26.

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Ormai la scuola era finita,o almeno per me. Le interrogazioni le avevo tolte tutte e non mi restava altro che aspettare l'uscita dei quadri. Lo ammetto,un pò ansiosa lo ero anche se sapevo che comunque sarei stata promossa. Temevo assai la mia professoressa di scienze,Giuseppina. Bassa, capelli castani,occhi scuri e fisico prosperoso. Una bella donna ma anche una gran bella faccia tosta.Aveva un modo di spiegare tutto suo. Riusciva a coinvolgere TUTTA LA CLASSE nelle sue ore di lezione però poi alle interrogazioni il registro si riempiva di una sfilza di due o tre,una vera e propria strage. Questo perché il problema eravamo noi non lei. Noi che non studiavamo mai pensando che le sue spiegazioni Ci restavano impresse nella mente ma alla fine non ci ricordavano nemmeno cosa avevamo mangiato il giorno prima,figuratevi una lezione.. Noi senza voglia di ripetere, lei senza pietà. Era conosciuta molto all'interno della mia scuola ma non solo! Anche negli altri istituti si sentiva nominare. Questo perché era un grande insegnante,non per l'età perché potrà avere 50 anni al massimo ma per il suo metodo di studio e di approccio con noi ragazzi molto apprezzato. Per me era come una seconda mamma perché ci aiutava a ccapire i nostri sbagli, ci faceva riflettere e ragionare però voleva in cambio il nostro studio, il nostro impegno a casa nel svolgere e ripetere i compiti, cosa che solo in pochi facevamo. E per quanto fosse buona sapeva distinguere bene la disciplina dalla confidenza. Potevo essere anche la più simpatica per lei ma se non studiavo o non mi applicavo il due non lo evitava mai. Insomma, sapeva fare bene il suo lavoro e le raccomandazioni non funzionavano per niente con lei,anzi peggioravano la situazione.

'quindi non scendi più in città la mattina?'  mi chiese Danilo. Mi scriveva tutte le mattine dalla prima volta al Mio contrario.  Io non lo facevo mai. Non volevo dargli troppa retta o confidenza in solo una settimana anche se lui se ne era già presa molta. Faceva di tutto per poter aprire un discorso con me ed io infondo mi divertivo e lo accontentavo dicendogli il mio parere sempre molto diverso dal suo. Anche se abitava nelle vicinanze sembrava venire da un'altro mondo.

'no,ho smesso di andare a scuola.'

Gli scrissi.

'uffa e così quando ti rivedrò?' mi chiese. Poteva sembrare assurdo ma da quando mi aveva contatta nemmeno un giorno di sfuggita c'eravamo visti. Ma Io fingevo di fregarmene mentre lui mi ripeteva di volermi vedere.

' ascolta, perché domani non vieni con me al parco in città?' aggiunse.

'cHe? Tu sei un folle! Nemmeno ti conosco!' mi sembrava una proposta così assurda. Io che non sarei stata capace mai di uscire con nessun ragazzo al parco figuratevi con lui, un piliere. Chissà quante ne aveva portate in quel posto a sbaciucchiarsele tutte. Che poi quello é il luogo adatto per questo tipo di cose. É pieno di casette o zone libere creata appositamente per le coppie. Se ne sono sempre sentite di tutte i colori di quello che i ragazzi Ci facevano li. Io non ero come tutte quelle che avrebbero accettato tranquillamente.

'e perché? Ci scriviamo da una settimana!!'

' allora si è tanto una settimana...  Ahahah'

' mamma che sei tu! Non ti sciogli per niente!'

' e perché che pensavi? Che sarei ststa subito con te?'

' no'

'e allora?'

'niente'

Sapevo di averlo zittito. Non gli risposi più.

' ma sei brava a Scuola?' mi chiese ancora più tardi.

'me la cavo tu?'

' anche!'

'wow immagino!'

' al biologico vai giusto?'

' si'

' io ragioneria. Ma mi piacciono anche le materie scientifiche.'

' dici così perché non hai la mia professoressa di scienze..'

'non mi dire che hai GiuseppiNa? '

'sisi tu che ne sai?!' ero rimasta stupita.

' è stata anche la mia professoressa l'anno scorso!! È bravissima!!!!!!'

' si ma quando interroga...'

'devi saper studiare con lei!'

' lo so'

'salutamela se la vedi quando escono i quadri!'

' si poi ' ahahah mi faceva morire dalle risate ma più per lui ridevo per le mie risposte idiote e fredde contemporaneamente.

Intanto messaggiavo anche con Noemi che mi supplicava di andare a scuola con lei fino al 10 di giugno.

Lei era obbligata ad andare perché aveva fatto troppe assenze e doveva ancora recuperare alcune materie.

'oggi ho parlato con Marta.' mi disse Noemi ad un tratto parlando al telefono.

' di cosa?' le chiesi.

' di lei e di Andrea'  appena sentìì Andrea la questione iniziava a divenire particolarmente interessante.

'e? Che ha detto!?'

'questa ragazza é strana!'

'perché? Non mi tenere sulle spine' ero ansiosa.

' mi ha detto che non lo sopporta.'

'c-che?' nessuno può capire quanto ero rimasta scioccata in quel momento. Non lo sopportava? E per quale ragione? Iniziavo a capire il motivo dei loro strani atteggiamenti nel penultimo periodo.. O di quando aveva esclamato "che palle " mentre stava messaggiando con lui un giorno per caso..

' su dai Noemi racconta.!!'

Amami,ma davvero.Where stories live. Discover now