2.

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Trattenni le lacrime lungo tutto il tragitto del pullman. I pensieri raffioravano in continuazione nella mia mente. Mi sentivo una stupida, un'illusa, una presa per il culo vivente. Gli altri continuavano a guardarmi. Perfino l'autista del pullman rideva di questa situazione siccome aveva visto che nei giorni precedenti ero io quella seduta vicino Andrea e sapeva che Marta era la mia migliore amica. In quel momento invece lui era lì a sbaciucchiarsi con Marta. Che merde.

"Mi fai tenerezza" mi disse Elisabetta, guardandomi con un'aria di compassione.

Compassione, già. Solo l'idea mi rendeva nervosa ma chiunque non poteva evitare di accorgersi che non stavo per niente bene, che ero triste e che volevo togliermi quella scena davanti agli occhi. Forse perchè era la prima volta che mi vedevono taciturna. Di solito parlo molto, sono un tipo socievole forse troppo e sembrava strano che stavo in silenzio. Non riuscivo nemmeno ad aprire bocca per rispondere ad Elisabetta. Feci solamente un falso sorriso come per dire "Non fa niente" ma col cazzo che non faceva niente, faceva male e come.

Il pullman si era appena fermato.

 "Io scendo qui, altrimenti faccio tardi. Non te la prendere , fatti sentire. Ciao Niki, ti voglio bene." mi disse Elisabetta , "Tranquilla."  risposi. 

 Eravamo arrivati in città dove si trovano sia la mia scuola che quella di Elisabetta. Quella di Elisabetta è situata ad una fermata prima della mia e quindi scendeva sempre prima di me. 

Era anche la fermata dove scendeva Andrea. La mia scuola è alla fermata successiva. 

Presi il cellulare. Cercai velocemente "Fede" su whatsapp e le scrissi. Preferivo entrare in classe e sedermi direttamente con Mattia senza dare troppe spiegazioni e senza fare parole.

Fede mi rispose subito "Va bene Niki ,come vuoi!"  Menomale, perfortuna.

Il pullman stava per svuotersi e ripartire. Le persone  passavano lungo il corridorio del pullman  e mi salutavano con occhi dolci. Sembrava che avevano davanti una povera afflitta. Mi facevano venire più rabbia però con il solito falso sorriso salutai.

Ad un tratto Marta si avvicinò al mio sedile perchè era vicino agli sportelli del pullman ,per scendere. Nemmeno uno sguardo, nemmeno un saluto. Niente di niente. A seguire il suo nuovo ragazzo. Stessa scena. Non mi guardarono nemmeno in faccia perchè la tenevano bassa dalla vergogna. Sembrava che non li conoscessi affatto quando invece li conoscevo e come. 

Ciò mi era apparso alquanto strano. Marta scendeva sempre alla fermata successiva, perchè era scesa dove Andrea? Ah si , era ovvio. Non entravano a scuola.

Il pullman ripartì ed io ero immersa nelle nuvole. " Certo che a questo mondo non ci si può fidare di nessuno." pensai. Avevo fatto male ad affezionarmi, papà aveva ragione. 

Per quanto possa sembrare storto ha sempre fottutamente ragione. Non dovevo fidarmi di loro. Ero stata una stupida, stupida e solo stupida. 

Scesi dal pullman. Avevo gli occhi sembravano contenitori dove dentro mi trabboccavano le lacrime che stavano per scendere. Ero distrutta ma erano le 8. Feci un sospiro ed entrai a scuola. 

Amami,ma davvero.Where stories live. Discover now