio la testa alla sua spalla. Sono più serena.
«Grazie.» sussurro. Bob non risponde. Mi circonda con un braccio. Restiamo così, lo sguardo rivolto al cielo.  Non posso fare altro che pensare ad Alycia. Vorrei solo che anche lei riuscisse a fidarsi delle persone che le vogliono bene. Vorrei che si aprisse, che mi parlasse. Vorrei che non fosse sola stanotte. Vorrei essere lì con lei, combattere con lei. Nessuno merita di restare da solo con i propri demoni. E, lo giuro, non permetterò che ciò accada, fosse anche l'ultima cosa che faccio.

Alycia POV


Sola. Sono da sola. La scelta è stata mia, non posso biasimare nessuno. Sono raggomitolata nel letto e stringo tra le mani un cuscino. Non vedo nulla, solo buio. Sento le lacrime bagnarmi le guance. Vorrei solo che tutto questo finisse. Vorrei solo avere il coraggio di chiamare qualcuno. Strizzo gli occhi. Non riesco a fare nulla. Sono bloccata, il mio corpo e la mia testa sono due entità distinte. Vorrei urlare. Vorrei farmi sentire. Eppure, tutto ciò che esce dalla mia bocca è un mormorio strozzato.
«Aiuto.».

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