Capitolo 11

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Mi sembra che i giorni stiano passando a rilento. Non è così, lo so benissimo. È la mia percezione che è tremendamente offuscata da quello che provo.
Cosa provo? Tante cose. Troppe cose. Tutte insieme, contemporaneamente, figlie di un caos che mi sta tartassando come non mai prima d'ora. Mi sono rintanata nella mia vita da Vampira, faccio tutto ciò che facevo prima. Esco, ho i miei soliti giri da fare. Vedo soprattutto Noel ed evito come la peste bubbonica Logan. Tutto nella norma no? Se non fosse che cerco di non farmi vedere né di vedere Noah.

Il dolore è qualcosa con cui ho imparato a convivere presto. Ho imparato a sopportare le botte morali ancor prima di quelle fisiche. Il dolore fisico, beh quello passa presto. I morsi e i lividi non sono così dolorosi dopo un po' che continui ad averceli addosso. Eppure mai, né nella mia vita da vampira né in quella da Eterna, mi sono sentita così.
Così sola.
Così rotta.
Così mancante.
Così dolorante.

L'abbandono è qualcosa di cui ho sempre avuto paura, ci ho sempre fatto i conti, specialmente con Logan. Avevo una paura folle che lui potesse lasciarmi, che potesse non esserci più nella mia vita. Una paura che, ad oggi, mi fa sorridere amaramente. Logan è quel tipo di Eterno che non ti lascia nemmeno quando tu glielo chiedi, a meno che non lo decida lui perché così deve essere: Logan deve avere sempre e comunque il controllo su tutto sennò non è contento. Mai, però, ho pensato di poter essere io quella che abbandonava. Quella che se ne andava. E me ne sono andata. Da Logan, da Noah.

È diventato tutto estremamente difficile, anche solo controllarmi sta diventando un'impresa ed è una cosa assurda: sono adulta, sono consapevole. Sono brava. Sono forte. Eppure sono in balia di un'onda emotiva senza pari perché mai prima d'ora ero stata scombussolata da qualcuno che non fossi io.  Avevo sempre il controllo, adesso non più. Ma devo tornare a vivere, devo tornare alla mia normalità.

Un'altra serata, un'altra notte pronta ad accogliermi nella sua oscurità, un'altra festa dove poter cacciare senza troppi sforzi. Ho detto di no, ma poi ho cambiato idea e quindi sono qui. So per certo che Noel e Steve sono qui, lo so perché Noel me l'ha confermato pochi minuti fa per messaggi. Ho abbandonato il cellulare – spento – a casa, mi sono scrollata quel torpore da dosso, spazzolata i capelli e messo il mio mascara e il mio rossetto migliori. Mi sono vestita delle mie peggiori - e migliori – intenzioni questa sera. Ho bisogno di svuotare la mente, di darmi da sola l'illusione che potrà passare. Non importa quanto, sono solo due settimane, ho tutto il tempo dalla mia: sono Eterna, posso farcela.

Conosco bene il posto, Steve mi ha già portata qui. E' una pineta vicina alla spiaggia, il rumore della risacca dell'oceano è sovrastato da quello di musica che si diffonde a un volume adatto a una festa all'aperto, i beat si mescolano a quei battiti cardiaci variegati. Probabilmente non ci sono solamente umani, ma pure qualche mannaro. Mi porto addosso quel sentore vagamente speziato tipico della mia razza che si mescola col magnetismo innato che tanto ci aiuta nella caccia, mi avvicino seguendo la scia dell'odore di Noel, quello lo riconoscerei ovunque ed è l'unico altro vampiro che avverto lì in quella radura. Ammetto di sentirmi meglio, di sentirmi più sicura di me, di aver ripreso un po' di quel controllo che mi appartiene. Ammetto anche che tutto questo si riflette sul mio aspetto, mi fa sembrare più seducente solo perché io stessa credo di più nei miei mezzi, nelle mie capacità. Che poi mi sia messa un vestito che è da infarto, quello è un dettaglio che posso citare per ultimo, no? Le spalline un po' larghe sono nascoste dai capelli sciolti, lo scollo a U è generoso quanto basta per rendere giustizia al mio décolleté, la gonna è corta ed aderente quanto basta per esaltare tutto il mio corpo, gli stivaletti neri sono quelli che amo particolarmente. Mi sento figa, lo ammetto. Così tanto che quando avverto lo sfarfallio del cuore di Steve non appena si rende conto che sono arrivata, incurvo le labbra in un sorriso di pura soddisfazione. Sono come un'apparizione, senza alcuna pretesa di essere angelica perché sono consapevole di avere quella sottile aria incazzata che non promette mai nulla di buono.

Of the nightWhere stories live. Discover now