13.Trying Not To Love You

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'Cause trying not to love you
Only makes me love you more
(Nickelback-Trying Not To Love You)


Alycia POV

Vorrei correre, ma non ci riesco. Sono paralizzata. Un'ombra scura mi viene incontro e mi ghermisce, rapace. Provo a divincolarmi, ma il corpo non mi obbedisce più. Non vedo più nulla. L'unica cosa che percepisco è dolore.

Apro gli occhi di scatto e mi metto seduta. Tremo. Eliza si sveglia di soprassalto e ci mette un po' a capire cosa è successo. Mi trova tremante come una foglia.
«Aly, ehi, tranquilla. Era solo un brutto sogno.» prova a calmarmi lei. No Eliza, non era solo un brutto sogno, ma tu questo non puoi saperlo.
«Vuoi parlarmene?» mi propone dolcemente. Scuoto il capo, accennando un sorriso amaro.
«No, scusami.» rispondo. Eliza mi carezza la guancia. C'è qualcosa di diverso nel suo sguardo, qualcosa di
indecifrabile. I suoi occhi mi sondano in un modo nuovo, a me sconosciuto. Mi fanno sentire importante, voluta. Rimaniamo così, lei con la mano sulla mia guancia e la bocca socchiusa e io seduta con la schiena appoggiata al cuscino e la voglia di capire cosa ci sta succedendo.
«Ehi, dormiglione! La colazione è pronta!». Lindsey, di nuovo. La bolla che era venuta a crearsi si dissolve nel giro di un secondo. Eliza ritrae la sua mano e distoglie lo sguardo. Sembra spaventata e non capisco perché. Ho fatto qualcosa di male?
«Ho interrotto qualcosa?» chiede Lindsey.
«No, assolutamente.» risponde Eliza. È nervosa e ciò mi agita. Ho paura di aver sbagliato in qualcosa, di averla infastidita. La osservo scendere dal letto e massaggiarsi il collo.
«Stai bene?» domando.
«Sì, Aly. Ho solo bisogno di mangiare un boccone.». Non si è nemmeno voltata per rispondermi. La sua voce è così fredda, meccanica. Mi sento morire dentro.
«Vado giù, ti aspettiamo.» dice, prima di sparire oltre la porta. Mi faccio forza e mi alzo. Non riesco a capire la sua reazione. So solo che, in questo momento, una pugnalata mi avrebbe fatto meno male.

Eliza POV

Sono un'idiota. Sbatto ripetutamente la testa contro il muro, tanta è la frustrazione.
«Eliza, ma che stai facendo?» mi ferma Lindsey. Mi fa voltare verso di lei e mi abbraccia. Devo avere un aspetto orribile.
«Non posso farcela, Linz. Non posso fingere di non provare sentimenti per lei.» spiego.
«E non farlo.» replica la mia amica, spiazzandomi. Le rivolgo un'occhiata confusa.
«Eli, non puoi scappare da lei. La guarderai in un certo modo, la tratterai diversamente rispetto a come tratti me ed è giusto così. L'importante è che non forzi troppo la mano.» spiega.
«Linz, stamattina avrei voluto baciarla. Cosa potrebbe succedere se...»
«Non accadrà. Eli, lei ha chiamato te stanotte. Spero tu ti renda conto di cosa significa.». Mi siedo, la testa fra le mani. Da una parte, mi sento addosso una responsabilità enorme, dall'altra i miei sentimenti stanno cominciando a diventare sempre più forti. Non posso ignorarli, ma non voglio nemmeno ferire Alycia. Mi sento completamente bloccata. La vedo entrare in cucina. Ha lo sguardo triste ed è tutta colpa mia. Si siede al tavolo e aspetta che Lindsey le porti il tè e i biscotti. L'aria è tesa.
«Allora, che vi va di fare oggi?» ci viene in soccorso Lindsey. Non rispondo. So già che qualsiasi cosa deciderà di fare Alycia a me andrà bene. L'unica cosa che davvero voglio è vederla felice.
«Io... Io vorrei uscire.». Io e Lindsey sgraniamo gli occhi. Non crediamo alle nostre orecchie.
«Mi è piaciuto stare in giardino l'altro giorno.» ammette. Ha lo sguardo chino, carico di vergogna. Vorrei dirle che non c'è nulla di cui preoccuparsi, ma non lo faccio. Me ne sto zitta, e giocherello con le posate. Sto rovinando tutto e ne sono consapevole, ma la paura di distruggere chi invece dovrei preservare sta prevalendo su ogni cosa. La osservo di sottecchi, ma lei se ne accorge. Si alza e se ne va, mentre Lindsey mi fulmina con lo sguardo. Come darle torto.

