Capitolo 17

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« Non era previsto, io non volevo diventare... volevo restare com'ero. Mi andava bene essere la sua umana. Ma stavo morendo e la sua faccia, la sua espressione. » Mentre parlo mi manca quasi un po' il respiro. « Non potevo levargli questo. » La possibilità di salvarmi.

« Io non ho mai trovato il mio posto nel mondo. Mi ha sempre fatto schifo tutto. E penso fermamente che le cose continueranno ad andare per questo verso, porca puttana ladra. Ma so una cosa. » Steve mi fissa negli occhi. « Pagherei il prezzo di tutte le morti, e di tutti i fiumi di sangue, per qualcuno che mi ami così. » Mi indica. « Come tu ami lui. »

« L'amore non basta. » Ho gli occhi veramente lucidi. « io non basto. » E qui la voce mi si incrina davvero. Sembro quasi una bambina spezzata che non riesce a tornare a casa nonostante lo vorrebbe tantissimo. Alzo gli occhi al cielo ed espiro, c'è un po' di rossore che si dipana sul mio viso, tipico di un pianto in arrivo. « Ti senti mai come un peso qui? » Mi indico il petto, lì dove c'è il cuore. « Così pesante da impedirti di respirare, da farti affogare nel tuo stesso buio? Perché io sì. » Abbasso lo sguardo sul pavimento. « È solo questione di tempo e mi lascerà, perché lui è stanco. È esausto, stanco di queste situazioni che si creano, stanco delle mie insicurezze. » Tiro un po' su col naso. « E vedi, mentre io sono con te, lui è con la mia migliore amica » Rido amarissima. « Perché lui con me non riesce a parlare, a sfogarsi ma con lei sì. » Vorrei tanto piangere, ma alla fine le lacrime su quel mio viso perfetto non scendono. Le ho finite. « Io non vado più bene per lui, non è amore quello che ti consuma in questo modo e non basta il modo in cui lo amo. Non è abbastanza. »


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« Tu non te ne vai da nessuna parte. » 

« Non sono cose che ti riguardano. Adesso esco così puoi finire di riprenderti le tue cose. »

« Non sono venuto a riprendere le mie cose. Sono venuto a chiederti di non andare via. » Logan mi sta fissando. « O almeno ascoltami, prima di andartene. »

Gli faccio un cenno con la mano come a dire "ti ascolto" e lui riprende a parlare.

« Lo so che avresti voluto me, che avevi bisogno di me, ma era il momento giusto che tu ti staccassi un po'. Era il momento che tu toccassi il fondo e ne uscissi fuori da sola questa volta, senza di me. Dovevi renderti conto di essere forte, capace, di non aver bisogno dei miei ordini o di me, per affrontare tutto e sopravvivere ancora. Ancora si. Niente macerie questa volta, niente fosse da cui dover riemergere. L'hai già passata quella fase. » Mi fissa. « E non ti chiederò scusa, per quanto mi dispiaccia. Ti ho lasciato libera e ce l'hai fatta. L'ho fatto per te. » Prende un respiro. « Per noi. »

C'è un brivido che mi fa accapponare la pelle e non posso fare a meno di spostare gli occhi da lui. C'è un moto di pura sofferenza che irrompe nel mio sguardo, incrina quella maschera di bellezza e compostezza che ho tirato su davanti a lui. « Adesso sai che sono corazzata. Iuppi. Complimenti a me. » Sono sarcastica anche in quella strana manifestazione di gioia che è amara, scadente, stridente.

Sì. Ce l'ho fatta.
Ogni volta muoio, ogni volta finisco distrutta.
E ogni volta, a modo mio, con i miei tempi e i miei limiti oggettivi, riemergo. Ritorno alla vita. Solo che ogni volta perdo pezzi. Dapprima la serenità, poi l'equilibrio, poi ancora la fiducia in me stessa, la mia stessa vita.
Con Sebastian ho perso la lucidità e la sicurezza, Logan cosa mi ha levato? Forse l'ultimo pezzo di anima io l'ho lasciato proprio nelle sue mani, non tanto il cuore. Quello era già ammaccato quando l'ho conosciuto e adesso zoppicante, lento e pesante, ancora mi batte nel petto.

A lui ho dato tutta me stessa, umanità, anima, sogni, speranze. Vita. E anche Morte.
E adesso non mi resta più niente, non c'è più niente da perdere o da rompere.

Of the nightWhere stories live. Discover now