10.

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"Perchè hai detto 'quanta vanità'?" Noemi continuava a domandarmi. Cercava di capire che stava succedendo. "Non voltarti verso dietro." le raccomandai. Sapevo che Noemi non mi avrebbe ascoltata.

"Ma perchè?" Mi chiese e come non detto si era voltata verso dietro e cercava a destra e a sinistra con la testa qualcosa per capire a che mi riferivo. 

"Certo che sei proprio testarda!" Le dissi ridendo.

"Voglio sapere perchè hai detto in quel modo!" continuava a dirmi guardando dall'altra parte.

"Dopo te lo spiego, tu girati verso di me adesso." 

"No io non mi giro fino a che non parli."

Quando si ostinava non c'era santo che teneva.

"Figura di merda, hai presente? E se continui a guardare verso di la' peggiorerai solamente le cose!"

In realtà non era che m'importava molto di aver detto in quel modo perchè alla fine era ciò che pensavo e neanche che proprio il diretto interessato se ne era accorto tra tutti gli altri suoi amici, ma non avevo la minima voglia nè di dargli retta e nè di litigarmi con qualcuno. 

Non conoscevo nessuno bene di quel gruppo ma dalle voci che giravano in paese erano tipi piuttosto pettegoli peggio delle ragazze e dopo quella scenata pensai che mi avrebbero sicuramente giudicata una bambina o una "scemarella di paese" non essendo considerata alla loro altezza. Che poi a quale altezza si potevano credere di essere se un altro poco, alla maggior parte di loro, li avevo quasi superati. Comunque a parte gli scherzi,  mi davano fastidio. Come del resto tutti i ragazzi. Tutti stronzi, tutti bugiardi e traditori. Tutti uguali e donnaioli.

"Si ma c'è uno che ci sta fissando da mezz'ora." Esclamò Noemi

Ancora?. Ma che aveva così tanto da guardare? Alla fine soltanto una battuta avevo fatto. Non era detto che mi ero riferita a lui. " Mannaggia a me , perchè non imparo a tenere i pensieri per me!? " pensai. Ho avuto sempre questo maledetto vizio di pensare a voce alta. Sono sempre fin troppo spontanea e non è bello perchè a volte bisogna evitare di dire la tua . In alcuni momenti ,tipo in quello ,sarebbe stato meglio se mi facevo i fatti miei e se pensavo tra me e me. 

"Lascialo perdere, girati." le dissi. Non me ne fregava nulla. Se guardava bene se avrebbe smesso tanto meglio. Noemi si voltò verso di me e con una faccia perversa mi disse : "Però non è niente male eh! " Subito la fulminai con lo sguardo. "Ma stai scherzando?!" Le dissi.

Fino ad un attimo prima avevamo parlato di quanto stavo male per Andrea e della mia decisione di non trattare l'argomento ragazzi per un bel pò e invece lei mi parlava di quello la? "Ahaha sto scherzando scema!" Rispose Noemi ridendo. "Menomale!" 

"Ma come fai a dirlo scusa? Se nemmeno lo hai visto." Mi chiese

. "Se ti riferisci al gruppo qui vicino, l'ho già visto prima."

"Ahhh e lo conosci?"

"No. Però conosco gli amici. I soliti fighi ma senza cervello. Cambiano le ragazze come le mutande."

"Ah, allora lascia perdere." Lasciare perdere? e cosa? Mica ci stavo provando con uno di loro. Non ne avevo proprio la minima intenzione.

"Ahahaha certo, tranquilla." Le risposi ridendo. 

Noemi mi guardò, poi si voltò di nuovo verso di quelli. 

"Ma secondo me è te che guarda!" 

"Perchè ancora sta guardando?"domandai stupita.

"Si ti guarda mentre parla con quello vicino."

"Ma davvero dici?" Improvvisamente mi sentìì in imbarazzo. Di solito mi sento sempre così quando mi sento puntati gli occhi adosso. 

"Eh girati e guarda!"

"No, che me ne frega."  Non volevo girarmi. Non avevo proprio voglia di incrociare lo sguardo con quelli dei due playboy.  Chissà cosa si stavano dicendo.  Pensavo che mi stavano squadrando dalla testa ai piedi. Quanto mi davano sui nervi. 

