Capitolo 19

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29 Settembre 2019 – New Orleans

È una serata calda, quel tipo di caldo che abbandona la morsa opprimente dell'umidità e calura estiva tipica della Louisiana ed abbraccia qualcosa di più fresco e frizzante. Le belle serate di settembre, no?

È di nuovo tutto cambiato nella mia vita, tutto ha preso una piega completamente inaspettata. Gli ultimi mesi sono diventati qualcosa di estremamente complesso, rasente l'opprimente a volte, altre volte intensi come un'esplosione sensoriale che si avvicina allo scoppio di fuochi d'artificio. Mi sento diversa, diversa anche solo da com'ero agli inizi della mia vita eterna.

Non è vero che le persone non cambiano, che noi Eterni non cambiamo. Ci evolviamo, io mi sono evoluta. A un ritmo del tutto imprevedibile, dettato da una sorta di lucida follia che ha guidato le mie azioni, un bisogno disperato di darmi la libertà, quella che mai ho potuto veramente assaggiare, invischiata e vincolata in dettami che non mi appartengono, non del tutto.

Coral Bay è stata essenziale per me, è stato il luogo in cui sono sbocciata, il luogo in cui ho dovuto esplorare il mio potenziale appieno, il mio autocontrollo e la capacità di riprendermi. Coral Bay è stato, però, anche il posto dove ho conosciuto Noah. E lì tutto è cambiato per me, di nuovo.

Sono in una zona turistica di Nola, è uno di quei posti che si affacciano sul Mississippi, prettamente settati per attirare più umanità possibile che si dedica ad attività umanissime come il cazzeggio notturno finalizzato a un divertimento effimero, sconsiderato anche perché nessuno lo sa, ma Nola è la Capitale del Mondo Sommerso. Un mondo che è popolato da razze e creature di cui di solito si sente parlare solo nelle leggende che fanno da foraggio per scrittori che si sentono molto fantasiosi e ricercati nel creare – a loro detta – mondi fantastici.

Le leggende sono tutte vere. I mostri esistono, tant'è che io esisto.

Scalpitano le persone, lo fanno con quell'irruenza tipicamente mortale di chi non ha piena coscienza di avere i giorni contati a disposizione mentre spendono una vita mortale e limitata, ignorando cosa li circonda e con la presunzione di essere superiori a tutto e tutti. In un certo senso, sapere del Mondo Sommerso mi ha donato umiltà, da umana. Tutta quell'umiltà che poi è finita nel cesso nel momento esatto in cui sono uscita dalla mia tomba ed ho assaporato il vero sapore dell'aria, quell'ossigeno contaminato dal sentore del bosco di Baton Rouge, il sentore della neve ghiacciata che ricopriva la terra intorno a me e non smuoveva nemmeno un quark in me.

Scivolo con il silenzio e l'indolenza tutti miei in mezzo a quest'umanità che non mi appartiene e di cui non ho più motivo di curarmi, conscia di aver abbandonato un ragazzone sui vent'anni in un punto non meglio imprecisato del locale. Un punto in cui però non può perdersi, può ritrovare la strada di casa e convincersi che quello che ha appena vissuto è tutto frutto di un sogno, una sorta di estasi senza faccia né nome. Ha guadagnato mezz'ora di brivido ed eccitazione, perdendo il suo sangue e i suoi ricordi. Quelli, adesso, appartengono a me.

Raggiungo quella sorta di terrazza che dona ai visitatori uno spettacolo mozzafiato di una New Orleans sempre uguale, magnifica, ma diamine così bella da risultare incantata. Forse perché, in gran parte, lo è. Sotto lo sguardo umano, continuano a vivere e rafforzarsi le forze del mondo al quale appartengo davvero.

Percorro la superficie della balaustra con la punta delle dita della mia destra finché non arrivo a un punto preciso, il punto che più mi ispira. Solo lì mi fermo e decido di accomodarmi. Dove? Semplice. Mi isso sulla balaustra, aggancio il tacco dei miei stivaletti contro una delle barre orizzontali che la percorrono in tutta la sua lunghezza ed accavallo la destra sulla sinistra. Qualcuno, guardandomi così in bilico in quella seduta, potrebbe avere un infarto fulminante. Io, invece, sono consapevole della solidità e stabilità della mia posizione. Immobile, fletto appena il capo verso il cielo notturno. Le stelle sono luminose, la luna è in crescente e rimanda una luce fredda ma bella. L'aria è frizzante, ancora calda presumo per chi può avvertirne gli effetti sulla propria pelle, satura di input sensoriali che potrebbero distrarmi.

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