Capitolo 3

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Fa caldo. Lo sento sulla pelle, scivola come una carezza delicata lungo la linea delle spalle e si intreccia a quella patina di sudore leggero e sano tipicamente estivo. Sento i capelli della nuca un po' umidi arricciarsi in quella specie di crocchia che ho tirato su.

« Scommetto che non ce la fai. » Steve mi sta ridendo in faccia e parla mentre mastica in una combo mortale per l'appeal di qualunque essere vivente ma non lui. Lui riesce a rimanere splendido splendente nel suo allure da Mentadent.

« Sta zitto. » sbuffo, sento le guance che vanno a fuoco mentre rigiro fra le mani la mia fetta di pizza.
Pizza. Sto mangiando della pizza.
La addento con convinzione, mastico e sento il sapore del pomodoro e mozzarella fusi insieme inondarmi la bocca. È buona, è calda, è soffice e io me la godo, socchiudendo le palpebre e sentendomi felice. Felice e con lo stomaco così pieno che potrebbe scoppiare a breve, ne sono quasi certa.

Steve ride, beve altra birra e sento vibrare qualcosa. È una vibrazione breve, che si ripete ogni tot senza un ritmo preciso. Fingo che questo rumore non ci sia, mi aggrappo a quella sensazione di calore che mi avvolge. Voglio pensare solo alla pizza, diamine.
Me lo merito. La vibrazione non cessa. Anzi. Diventa così insistente da essere molesta.

Sbuffo, riapro lentamente e con la stessa cautela di un artificiere davanti ad un ordigno rudimentale un occhio. Bene, la pizzeria è svanita, la pizza anche e Steve Mentadent pure. Ci sono però le lenzuola azzurre di una camera non mia a fare cucù e darmi il buongiorno. Il cuscino è soffice, fresco nonostante tutto. Riapro anche l'altro, di occhio, giusto per capire bene dove sono.
Non mi sono ancora mossa davvero, noi Eterni tendiamo all'immobilità sapete? È comoda.
Sono distesa a pancia in giù, il braccio destro è sepolto dal cuscino, la mano sinistra è come sempre contro il mio petto. C'è però una mano in più ed è esattamente contro il mio ventre. Così come sento il peso di una testa maschile che si incastra nello spazio creatosi fra spalla destra e cuscino.
Con tutta la delicatezza di questo mondo provo a prendere un respiro. È un movimento che faccio in maniera accorta, guardandomi bene dal muovermi improvvisamente. Sono ancora con la testa che penso alla pizza, non posso già carburare e ricordarmi cosa ho fatto nelle ultime dodici ore, mi sento la testa troppo pesante – come sempre grazie tequila sei un'amica infallibile.

L'odore di Logan mi arriva come uno schiaffone preso in piena faccia e controvento nel momento stesso in cui stavi correndo come un'allegra fringuella, capite bene.
Fa male. Come ci sono arrivata nella camera di Logan, sacripante cos'è successo!?

Mi allungo un po' verso il comodino, la mano a tentoni acchiappa il cellulare e tento di adocchiare perché diamine continua a vibrare. Quindici chiamate perse, ventisette messaggi. Logan grugnisce appena di insoddisfazione nel sentirmi muovere, la mano dall'innocente zona fianco si porta più verso il centro del ventre e mi attira contro il suo corpo e posso sentire quanto sia nudo, ma nudo nudissimo.
Affonda con il viso fra i miei capelli, lo sento strofinare un po' il naso contro la mia nuca e posarci un bacio. Sto giuda di merda.

« Non muoverti, dai. » la sua voce è di quel roco tipico di chi si è appena svegliato e vorrebbe ancora dormire.

« Non sono mica morta, ovvio che mi muovo. » il mio black humor fa impressione anche a me, ve lo assicuro.

Logan ride, sto scemo. Che si ride io non so. Fa scorrere la mano lungo il mio ventre, accoglie la curva del mio costato nel suo palmo e risale verso la zona tette. « Ammetto che stanotte eri piuttosto viva. »

Ah!? Prego, che ha appena detto!? Alzo lo sguardo dal cellulare e fisso un punto indistinto sulla parete davanti a me « tu dici? » sì l'ha appena detto eh. « non posso dire lo stesso di te, non mi ricordo quanto vitale tu fossi stanotte.» mi alzo sgusciando via come un'anguilla dalle sue mani simil tentacoli.

Of the nightTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang