Capitolo 27

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Ero frustrata lui non poteva trattarmi così e per di più non in casa mia, avevo riflettuto abbastanza ora dovevo solo alzarmi e affrontarlo.

Proprio mentre mi stavo alzando lo sentì sedersi dall'altro lato della porta come estrema delicatezza, come se non volesse che lo sentissi. Stranamente mi arrivò un messaggio, che non aspettai oltre e aprì.

Da Justin

Mi dispiace :-( ti prego esci da li, entrerei volentieri io ma non riesco a forzare la porta.

Istintivamente sorrisi, ma mi ricomposi subito togliendomi quel sorriso da ebete che avevo. Comunque non volevo uscire, non volevo dagliela vinta per la seconda volta, era una questione di orgoglio.

Dopo qualche secondo mi arrivò un altro messaggio.

Da Justin

Lo so che hai letto il messaggio ;-)

P.s. Ti vede dal buco della serratura come vedo che hai smesso di piangere e stai sorridendo

Mi alzai di scatto in piedi girandomi verso la porta e volendo sprofondare all'istante, presi un respiro profondo e girai la maniglia pronta per andare da lui.

Appena uscii il mio occhio venne catturato da uno spiacevole particolare: la maglia di Justin era completante sporca di sangue.

" dovresti farti vedere da un dottore"

Dissi flebilmente. Lui sembrò non capire subito, infatti corrugò le sopracciglia. Solo dopo pochi secondo guardò la sua maglia e intuì a cosa mi riferivo. Sbloccai la schermo del cellulare e composi il numero del medico portandomi poi il telefono all'orecchio. Come se avesse avuto un'illuminazione Justin corse verso di me e mi tolse il cellulare di mano spegnendo la chiamata.

"No" urlò, prima di calmarsi notando che il suo tono di voce mi aveva spaventata

"Non chiamarlo. Altrimenti dovrei spiegargli come mi sono ferito e non nessuna intenzione di farlo."

Mi morsi il labbro inferiore pensando a una soluzione. Poi senza rendermene conto mi avvicinai a lui e come non riuscissi più a controllarmi gli presi la mano e lo trascinai in bagno.

"Siediti" dissi indicando la sedia vicino al lavandino. Aprii lentamente lo sportello dove tenevo una cassetta per il pronto soccorso. Una volta afferratola mi girai verso di lui che mi guardava sorridendo.

"Che hai?"

" cosa intendi fare con quella?"

Mi guardò con una faccia compiaciuta e divertita.

" secondo te?"

Mi girai dandogli le spalle e aprendo il kit che avevo accuratamente riposto nel lavandino.

" per quanto la cosa mi disgusti devi toglierti la maglietta, altrimenti non riuscirò a mettere il disinfettante"

" come vuoi" rispose con nonchalance, alzandosi la maglietta e buttandola sul pavimento. Mi girai smettendo di osservare i suoi movimenti con la coda dell'occhio. Appena mi girai il mio sguardo non si soffermò sulla sua ferita come invece sarebbe dovuto, ma sui suoi addominali scolpiti perfettamente, suoi suoi bicipiti e suoi suoi pettorali. Avevo intuito che fosse muscoloso ma non credevo così tanto.

" lo so che sono bello, ma per favore potresti aiutarmi? Potrai ammirarmi un'altra volta."

Disse facendo l'occhiolino, nel modo in cui solo lui sapeva fare. Ovviamente arrossì e dovetti girarmi per evitare di sprofondare, o sotterrarmi da sola.

presi un asciugamano e lo bagnai di acqua e ci versai sopra anche un po' di disinfettante. Tornai da lui e iniziai a tamponagli la ferita.

"Comunque non ti stavo fissando" dissi anche se era ovvio che mi stavo prendendo in giro da sola.

" se lo dici tu"

Non sapevo più cosa ribattere per cui decisi di stare zitta. A parte le sue continue smorfie di dolore si potevano sentire solamente i nostri respiri calmi e tranquilli.

" perchè lo fai?" Disse lui interrompendo la serenità che si era creata. Lo guardai interrogativa non capendo a cosa si riferisse.

" Perchè mi aiuti?"

Parlò di nuovo questa volta in tono serio alzandosi in piedi e facendo un passo verso di me bloccandomi tra il lavandino e il suo corpo.

"Tu" sussurrai. Feci una pausa cercando di calmarmi per l'imbarazzo che stavo provando. " non dovresti muoverti"

Fece spallucce, avvicinandosi ancora e schiacciando il mio corpo contro il suo, non si sarebbe passato neanche un foglio di carta. Mi guardava intensamente negli occhi, soffermandosi ogni tanto sulle mie labbra.

" non mi hai ancora risposto"

Sentivo il suo respiro caldo sulle mie labbra e a quel " contatto" rabbrividì.

" Perché" balbettai timidamente e pensando a qualcosa da digli. Ero confusa non sapevo neanche io perché lo stavo aiutando. Abbassai lo sguardo e quasi sobbalzai quando la sua mano si posò sulla mia guancia. Mosse il suo viso avvicinandolo al mio e fece combaciare le nostre labbra prima che io avessi il tempo per realizzare tutto quello che stava succedendo.

Sentì una sensazione stupenda, sentì la farfalle nello stomaco. Sentivo brividi ovunque e la voglia e il piacere nel baciarlo aumentava sempre di più. Istintivamente incrocia le braccia dietro al suo collo mentre lui le fece scivolare sui miei fianchi. Gemetti quando i suoi palmi li afferrarono e li strinsero leggermente. Feci scorrere le dita tra i suoi capelli tirandone leggermente le punte. Iniziò a mordicchiare il mio labbro inferiore al che dischiusi le labbra permettendo alla sua lingua di giocare con la mia.

Mi alzò da terra e io agganciai le gambe attorno al suo bacino mentre lui mise la mani sul mio sedere per sorreggermi meglio. Mi fece fece sedere suo piano del lavandino continuando a baciarmi, sempre con più foga e cercando di avvicinarmi sempre di più a lui, anche se era praticamente impossibile. Ormai senza fiato e a malavoglia mi staccai dalle sue labbra, appoggiando la fronte sulla sua e fermandomi a guardarlo mentre lui fissava me con quegli stupendi occhi nocciola.

Mi persi nei miei pensieri cercando di far combaciare i pezzi e capire quello che avevo appena fatto. Come avevo potuto ricambiare quel bacio?

Hey
Ecco il nuovo capitolo, spero vi piaccia. Buon epifania e buon rientro a scuola ;-)

A danger love|| Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora