Capitolo 25

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Tanto veloce ora apparso tanto veloce si era dileguato, lasciandomi li come una stupida, con la bocca socchiusa e mezza imbambolata. Sentii mancarmi l'aria, ma non riuscivo a chiamare qualcuno. Ero li, in piedi al centro della mia camera. Ero come incollata al pavimento che continuavo a pensare a quelle 5 semplici parole. Più ci pensavo più i brividi e la paura si impossessavano del mio corpo, Justin era molto serio e mentre pronunciava quelle parole potevo vedere un velo di tristezza nei suoi occhi. Ciò non poteva significare nulla di buono, ma infondo tutto quello che centrava con quel ragazzo non mi piaceva affatto.

Il resto del pomeriggio passò serenamente. Mi ero divertita, avevo riso e scherzato con Kassie e Mike, ma ormai era tardi e dovevo tornare a casa. Come sempre entrai dalla finestra facendo attenzione a non cadere e mi stesi sul letto, a pensare mentre mi facevo cullare dalla musica.
Senza rendermene conto mi addormentai e fui svegliata qualche tempo dopo da un ticchettio proveniente dalla finestra.
Mi girai sul fianco, chiudendo gli occhi nuovamente e provando ad ignorarlo, ma quel rumore era cocciuto e non voleva estinguersi.
Ormai rassegnata mi misi seduta e mi stropicciai gli occhi, poi mi girai verso la sveglia posta sul mio comodino per vedere che ore fossero: le 23.15 . Avevo dormito moltissimo, ero esausta e avrei dormito volentieri ancora se non fosse stato per quel rumore straziante che persisteva ancora.
Senti un colpo come se qualche oggetto sulla mia scrivania fosse caduto e poi sentii un piccolo sussurro :" cazzo".
Mi alzai velocemente dal letto senza accendere la luce, presi la lampada che era sul comodino posizionandola sulla schiena stile battitore di baseball e chiesi " c'è qualcuno?"
Forse più per rassicurare la parte di me che era ancora convinta di essere sola in camera o di stare ancora sognando. Iniziai a camminare verso il punto in cui avevo sentito il rumore, il battito del mio cuore accelerava ad ogni passo. Vidi la finestra spalancata
"Grandioso" pensai ma mentre stavo per girarmi e uscire dalla stanza in modo disinvolto mi scontrai contro qualcuno. Sentii il sangue ribollirsi nelle mie vene e l'istinto di urlare era fortissimo. Quando aprii la bocca per cercare di emettere qualche suono qualcuno me la tappò con la mano. Andai nel panico e comincia a dimenarmi per toglierla, ma quel qualcuno era molto più forte di me.
" calmati sono io, Justin!"
Sentii una voce sussurrare. Tolse la mano dalla mia bocca e io accessi la luce per vederlo in piedi che rideva davanti a me. Da un lato ero sollevata perchè non era un ladro, ma dall'altro ero arrabbiata con lui perché mi aveva fatto prendere un bello spavento.
" ma sei idiota!" Urlai per poi maledirmi mentalmente, poiché mi ricordai che i miei dormivano nella camera a fianco.
Per la prima volta da quando era entrato abbassai lo sguardo e mi soffermai a guardare il suo corpo. Avevo un enorme chiazza rossa sulla maglietta vicino alla spalla.
Mi avvicinai a lui cercando di capire cos'è quella cosa e con mia sorpresa, dolore e paura capii che era sangue.
Spalancai gli occhi, cercando di mettere meglio e fuoco quello che avevo davanti e capire se era veramente sangue.
" che ti è successo?" Gli chiesi cercando di rimanere calma e di non far trasparire l'angoscia e la paura che provavo.
" niente" rispose acidamente, ciò mi diede fastidio, insomma si era presentato in camera mia mezzo moribondo e io avevo il diritto di sapere.
" perchè pensi che io sia stupida. Almeno fino a prova contraria vedo che stai sanguinando dalla spalla."
Dissi indicando la parte del suo corpo ferita. Lentamente mi avvicinai ancora e lo sentii trasalire, probabilmente per il dolore che stava provando.
" davvero dimmi che ti è successo"
Gli dissi fissando quella macchia rossa per poi sfiorarla. La sentii contrarsi e sussurrare un leggero "ahi" sotto il mio tocco.
" non ti devi preoccupare non mi è successo nulla di grave"
Mi ripeté, ma questa volta guardandomi negli occhi e sorridendomi con dolcezza.
Amavo il modo in cui mi sorrideva. La voglia di sapere cosa gli era capitato era molto forte, così toccai con più forza la sua spalla.
"Fa male" lo sentii dire. Ciò mi procurò un sorriso e mi fece intendere che il mio piano stava funzionando.
" davvero?. Ti fa male quando ti tacco qua?"
Gli dissi toccandolo nuovamente ma questa volta con ancora più forza.
" perchè ti fa male se non ti è successo niente?"
Lo fissai con aria da innocente e dipinsi una finta aureola sulla mia testa.
" sei testarda, piccola"
Mi rispose, sorridendo lievemente.
" non so a cosa ti riferisca" lo guardai intensamente negli occhi, facendogli capire che avrei continuato a toccagli la ferita senza alcun problema finché non avrebbe parlato.
" non ne avresti il coraggio" rispose poco convinto.
Gli lanciai uno sguardo ,alzando un sopracciglio, che lasciava intendere : davvero, ne sei così sicuro?
Senza pensarci ulteriormente premetti la sua spalla e lui si contorse dal dolore che gli avevo fatto provare.
Mi allontani da lui incrociando le braccia al petto aspettandomi una risposta, che non tardò ad arrivare.
"Ok va bene ora ti racconto tutto, anche se era meglio per te non sapere niente."

Hey
Come va? Vi ringrazio per i commenti e le stelline, siete fantastiche!
Volevo farvi gli auguri di Buon Natale. Che altro dire spero che il capitolo vi piaccia.
Un bacione

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