Capitolo 30

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Riposarmi, fu l'unico pensiero che mi attraversò la mente una volta arrivato a casa, prima di buttarmi sul divano.
Chiusi gli occhi cercando di rilassarmi e pensare che tutto sarebbe andato bene, che tutto si sarebbe aggiustato, che io avrei vinto.
Pensai, pensai alla mia vita, alle mie scelte, e al mio futuro e mi accorsi che giorno dopo giorno vedevo la vita passarmi davanti. Come quando una persona é alla fermata dell'autobus, e senza accorgersi di nulla, questo le passa davanti con alta velocità . Ed é così che mi sento ultimamente, come se giorno dopo giorno perdessi occasioni, perdessi attimi che dovrei vivere e invece "puff" in un momento spariscono.
La mia vita è incentrata sul mio lavoro e non su quello che desidero davvero, e solo ora che sto perdendo tutto me ne sto rendendo conto.
Mi sento vuoto dentro,come se qualcosa mancasse nella mia vita, dentro di me. Vuoto il mio sguardo, i miei occhi che prima brillavano di felicità adesso sono persi, vuoti, tristi. Il mio sorriso, che ormai non chiamo più così, riemerge solo quando sono con lei. Lei è l'unica in grado di farmi sentire felice e non preoccupato per la mia vita.
E continuo a domandarmi 'ma cosa mi sta capitando?' Mi chiedo dove sono finito e che fine sto facendo.
Non sento più niente,nessuna emozione e questo significa morire dentro,crollare senza dover fare rumore per paura di disturbare gli altri. E ora sto crollando, e mi tocca rialzarmi, andare avanti e cercare di salvarmi. E la cosa più brutta é morire dentro giorno dopo giorno quando fuori respiri e sopravvivi senza che nessuno si accorga di ciò.

Forse a volte prendendo il treno sbagliato si può arrivare alla stazione giusta o semplicemente quello che provo per quella ragazza e come quello che il lupo prova per la luna, un'attrazione irrazionale, e ogni settima piangerà per un amore che non potrà mai toccare.

Mi alzai in piedi, di scatto, contro la mia volontà e mi diressi verso la porta di casa,aprendola. Uscii e salii in macchina. Come se fossi una marionetta e qualcuno decidesse le azioni al mio posto iniziai a girare per New york, anche se sapevo bene dov'ero diretto ma non volevo ammetterlo, preferivo pensare di stare girando a vuoto perché avevo paura di quello che stavo provando, di come lei mi avrebbe reso vulnerabile.
Dopo più di mezz'ora ero finalmente arrivato davanti ad un enorme grattacielo, parcheggiai la mia auto fregandomi della probabile multa che avrei preso e iniziai a tirare dei piccoli sassolini contro la finestra della camera di Jenny.
Lei però sembrava non sentirli e in quel momento un interrogativo mi passò per la mente. Io ero disposto a rischiare per quello in cui credevo ma lei lo era? Era disposta a mettere a rischio tutto che aveva per me, sopratutto dopo come l'avevo trattata?

Jenny's pov
Ero sdraiata sul letto dopo quella che era stata una giornata pessima.
Sentivo dei rumori, come dei piccoli ticchettii, alla finestra ma le forze per andare a vedere cosa fosse mi mancavano. In condizioni normali la mia curiosità mi avrebbe imposto di controllare ma in questo momento la voglia, l'allegria, l'ingenuità erano spearite lasciando posto solo a tristezza e disperazione.
Qualunque cosa fosse non sembrava decisa a smettere di darmi fastidio, così facendo uno sforzo enorme mi alzai dal letto e raggiunsi la finestra sporgendomi leggermente.
Lui.... Mi aveva spezzato il cuore in tanti piccoli pezzi, mi aveva umiliata e presa in giro ma sopratutto mi aveva fatto sentire una nullità, una virgola che non serve a nulla, che a volte la gente dimentica o ignora.
Ogni volta che pensavo di aver fatto un piccolo passo in avanti per dimenticare, lui tornava distruggendomi ancora di più.
Ogni volta il colpo era maggiore rendendo la mia possibile ripresa sempre più insidiosa e difficile, inoltre ogni volta che mi parlava o semplicemente mi guardava il mio cuore si divideva in pezzi ed ora la velocità con cui era tornato aveva impedito al mio cuore di rimarginarsi almeno parzialmente e io non sarei stata pronta a sopportare un altro colpo. Il mio cuore di sarebbe diviso in frammenti talmente piccoli che sarebbe stato impossibile rimetterli insieme e qualsiasi traccia di emozione sarebbe scomparsa per sempre.
Rimasi a fissarlo per quelli che mi sembrarono minuti anche se in realtà erano solo un manciata di secondi. Aveva lo sguardo basso, quasi come se stesse pensando a qualcosa o se avesse paura di me. Si muoveva goffamente e non nel solito modo armonico e perfetto. Continuava a lanciare quegli stupidi sassi anche se ormai non colpivano più il mio vetro, si schiantavano sempre più fortemente per terra, ma lui sembrava non accorgersene. Provai ad urlare il suo nome un paio di volte con tutto il fiato che avevo in corpo ma lui sembrava non sentirmi. Era presente fisicamente ma non mentalmente, qualsiasi cosa avessi fatto a detto non avrebbe cambiato la situazione ma , nonostante ciò, non avevo intenzione di smettere di chiamarlo. Non poteva riuscire ad ignorarmi anche quando non era cosciente delle sue azioni, era impossibile. Questo stupido pensiero mi fece ridire istericamente facendomi smettere di parlare. Lui ora aveva alzato la sguardo verso di me e rimasi impietrita quando quegli occhi caramello si posarono su di me. Era come se l'aria non arrivasse più al cervello, e tutto il fiato che avevo per chiamarlo fino a qualche secondo prima sparì completamente. Rimanemmo così, immobili, come se entrambi avessimo un odissea da raccontare ma non la voce e il coraggio per farlo, sperando che l'altro capisse tutto da solo.

Hey
Eccomi con il nuovo capito, spero che vi piaccia. Mi scuso per eventuali errori e vi ringrazio per i voti e i commenti.
Vi prego votate e commentate ancora, buona lettura e un grande bacio a tutte. ;-)

A danger love|| Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora