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SABATO ORE 20:34.

Dodici giorni, dieci ore e trentaquattro minuti da quando non sento Aron, non lo vedo se non per le prove di teatro e mi manca più che mai. Ciò che più di tutto mi ferisce è la capacità con la quale sta riuscendo ad ignorarmi completamente, senza farsi scalfire minimamente dallo scrupolo di non avermi dato la possibilità di spiegare credendo invece alle parole di una persona a caso che tra l'altro sa avere sentimenti per me. 

Mille volte mi ha tentato l'idea di scrivergli, insultarlo, fermarlo alla fine delle prove di teatro quando restavamo solo noi in sala, riempirlo di brutte parole per poi cedere come mio solito e baciarlo ma, per fortuna, mi sono trattenuta e solo e soltanto grazie a Miguel, Omar ed Ele. Mi sono stati vicini come non mai in questi giorni, tenendomi compagnia e distraendomi, facendomi riflettere e pensare nella giusta maniera. Una conversazione in particolare con Omar, durante un'uscita di qualche giorno fa in cui eravamo tutti e quattro di fronte una birra, mi ha illuminato la mente: mi ha riferito quanto frullava nella testa di Aron durante quei giorni ed era un misto di strafottenza, finta arroganza e menefreghismo che mostrava in merito alle rivelazioni di Chris, finché una sera non è crollato, dopo aver bevuto, piangendo e sputando tutto fuori ad Omar e Marco. Le parole che usò il mio amico per raccontarmi quanto disse Aron ancora sono impresse nella mia mente: ''Stava accovacciato fuori il locale con la testa tra le mani quando io e Marco l'abbiamo raggiunto dopo averlo perso di vista. Credimi Andre, singhiozzava, si asciugava il viso con le mani e tirava su con il naso come un bambino. Non l'ho mai visto così e a detta di marco, che lo conosce da tanto, nemmeno lui. Ci siamo messi accanto a lui e dopo qualche secondo in silenzio ha cominciato a parlare a raffica di te, dicendo prima che ti detestava per quello che avevi fatto con Chris, per la vicinanza che hai con Miguel, per la confidenza che non hai solo con lui. Poi ha detto che gli mancavi, che ti odiava e che gli mancavi ancora...si è alzato poco dopo dicendo che aspetta solo una tua mossa. Prima che entrasse nel locale l'ho fermato e ho provato a farlo riflettere sul fatto che non ti abbia minimamente lasciato spiegare e che forse questo atteggiamento di onniscienza gli porterà solo dolore. Ha fatto spallucce, guardando fisso il marciapiede, ed è rientrato''.

Ecco, queste parole mi tartassano da giorni, sono il mio pensiero fisso quando mi stendo a letto la sera e costringo Ele a restare sveglia per parlarne. Non so cosa fare, come muovermi, cosa dire. So solo che è sbagliato il suo modo di ragionare, se pensa davvero che gli manco e se sta male al punto di piangere perché non si fa avanti? Perché non riesce a capire che è stato lui a sbagliare dandomi per bugiarda a prescindere?

Sono dodici giorni che vado avanti così e, per il momento, voglio darmi ancora un po' di tempo.

In compenso  questi giorni lontani mi sono serviti per essere più oggettiva su un'altra questione che mi disturbava la mente: Miguel, ovviamente. Non nego che ancora non sono arrivata ad una conclusione effettiva sulla nostra situazione e, se penso ad alcuni momenti trascorsi in questi giorni, devo dire che ancora un po' di confusione c'è. 

Siamo molto vicini e, a tratti, intimi: mi capisce molto più di quanto a volte mi capisco io, sta imparando a conoscermi, anticipa i miei pensieri e ciò di cui ho bisogno, mi è accanto ogni volta che ne ho bisogno e conosce esattamente i miei punti deboli senza farsi problemi a colpirli ripetutamente provando a farmi cedere. Credo che staremmo molto bene insieme, ci bilanciamo alla perfezione e mi inspira fiducia e tranquillità, cosa che Aron invece non ha mai fatto. Da un lato credo che sia il costante brivido, la perenne irrequietezza e il profondo mistero a tenermi così incollata ad Aron, oltre alla chimica evidente e all'attrazione che ci legano. Con Miguel c'è tutto d'altro canto: c'è comprensione, serenità, chimica, attrazione, brividi, curiosità. Eppure l'idea di sentirmi così, in merito a due persone così diverse, mi turba e non mi fa pensare lucidamente.

Nadie dijo que fuera fácil  (Nessuno ha detto che è facile).Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora