Capitolo 18

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Quando si sta male il primissimo istinto che come persone abbiamo è quello di cercare le braccia della mamma. È un istinto naturale, è dettato da quel primordiale bisogno di protezione che sviluppiamo non appena nati, quando siamo incapaci di difenderci da soli e dipendiamo in tutto e per tutto da chi la vita ce l'ha donata nel modo più disinteressato possibile.

Quando stai male è normale cercare l'abbraccio della persona che ami e che pensi ti ami. È naturale, è inevitabile. Non importa tu cosa sei, puoi essere un umano qualsiasi, puoi essere uno stregone, puoi essere un mannaro, puoi essere un vampiro. Non importa.

Quando stai male, tu cerchi le braccia di chi può lenire, almeno in parte, almeno per un poco, la tua sofferenza.

È normale anche per noi che siamo considerati senz'anima, bestie, abomini.

Anche noi stiamo male, anche noi soffriamo.

Adesso vorrei un abbraccio di mia mamma. Vorrei risentire il suo buonissimo odore di cannella con un pizzico di vaniglia, vorrei sentire la sua risata allegra, vorrei che fosse qui a dirmi che andrà tutto bene.

Ma non si può. Non più.

C'è un buio tombale intorno a me, sono ferma, completamente ferma ad eccezione della mia mancina che è sulla nuca di Noah. Delicate, le mie dita si posano sui capelli della sua nuca in una carezza che so che lui non può sentire. Dov'è ora lui non può sentire niente, nessuno, nemmeno me che sono potenzialmente la sua Marker. Io lo so perché ci sono già passata, anni fa, ma l'ho fatto e lo ricordo come se fosse ieri, a dire il vero.

Ero come una bambola di pezza rotta, troppo rotta per essere ricucita. Eppure sotto quella terra, abbracciata a Logan, rinascevo. Così come sta facendo Noah. Lentamente ogni cellula del suo corpo si sta trasformando, da umano sta morendo solo per rinascere in qualcosa di nuovo, qualcosa di eterno. È un processo che richiede diverse ore, lui in realtà non ne è nemmeno consapevole.  Anche perché la sua mente è un po' come disconnessa, avete presente quando riavviate il pc per un aggiornamento e la schermata diventa tutta nera e il pc non risponde più agli input finché il processo non è completato? Esattamente è così Noah in questo momento, potrebbero volerci poche ore così come anche giorni, è una scommessa, un terno al lotto. Non è detto che una progenie sia abbastanza forte da rinascere effettivamente.

Io ce l'ho fatta, nonostante tutte le ferite che avevo riportato, ce l'ho fatta a riemergere da quella nuda terra e tornare a vivere. In quella tomba, ciò che ricordo è che c'era un silenzio incredibile nella mia testa, un silenzio che mai avevo sperimentato prima ed era quasi piacevole per me che non avevo mai veramente smesso di pensare a tremila all'ora, pensavo pure troppo, forse.

È questa la morte? Un oblio fatto di oscurità e silenzio ovattati? Dove dormi perdendo il contatto con quello che sei e quello che potresti diventare?

Noah potrebbe non risvegliarsi, lo so. Potrebbe non farcela, potrebbe non aver funzionato a dovere il mio sangue. Potrebbero esserci tante di quelle variabili che sono ore che il mio cervello le sta elaborando, potrei arrivare a fonderlo – forse.

La trasformazione in vampiro non è mai una scienza esatta, bisogna arrivare a tempo, essere certi che il sangue del Creatore entri in circolo al momento giusto, che inizi a guarire l'organismo quel tanto che basta per essere trattenuto in punto di morte, scivolare con quel corpo umano in quell'abbraccio mortifero ed oscuro e lì iniziare la sua opera lenta e laboriosa. Bruciare, smantellare, corrodere ogni singola briciola di umanità nel corpo altrui. Spezzare l'umanità inutile e ridurla in cenere che verrà spazzata via dal primo respiro, dal primo alito di ossigeno condiviso col proprio Creatore. Sanare la pelle, guarire le ferite, rinsaldare le ossa rotte. Un lento processo dove la Morte si allunga verso di te con quel manto scuro che si avvolge in morbide e seducenti spire intorno al tuo corpo, alla tua anima. Tutto in te viene corrotto dal bacio della Morte, essa ti spoglia lentamente di ciò che eri, ti lascia nudo ed avvolto in quell'oscurità in cui altro non serve, se non quella parte di te stesso che sta lentamente trasformandosi, quel sangue che inizia a saturare ogni singola cellula del tuo corpo trasformandoti in qualcosa di diverso.

Of the nightWhere stories live. Discover now