9.

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Suonò l'ultima campana. Per quel giorno le lezioni erano terminate. Che sollievo. Gente che scendeva le scale di corsa  come se stessero facendo una gara spingendoci a destra e a manca senza nemmeno chiedere scusa. Tutto questo per uscire da quella porta che racchiudeva quell'orribile posto che è per noi studenti :la scuola. Quello in cui  andavo io (e vado attualmente)era un edificio piuttosto grande e soprattutto nuovo. Non perché fosse stato costruito da poco ma pareti,finestre e porte erano appena state ristrutturate infatti si poteva intravedere la pittura ancora fresca. Era a cinque piani. Fuori c'era un grande giardino dove durante la ricreazione centinaia di studenti si recavano li per fumare, parlare o semplicemente mangiare. Era spettacolare,ricca di laboratori e uffici. Già dalla terza media mi ero convinta di andare li anche per il luogo oltre che per le materie. Non era un liceo ma un istituto tecnico a base scientifico. Insomma molto meglio di un liceo per quanto possa sembrare incredibile.

Di solito si dice che i licei sono le uniche scuole che ti portano ad avere un buon futuro ma non è così. Con il liceo devi andare a forza all'università al termine degli studi mentre con gli istituti tecnici otterrai un diploma che ti potrà aprire direttamente degli sbocchi di lavoro su ogni campo cui hai studiato durante i 5 anni o più di superiori. Noemi mi teneva per mano. 'Non vorrei perderti in mezzo alla folla' mi diceva ironicamente. Si preoccupava molto per me. Appena uscite da scuola, come promesso ci incamminammo verso la piazza. 'Guarda che bel sole che c'è oggi!' Esclamò Noemi.

Faceva di tutto per non farmi pensare a niente. 'Già.' In effetti faceva molto caldo. Si notava che la fine della primavera era vicina. 'Ci sono un sacco di persone, hai notato?' Mi chiese. 'Infatti, strano di solito a quest'ora dovrebbe essere il contrario.'

'Magari sono usciti tutti alle 12 oggi. Forse non siamo stati l'unico istituto ad uscire prima.' 'Boh. Può darsi!'

Caos più totale.

Ovunque guardavo c'era pieno di ragazzi. Chi con lo zaino sulle spalle e un vocabolario in mano, chi con le sigarette al posto del vocabolario e chi con solo lo zaino. Non lo facevo a posta ma l'occhio mi cadeva quasi sempre sulle coppiette appartate negli angoli. 'Che tristezza' mi veniva da pensare però mi voltavo subito per non iniziare a riflettere e ricordare. Cercavo di guardare altrove e trovare qualcosa capace di incuriosirmi e di farmi distrarre. Anche se non mi attraeva niente.  'Ei Niki, guarda che sono fighi quelli.' Mi disse Noemi indicando un gruppo di ragazzi alla moda, con i pearcing al naso e alla lingua e i tatuaggi. Insomma i classici ragazzi fighi che per me erano orribili. "Oh dio se quelli per lei sono fighi allora io devo essere bellissima." Pensai. Ho sempre odiato i tipi popolari. Mi sapevano tanto di stronzi e pilieri. Insopportabili.  E poi avevo detto basta con i ragazzi. Non volevo più sentirne parlare. 'Sono tutti gli stessi,lasciaci fottere va' le risposi con aria menefreghista. 'Brava, così mi piaci!' Rispose sorridendo. Sorrisi.  'Grazie Noè' le dissi spontaneamente. Ero davvero fortunata ad avere un'amica come lei. 'Ma va,lo faccio perché ti voglio bene.' 'Anche io! Tanto.' L'abbracciai. Mi strinse forte. Rimanemmo in quel modo per circa 5 minuti. Sentivo il bisogno di un' abbraccio sincero. Ero stata per troppo tempo tra le braccia sbagliate. Mentre ero poggiata con la testa sulle sue spalle guardai il cielo. 'Grazie zia per non avermi abbandonato ancora del tutto!' Pensai. Capitava spesso che col pensiero parlavo con la mia cara zia che ormai non c'era più da due anni. Il tumore le divorò il cuore ma non l'animo e io la sentivo soprattutto nei momenti più tristi al mio fianco. Persa fra le  nuvole notai un gruppo di ragazzi 'famoso' se così si può definire del mio paese. Quello per cui quasi tutte le mie amiche ne uscivano pazze. I cosiddetti fighi del quartiere. Ogni giorno erano con ragazze diverse. Ma dico io che gusto ci trovavano a baciare ogni 24 ore labbra diverse!? E poi senza provare un minimo di emozioni. Ah no forse le emozioni ce le avevano ma non al punto giusto(...).

Questa volta era una biondina,ieri era una rossa. Domani sarebbe stata sicuramente una bruna. Ogni giorno si vedevano una mandria di colori differenti. Però pure le ragazze dai,con che coraggio baciano un ragazzo senza provare nulla? Io non ci riuscirei. Per me il bacio è una cosa sacra. Bacio solo chi mi trasmette un qualcosa di forte. Prima di allora avevo baciato solo Andrea. 'Ei raga eccomi!' Ecco. Un altro playboy si era aggiunto al gruppo. Ora erano al completo. 'Era ora! Dove sei stato?' Gli chiesero. 'Eheh...' rispose con un sorrisetto malizioso. 'Eh managgia a te!! Ahah sei sempre il solito piliere Da!' Sorrisero gli altri. 'Ci mancherebbe' rispose il ragazzo. 'Ai, quante vanità!' Esclamai per sbaglio ad alta voce. 'Che?' Noemi non capiva a cosa mi riferivo. Ero a pochi metri da loro. Se sentivo i loro discorsi loro potevano sentire i miei. E infatti così fu. All'improvviso il ragazzo si girò di scatto verso di me e mi guardò. Io abbassai lo sguardo come far finta di non aver ne sentito e ne detto niente ,con un'aria totalmente indifferente. 'Giriamoci dal lato opposto,giriamoci dal lato opposto Noè' le sussurai nell'orecchio a bassa voce. Noemi continuava a non capire. Mi staccai dalle sue braccia e mi voltai con le spalle rivolte ai playboy.

'Ma che stai facendo?' Mi chiese Noemi.

Amami,ma davvero.Where stories live. Discover now