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È sabato mattina e sullo schermo del cellulare leggo, con sollievo, che sono le 8:30 e che stanotte ho dormito. Non mi sono svegliata di soprassalto e non ho avuto paura. Sorrido istintivamente di fronte a questa consapevolezza, che mi fa iniziare al meglio questa giornata.

La curva sul mio volto si affievolisce quando noto che Riccardo non mi ha ancora risposto da ieri mattina presto, nonostante il suo accesso risalga a ieri sera. ''È arrabbiato in qualche modo con me? Forse il messaggio l'ha scocciato?''

Scaccio questi pensieri, perché conosco Riccardo e so che se non mi ha risposto è perché non ha avuto tempo e so anche che, anche se fosse arrabbiato per qualche assurdo motivo, di fronte al messaggio che gli ho inviato metterebbe da parte la rabbia e mi starebbe vicino. Come ha sempre fatto in questi anni.

Respiro profondamente e mi alzo dal letto, dopo essermi lavata scelgo dall'armadio alla buona un jeans e una camicetta, infilo le sneakers e lo zaino e mi dirigo nell'aula dell'unica lezione che ho oggi: lingue.

Eleonora russa ancora profondamente e non la disturbo, facendo meno rumore possibile. Ricevo un messaggio da Christian dicendomi che sta progettando accuratamente la nostra mattinata da atleti ed io sorrido spontaneamente al messaggio, inviando di risposta un'emoji impaurita.

Prendo al volo un caffè e corro in direzione dell'aula: la lezione va alla grande, lo spagnolo è una lingua così fluida e orecchiabile (per non dire sensuale) mentre il russo dà un certo senso di rigore e austerità, ma mi piace ugualmente tanto.

Mentre torno in stanza, ricevo un messaggio anche da Rafael ma che non riesco a comprendere bene: ''Ti prego dì di sì!'' e non appena apro la porta della camera mi ritrovo un'Eleonora impaziente, con un sorriso a ottomila denti, seduta a gambe incrociate sul mio letto.

''Questa tua espressione e il fatto che sei sul mio letto, mi fa dedurre che hai una proposta da farmi e che ha a che fare con il messaggio di Rafa vero?'' le dico mentre poso lo zaino su una sedia e mi sfilo le scarpe lanciandole distrattamente in un angolo del pavimento.

''Aron ha proposto a Jaime di invitarci tutti nelle Asturie. Oggi.'' mi dice, quasi sussurrando con paura l'ultima parola.

''Oggi? Mica ci si può organizzare all'ultimo così perché lo decide Aron Piper!'' le rispondo alzando la voce e agitando le mani in aria.

''Eddai, per una volta metti da parte la tua fissa per l'organizzazione. In auto ci vorranno 4 ore circa per arrivare e andremo con quella di Jaime, insieme a Rafael, Christian ed Omar. Sono solo le 10, arriveremo lì per le due e avremo tutta la giornata. Ti prego, dai, tutti dicono che siano bellissime le Asturie!'' mi dice con un faccino così dolce e con le mani in segno di preghiera che non posso non dirle di sì.

Sbuffo rumorosamente e muovo controvoglia la testa annuendo. Lei urla e mi abbraccia fin troppo forte.

Pensandoci, non mi ricapiterà più tanto spesso di poter visitare la Spagna con questa tranquillità e calma. Meglio sfruttare l'occasione e godermi ogni momento qui al meglio, con Ele soprattutto.

''Solo per te lo faccio, sia chiaro'' le dico.

''Ed anche un po' perché Aron ti sta simpatico'' mi risponde con tanto di occhiolino.

Io la fulmino con lo sguardo e la spingo sul letto, scoppiando a ridere.

Jaime sarà qui tra 10 minuti da quanto ho capito, quindi svuoto lo zaino dai libri e ci metto dentro ''Orgoglio e pregiudizio'', delle cuffiette, una bottiglietta d'acqua e la batteria per il telefono. Scelgo un vestito bianco a maniche lunghe in cotone, stretto in vita con la schiena scoperta, infilo le Dr. Martens nere e il solito giubbino di jeans. Raccolgo i capelli in uno chignon e sistemo la mia faccia, poco presentabile, con un filo di mascara e un rossetto malva.

Nadie dijo que fuera fácil  (Nessuno ha detto che è facile).Where stories live. Discover now