29.Landslide

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29.

I've tried to see through the darkness to see the truth hiding within
I've tried to break down these old walls to see this fire, the light, my life
Hiding behind these mere shadows
That follow me here into this point of a helplessness
(Awaken I Am-Landslide)


Eliza POV

Scendo dalla macchina e mi dirigo alla porta. Marny mi apre, gli occhi pieni di preoccupazione. Nemmeno lei è convinta di questa cena, ma Alycia ha insistito tanto. Sospiro.
«Sta finendo di prepararsi.» comunica Marny. «Anche tu non sei convinta, vero?»
«No, per niente.» rispondo. Mi passo una mano fra i capelli. So quanto lei tenga a Lindsey, ma ho paura che stia facendo il passo più lungo della gamba. Faccio per dire qualcosa, quando Alycia appare dalla scalinata di legno che porta a camera sua. Mi si mozza il respiro. È bellissima, anche se non indossa nulla di appariscente o particolare. Deglutisco.
«Io... Tu... Ehm...» farfuglio insensatamente. Alycia scoppia a ridere, divertita.
«Ciao anche a te.» mi saluta. Cerco aiuto in Marny, ma sta sogghignando. Divento rossa come un peperone e non ho possibilità di nasconderlo. Mi volto e corro alla porta.
«Andiamo o arriveremo in ritardo.» taglio corto, cercando di salvare la mia dignità, anche se sospetto sia troppo tardi. Faccio accomodare Alycia in auto e saluto Marny.
«Se ci dovessero essere dei problemi, non esitare a chiamarmi. Io sarò da degli amici, ma non ci metto nulla a raggiungervi.» si raccomanda. Annuisco, facendole segno di non preoccuparsi. Prendo posto al volante e metto in moto. Mi giro verso Alycia. La bacio, senza preavviso. Mi scosto e la guardo negli occhi.
«Non devi farlo per forza.» le dico, il più dolcemente possibile.
«Lindsey ci tiene tantissimo e io mi sento molto meglio. Prima o poi dovrò ricominciare ad uscire, no?»
«Beh, hai già ricominciato.» ribatto.
«Il Comic-con e il parco non fanno testo e lo sai benissimo.» obietta lei. Mi mordo il labbro mentre mi concentro sulla guida. Continuiamo il nostro viaggio in silenzio, fino a quando non arriviamo a destinazione. Alycia apre la portiera, ma io la richiudo. Mi lancia un'occhiata carica di domande.
«Che diamine...?». La interrompo, posandole un dito sulle labbra.
«Aly, promettimi che mi avvertirai se dovessi sentirti a disagio.»
«Va bene.» risponde lei, sempre più confusa. Le circondo il volto con le mani. I suoi occhi verdi mi guardano, senza capire il motivo della mia angoscia. Pensandoci su, non lo conosco nemmeno io.
«Sono seria, Aly. Promettimelo.» ripeto, dura.
«Te lo prometto. Ora, per favore, possiamo sbrigarci? O hai intenzione di cenare qua in macchina?». La lascio andare e la osservo mentre scende dall'auto e si dirige verso la casa di Lindsey, il più spavalda possibile. Si sta sforzando di apparire sicura, mi è evidente. Scuoto il capo e la seguo. Suoniamo al campanello e attendiamo. Le porto una ciocca di capelli dietro all'orecchio e le bacio una guancia.
«Ti amo.» sussurro. Non so perché abbia avuto l'impulso di ricordarglielo. Non ho idea del perché io mi stia comportando come se stessi rischiando di perderla. So solo che voglio tenerla al sicuro ed evitare che qualcuno la ferisca di nuovo. E, per la prima volta dopo settimane, ho paura di non farcela.


Alycia POV

Ad aprirci la porta è Lindsey in persona. Ci invita ad entrare, un po' timorosa nei confronti di Eliza. Quest'ultima le sorride, mentre mi spinge dentro. Non andavo a casa di Lindsey da davvero tanto. Solo in questo momento realizzo come, in un certo senso, il mio tempo si sia completamente fermato. Vivo nel passato, non nel presente. L'immagine che ho di questa casa è, nella mia testa, completamente diversa da come è nella realtà. 
«Tu devi essere Alycia, piacere!». Mi volto. Un ragazzo piuttosto alto e con i capelli raccolti in una lunga coda mi sta tendendo la mano. C'è qualcosa di tremendamente familiare in lui. Rimango imbambolata, incapace di ricambiare il suo gesto.
«Aly, lui è Charles. Con Eliza non credo ci sia il bisogno di presentazioni.» mi viene in soccorso Lindsey. Ci fa accomodare in soggiorno, per poi sparire in cucina. Rimango in piedi, indecisa sul da farsi. Non so bene come comportarmi. Charles si avvicina, un sorriso non rassicurante stampato in volto. Eliza ha ragione, c'è qualcosa di strano in lui.
«Lindsey è molto affezionata a te.» esordisce. Annuisco, senza rispondere. Distolgo lo sguardo. Eliza ha seguito Lindsey in cucina e io vorrei maledirla in questo momento.
«Mi scuso, non volevo metterti a disagio. Se vuoi accomodarti, fai pure.» propone Charles, con gentilezza. Decido di fare come dice e mi siedo a tavola. Rimango in silenzio, la testa piena di pensieri. La sua voce mi riporta alla mente qualcuno, ma non riesco a mettere a fuoco i miei ricordi. Stringo i pugni, pregando che Eliza arrivi presto.
«Eccoci! Scusate l'attesa, spero che Charles non ti abbia annoiata troppo, Aly.» mi dice Lindsey, sbucando dalla cucina con una teglia fra le mani. Faccio segno di no e mi concentro su Eliza. Le sto chiedendo aiuto con lo sguardo. Mi schiocca un bacio sulla nuca e mi carezza la schiena.
«Quindi avevo ragione due giorni fa, state assieme?» domanda Charles. Eliza si irrigidisce.
«Se anche fosse, non sono affari tuoi.» risponde, acida.
«Eliza, tranquilla. Non ha detto niente di male.» le sussurro. Mi volto verso Charles. Ha uno strano ghigno sulle labbra, non ne comprendo il motivo.
«Quindi sei un attore?» provo ad intavolare una conversazione decente.
«Sì, ho fatto per lo più la comparsa in varie produzioni. Ho girato un piccolo film indipendente, non appena uscirà al cinema vi porterò a vederlo.». Lindsey gli bacia una guancia, fiera di quello che deve essere stato un lavoro importante per lui.
«Ho cominciato a fare l'attore durante gli anni del liceo. Ho lavorato un po' per il teatro, per poi cercare di sfondare nel cinema. Spero che il film sia il mio trampolino di lancio.» spiega.
«Sono sicura che con tanta buona volontà ce la potrai fare.» lo incoraggio. 
«Ha talento, merita davvero il meglio.» conferma Lindsey. Charles china il capo, facendo il finto modesto. Finalmente, il clima si fa più disteso. Anche Eliza pare sciogliersi un po'. Conversiamo del più e del meno, in semplicità.
«Visto? Alla fine non sono così male.»
«Charles, hai ragione e ti chiedo scusa. Sono stata molto maleducata.» risponde Eliza.
«E io sono stato molto inopportuno. Siamo pari, Taylor.». Lindsey tira un sospiro di sollievo. Deve essere contenta di questa rappacificazione. Io me ne sto in disparte, seduta sul divano. Sono pensierosa. Charles continua a ricordarmi qualcuno. Se solo riuscissi a capire chi. So solo che, non appena mi sforzo di mettere a fuoco i miei ricordi, sento un dolore lancinante al petto. È un attimo. Non so bene di cosa stiano parlando a tavola. Sento solo la sua risata. Quella risata... Non è possibile. Sento il mio respiro andare completamente fuori controllo. Due mani si posano sui miei fianchi. Credo si tratti di Eliza, ma non mi interessa. Mi divincolo e mi ritrovo sul pavimento. Mi schiaccio contro il divano e mi raggomitolo su me stessa.
«Aly? Aly, per la miseria, che succede?» mi scuote Eliza. Non le rispondo. Non posso. Lindsey è felice, ho notato come il suo sguardo si illumina quando incontra quello di Charles. Non posso farle questo. Non posso negarle questa serenità.
«Alycia, ti prego.» insiste Eliza. Non la vedo. I miei occhi sono coperti da una spessa coltre di lacrime. Mi ritrovo a pregare che la terra mi inghiottisca per sempre.
«Via...» mormoro. Eliza mi stringe a sé. Sento che dice qualcosa a Lindsey, ma non riesco a distinguere le parole. Mi fa alzare e mi trascina in macchina. Chiude la portiera e mi abbraccia. La respingo di nuovo. Mi sento così sporca.
«Alycia, sono io.» dice, la voce tremante. Le sto spezzando il cuore, ma non riesco a fare altro. 
«Sei al sicuro qui. Siamo solo io e te.». Mi appoggio allo sportello, sempre di più. Vedo Eliza. La percepisco. Per la prima volta, però, la temo. Ho paura di chiunque, perfino di me. Nemmeno mi accorgo che ha avviato l'auto e mi ha riportata a casa. Non mi rendo conto che mi aiuta ad arrivare nella mia camera. Non mi interessa. Voglio restare sola. Ho bisogno che la terra si apra e mi trascini giù, in fondo, permettendomi di raggiungere la mia anima. Non ha più senso per me rimanere qui. Devo andarmene. Devo sparire. Devo diventare nulla. È tutto ciò che mi rimane.

Something To Hold On ToWhere stories live. Discover now