Alycia POV

Siamo distese sul prato a prendere il sole. Non capisco davvero cosa prenda ad Eliza. Mi evita e mi guarda con occhi tristi, da lontano. Sembra nascondere qualcosa che la sta divorando dall'interno. Chi meglio di me può capire questa sensazione? Chi meglio di me può sapere cosa significhi nascondere un demone che, giorno dopo giorno, si appropria della mente, del corpo, della fede, delle speranze della sua vittima? Scuoto il capo. A quanto pare, per oggi i ruoli sono invertiti. Mi alzo e mi ripulisco dell'erba. Faccio per raggiungere Eliza, quando Lindsey mi si para davanti. Non comprendo.
«Che cosa stai facendo? Fammi passare!» mi innervosisco.
«Aly, lasciala sbollire. Ti prego, lo dico per il tuo bene.». Provo a spingerla via, ma lei è molto più forte di me. Non mi mette le mani addosso, conscia che ciò mi causerebbe una crisi di panico.
«Ho bisogno di capire se ho fatto qualcosa di male.» confesso. Lindsey sospira. Sa qualcosa che io non so, è evidente. E ho paura che riguardi me.
«Ti prego.» insisto. È combattuta. Si volta verso Eliza, poi fissa di nuovo me.
«E va bene. Ma Aly, ti prego, sii consapevole del fatto che ti vogliamo bene.» cede. Non capisco il perché di quell'ultima raccomandazione, ma non chiedo ulteriori chiarimenti. Mi avvicino a grandi passi ad Eliza, cercando di respingere l'ansia che sta cominciando ad attanagliarmi. Sembra sorpresa di vedermi.
«Aly...» esordisce, ma in realtà sta solo cercando di chiudere il discorso, ancor prima di iniziarlo. Mi siedo accanto a lei. Devo fare appello a tutte le mie forze per non scoppiare a piangere.
«Eliza, non provarci. Ho bisogno di capire cosa ti ho fatto. È ovvio che ti ho ferita in qualche modo, perché mi eviti da tutta la mattina.». Vedo due grosse lacrime incorniciarle il volto. Mi guarda, i suoi occhi sono pieni di tenerezza. Mi si mozza il respiro. Le sue iridi azzurre mi urlano un bene che non ho mai sperimentato nella mia vita. Mi stanno implorando di non dubitare nemmeno per un secondo dell'affetto che prova nei miei confronti. Nessuno mi ha mai guardata così. Nessuno ha mai saputo carezzarmi semplicemente con un paio di occhi. Sento le sue mani sulle mie. Sono calde.
«Tu non hai fatto niente, Alycia. Te lo giuro, poter stare con te, avere il privilegio di trascorrere con te le giornate mi rende la persona più felice del mondo.». Il mio cuore sta battendo all'impazzata e la testa mi gira. Davvero le piace stare con me? Davvero è felice di passare le sue giornate con uno scarto come me?
«È solo che... È solo che ho un po' di pensieri in questo momento. Devo solo schiarirmi le idee riguardo a una questione.» continua. Noto che le sue gote sono rosse. Si sta forse imbarazzando?
«Eli, so che probabilmente mi vedi solo come una depressa che ha bisogno di aiuto, ma...»
«No!» mi interrompe. «Tu sei molto più di questo, Aly.». Annuisco, non troppo convinta.
«Il punto è che io ci sono. Non devi tenerti tutto dentro per forza. So di essere la prima a non aprirmi molto, forse farlo potrebbe convincerti a...»
«Aly, no, no! Fermati, non così. Non voglio assolutamente che tu ti forzi. Non per me. Mi dirai ciò che vuoi quando vuoi.». Mi sorride, con dolcezza.
«Va bene.» non insisto oltre. Sospiro. Senza pensarci troppo, poso la testa sulla sua spalla. La sento sussultare e alzo lo sguardo, spaventata. Mi fa segno che non c'è alcun problema e mi invita a restare con lei. Faccio come vuole e chiudo gli occhi, beandomi della sua presenza. Non so perché, ma ho sempre più bisogno di lei. Vicino ad Eliza mi sento al sicuro, mi sento a casa. Come ho anche solo pensato di poterla allontanare da me? Eppure, qualcosa non mi lascia tranquilla. Mi sto lasciando andare con lei e ho paura che il problema sia proprio questo. Ho paura di star superando un limite a cui non mi sarei nemmeno dovuta avvicinare. Rivolgo un ultimo sguardo ad Eliza. Ha gli occhi chiusi e si sta godendo il sole. Sembra serena e, forse, dovrei provare ad esserlo anche io. So solo che ho bisogno di questo contatto tra me e lei. So solo che ho bisogno di rivedere i suoi occhi azzurri. So solo che ho bisogno di essere guardata di nuovo da lei. So solo che ho bisogno di lei.

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