멍청한

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Due giorni dopo Jimin pareva essersi rimesso quasi alla perfezione, o almeno è quello che il suo collega poteva contare dal suo comportamento.

Senza mai tradire le sue parole o il suo temperamento, non appena il giovane aveva aperto gli occhi, aveva lasciato che la sua poca pazienza parlasse al suo posto.

Quel poco tempo passato in quell'ospedale era stato sufficiente a tediare medici e infermieri con quel suo continuo lamentarsi per ogni cosa.

L'ago della flebo dava troppo fastidio, quel pigiama di degenza era una taglia più grande di quella che solite te calzava, il cibo servitogli o troppo crudo o troppo scotto, motivo per il quale Taehyung ogni giorno si presentava dinanzi a lui con una busta piena di cibo proveniente dal combini in fondo alla strada.

Il grigio quella mattina trovò il maggiore sovrappensiero, un po'troppo rapito da chissà quali ostruse immagini la sua mente gli proponeva alla rinfusa, come se ad essergli sottoposto fosse un puzzle da riordinare.

Aveva lo stesso sguardo perso nel vuoto che usava vestire quando decine di intoppi si presentavano sulla strada per la risoluzione di un caso e l'arresto di un colpevole.

Per quanto Jimin potesse amare il suo lavoro tutta quell'attenzione, quella sua cautela nel considerare ogni virgola e stralcio di ipotesi che traspariva da suo viso non era la stessa di sempre, quegli occhi non erano gli stessi che si perdevano nella tazza di caffè seduto nel suo ufficio.

Il più piccolo conosceva il motivo di tutta quella minuziosità, sapeva che se qualcosa lo avesse messo in mezzo o avesse messo in pericolo Jungkook nulla avrebbe fermato la mente dell'arancione a riposarsi da quel macchinare costante alla ricerca di una soluzione, dell'opzione migliore per tenere i suoi amici al sicuro.

Molte volte Jimin credeva di poter fare tutto da solo, si non avere bisogno degli altri o di non meritare l'aiuto, facendosi carico di cose alle volte di gran lunga più grandi di lui, ma il suo collega lo conosceva bene e sempre lì era pronto a farsi carico del peso che minacciava il più grande.

Sbatté la porta quando fece l'ingresso nella stanza d'ospedale, destando bruscamente il paziente da una catena di pensieri che per tutta la giornata si erano susseguiti, al pari di quella appena trascorsa.

Il ragazzo dalla chioma arancione sussultò, lasciando che a quel brusco movimento seguisse un pesante sospiro, disturbato dall'aver perduto il filo dei propri pensieri a causa del poco garbo da parte del suo migliore amico.

-Yah! ti pare il modo di sbattere quella dannata porta. Hai idea di quanta concentrazione richiedi avere un cervello e per si più intento lavorare ad un caso tra le lenzuola pruriginose di uno stupido ospedale?!-

Gli occhi del grigio rotearono, mentre sia avvicinò al letto del giovane che con il passare dei giorni e lo scorrere dei minuti pareva sempre più assomigliare ad una donna di mezza età arrabbiata con il mondo per non aver trovato l'uomo dei propri sogni e per ver rimediato un misero lavoro da cuoca in una mensa universitaria.

Si avvicinò al letto del giovane, posando la busta piena di cibo ai suoi piedi.

-l'idiota senza cervello ti ha portato il pranzo-

Prese posto sulla sedia accanto alla brandina di degenza del maggiore, sporgendosi verso il giovane e sciogliendo le braccia che aveva immediatamente incrociato davanti al petto quando Taehyung aveva fatto il suo ingresso.

- fammi un po' vedere... Ah, come sospettavo hai già mozzicato tutte le unghie... Non sei stanco di vederle sempre sanguinare-

L'arancione tiró via la sua mano dallo sguardo del ragazzo, riappropriandosi del suo braccio e guardando il collega con fare annoiato da quel suo continuare a prenderlo in giro.

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⏰ Last updated: Jan 07, 2023 ⏰

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