Parte III 0.0

609 42 45
                                    


La testa di Harry girava e le tempie pulsavano quando aprì gli occhi.

Un lamento gli uscì gracchiante dalla gola. Si sentiva a pezzi.

La sua mente registrava tutto a rallentatore, gli occhi vagavano da una parte all'altra cercando di capire dove si trovasse.

Provò a muovere le braccia ma delle fitte dolorose gli attraversarono il corpo: i suoi muscoli erano rigidi, gli arti pesanti e la circolazione del sangue arrivava lenta.

Percepì del freddo ferro racchiudergli i polsi, la pelle sfregava sul metallo scorticandosi.

La parete su cui appoggiava con la schiena era ghiacciata, gli inumidiva i vestiti leggeri facendogli venire la pelle d'oca su tutto il corpo.

Poteva sentire ferite bruciare in più punti e un dolore pulsante alla spalla gli suggeriva che era in qualche modo rotta o slogata.

-D-dove sono? - gracchiò con voce rotta e roca cercando di mettere a fuoco il luogo in cui si trovava.

I ricci sporchi di fango e sudore gli ricadevano davanti agli occhi. La sua bocca era secca e impregnata del sapore ferroso del sangue.

Riuscì ad orientarsi un po': alcune fiaccole illuminavano quella sorta di cella fredda in cui era imprigionato.
Sembrava più una nicchia scavata nella roccia che altro.

Scavata nel ghiaccio.

Harry deglutì cercando di muovere il meno possibile il corpo.

Come faccio ad uscire da qui? pensò ora più cosciente. 

Non sentiva il peso della spada al suo fianco e nemmeno del pugnale che di solito teneva negli stivali: era completamente disarmato.

Cercò, ancora, di muovere lentamente le braccia ma il movimento per quanto lieve gli procurò una fitta alla spalla sinistra facendoli emettere un lamento più forte degli altri che rimbombò tra le lastre di ghiaccio di cui era fatto quel posto.

Chiuse subito le labbra lamentandosi in silenzio per non attirare l'attenzione ma fallì miseramente.

Sentì dei passi pesanti avvicinarsi sempre di più finché la cella venne illuminata da una nuova luce.

Davanti ai suoi occhi si fermarono degli scarponi logori ricoperti di pelliccia che lo portarono a sollevare lo sguardo lungo il corpo massiccio e spaventoso.

Harry guardò in volto l'uomo che aveva di fronte. Più che uomo sembrava un orso, con le sopracciglia folte, la barba incolta e gli occhi intrisi di oscurità.

-Bene, bene, bene - disse l'uomo stringendogli con la grande mano il mento, Harry soffocò un grido -Ben sveglio, principe -

Il barbaro gli lasciò il viso per dedicarsi alle manette che gli bloccavano i polsi. 

Una volta che le manette furono sganciate le braccia gli ricaddero ai fianchi, il movimento della spalla lo fece urlare nonostante avesse appena il fiato per respirare.

-Oh suvvia, cosa vuole che sia una piccola botta? - ghignò l'uomo prendendolo malamente dal busto iniziando a trascinarlo di peso.

Harry cercò di emettere meno suoni possibili mentre si lasciava trascinare sul pavimento gelido ed in alcuni punti innevato.

I'll burn the ice down only to see your eyes ~ Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora