피 땀과 눈물

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Erano rimasti soli in quella cucina, in quell'appartamento, in silenzio, a tentar di scorgere l'inscrutabile l'uno negli occhi dell'altro, mentre l'aria attorno a loro cominciava a divenir pesante, calda, soffocante.

Le mute parole fatte passare attraverso uno sguardo parvero non essere più sufficienti ad eludere lo stridore che percepivano alle orecchie, dovuto a quella tranquillità pesante e asfissiante, in contrasto netto e deciso con le urla che echeggiavano nella mente e nel petto di entrambi.

Yoongi continuava a guardare il pavimento, temendo che anche solo il posare le sue iridi scure sulla figura del minore potesse in qualche modo danneggiarlo senza precedenti, al contrario del castano che pareva non poter staccare i suoi occhi dal più grande.

Realizzò di avergli mentito tempo addietro, quando quel giorno in quell'ospedale lo aveva convinto a finire a sistemarsi da lui, quando gli aveva ripetuto che non sarebbe potuto versare in una situazione peggiore da quella in cui allora versava.

Quello che in passato gli era sembrato il fondo si era rivelato unicamente la punta di un iceberg decisamente più profondo.

Il grigio era gravemente denutrito, e il solo osservare come il suo capo paresse un palloncino troppo gonfio rispetto al corpo bastava ad asserire una simile considerazione. Le sue guance erano scavate e gli zigomi molto pronunciati, mentre gli stessi jeans che indossava quella notte che lo aveva abbandonato, poco più di una settimana addietro, quegli stessi skinny jeans scuri che gli fasciavano bene le gambe già troppo magre, ora cadevano morbidi su di esse.

Non era solamente una questione legata al saltare i pasti o alla confusione e alla pressione psicologica dalle quali era provato, Jungkook sapeva che il dolore consumasse le persone, ma la velocità con la quale stava divorando quel ragazzo era a dir poco inusuale.

Temette che quella droga avesse attecchito un po' troppo al suo sangue e al suo intero corpo.

La punta delle sue dita aveva cominciato ad acquisire un colorito bluastro, le sue sclere parevano essersi ingrigite e poté giurare che anche il pallore della sua pelle si fosse accentuato. Erano passati solo dieci giorni, il suo corpo sembrava provato da mesi di uso costante di suaeg.

Dopo minuti interi spesi unicamente a fare vagare il suo sguardo sul maggiore trovò il coraggio di avvicinarsi e sfiorare le sue mani, allontanandole l'una dall'altra e impedendo che tirasse via ancora pellicine dalle sue dita facendole sanguinare.

Contro ogni previsione non si sottrasse al suo tocco, ma non appena schiuse le labbra per poter parlare il grigio lo bloccò immediatamente.

- ora non riesco a sopportare riproveri, frasi sdolcinate e rassicuranti o domande su...su quello che è capitato, perciò sta zitto-

Era comprensibile una simile reazione, soprattutto se il castano era stato messo al corrente dai suoi migliori amici cosa su cosa fosse successo.

Il suo lavoro continuava costantemente a complicarsi, la situazione di Yoongi a degenerare, e anche lui sentiva di vacillare ogni volta che guardandolo la sua mente viaggiava indietro fino a raggiungere i giorni in cui si svegliava con qualcuno stretto contro il suo corpo.

In  quel momento temette davvero di non riuscire a portare a termine il lavoro, di non esserne in grado, di dare ragione a Hoseok e allo stesso Yoongi riguardo alla sua scarsa preparazione ed esperienza.

- non sono un boia con una sciabola sguainata, non ho intenzione di dire nulla possa farti star male, solo che dovresti riposare adesso, fare una doccia e andare a dormire... Nel frattempo ti preparo la stanza..-

Lasciò andare le mani ghiacciate che aveva vanamente tentato di riscaldare nelle sue, alzandosi e voltandosi verso la sua camera da letto, venendo bloccato da una flebile stretta attorno al suo polso, contatto che non potete ignorare.

Save Me  [j.jk x m.yg]Where stories live. Discover now