Improvvisamente un suono di clacson disturbò i miei pensieri. Proveniva da una macchina ferma per strada. Dal finestrino si sentiva una voce che diceva :  "Noemi dai sbrigati ad entrare in macchina che è tardi!" Era Antonio, il padre di Noemi.

"Vabbe' scusami Niki ora me ne devo andare che c'è mio papà. Ci sentiamo, a dopo ti voglio bene!" Mi disse Noemi salutandomi.

"Anche io. Grazie ancora, ci sentiamo!." Le risposi dandole un bacio sulla guancia.

Ero rimasta sola. Non sapevo cosa fare. Mancava ancora un quarto d'ora all'arrivo del pullman. Andai a sedermi sui gradini in piazza, un pò distante dalla fermata.Mi volevo allontanare dal quel posto. L'idea di essere sulla bocca di qualcuno mi metteva in soggezione anche se non mi interessava molto. Presi le mie adorate cuffie e iniziai ad ascoltare le mie canzoni preferite.  Questa volta decisi di cambiare tipo musica, basta con il solito romanticismo. Non faceva altro che depridermi. 

Ho sempre amato le canzoni in Italiano perchè sono dal parere che l'importanza di una canzone non sta solo nella melodia ma anche nel contesto e quindi nel messaggio che vogliono trasmetterti. Quelle straniere sono senz'altro bellissime e hanno delle morali favolose solo che preferisco quelle in Italiano perchè mentre le ascolto capisco il loro significato e mi fanno viaggiare con la mente. Quando sono triste e voglio far di tutto pur di non pensare però , come in quel caso, ascolto musica inglese possibilmente molto allegra che mi fa ritornare il buon umore.

Questa volta optai per i brani degli Oasis . Aprì di nuovo lo zaino e presi il diario e una matita dal mio borsellino e iniziai a disegnare. Amo disegnare e me la cavo , specialmente se si tratta di fumetti o manga.

Può sembrare una banalità ma disegnare per me non è solo passione ma  una cosa fondamentale. E' il mio sistema di sfogo, il mio mondo. Senza un disegno nei momenti no mi sento persa. E' tipo una medicina che mi aiuta a guarire quando sono ammalata. Io disegno quando ho bisogno di sfogarmi. Quando solo al limite. Quando ho bisogno di tranquillità. Molti usano la sigaretta o la cocaina. Io uso carta e penna che oltre a risparmiare mi salvo anche la vita.

Disegnai due mani che si tenevano dai mignoli.. Non sapevo il motivo. Io seguivo la mia mano.  

Ero talmente presa che non mi accorsi del tempo che stava trascorrendo.  Se non fosse stato per il numero delle musiche che avevo ascoltato non me ne sarei sicuramente accorta. Erono passati già 10 minuti. "Cavolo è tardi, devo muovermi." Rimisi tutto nello zaino e mi alzai. Tenetti le cuffie alle orecchie. Ad un tratto la canzone degli Oasis si stoppò e non a farlo a posta partì un brano di Francesco Renga intitolato "IL MIO GIORNO PIù BELLO DEL MONDO."  "Oh no, questa no. Ci manca solo che inizio a piangere." Era una canzone speciale perchè mi faceva ricordare molto. Mentre correvo per andare alla fermata i miei occhi erano puntati sul cellulare per cercare di cambiare brano. Non feci in tempo che il pullman stava per arrivare. "Vabbe dai, questa volta mi trattengo." pensai. Mi arresi.

 Alzai lo sguardo verso il pullman ma non fù il pullman a rubbarmi la visuale.

Furono un viso roseo dai lineamenti perfetti,due occhi scuri anzi scurissimi,color nocciola che brillavano e delle labbra rossacce, lunghe e fine che sorridevano a catturare la mia attenzione.

Mi persi per due secondi in quello sguardo che mi fissava con perplessità mentre una folla di persone saliva sul pullaman. "Sole, luna, caldo e freddo in un secondo solo"  intanto cantava la canzone di Renga.

Amami,ma davvero.Where stories live. Discover now