Capitolo 2

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Affondo con i piedi nella sabbia, tutto il mio corpo si irrigidisce.
Questa sera non è la serata più rilassante di tutta la mia esistenza, è evidente. L'aria intorno a me è diventata quasi irrespirabile, non certo perché c'è un tanfo insopportabile, ma perché ad ogni respiro compiuto l'odore di Noah mi circonda asserragliandomi come i romani asserragliavano le mure nemiche. Più o meno così.
Brucio, brucio esattamente come Cartagine. Niente di più, niente di meno. Nella mia esistenza mai mi sono sentita così in pericolo come adesso. Mai il mio cervello ha smesso di funzionare perché completamente in tilt.

« Lie, oh. Ti sei sporcata? » Steve sembra preoccupato. Di cosa? Ha capito che mi passa per la mente? Impossibile. 

« Ah..? » abbasso lo sguardo e noto una chiazza umida sulla sabbia, l'odore del rum e cola che erano mescolati insieme in quel bicchiere finalmente mi arriva al cervello e lo registro. « No, no. Scusa. Questi bicchieri sono così fragili. » non è vero. Sono io che l'ho stritolato senza alcuna pietà nelle mie mani.

« Non preoccuparti, credo succeda... » mi sfila quel che resta del bicchiere dalle mani e mi guida verso uno degli stand che spacciano alcolici come se fossero caramelle. Sento la consistenza della carta fra le mani, le mani di Steve adoperarsi intorno alle mie per pulirle e resto a fissarlo come un automa. Vista dall'esterno posso sembrare sicuramente interessata a Steve, ma in realtà sto ascoltando solo una cosa: il cuore di quello sconosciuto. Ogni battito scandisce un tempo che passa inesorabile, si mescola alla musica e al resto del mondo che fa troppo casino in questo momento.

«... ma ti senti bene? »

« Mh? » sono sicuramente ripetitiva con Steve stasera. Alzo lo sguardo e lo fisso, corrugando appena la fronte « scusami, ho discusso con Logan poco fa. Sono un po' distratta. » niente di tutto ciò che ho appena detto ha aderenza con la mia attuale realtà, ma non è nemmeno una bugia. Tutto è vero: ho discusso con Logan e sono sì distratta, ma da Noah.

« Di nuovo. » c'è una vena di disapprovazione nella voce di Steve « Senti, io non sono tuo fratello, lo sai. Però, cazzo. Mollalo. »

« No, infatti. Non sei Evan. » sospiro appena, non lo dico con cattiveria, fidatevi. Steve è quanto di più lontano ci sia da mio fratello Evan, e per fortuna altrimenti non lo frequenterei nemmeno per dieci minuti.

« Non è un caso, non è solo un volta, non è solo un episodio isolato. Tu lo sai, sei intelligente e non hai bisogno di me che ti raccatto ad una festa per renderti conto che Logan non farà mai parte del tuo mondo e che tu non puoi affogare nel suo. »

Vorrei, tantissimo, dirgli quanta ragione ha e anche che al momento non è questo il mio problema. Come posso dire a Steve che sto così perché dal momento stesso in cui ho sentito l'odore del suo amico sto pensando a quanti modi posso usare per portarlo via, lontano dal gruppo, e rimanere sola con lui? Che sto pensando esattamente a quali parole dire certa che Noah mi seguirà, che obbedirà ad ogni mio singolo capriccio e che, forse, l'alba non arriverà a vederla? Non posso. Non posso fare nessuna delle cose che il mio cervello sta sviluppando velocemente ed altrettanto velocemente accantonando.

« La smetti di investire le ragazze? Non è una buona tecnica di rimorchio, Steve. » la voce arriva ad infarto, è baritonale e virile al punto giusto e sembra graffiata da qualche vizio squisitamente umano come il fumo. L'odore è ancora meglio adesso che è vicino. Sa di oceano, quel sentore un po' salato che ti si appiccica addosso quando cammini in riva al mare di prima mattina. È fresco, è leggero. È buono come non mai.
Noah è alto, altissimo. Probabilmente supera il metro e ottanta di una manciata di centimetri. Ha un fisico sportivo, non è troppo palestrato, ma le linee definite dei muscoli di spalle e petto si possono intuire chiaramente sotto il tessuto leggero della maglietta che indossa. I capelli sembrano disciplinati a suon di manate poco calcolate e ha quel filo di barba che gli sporca il viso che ne rende i tratti più virili, magnetici quasi. Ritiro le mani da quelle di Steve, strofino i palmi contro i jeans in zona fianchi e smetto completamente di respirare.

Of the nightWhere stories live. Discover now