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ORE 04:45.

Mi sveglio di soprassalto, ancora una volta sudata e con la tachicardia: era da un po' che dormivo nuovamente serena, per quale assurdo motivo ora è successo di nuovo? Controllo il cellulare, sono le 04:45 di mattina e tra poco più di due ore dovrò alzarmi e prepararmi per andare a lezione. Quando mi volto e realizzo che Aron è accanto a me e che è sveglio perdo dieci anni di vita, ha assistito all'intera scena?

''Hai cominciato a dimenarti nel sonno e a sudare, ho provato a farti calmare ma non ci sono riuscito, finché non ti sei alzata di scatto '' mi dice, alzandosi su un gomito e guardandomi meglio alla luce fioca della lampadina sulla mensola.

''Sì, scusami se ti ho svegliato, ho avuto un incubo ma è tutto ok'' dico più vaga possibile ma qualcosa mi dice che lui non si accontenterà di così poco.

''Cosa hai sognato Andrea? Gli incubi comuni non ti fanno agitare così, quasi urlando''

''Niente Aron, stai tranquillo non ti devi preoccupare''

''E invece lo faccio ed anche tanto, ma se non vuoi parlarmene non ti presso. Quando vorrai sai che sono qui per te però?''

''Sì, lo so'' e sorrido, lo bacio per poi poggiarmi sul suo petto e provare a dormire di nuovo. Qualcosa mi dice che riaddormentarsi così, ora come ora, sarà più facile del solito. 

MARTEDI' ORE 15:12.

Lasciare la camera stamattina con Aron ancora nel pieno del sonno sul mio letto è stata una delle cose più complicate da fare degli ultimi tempi. L'unica cosa che mi ha motivata a farlo e a non svegliarlo per riempirlo di baci è stato il fatto che tra di noi ci sono tante incomprensioni e la chimica e l'attrazione che ci lega non sempre è sufficiente a cancellarle: possono farlo per una notte, ma non per più tempo.

''Vado a fare una corsa intorno al campus, ci vediamo dopo?'' dico ad Ele, intenta da ore a completare un progetto per un professore.

''Sì, tanto molto probabilmente al tuo rientro mi troverai morta su questo maledetto computer''

''Allora dovrò festeggiare'' le rispondo ridendo e mi becco dritta dritta sulla schiena una sua pantofola. Anch'io in realtà ho da studiare ma ho bisogno di schiarirmi prima le idee.

Arrivata nell'atrio mi fermo alle macchinette per prendere il mio solito caffè, unica fonte concreta di vita ed energia della mia vita.

''Corri?'' sento chiedermi alle spalle, riconosco la voce, è Chris.

''Sì, ne ho bisogno oggi, tu?''

''Andavo in palestra, ho finito di correre poco fa per scaldarmi''

''Siamo stati fuori tempismo allora''

''Peccato, hai ragione'' mi dice sorridendo ''Ieri non hai risposto al mio messaggio ''

Cazzo, è vero, ma ho avuto altri pensieri per la testa.

''Hai ragione, scusami. Ero fuori con Omar ed Ele e non ho usato molto il telefono '' gli rifilo una scusa, mentre entrambi ci incamminiamo all'esterno del campus.

''So che c'era anche Miguel, non serve che lo ometti''

''Non ometto nulla, mi è passato di mente''. Bugia.

''C'è qualcosa tra voi?'' mi chiede dopo qualche attimo di silenzio.

''Non esattamente, perché?''

Nadie dijo que fuera fácil  (Nessuno ha detto che è facile).Where stories live. Discover now