Parte IX 0.0

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Louis si appese alla criniera bianca di quel particolare cavallo bianco, che presentava un lungo corno sulla testa, mentre gli passava velocemente accanto.

Una volta afferrati i crini candidi, Louis gli corse affianco, saltò e battendo i piedi sul terreno si diede la spinta per saltare in groppa al cavallo in corsa.

L'aria fredda e gli sporadici fiocchi di neve gli sferzavano il viso, arrossandogli le guance e scompigliandogli i capelli nonostante avesse il cappuccio del mantello tirato sulla testa.

In quei giorni il bosco si era spogliato completamente, diventando tetro e grigio, tanto che stava diventando quasi impossibile orientarsi.

Era impressionante come Xenia avesse così tanto potere anche sulla Natura stessa, natura da cui ricavava parte della sua magia. Quella donna stava piegando al suo volere anche la Terra.

Per questo, Louis si affidò completamente a quel animale magico che sapeva lo stesse conducendo da Fenir.

Era riuscito nel suo intento.

Louis era riuscito, con l'aiuto del grande lupo, a riunire e reclutare tutte le creature magiche che erano disposte a combattere contro il male.

Il loro esercito era enorme.

Mai Louis avrebbe pensato che tutte quelle creature dai poteri straordinari abitassero quei boschi e non immaginava nemmeno cosa nascondevano tutti gli altri territori, confinanti con Green Castle.

Louis aveva speranza per la vittoria contro Xenia. Avrebbero vinto ne era sicuro, ma prima doveva condurre quell'esercito alla Grande Pianura il prima possibile.

Si portò due dita alle labbra e fischiò più forte che poté mentre l'unicorno si bloccava nel bel mezzo di uno spiazzo delimitato da alberi e rocce, sollevandosi sulle zampe posteriori, nitrendo, per scaricare l'adrenalina della corsa.

Louis gli accarezzò il collo, sistemandosi sulla sua groppa, osservando lo spazio intorno a lui venire occupato da centauri armati di spade e archi, gnomi, elfi, grifoni, druidi, lupi, animali del sottobosco pronti anche loro a combattere per la loro libertà, per liberare la natura, la loro casa.

Tante lucine si librarono in aria, sfidando il forte vento.

Una di queste gli si avvicinò, era viola, minuscola.

Louis sollevò una mano e piegò le labbra in un sorriso sincero.

La lucina si posò sul suo palmo e smorzò un po' la sua luminosità. Una piccola fatina apparve sulla sua mano.

-Hey, ciao - la salutò Louis -Ci rivediamo -

La fatina sfregò le alette tra di loro, creando una polverina colorata, era felice.

-Anche io sono felice di rivederti. Avete fatto molta strada per arrivare qui dalla Foresta Sibillina, eh? -

La fatina annuì, per poi sollevarsi in volo e avvicinarsi al suo viso, arrivò di fronte al suo naso e vi lasciò un delicato bacino che Louis quasi non sentì, ma che lo fece ridacchiare un po'.

-Grazie, sarà il mio porta fortuna - disse alla sua piccola amica che, producendo altra polverina colorata, si allontanò da lui, raggiungendo le sue compagne.

In quell'attimo apparve anche Fenir, sedendosi su una roccia.

Louis incrociò il suo sguardo
-Siamo tutti qui - disse, aspettando un qualche comando; un consiglio, magari.

-Lo so. - rispose il lupo -Ma sei tu a comandare oggi, principe - gli disse come se avesse letto il suo pensiero.

Louis si sentì attraversare da un brivido, come ogni volta che si sentiva chiamare in quel modo.

I'll burn the ice down only to see your eyes ~ Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora