5.Turn It Off

648 64 1
                                    

5.

And in the free fall I will realize that
I'm better off when I hit the bottom
(Paramore-Turn It Off)

Eliza POV

«Linz, muoviti o faremo tardi!» le urlo dalla strada.
«Non urlare, sono solo le sette e mezza e non voglio che i vicini mi uccidano!» ribatte dalla finestra, strappandomi una risata. Finalmente, dopo quella che mi è parsa un'eternità, esce di casa. Chiude la porta a chiave e si precipita nella mia auto. Metto in moto e ci dirigiamo verso casa di Alycia. Mi picchietto il naso con l'indice.
«Nervosa?» mi domanda Lindsey. Annuisco.
«Bene, sappi che io me la sto facendo sotto.» confessa. Non rispondo è viaggiamo in silenzio fino alla nostra meta. Parcheggio non troppo distante. Spero che camminare mi aiuti a schiarire le idee. Ho paura, lo ammetto. Non so se sono in grado di aiutare Alycia. Non so nemmeno di cosa abbia bisogno. Maia e Marny mi hanno spiegato cosa succede quando ha le sue crisi e come loro la tranquillizzano, ma non credo le serva solo questo. Il problema è che non ho la più pallida idea di come dovrò comportarmi. Potrò parlarle? Potrò farle delle domande? Lei mi parlerà?
«Ehi, andrà tutto bene.» mi rassicura Lindsey. Voglio crederle, ma faccio davvero fatica. Estraggo le chiavi che Maia mi ha dato e apro il cancello prima e la porta poi. Entro titubante, seguita da Lindsey. La casa è buia e il tappeto in soggiorno è pieno di bottiglie semipiene. Ne urto una per sbaglio e rovescio tutto il contenuto per terra, sotto al divano.
«Merda!» impreco. Mi mordo la lingua. Non vorrei svegliare Alycia.
«Vado a cercare un secchio e uno straccio.» prende in mano la situazione Lindsey. Torna poco dopo con tutto l'occorrente per pulire e cominciamo a rimediare al mio disastro. Non so se queste bottiglie vadano prese e messe da qualche parte, ma decido di assumermi il rischio e le poso in cucina. Buttiamo la spazzatura e prepariamo la colazione. Lindsey mette a bollire l'acqua per il tè e io dispongo dei biscotti su un piattino. Sono quasi le dieci e decido di andare a svegliare Alycia.
«Sicura di voler andare tu?» domanda Lindsey. Annuisco. Salgo lentamente le scale, cercando di fare più piano possibile. Non voglio spaventarla. Un mugolio improvviso mi fa preoccupare. Comincio a correre. Entro trafelata in camera di Alycia. È sveglia da chissà quanto. Non ho la certezza che abbia dormito, in realtà. I suoi occhi sono arrossati e tristi. Forse è per via della partenza di Maia. Sono indecisa, non so se restare sulla soglia o se avvicinarmi a lei. Alycia mi scruta, come a voler capire le mie intenzioni. È sulla difensiva e questo atteggiamento mi confonde. Non si è mai comportata così con me. Siamo sempre state ottime amiche. Passavamo le giornate assieme, perché mai ora mi guarda come se fossi una minaccia?
«Ciao.» mormora.
«Buongiorno. La colazione è pronta.». Non risponde. Sento il suo respiro farsi più affannoso.
«Ehi, ehi, tranquilla. Vuoi che ti porti le cose qui? Puoi mangiare in camera, io e Lindsey rimarremo di sotto.» le propongo. Pare rilassarsi un pochino.
«V-va bene.». Le sorrido. Lei mi osserva, mordendosi il labbro. Sembra quasi voglia chiedermi qualcosa, ma alla fine resta in silenzio.
«Vado a prenderti il tè e i biscotti e arrivo.» affermo, scendendo giù per le scale di gran lena. Entro in cucina e prendo tazza e piattino, sotto lo sguardo curioso di Lindsey.
«Non scende?» domanda.
«No. È molto agitata e appena sono entrata ha cominciato a respirare in modo stentato.» spiego. Lindsey china il capo, triste. La capisco, questa situazione è, per noi, una pugnalata al cuore.
«Ehi, starà meglio, vedrai.» provo a rincuorarla.
«Lo spero. Non l'ho nemmeno vista e già mi sento a pezzi. Forse accettare di stare qui non è stata una buona idea.»
«Ti sbagli, Linz. Maia e Marny avevano bisogno di una mano e di qualcuno che potesse rappresentare una sicurezza per Alycia.». Lindsey non ha l'aria molto convinta, ma non ribatte. Fa spallucce e mi invita a tornare di sopra. Non me lo faccio ripetere due volte. Alycia non si è mossa dal letto. Mi avvicino a lei e le passo la colazione.
«Spero che vada bene, ho preso la prima confezione di tè che ho trovato. Ne hai una marea in dispensa.» provo ad attaccar bottone. Lei adorava parlare della sua passione per il tè, possibile che anche questo sia cambiato?
«Sì, va bene.» mi risponde, meccanica. Prende la tazza in mano e beve un sorso. Dovrei andarmene e lasciarla sola, eppure non ci riesco. Sono imbambolata, i miei occhi fissi su di lei.
«Eli...» mi richiama. Scuoto il capo, ripiombando nella realtà.
«Scusa io... Ho bisogno di stare da sola.» mi dice, quasi con vergogna. Mi passo una mano fra i capelli, rendendomi conto del disagio che le sto causando.
«Oh... Io... Certo.» farfuglio. «Ti serve qualcos'altro?» le chiedo.
«No, grazie.» risponde. I suoi occhi tristi mi scavano dentro l'anima. Vorrei stringerla a me, farle capire che tutto si risolverà. Ma tutto cosa, poi?
«Vado giù. Per qualsiasi cosa, ci sono.» dichiaro. Mi fa segno di aver capito. Mi volto verso la porta, titubante. Mi giro a guardarla un'ultima volta, come Orfeo con Euridice. Ho paura scompaia, che il dolore che prova in questo momento la inghiottisca, come un serpente con la sua preda. Lo vedo avvolgerla nelle sue spire, stritolarla fino a devastarla. Soffre, ma non si spezza, non ancora, e questo mi rincuora. Un orrido sospetto si insinua nella mia mente. E se si stesse trattenendo? Se non volesse mostrarsi debole di fronte a me?
«Aly...» sussurro. I suoi occhi verdi si alzano, scontrandosi con i miei. Mi osserva, curiosa. Tentenno. Che cosa dovrei dirle? Che le voglio bene? Penso lo sappia già. Chino il capo, incapace di sostenere il suo sguardo.
«Niente, io... Io scendo. Chiama se hai bisogno. O anche se non hai bisogno. Insomma, sono di sotto.». Esco definitivamente da quella camera. Scendo le scale, perdendomi negli scricchiolii prodotti dal legno sotto ai miei piedi. Aiutare Alycia. No, è una bugia. Non posso aiutarla, né salvarla. Non ne sono in grado. E, quando la sento singhiozzare,  capisco che l'unica cosa che mi è richiesta è starle vicino e volerle bene, come lei non riesce a fare.

Something To Hold On ToWhere stories live. Discover now