Parte X

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I giorni successivi furono animati solo da buio e dolore.

Buio. Caldo. Dolore. Gelo.
Buio. Caldo. Dolore. Gelo.

Era un circolo vizioso, un circolo vizioso che Louis non riusciva ad abbandonare.

Aveva aperto gli occhi solo due volte da quando era svenuto sul campo di battaglia, ed entrambe le volte il dolore era stato così forte da farlo vomitare.

Sentiva il corpo bollente, la febbre era salita a causa della profonda ferita sulla spalla sinistra.

I druidi e qualche medico di corte lo avevano ricucito con ago e filo ma non avevano fatto in tempo ad aggirare l'infezione.

Louis era completamente senza forze, aveva utilizzato tutta la sua energia, prima per sconfiggere Xenia e poi per salvare Harry, che non ne era rimasta più per il suo corpo.

Il suo sonno era tormentato, le immagini della battaglia continuavano a susseguirsi sotto alle sue palpebre, il volto incosciente di Harry lo tormentava e a volte riviveva la scena in cui Xenia lo colpiva con la bacchetta, perforandogli una spalla.

Quei sogni, visioni, lo portavano a compiere movimenti bruschi, sul letto in cui lo avevano sistemato, anche ad avere spasmi lungo il corpo.

Louis non vedeva l'ora che tutto quello finisse.

Era in bilico tra il lasciarsi andare nell'oblio del dolore oppure lottare e stringere i denti per trovare almeno uno spiraglio di luce e pace.

***

Harry si passò una mano sul viso pallido per cercare di scacciare la preoccupazione che, da giorni, accartocciava la sua espressione.

Vedere Louis, steso su quel letto, così sofferente, senza poter far nulla lo stava logorando dentro.
E la consapevolezza che Louis fosse in quelle condizioni perché lo aveva salvato, lo faceva sentire ancora peggio.

Colpevole ed inutile.

Ricordava l'immenso calore che aveva sentito, poco prima di aprire gli occhi sul campo di battaglia.
Riusciva ancora a sentire le mani ustionanti di Louis sul suo petto, che cercavano di sciogliere quel maledetto ghiaccio incastrato nel suo cuore.
Ricordava la sensazione di rinascita che lo aveva pervaso.

Ma il ricordo più vivido era la vista di Louis svenuto. Di Louis che, nonostante avesse perso i sensi, lo teneva stretto al petto.

No. Se Louis non si sarebbe ripreso, Harry non se lo sarebbe mai perdonato.

Il principe, sospirando tristemente, con un nodo alla gola, gli passò una mano tra i capelli castani e sudati, cercando di calmare i movimenti bruschi causati dalle brutte immagini che, era sicuro, gli si stavano palesando dietro alle palpebre.

Però, appena la sua mano sfiorò la fronte sudata, un'altra ondata di preoccupazione soffocante lo assalì: Louis era bollente.

-Ashton, Liam - Harry chiamò le uniche persone che erano presenti in quel momento a casa di Louis.

Avevano deciso di darsi dei turni per controllare Louis. Anche se Harry non li rispettava mai: lui non aveva lasciato quella casa dal primo momento in cui era entrato, giorni prima.

Sapeva che aveva dei doveri, in quanto principe, che non poteva ignorare; ma per il momento, le sue priorità erano altre.

Ashton e Liam si avvicinarono.

Il secondo, con crucio negli occhi, poggiò lui stesso la mano sulla fronte di Louis, ritraendola subito dopo.

-La febbre sta salendo - sospirò Liam, osservando Louis agitarsi nel sonno.

I'll burn the ice down only to see your eyes ~ Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora