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Il mio è un paese molto piccolo con appena 900 abitanti,quasi tutti anziani. É semplice,con stradine incrociate e varie casette che si affacciano l'uno  sull'altra, quasi come in un presepe. Le infrastrutture sono davvero poche, purtroppo per lo scarso numero di clienti i negozianti hanno dovuto trasferirsi altrove. I giovani occupano un minimo della popolazione anche se ,perfortuna , quella piccola parte è composta da persone più o meno della mia età. "A quel tempo" li conoscevo tutti, con alcuni avevo fatto le scuole insieme ma non c'era mai stato un vero e proprio rapporto di amicizia. Quando li vedevo li salutavo ma tutto finiva là. La piazza é la parte più grande del paese. É situata vicino la Chiesa e le scuole elementari perciò è un punto d'incontro tra noi ragazzi e gli anziani. Ogni pomeriggio,specialmente dopo la fine dell'anno scolastico, si anima di persone  adulte che discutano o giocano a bocce,e giovani che giocano a pallavolo , calcetto o altro.

Quel pomeriggio,erano circa le 17.00 quando io ed Elisabetta arrivammo in piazza. Faceva un caldo tremendo e non avevo potuto rinunciare al mio paio di leggings fini. Elisabetta era in pantaloncini.

' Non te ne fa caldo?' mi domandò guardandomi.

'no no!', le risposi mentre invece non riuscivo più a resistere. In effetti un paio di pantaloncini me li sarei potuti pure mettere però mi vergognavo troppo a mostrare le mie cosce alla gente. Non so, era una fissazione mia quella di sentirmi a disagio con chiunque quando avevo le gambe scoperte.

La piazza era piena di persone che parlavano. Tutti sbracciati con canotte e pantaloni corti.

Ad un tratto sentimmo una voce chiamarci.

'Eli,Niki su dai venite!!' era Mary una nostra cara amica con la quale condividevamo gli stessi impegni pomeridiani durante l'inverno,come fare parte di un oratorio.

'Ehi Mary ora veniamo subito a giocare!!' esclamò Elisabetta.

Stava giocando a setteschiaccia con un bel gruppo numeroso di persone.

Noi ci avvicinammo. Potevamo essere in tutto circa una ventina di ragazzi a contare dietro ad una palla.

Ammetto che non sapevo giocare molto bene ovvero non riuscivo tirare la palla nel verso giusto per cui sembravo una frana nel giocare. In  realtà,lo ero però facevo finta di nulla e giocavo pensando 'Tentar non nuoce,magari imparo!".

'uno.'

'due.'

'tre.'

'quattro.'

'cinque'

'sei.'

'sette....'

'schiaccia Nicole!!!!' esclamarono tutti. La palla era arrivata a me proprio quando bisognava colpire una persona per "schiacciarla" ovvero eliminarla dal gioco. Avevo tutti gli occhi puntati a dosso. Inizia a sentirmi un Pò troppo al centro dell'attenzione e con il cuore a mille e le mani che tremavano lanciai la palla più forte che potevo verso qualcuno a caso di quel gruppo.

Ma l'imbarazzo più grande ancora doveva venire.

'Aia' qualcuno si era fatto male. Era stato un tiro davvero potente da aver sentito persino la botta. Il fatto però era che non avevo tirato dalla parte giusta e nemmeno a qualcuno del mio gruppo. La palla passò oltre verso un altro gruppo di ragazzi che giocavano a calcio e colpì uno di loro. Prima dell'accaduto, non ci avevo fatto nemmeno caso della loro presenza dato che erano girati.

Resta il fatto che all'improvviso tutti si votarono verso di me e quando lo fece anche quel ragazzo il cuore iniziò ad andare in tilt e diventai rossa. ERA ANDREA. Non sapevo cosa dirgli,non trovavo le parole. Da un lato volevo chiedergli scusa ma dall'altro pensavo che gli stava bene.

Lui mi guardò prima con uno sguardo arrabbiato poi però quando capì che ero stata Io a tirare la palla si voltò di scatto e non disse nulla. Continuò a giocare come se non fosse successo niente. Intanto Io mi sentivo strana,  in colpa, ma come potevo sentirmi in colpa per avergli fatto una piccola botta  quando lui mi aveva spezzato il cuore senza rimorsi?

Continuai a giocare con gli altri anche io.

'EI RAGA GIOCHIAMO TUTTI INSIEME A PALLAVOLO?' chiese una ragazza da lontano. Si riferiva a noi e al gruppo dei ragazzi.

'Ei Claudiaa!'

'claaa'

'finalmente sei arrivata'

'Sii Cla giochiamo!'

Dicevano gli altri. Sembravano essere tutti così attaccati a lei.

Io la conoscevo ma soltanto di vista.

Era alta e con un bel fisico. I capelli corti mori e il viso tondo. Portava gli occhiali e aveva un bel sorriso. La cosa che mi ricordavo più di lei era il suo modo di vestire sempre sportivo ma che le stava così bene.

Non avevamo tanta confidenza anzi  quando mi guardava sembrava lanciarmi certe occhiate tipo per dire "che ci fai tu qui?" peggio di Danilo.. Non so Perchè ma avevo l'impressione che le stessero tutti simpatici tranne me...

'Allora giochiamo insieme?' chiese per l'ultima volta.

'si daii!' gridavano gli altri.

' ma Perchè?' mi domandavo. Non avevo affatto voglia di giocare se c'era pure Andrea, avrei fatto solo altre figuraccie..e poi a pallavolo!?? Se non sapevo nemmeno fare una battuta..

'io non gioco..' dissi guardando verso il basso,come per vergogna.

Claudia mi guardò tipo con sollievo come se aspettava solo questo poi disse 'Vabbene.iniziamo!'

Iniziarono a giocare. Erano tutti abbastanza bravi. Perfortuna Io ero seduta in un angolo altrimenti si sarebbero presi tutti gioco di me. Mi sedetti su una panchina e guardavo.

Andrea giocava pure e bene. A volte si allontanava e prendeva il cellulare. Sicuramente parlava con Marta. Era così attento nel rispondergli che a volte faceva cadere la palla quando gliela passavano Perchè doveva scrivere. Sembrava così preso da lei ed Io mi sentivo sempre più usata e delusa. Mi restava solo stare tra me e me e fissare lo schermo del mio cellulare.

Erano momenti in cui c'era gente ma mi sentivo più sola di quando lo ero realmente. Come un pesce fuori dall'acqua. Io ero fuori posto. Il mio posto dovevo ancora trovarlo, ma ci sarei mai riuscita? Forse non era mai esistito o forse c'era ma dovevo ancora scoprirlo.

Amami,ma davvero.Where stories live. Discover now