Capitolo 8

46 9 0
                                    

Se c'è una cosa che mi piace fare, è sfruttare tutta la mia potenza di vampira.
Correre, saltare, per me erano cose limitate da umana. Ho sempre fatto ginnastica artistica, fin da bambina. Riuscivo a far cose che le altre bambine potevano solo sognarsi di fare, mi sentivo speciale, inutile dirlo. Mi è sempre piaciuto essere diversa, eccellere laddove era difficile per gli altri.  Adesso però è diverso, adesso la potenza che racchiudo nel mio corpo è qualcosa che non puoi descrivere, puoi solo vederla e rimanerne estasiato davanti alla magnificenza della natura. Perché sì, anche io sono una creatura di Madre Natura, nel disegno del creato ho un posto anche io, non credete. Correre mi scatena un'adrenalina dentro che non potete capire, avete mai guidato una supercar su un circuito dove potete scatenare appieno la potenza del suo motore? Avete mai sentito il ruggito del suo motore, i giri che aumentano e la forza che si scatena da quella velocità che va a briglia sciolta? Ecco, io quando corro mi sento esattamente così.
I miei muscoli bruciano piacevolmente, sento il vento contro la pelle, anche se corro a velocità inumana, riesco a vedere tutti i dettagli di tutto ciò che mi circonda. Mi sento un'arma potentissima, una macchina da guerra.

Stanotte però tutta questa bellezza non la noto, corro, salto da un tetto all'altro rincorrendo una scia che viene macchiata dall'odore della città.

Ho perso di vista Noah.

È normale, succede, specie quando devo nutrirmi. Non doveva accadere stasera, non mentre siamo così vicini alla luna piena e in città ho sentito distintamente l'odore di lupo mannaro. Sono ore che non riesco a trovarlo e la cosa inizia a farmi diventare nervosa. È sopravvissuto da solo per tutti questi anni, certo, ma l'idea di lui troppo vicino a un mannaro sotto crescente mi rende inquieta in una maniera allucinante. Quindi devo correre, a costo di battere palmo a palmo questa città del cazzo, lo troverò.

Sono arrivata nella parte più periferica, qui le case cedono il posto a capannoni in stile industriale che ospitano pub, locali. Mi do una spinta decisa, fletto le gambe e mi spingo in avanti con un balzo coprendo una distanza di cinque, sei metri, la distanza esatta che intercorre fra il tetto da cui arrivo a quello in cui atterro senza problemi. La mia intenzione è non fermarmi, ma il ciondolo che porto sempre al collo inizia a riscaldarsi. È quel sottile calore che quel piccolo ciondolo irradia che mi fa fermare, che mi fa gelare sul posto e portare la mia mancina al collo per sfiorare proprio quel ciondolo sapientemente nascosto dalla maglietta che indosso.
È un ciondolo incantato, è a forma di goccia piccola composta da oro giallo e un opale di fuoco ed è fatto con il mio sangue e quello di Steve, è come una bussola magica che ci guida l'uno verso l'altro in caso di pericolo e diventa bollente così da avvertirci. Me lo aveva fatto perché non è mai stato convinto che con Logan fossi realmente al sicuro – e difatti non è che si è sbagliato eh.

« Merda. » Steve non poteva trovare momento peggiore per mettersi in merda, sant'iddio. Tocco il ciondolo, socchiudo le palpebre e cerco di sentire, sentire qualunque cosa mi guidi verso Steve. È come una vibrazione che mi spinge a guardare alla mia sinistra, dal lato opposto a dove stavo andando. Non c'è molto da pensare, ma solo da fare. Scatto in una corsa folle che mi porta a saltare e macinare quei metri che mi separano da Steve.
Sono velocissima, questo l'ho già detto,  ma adesso ho una motivazione in più per esserlo. Mi inchiodo sul tetto, avvolta dalle ombre che mi hanno celata finora ed ascolto.
Uno, due. Tre cuori mannari. E due umani.
Sento la voce di Steve, sta cercando di evitare uno scontro. Non è un codardo, ma se può usare il suo potere non lo usa certo per uccidere altri. Mi porto più vicina al parapetto, saldo su di esso e resto appollaiata per capire meglio come sono messi.
A semicerchio intorno a Steve e... Noah. Merda – again.
Uno dei mannari si scaglia contro di loro, punta direttamente a Steve. Fletto le gambe e mi lancio nel vuoto, non mi importa quanto alto sia, posso farcela senza problemi. Compio una rotazione nell'aria, arrivo a toccare terra con i piedi e fletto le gambe per ammortizzare l'urto, piombando al centro esatto dello spazio fra Steve e il mannaro. Mi rialzo di botto, la mia destra impatta come un macigno contro il petto di quel ragazzo, afferro la sua maglietta e lo schianto al terreno con un colpo sordo che fa tremare tutto intorno a me. Sento Noah strozzare una specie di urlo in gola, Steve avere una sorta di respiro di sollievo.

Of the nightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora